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Autore: DiruInside    15/06/2007    5 recensioni
Ciao!è la mia prima fanfictions, una FrankXGerard, inutile dire che adoro questa coppia...siate clementi!!!
Spesso pensava all’amore equivalente ad una specie di morte interiore. Si diceva “meglio solo, che con qualcuno che rompa i coglioni dalla mattina alla sera”. Tutto si ricollegava alla sua disastrosa adolescenza, al suo essere superficialmente “duro”, ma internamente “fragile” ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Do you remember when we met
You told me this gets harder.
Well it did.
Been holding on forever.
Promise me that when I’m gone,
You’ll kill my enemies…
I’m coming back from the death.
I’ve lost my fear of falling…
I will be with you.”
It’s not a fashion statement. It’s a fucking death wish

Spesso pensava all’amore equivalente ad una specie di morte interiore.
Si diceva “meglio solo, che con qualcuno che rompa i coglioni dalla mattina alla sera”. Tutto si ricollegava alla sua disastrosa adolescenza, al suo essere superficialmente “duro”, ma internamente “fragile”. Eh, che cazzo, era riuscito a superarli, quei fottuti problemi. La musica l’aveva salvato, in qualche maniera. Certo, beveva ancora come un alcolizzato e fumava come un turco, ma queste cose erano emotivamente passabili. Si riprometteva, che prima poi, avrebbe smesso di essere un cazzo di masochistico deficiente che si faceva seghe mentali continue. Questo, quando non era sbronzo. Ma forse era meglio smetterla con lo stile di vita “ubriaco 24h su 24”, perché Frank, come già aveva posticipato, gliela avrebbe fatto pagare cara. E lui si, che sapeva mantenere le promesse che si faceva a se stesso. Lui sì che sapeva…bah, lasciamo stare che è meglio.
“ Frank Iero, sei un’eguagliabile coglione…”
Ma quel coglione, si, proprio quel deficiente dai modi volgari e ricoperto di tatuaggi e piercing, quel ragazzo egocentrico, sempre col sorriso, quel…. Quel pervertito, maniaco, depravato di Frank Iero, si, lui aveva saputo… non solo aveva saputo levare le macchie di dolore dal suo cuore, gliene aveva regalato uno nuovo. L’aveva fatto innamorare come nessun altro, anche perché spesso si teneva a distanza dalle persone che lo attraevano. Troppo spesso era stato sfruttato, usato, buttato via come un oggetto. Era disgustato dall’amore.
“ Ma tu sei così… così ‘bambino’…che mi sei sembrato semplicemente innocuo…”
Ma quel ragazzo, quell’uomo, così adulto, ma così infantile, l’aveva semplicemente… cazzo, l’aveva semplicemente fatto innamorare. L’aveva baciato, l’aveva scopato, e stavano insieme. Non era successo niente di più, si comportavano come sempre, non c’era niente di diverso nel loro comportamento, non si lasciavano a smancerie in pubblico, e non si chiamavano con nomignoli imbecilli, apparte quelli a presa di culo. Ma, quando si guardavano, quando Frank lo guardava con quei suoi occhi nocciola, truccati di vermiglio, o di nera pece, si sentiva semplicemente morire, gli bruciavano l’anima, e avrebbe voluto solo fotterlo, fregandosene del resto. Era una contraddizione continua, il suo rapporto con Frankie. Lo voleva, lo evitava, lo amava, lo odiava, lo baciava, lo picchiava. Ma l’unica cosa certa che sapeva era che necessitava fottutamente di lui. E, cazzo, non poteva vivere senza quel nanerottolo dalle uscite bisbetiche accanto a lui. Perché lo aveva accettato, lo aveva amato, lo faceva sentire vivo ogni giorno di più, lo faceva ridere, e anche se qualche volta gli rompeva le palle da morire(certe volte anche letteralmente, basta guardare il dvd!) aveva in ogni modo e innegabilmente delle mani da Dio e quando scopava non si stancava mai. E poi lui non sarebbe mai stato una canzone triste, che non aveva niente da dire. Sarebbe sempre stato suo, il suo stupido Frankie.
“ Che cazzo, sto diventando troppo romantico… “

Gerard congedò la sua mente con qualche parolaccia e poi si diresse verso il camerino dove la band a completo lo aspettava impaziente. Quando entrò nello stanzino si sentirono degli “alleluia” all’unisono.
