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Autore: lulubellula    27/11/2012    4 recensioni
"Ti senti inutile e sopraffatta dagli eventi.
Senza nessuno.
Sola.
Sbagliata.
Colpevole.
Inutile.
Tu non ti arrendi.
Non abbandoni le persone che ami.
Non le rinneghi.
Non sei tua madre".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Moglie, madre e figlia

Seduta sul divano del soggiorno, intenta a riflettere su tutto e su niente, ti sorprendi ad osservare tua figlia Sofia, poco distante da te, intenta ad infilarsi dei vestiti da sola.

Ti si stringe il cuore a vederla così piccola e fragile eppure così indipendente, così pronta a distaccarsi da te, così pronta ad intraprendere quella strada che, una volta imboccata, la porterà ad avere sempre meno bisogno di te, delle tue cure.

Ti si stringe il cuore perché il suo maldestro distacco é un processo che, tuo malgrado, hai tu stessa innescato, senza volerlo, senza la benché minima attenzione, l' hai portata a vederti con degli occhi diversi, con uno sguardo sempre meno disincantato.

Ti sei occupata di lei negli ultimi tempi in un modo molto meccanico, quasi abitudinario, le preparavi la colazione e la cena, la vestivi per l' asilo, le rimboccavi le coperte e le cantavi distrattamente una ninna nanna.

Tutto questo senza curarti veramente di lei, perché eri distrutta, eri a pezzi, smarrita senza le risate e le spalle su cui piangere di Mark, senza le labbra da baciare e quelli occhi azzurri in cui perderti di Arizona, senza altri punti di riferimento, senza una madre a cui telefonare per sfogare il tuo dolore o una sorella a cui chiedere aiuto quando sentivi di non reggere più il peso dello stress e della colpa.

In questo frangente hai smesso di essere la mamma presente di Sofia, sei diventata una madre part- time, non l' hai sostenuta e amata nel modo giusto, non sei stata capace di essere sua madre fino in fondo.

Sei diventata la fotocopia di te stessa.

Passi le giornate a litigare con Arizona oppure a lavorare come una forsennata, per annegare la tua situazione sconclusionata completamente nella chirurgia.

Corri, senza sosta, fai di tutto per non fermarti, per evitare di dover dare il tempo alla tua mente di riflettere veramente e di rielaborare o, per meglio dire, elaborare quanto ti sia successo.

Non ti fermi.

Continui.

Vai avanti a testa alta.

Piangi nella stanza del medico di guardia, nello sgabuzzino, in macchina.

Trascini i piedi da un reparto all' altro, da una macchinetta per il caffé all' altra, da un paziente all' altro.

Dormi nella stanza di Mark per non dover affrontare l' ennesima lite con Arizona.

Porti tua figlia all' asilo nido, cercando di evitare la sua insegnante per non doverla sentire di nuovo parlare dell' amico immaginario di Sofia.

Perché se non affronti un problema non esiste, si nasconde nell' ombra e si ingigantisce, ma, perlomeno per le prossime 24 ore, potrai fingere che tutto vada per il meglio.

E tu vorresti che tutto andasse per il meglio.

E se non ci pensi e non ti fermi, il problema non si pone.

Però ti sei fermata ed i tuoi problemi ci sono eccome.

Qualcuno sostiene che coloro che si fermano sono perduti.

Hai sempre creduto che fosse una specie di leggenda metropolitana, una favola sciocca da raccontare per spaventare gli adulti.

Non hai mai saputo di essere in torto su questo argomento.

Almeno, non finora.

Dicono che un bambino piccolo veda i suoi genitori come dei supereroi, come le persone che sanno sempre sistemare tutto, che riescono a fare le cose più impossibili, quelli che non hanno mai paura del buio, che sconfiggono i mostri nascosti sotto il letto o nell' armadio, che sanno mandare via tutte le paure più nascoste.

La mamma e il papà non piangono mai, non litigano, non hanno paura di nulla e hanno sempre le parole giuste  per propri figli.

Questo é esattamente quello che i bambini credono e questa loro sicurezza assomiglia alla copertina di Linus, li fa sentire amati e protetti, al sicuro, tra le braccia dei loro supereroi e delle loro supereroine.

Ma cosa puoi dire ad una bambina che ha appena perso il suo papà, che vede le sue mamme litigare oppure ignorarsi, che le vede vivere in due appartamenti diversi, cosa puoi dire a Sofia?

Non puoi dirle nulla perché sarebbero tutte bugie, bugie a fin di bene, ma pur sempre menzogne.

Tuttavia vorresti tanto avere tua madre al tuo fianco, vorresti che lei ti dicesse queste bugie, che ti dicesse che tutto si sistemerà, che voi tre starete bene e che Arizona la smetterà di guardarti con odio e diprezzo.

Lo vorresti tanto, ma sai che non lo avrai.

Perché la tua mamma non é più quella supereroina da un pezzo, la sua immagine si é sgretolata a poco, a poco, in tanti piccolissimi frammenti per poi infrangersi del tutto, quando ti ha rinnegata come figlia, quando non ti ha capito e non ha nemmeno voluto stringere tra le sue braccia la sua nipotina, quando ti ha detto che la tua anima era destinata alla dannazione eterna.

Cerchi di capire come ti sia successo, le tue intenzioni sono sempre state le migliori, hai cercato per tutta la vita di essere una buona figlia, una moglie paziente ed amorevole, una madre diversa dalla tua.

Invece hai fallito, sei stata vinta su tutti i fronti, ti senti sconfitta, vedi che le persone che più hai amato si stanno allontanando da te e tu non puoi farci niente, vorresti ma non puoi.

Ti senti inutile e sopraffatta dagli eventi.

Senza nessuno.

Sola.

Sbagliata.

Colpevole.

Inutile.

Finché Sofia ti si avvicina con i vestiti storti e un po' sghembi e ti chiede aiuto, la tua bambina ha ancora bisogno di te, non si sta allontanando, tu non la respingerai come ha fatto tua madre con te.

Tu non sei lei.

Non lo sarai mai.

Farai di tutto per non esserlo.

Poi la porta si apre e vedi entrare Arizona, con un tiepido sorriso sulle labbra e capisci che, forse, nemmeno il tuo matrimonio é al capolinea e che hai ancora molti motivi e molte persone per cui lottare.

E tutto questo ti fa' alzare dal divano e reagire.

Tu non ti arrendi.

Non abbandoni le persone che ami.

Non le rinneghi.

Non sei tua madre.

   
 
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