Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Theboywholived    27/11/2012    1 recensioni
Mi hanno incolpato per una serie di orribili omicidi compiuti da dei miei amici all’epoca del liceo. L’intero gruppo era appassionato dagli horror e hanno volto provare qualche omicidio dei film, ma alla fine è andato tutto storto ed ecco che mi ritrovo chiusa qui dentro.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutto era contro di me. Prima Dan, poi Sam e ora anche mio fratello Fred. Nessuno riusciva a consolarmi. Passavo ormai le mie giornate sul quel divano triste di color blu notte di casa mia. Guardavo il fuoco ardere nel camino. Le fiamme che scoppiettavano lente. Pensavo e ripensavo sempre alla stessa cosa : perché Fred?. Era ovvio ormai. L’assassino mirava a me. Ma perché? Perché mi voleva morta?
Ormai erano tre notti che non dormivo. Tre notti passate a guardare il video della mia Prima Comunione. Fred che mi prendeva per mano e mi faceva volteggiare leggera….
NO. Non poteva essere morto. Mi alzai dal letto, andai verso la camera di mio fratello, spalancai la porta e…. era vero. Non c’era. La fredda camera richiamava un’aria tetra, un’aria triste e buia. L’intera camera richiamava ricordi felici. Potevo risentire le nostre risate, le nostre litigate…
Mi sedetti sul suo letto. Le lenzuola avevano il suo odore. Il profumo che usava sempre. Una lacrima rigò il mio viso. Mi guadavo intorno. Il mio sguardo fu attirato dall’armadio. Era li che Fred si chiudeva per farmi spaventare. Riuscivo a vedere il suo occhio celeste che mi fissava…. Solo che Fred aveva gli occhi castani. Sobbalzai. Cercai di non urlare. Mi alzai dal letto e mi diressi verso l’armadio. La camera era immersa in un buoi pesto e l’unica fonte di luce era un raggio di luce proveniente dalla strada che andava ad illuminare l’armadio. L’occhio che mi fissava spiccava nel buio. Allungai la mano tremante verso la maniglia dell’armadio, abbassai lentamente e, prima di aprire l’anta, sentii – Non lo farei se fossi in te-. Urlai. Le ante dell’armadio si spalancarono e una figura incappucciata si gettò su di me. Il coltello puntato alla mia gola, il suo sorriso da psicopatico.
-Cosa vuoi da me?- riuscii a dire. Mi mancava l’aria. –Cosa voglio da te? Bhe, voglio ucciderti. Ma non come Fred.Tu dei soffrire- disse –il tuo povero fratello non ha sofferto. Una sola coltellata al cervello e PUFF, morto.- Mi strattonò e mi gettò sul pavimento.
Sentii un liquido caldo scorrermi sul viso. Era sangue. Strofinai via quella goccia che rigava la mia guancia. Diedi un calcio nello stomaco a quel pazzo. Volò e andò a sbattere contro la scrivania. Per il forte tonfo gli cadde la maschera. Subito si coprì la faccia con il mantello. In quel millesimo di secondo riuscii a vederlo in faccia. Rimasi paralizzata mentre la figura incappucciata si gettava dalla finestra.
-Amanda. AMANDA. Dove sei? Stai bene?- mia madre mi chiamava dal piano di sotto. Aveva sentito il fracasso.
Rimango ferma a pensare come aveva potuto fare una cosa del genere. Non andai nemmeno in camera mia. Rimasi a dormire nel letto di Fred.
Per l’intera notte sognai quell’occhio. Quell’occhio celeste che mi fissava. Avevo capito. Avevo capito perché aveva scelto me. Mi sarei vendicata il giorno dopo
Dopo una notte passata a sognare l’occhio di quel bastardo, mi svegliai con una voglia di vendetta da far paura.Mia mamma mi aveva preparato la colazione. Uova e pancetta, qualche toast e un bel bicchiere di aranciata.
Dopo aver fatto colazione, salii al piano di sopra per prepararmi visto che Clarisse sarebbe venuta a prendermi. Entrai nella mia camera. Odiavo la mia camera. Era la classica camera da bambina. Tutta rosa, peluche sparsi ovunque e un’orrenda scrivania a forma di cuore. Si vedeva che l’odiavo. Avevo ricoperto la scrivania con i nomi dei miei amici, con adesivi del mio gruppo Rock preferito e con varie scritte fatte da me e Fred quando eravamo piccoli. Anche se odiavo quella camera, era piena di ricordi. La prima volta che litigai con Fred, la prima volta che piansi perché avevo litigato con Clarisse, la prima volta che avevo studiato con Mike….