- Eddai, che palle che fate… - disse lui accomodandosi su una sedia e cominciando a trafficare con dei trucchi che erano posti sul tavolino accanto a lui. Guardò un paio di contenitori con delle gradazioni d’ombretto marrone. Preferì per quello più scuro, per dare ancora più marchio alle occhiaie già evidenti. Si sfumò il trucco intorno agli occhi, posizionandosi davanti ad uno specchio, e sbuffò vedendo lo stato del suo viso assonnato: si era svegliato da poco, ed era corso lì in fretta e furia, essendo in ritardo di un’oretta buona.
- Che fatica essere un Emo Kid d’alto livello, vero mio piccolo Gee? – disse una voce ridendo alle sue spalle. Gerard si girò, sapendo a chi apparteneva quel suono inadeguato.
- Iero, ma quando la smetterai di rompere l’anima alla gente? – disse alla persona davanti a lui. Frank lo guardava con un sorriso sfacciato stampato sul viso.
- Uffa, Gerard, non si può scherzare con te… - rispose il ragazzo avvicinandosi. – e poi questo trucco ti sta da schifo se non te lo metti per bene…-
- Uh, parla quello che… - cercò di ribattere offeso. Il comportamento di Frankie era spesso scocciante e insopportabile. Almeno così la pensava Gerard.
- Chetati, please, ho capito, hai la luna storta e oggi non ti si può trattare. -
“ma guarda questo stronzo….”
- Ti sbagli mio caro, sei solo te che mi dai sui nervi…- si rigirò verso lo specchio intento a mettersi il cerone sul viso. Attraverso il riflesso dello specchio poté vedere lo sguardo malizioso di Frank.
- Ah, capisco, quindi essere stato tutto un giorno senza di me ti riduce così… povero piccolo, vedrò di non farlo più…che bambino cattivo sono stato! – disse Frank ridendo sommessamente. Quanto gli dava sui nervi, quando lo prendeva in giro in quella maniera!
- Vaffanculo, Iero, vaffanculo. –
- Dai, Way, scherzo. Penso che tu sia mancato più a me che io a te… - sorrise, sornione. – in ogni modo così il trucco è perfetto. Buon concerto, Gee. – disse, avvicinandosi a lui e dandogli un leggero bacio sulla bocca. All’interno della band tutti sapevano della loro relazione, quindi nessuno ci fece caso. Gerard gli mostrò un sorriso.
- Sei proprio un demente. – Frank lo guardò con un’espressione di finto odio.
- Grazie, grazie perché mi riempi d’amore ogni minuto che passiamo insieme, grazie per il tuo bene così profondo ed evidente, grazie… - non finì la frase perché Gerard lo interruppe con un lieve bacio a sua volta.
- Ti ringrazio anch’io, perché finalmente ti sei zittito, brutta oca che non sei altro!- Frank rise di gusto.
- Hey, questa non me l’ha mai detta nessuno… -
- C’è sempre una prima volta, Frankie!-

“Well if you wanted honesty
that’s all you had to say.
I never want to let you down or have you go.
It’s better off this way.
For all the dirty looks,
The photographs’ your boyfriend took.
Remember when you broke your foot from jumping out the second floor?
I’m not okay”
I’m not okay(I promise)

Gli amplificatori facevano diventare il suono degli strumenti un tutt’uno con la voce di Gerard.
“ Welcome to death’s show. Don’t save us! Destroy the world now!” urlò Gerard al microfono. La sua voce risuonò nello stadio, dopo urli si confondevano con la confusione generale. Bob attaccò la batteria, e Ray lo seguì con le note di ‘Vampires will never hurt you”. Gerard cominciò a cantare con una voce malinconica adatta a quella canzone.

“ and if they get me
and the sun goes down into the ground.
And if they get me this spike to my heart…
YOU PUT THIS SPIKE TO MY HEART.
And if the sun comes up.
And someone save my soul.
Tonight, please save my soul!
Can you stake my heart?
