Bene, con questa storia sto mandando allegramente a far benedire i miei sanissimi principi RiSo per scrivere una RiKai che, come coppia, non mi dice una cippa, anzi mi piace davvero poco o niente.
Sei ancora in tempo per cambiare, Niki, puoi ancora cancellare la storia prima che qualcuno che ti conosca la legga.
Tuttavia credo di non poterlo (né volerlo) fare perché questa cosa (cosuccia, cosaccia) è per Mel. Esatto, Mel, tutto questo l'ho fatto per te mio adoratissimo cupcake (??), tu che mi hai dedicato una RiSo ben sapendo quanto quel pairing non ti vada proprio a genio.
Insomma anch'io ho deciso di provare a scrivere su un pairing diverso dalla rosa dei miei preferiti. Ho perfino trovato l'icon e, credetemi, solo guardando le immagini credevo di non potercela fare.
Mi sento orgogliosa di me stessa sebbene sia una flash davvero flash. *si inorgoglisce*
Questa storia è per Mel, come ho già detto, ma anche per Luly Love, Raven Cullen e tutti coloro che stanno ancora aspettando il secondo capitolo di Da una cosa molto stupida può nascere qualcosa di buono?. Per voi, per scusarmi. Dopo molti tira e molla sono giunta alla conclusione - sofferta e combattuta fra l'altro - di non continuarla perché la trama fa acqua da tutte le parti e non sarei stata capace di completarla. Mi spiace.
Vi mando tanto affetto e ora, scusatemi, ma fa un caldo bestia (ah, l'estate sta arrivando qui nella terra dei canguri saltellanti) e vado a piazzarmi di fronte al ventilatore.
Lovely cupcakes for all of you!

Disclaimer - L'autrice non guadagna neanche una lira da questo aborto. Kingdom Hearts e personaggi appartengono agli aventi diritto.
Se KH mi appartenesse avrei fatto un altro spin-off - perché ce ne sono pochi in giro della serie, no? - con Riku protagonista. Andiamo, se lo merita! *amore per Riku*

Il bianco dell'alba, il rosso del tramonto
Gli aveva promesso di trovarla. Ebbene, l'aveva fatto, ma la persona adagiata sui cuscini della stanza del capitano del vascello non era Kairi.
O meglio, fisicamente lo era - come non riconoscere quei lineamenti, quel corpicino minuto, quei capelli rossi, quelle piccole labbra - ma mancava qualcosa in lei. Mancava il cuore, quel cuore grande di ragazzina generosa, il cuore della sua migliore amica, il cuore...
No, non poteva essere, doveva esserci un errore.
Guardò, senza davvero vederla, la figurina addormentata - in un lungo, lunghissimo sonno - che Malefica gli aveva portato, ascoltò con attenzione e ansia crescente le istruzioni che la strega gli diede per riportare indietro quel cuore divorato dagli Heartless, ora suoi alleati.
Attese con pazienza che lo lasciasse solo prima di inginoccharsi e prendere una manina fredda fredda fra le sue e giurarle che avrebbe fatto di tutto per restituirglierlo, anche a costo di perdere per sempre il suo.

Riku pensava che il cielo dell'alba fosse il più bello della giornata: il sole che rinasce è abbagliante e chiarissimo, mai come nel resto del giorno.
Gli piaceva credere che l'alba sono lui e Kairi insieme: il bianco dei primi raggi, dello stesso colore dei suoi capelli, unito alla purezza della luce, la stessa del cuore di Kairi.

La vita nelle Isole scorreva come se niente fosse successo, come se quella notte dove tutto finì e tutto iniziò non fosse mai avvenuta.
Kairi ne era sollevata perché Sora meritava un po' di sana tranquillità dopo tutti quelle avventure, ma era tremendamente preoccupata per Riku che non faceva altro che fissare la linea dell'orizzonte, seduto sulla riva del mare, e scrutare il cielo di notte sospirando di tanto in tanto riconoscendo fra le stelle i mondi in cui era stato.
Gli si sedette accanto, silenziosa, per non disturbarlo mentre la marea iniziava ad alzarsi bagnando le punte delle scarpe.
"Quando il mio cuore era stato preso dagli Heartless" cominciò lei arrossendo appena "Era come se vedessi il mio corpo da fuori".
L'albino si voltò fissandola con i suoi occhi verde acqua attraversati, per una frazione di secondo, da una scintilla.
"E ho sentito quello che mi hai detto" disse velocemente "Sulla nave di Capitan Uncino" precisò dopo un secondo.
Riku continuò a non dire niente, studiandola attentamente. Ad un occhio meno esperto sembrerebbe inespressivo, ma Kairi sapeva perfettamente che ciò che stava dicendo lo stava scuotendo.
Quando vide le sue guance tingersi di un tenue colore rosato capì che poteva fare la sua mossa: si sporse verso di lui facendo combaciare, per un lunghissimo secondo, le loro labbra.
"Grazie" sussurrò poi appoggiando il capo sul suo braccio.
"Non c'è di che" il ragazzo le cinse la spalla.

Kairi prediligeva il cielo al tramonto: il sole morente ha tonalità che non si vedono mai in altri momenti della giornata.
Reputava che il tramonto sono lei e Riku insieme perché il tramonto è il preludio dell'oscurità, quella che una volta attanagliava il cuore del ragazzo, e il rosso, il colore dominante di quello spettacolo, è della stessa sfumatura dei suoi capelli.