Presi i primi vestiti che mi capitarono e me li misi di corsa visto che Clarisse mi aspettava di sotto.
-Come stai? Tua mamma mi ha raccontato di ieri sera.-mi disse- perché non mia hai chiamato?.- Era preoccupata, le si leggeva in faccia. Clarisse riusciva a farmi sentire sempre bene. Ci conoscevamo sin da piccole. Ricordo che veniva spesso a casa mia per i suoi vari problemi familiari. La mamma arrestata per furto, il padre alcolizzato e suo fratello maggiore che era in carcere da ormai sei anni. Lo ricordo a mala pena. Si chiamava Sebastian. Era un ragazzo alto, magro e con gli occhi verdi. Era un ragazzo dal cuore d’oro. Aiutava sempre Clarisse con i compiti, cucinava a lei e a Sam quando i genitori non c’erano. Niente portava a pensare che potesse fare una cosa orrenda. Fu arrestato all’età di 16 anni. Era a scuola quel giorno. La sera prima era andato ad una festa e si era ubriacato e di conseguenza, stuprò una sua compagna. Clarisse era sconvolta. Non vederlo più sorridere, non vederlo più andare in giro per casa.  Quando il fratello fu sbattuto in carcere, Clarisse venne a stare da me per due anni poi il padre si disintossicò e tornò a casa. Sorprese a tutti il vecchio Louis. Sembrava un padre pessimo, antipatico e scontroso, ma non lo era. Scherzava in continuazione, amava cucinare e stare con i figli. Ma dopo pochi mesi che era tornato a casa, fu diagnosticato un tumore al seno a Pamela, la madre di Clarisse. Il padre era distrutto. E, solo due mesi dopo, Pamela morì. Clarisse entrò in depressione, Louis riprese a bere e Sam fu mandato in una Casa-Famiglia. Fortunatamente, l’amore per i figli fece aprire gli occhi a Louis. Smise di bere e tornò a casa con Sam e ricominciarono da capo. Clarisse non ha mai superato veramente tutto ciò ma riesce a tenerlo nascosto. Per via dell’infanzia difficile, Clarisse cambiò in continuazione. Ricordo quando tornò a casa con i capelli viola. Fu il massimo. Divenne totalmente Dark. Capelli viola, vestiti scuri, trucco pesante e sempre depressa. Le feci aprire gli occhi. La portai in bagno, gli tolsi la tintura e venne fuori il suo colore naturale: rosso. Era davvero bella con in capelli lunghi, crespi e di un rosso carminio spettacolare. Da allora non ha più cambiato niente di se stessa.
-Devo dirti una cosa- gli dissi. Non sapevo come dirglielo. –Allora? Lo sai che puoi dirmi tutto- mi disse Clarisse incoraggiante. In due secondi mi passarono per la mente le immagini della notte precedente. – Ho visto chi è l’assassino.- lo dissi schiettamente. Clarisse mi guardò sconvolta.
-E chi è ?- mi disse- avanti dimmelo. Ha ucciso i nostri fratelli, devi dirmelo.- disse. Sul volto gli si leggeva che era decisamente arrabbiata. Era lui. Lo vedevamo tutti i giorni a scuola, ridevamo insieme, pranzavamo insieme. – L’ho visto per un secondo, ma sono sicura di ciò che ho visto. L’assassino è Carl. È sempre stato lui.- gli dissi. Clarisse non poteva crederci. Il suo migliore amico. Lui, con quell’aria da sfigato, gli occhiali, sempre vestito in modo elegante, il primo della classe, la sua prima cotta. Scoppiò in lacrime. –Co.. come ha potuto farlo? Uccidere Sam. E… era mio fratello.- era in preda ai singhiozzi. -È sempre stato un ragazzo calmo. Non pos.. so crederci. Il mio migliore amico, lo conosco da quando eravamo bambini.- le sue parole erano piene di dolore e rabbia.
Passammo la mattinata a casa mia. Clarisse non riusciva a smettere di piangere e io stavo pianificando la mia dolorosa vendetta.
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Theboywholived