Can you
stake me
before
the sun
goes down…”

Gerard finì la canzone con il fiatone. I suoi polmoni necessitavano una pausa. Guardò gli altri, anch’essi sfiniti e scambiandosi sguardi d’intesa si trovarono d’accordo per un ‘break’ di qualche minuto. I cinque ragazzi si diressero verso l’uscita del palco, salutando a suon di “thank you” i fans scatenati a bestia che pogavano e urlavano nella platea.
“ MCR!MCR! “
Un grido all’unisono che si disperdeva nello spazio circostante. Tre parole, che in qualche modo arrivavano a fare da ‘salvezza’ a persone che si perdevano in quella lunga strada che è la vita(almeno per me è stato così: My Chem saved my life!). I My Chemical Romance si avviarono nel backstage dove avrebbero potuto rifocillarsi con acqua e asciugamani per levarsi un po’ del sudore accumulatosi durante il concerto. Avevano tutti il fiatone, e il loro vestiti erano già impregnati di un odore alquanto sgradevole. Nessuno, però, ci faceva ormai più caso.
- Cazzo, oggi stiamo spaccando di brutto ragazzi! Non ci sto più, giuro, sto impazzendo! – disse Gerard in fibrillazione prendendo una sorsata d’acqua da una bottiglia e versandosela a manciate addosso. Sudava, e anche molto. – porca puttana, non so che mi prende, ma credo che sclererò!- continuò poi levando dalle mani di Ray un asciugamano rosa e cominciandoselo a strofinare sotto l’ascelle. I restanti quattro membri del gruppo lo guardarono un po’ stupefatti in silenzio.
- Porca, Gee, oggi sei proprio “emotivo”…. Non è che hai “le tue cose”? Perché se è così, hai tutto il nostro supporto… - disse poi Ray tra le risate generali, per poi riprendere l’asciugamano rosa dalle mani di Gerard che era rimasto “putrificato”. Esso lo fulminò con lo sguardo. Cosa aveva detto quel riccioluto bastardo?! Aveva capito bene? LE SUE COSE?! Lo guardò ancora, con uno sguardo assassino.
“ brutto scimunito, ora ti faccio vedere io chi è che ha le sue cose…”
- Le…le mie cose? Ray io ti strozzo, io ti.. – accennò un’altra frase, ma non la poté finire, perché Frank lo abbracciò di scatto da dietro, per poi posizionare una mano sulla sua bocca, affinché non potesse parlare. Gerard girò un po’ la testa, e lo guardò arrabbiato.
“ Cazzo fai, Frank?”
- Non è possibile che Gerard abbia il ciclo. – disse con un sorrisetto beffardo in viso, incrociando lo sguardo “dell’argomento della conversazione” e lasciando in sospeso la frase. Gli altri tre lo guardarono sorpresi.
“Cazzo fai, Frank?”
- E perché? Si sa tutti, che Gerard è una donna mancata… - altre risate da parte dei membri della band.
“ vi ammazzo, cazzo. Giuro che vi ammazzo tutti! Anche te, Mikey, brutto bastardo di un fratello! Faremo i ‘Caino&Abele’ del 21° secolo, stronzo! E tu Frank, lasciami cazzo, che ammazzo anche te!”
Gerard cominciò a mordere la mano di Frank, che aveva un sapore alquanto acre, ed a cercare di divincolarsi dall’abbraccio, che ormai sembrava più una mossa del wrestling.
- Ma semplicemente perché Gee è incinta!come fa ad avere le sue cose se un bel bambino di due mesi alberga dentro di lui? Fino a prova contraria quando una donna è in maternità, il menarca se ne va a farsi fottere! – Ray, Mickey e Bob si guardarono, prima di scoppiare a ridere, quasi svenendo dalle risate.
“ Frank, che cazzo hai fatto, brutto figlio di puttana che non sei altro? “
- Oh, si, infatti lo vedevo un po’ ingrassato, oh…- rise Bob agganciandosi a un tavolo per non cascare a terra.
- Speriamo assomigli al padre… - rise Mickey riferendosi a Frank.
“ è troppo, è troppo, è troppo.”
Gerard, che fino a quel momento era rimasto tipo ‘paralizzato’ dalla demenzialità di quelle battute si divincolò dal cosiddetto ‘abbraccio’ di Frank e con uno scatto fulmineo si allontanò da lui nell’eventualità di rimanere un’altra volta braccato. Guardò i sui compagni, fremente di rabbia.
“ve la faccio pagare, oh se ve la faccio pagare…”
- Siete dei coglioni, e non capite un cazzo!! – urlò indicandoli uno a uno. – e non sono incinta. Per il semplice fatto che non ho una vagina, ma ho il cazzo, e quindi non sono una donna, ma sono un uomo! Capito il concetto? Detto questo, andate a farvi fottere! E spero rimarrete tutti incinti! - disse tutto d’un fiato. Si fermò un attimo, riprendendo il respiro, e poi se ne corse via, fuori dalla stanza, dove dopo la sua uscita, regnò un silenzio assoluto di qualche minuto.
- Frank, ma sei sicuro sia incinta? Perché quello era un tipico attacco emotivo mestruale… - disse Ray spezzando la mancanza di suono.
- Il test era positivo! – rispose Frank sghignazzando.
- Beh, allora auguri e figli maschi! –
- Grazie, ma ora andiamo, perché la fuori impazzano.. – i quattro uscirono anch’essi dal backstage e ritornarono sul palco, dove Gerard già gli aspettava.
Ancora un grido:
“MCR!MCR!”

Era incazzato. Incazzato da morire.
“che cazzo, non sono una donna! Sono un maledettissimo uomo!”
Lo ripeteva continuatamene, ai suoi amici, ma anche a se stesso. Eppure, il cosiddetto “dubbio” c’era sempre. Perché, cazzo, lo sapeva che era maledettamente effeminato, o almeno il suo viso aveva dei tratti molto femminili. E ne aveva avuto ancor di più la conferma, nel periodo in cui aveva avuto la fissazione di travestirsi da donna e di andare a battere per le strade. Nessuno si era accorto di un cazzo, finché non avevano visto… vabbè, si è capito. Ma non era una donna. Non aveva le sue cose e, cazzo, non poteva rimanere incinta. Avrebbe voluto essere più virile, più… più ragazzo. Ma, quando rientrò sul palco, diventò l’ultimo dei suoi pensieri. Dalla folla si alzò un boato, che ebbe fine quando iniziarono gli accordi musicali della chitarra di Ray, che introdusse “honey, this mirror isn’t big enough for the two of us”. Gerard cominciò a cantare. Frank lo guardava, mentre si scatenava come suo solito, improvvisando piroette, salti e chi più ne ha più ne metta, cercando si scrutare nell’espressione di Gee, il grado di “incazzatura” che la battutina sulla sua presunta maternità gli aveva fatto raggiungere. Gerard lo guardò un attimo, con fare scocciato, per poi girarsi dall’altra parte, verso suo fratello che armeggiava abilmente con il basso.
“fottiti stronzo! Così impari a prendermi per il culo!”
Sentiva lo sguardo di Frank percorrergli tutta la schiena sudaticcia, per poi fermarsi anche sul suo culo. Quel depravato!
“sei proprio un bastardo! Prima rompi il cazzo e poi fai “l’innocentino”? Vaffanculo!”
Ma lo sentiva, sempre e comunque, quello sguardo che gli perforava l’anima, quello sguardo, in cerca di qualcosa, che bramava assiduamente qualcosa. E gerard sapeva, che per quanto volesse, lui non sapeva resistere a quello sguardo.
- I say yeaaaaah! – urlò al microfono, finendo la canzone. Altri accordi, altre note che si fondevano tra loro: “Helena”.
- Long ago, just like… - cominciò lui, girandosi finalmente verso Frank. Il suo sguardo, come già sapeva, era ancora puntato su di lui, e lo incatenava, continuando a suonare e a muoversi incessantemente, con a carico la sua chitarra bianca con la scritta adesiva “Pansy” . L’aria era elettrica.
“perché mi guardi in quel modo, stupido cazzone?”
Non c’era bisogno di domandare, non c’era bisogno di una risposta, non c’era bisogno di un dialogo a parole. I loro occhi si parlavano da soli.
“perché vuoi ricordarmi che ti appartengo?”
La bocca di Gerard continuava ad aprirsi e a far uscire la voce, che componeva frasi. Ma la mente, era da tutt’altra parte.
- can you hear me? Are you near me? – cantava, continuamente, e Frank non smetteva di fissarlo, con quei suoi occhi color nocciola, truccato come una battona. Ma quegli occhi, Gerard giurò a se stesso di non scordargli mai. Quegli occhi, parlavano.
“Certo che ti sento. Cazzo, se ti sento.”
Gerard scostò lo sguardo da quello dell’altro, riposando la sua attenzione sul concerto.
“coglione, prima o poi mi porterai al suicidio collettivo.”
I cori, le urla, l’adrenalina e la confusione dei suoi fans diventarono la sua momentanea ragione di vita.


“stupido Gerard… ma lo capisci quanto sei carino quando t’incazzi a bestia così?”
Frank si dimenava come uno squilibrato, sul finale di “Helena”. Sentiva il suono provenire prima dalla chitarra principale di Ray e poi proseguire con le ‘sue’ note, che storpiavano il suono, facendo più il “casinaro”. I suoi occhi roteavano posando la loro attenzione un po’ da tutte le parti. Quanto amava il palco, la sensazione di totale padronanza di un suono, il fatto di poter far impazzire migliaia e migliaia di persone con la sua musica? Tanto, cazzo. Era una cosa che lo ‘riempiva’ completamente. Quando suonava, quando dava luogo a uno show, durante i concerti, era come se impazzisse, non rispondeva ai suoi voleri, o magari semplicemente dava luogo ai suoi ‘desideri’. Era come durante un orgasmo, un orgasmo violento, adrenalinico, che lo faceva andare fuori di cervello, che lo faceva eccitare ancora di più, dandogli carica invece di lasciarlo senza forze.
La musica, la sua chitarra, il fatto di poter suonare, di poter regalare emozioni con le sue canzoni, le canzoni del suo gruppo, era la seconda cosa più importante della sua vita. Già, la seconda. Perché al primo posto, nelle sue priorità, al primo posto nel suo cuore, c’era quel ragazzo, cazzo, proprio quello lì, che precisamente in quell’istante stava urlando come un indemoniato nel microfono, durante il loro live, saltellando di qua e di là un po’ come un bambino capriccioso. Quel ragazzo con i capelli neri e lunghi, con il viso paffutello e dai tratti un po’ femminili risaltati dalle tonnellate di trucchi messi appositamente. Quel ragazzo strano, un po’ esaltato, isterico, che s’incazza facilmente, ma che non si prende molto sul serio. Quel ragazzo che ama i pipistrelli, disegnare, fare un po’ l’ “emo-kid” e farsi domande bibliche tipo “a quando la fine del mondo?” ma che odia a morte gli aghi, l’ipocrisia, i pregiudizi e tutto ciò che scaturisce questa profonda superficialità nel mondo.
Si, proprio lui, quello schizofrenico, che poco a poco, con i suoi infiniti pregi e i suoi infiniti difetti(per la cronaca:”nessuno è perfetto, neanche Gerard Way”), ha cominciato ad appartenergli, e farsi amare da lui. Sia con il corpo, che con la mente. Perché, come farebbe a vivere senza quel “che-palle-mi-fate-il-mondo-c’è-l’ha-con-me”(per la cronaca:”nessuno è perfetto, neanche Gerard Way2 la vendetta”) ambulante? In fondo, adesso faceva completamente parte del suo mondo, e quel piccolo universo non poteva esistere senza l’orbita più importante.

- I’d never said, I’d lie in wait forever if I died we’d be together…-
La voce di Gerard fece distogliere Frank dai suoi momentanei pensieri. Ricominciò a guardarlo, cercando di non perdere con la vista nemmeno uno dei suoi più impercettibili movimenti. La giacca nera che indossava si era leggermente strappata ai bordi delle spalle, ma Gerard non sembrava essersene accorto. Posò il suo sguardo sul viso. Gli piaceva troppo, quando cantava “the ghost of you”. Il suo viso, assumeva sempre una varietà di espressioni, che gli ricordavano molto quando facevano l’amore. Stringeva gli occhi, quando c’era il pezzo di “could I?should I”, soprattutto nel motivetto finale, mettendoci una certa ‘passione’ vocale.
“troppo, troppo sexy. Way, dovremo censurare questa canzone dal vivo…”
In più, spesso si leccava leggermente le labbra, per ‘rinfrescarsele’, visto l’allevamento di pellicine su di esse. Era un attimo, appena un po’ fuori la punta della lingua e via, ma Frank non poteva non farci caso.Durante quella canzone, alla prima possibilità, quel pezzettino di lingua usciva fuori e bagnava quelle dolci labbra, dando loro qualche secondo di sollievo. Magari un tic nervoso suscitato da ‘the ghost of you’? Frank si scervellava, ma l’unica cosa che era riuscito a dedurre dalle sue cosiddette ‘ricerche’ era che quel gesto recava effetti disarmanti alle sue parti basse. E, durante un concerto, un erezione non è una cosa tanto piacevole!
Comunque, ‘the ghost of you’ o non ‘the ghost of you’, erezione o non erezione, la voce di Gerard era sempre e indiscutibilmente bella(per la cronaca: “Forse Gerard Way non è perfetto, ma la sua voce si”). Si ricordò all’improvviso, di quando l’aveva incontrato per la prima volta. Di quando era entrato nella band.

Faceva caldo, troppo caldo. E Frank si maledisse, cazzo se si maledisse. Perché cazzo era andato lì? Cavolo, che fregatura.
“ Un’ora e mezzo di ritardo. Ancora non ha avuto un contratto e già si comporta da prima donna? Non lo conosco, cazzo, ma già lo odio. Forse è vera la storia che tutti i cantanti prima o poi si montano la testa. Ma questo tizio, li supera tutti.”
- Scusalo, Frank. Il fatto è che mio fratello è un ritardatario cronico, ma non è uno stronzo come ora te lo immaginerai… - gli disse quel Mikey. Era magrissimo, e abbastanza alto. La cosa di lui che veniva più all’occhio erano un paio di occhiali dalla forma strabica che portava giornalmente.
- Nh. – rispose, semplicemente. Era troppo incazzato per fare un discorso semplice, senza infamare quel coglione che lo stava facendo aspettare. Mikey lo guardò preoccupato. Forse pensava che se ne volesse andare.
“ Forse farei davvero meglio ad andarmene veramente…”
Frank si mise a sedere sull’amplificatore, prendendo in mano la sua chitarra e cominciando a guardare lo spartito che il ragazzo gli aveva dato poco prima.
- Cazzo, Gerard, giuro che stavolta lo ammazzo sul serio… - bofonchiò Ray, quello riccio. Il batterista, al contrario degli altri due, se ne stava dietro il suo strumento senza parlare, tirando qualche sospiro come a voler dire ‘non cambierà mai…’. Bassista, chitarrista, batterista. Il cantante si affacciò alla porta dello studio, con fare timoroso. Silenzio.
- Hem, scusate…- disse in fil di voce, attirando l’attenzione dei quattro ragazzi.
- GERARD TI STROZZO! –Urlò Ray correndo verso di lui.
- Eh, scusa Ray, m’ero scordato che oggi c’era la prova…-
- COSA?MA TE SEI UN…- il chitarrista fu interrotto da un brusco attacco di tosse finta proveniente da Frank. I due si girarono verso di lui.
- Scusate, si potrebbe provare che io avrei anche altri impegni?- disse in tono brusco squadrando Gerard in maniera torva. Il ragazzo lo guardò a sua volta, sorpreso con fare ingenuo. Si avvicinò a lui.
- Scusascusascusascusa. Spero tu possa perdonarmi. Piacere, mi chiamo Gerard Way. – disse un po’ imbarazzato, tenendosi una mano tra capelli e porgendogli l’altra. Sulle sue guance era apparso un colorito un po’ rosato, a contrasto con la sua pelle bianca tombale. I suoi capelli erano corti, e perennemente arruffati, quasi a voler descrivere la confusione interiore di esso. Già allora, il suo viso era sempre e in ogni caso truccato, in una maniera così chiamata ‘gothic’. Era davvero carino, con quel viso piccolo e infantile, il sorriso che pareva poter risplendere più del sole, l’espressione angelica, le labbra invitanti e carnose, il naso a patatina. Ma, in quel momento, lo trovava pur sempre odioso. Gli porse lui stesso la mano, in un gesto di stizza. Ma quando le loro mani si congiunsero, ritirò subito la sua.
- Oh, scusa, c’è stata una scossa elettrica… - disse Gerard guardando lui, per poi spostare la sua attenzione sulla sua mano, a mo’ di’esaminazione’.
- Non importa, io sono Frank Iero. Piacere. – disse, presentandosi. Guardò la sua mano. Già, una scossa elettrica. Ma cazzo, non era sicuro di aver sentito solo quello. Gerard si allontanò, scusandosi ancora, pronto a ricevere le paternali di Ray, Matt e di suo fratello che erano state rinviate nella fretta del momento.
- Bene, s’incomincia. – si avvicinò al microfono che era posizionato nel centro della piccola stanza. – Frank, si inizia con ‘Drowning Lessons’ è nella terza pagina.- lo informò Ray caricandosi della propria chitarra e mettendosi le cuffie. Tutti presero i propri posti e la musica cominciò. Prima batteria, poi chitarra, basso, voce.
“without a sound I took her down
and dressed in red and blue I squeezed
Imaginary wedding gown
That you can’t wear in front of me
A kiss goodbye
Your twisted shell
As rice grains and roses fall out your feet
Let’s say goodbye
The hundreth time
And tomorrow we’ll do it again… “
Frank si fermò tra un mezzo si e un mezzo do. Quel ragazzo, quell’insolente, aveva davvero una voce magnifica. Magari ancora un po’ acerba, ma il suo tono era fervido e loquace, cazzo, era bello. Con il tempo, sarebbe ancora migliorata, diventando la voce più bella di tutte. Ci credeva. Voleva entrare in quella band. Gli altri, sentendo che Frank si era fermato, si girarono verso di lui, fermando a loro volta la musica.
- Uh, Frank, non ti piace il nostro tipo di musica?- gli chiese Gerard vedendo l’espressione un po’ sconvolta sul volto di lui. – stavi andando davvero bene!- continuò, sorridendo come un bambino piccolo.
Frank lo guardò, abbozzando un sorriso.
- Spero riusciremo ad andare d’accordo…- disse, sottovoce. Gerard s’illuminò.
- YES!- urlò facendo segno d’approvazione con le mani. – abbiamo la seconda chitarra! My chemical romance al completo! – si mise a saltellare, tra le esclamazioni di gioia generali. Frank lo osservò.
“ Gerard way, siamo partiti col piede sbagliato, ma mi affido a te, perché la tua voce è il massimo…”


Era stato tutto così comico, quasi non ci credeva. Era stato tutto così… semplice.
Rise fra se e se, ancora con la testa tra i ricordi passati, guardando Gerard che mandava baci alle fans adoranti in prima fila che urlavano a squarciagola “Gerard I love you” . Ormai non le malediceva nemmeno più…. Beh, un pochino si, ma non come all’inizi.
“ troie, Gerard è solo mio, continuate a farvi i ditalini davanti al suo poster!”
Potevano risparmiare il fiato, non avrebbe mai permesso un tradimento. Adorava le sue fans, ma non quelle mezze groupie che se ne fregavano del resto della band, che seguivano il gruppo solo perché il cantante era fico o qualsiasi altro membro secondo loro era un cosiddetto ‘bono’. Certo, ci sono i favoreggiamenti, del resto errare è umano.
“ ah, ah, ah! Rodete di rabbia, solo io me lo scopo!”
quanto si sentiva malefico! Frank Iero, il re dei maligni, che non spartirà mai e poi mai il suo ragazzo Gerard way, cantante dei My chemical romance, con una delle sue povere fans! Viva la crudeltà!
In realtà, però, era molto geloso. Levando il fatto che non si prendeva molto sul serio e il suo punto forte era il fatto di essere abbastanza ottimista, spesso si sentiva un po’ insicuro su come comportarsi.Certe volte pensava che nella coppia, era lui a tenere di più a Gerard, ad amarlo di più. Pensava ad un futuro senza lui, al fatto di poter essere abbandonato, ad un ripensamento di lui, che Gerard un giorno potesse… potesse non amarlo più. In fondo, niente è per sempre, no? Non esiste l’eternità. in più, era lui che si era dichiarato, e non viceversa.

“ My Chemical Romance’s show
‘I brought you my bullets ,
you brought me you love’
tonight “
questo diceva il cartellone di medie dimensioni attaccato alla porta del grande locale.
Poche parole, ma più che sufficienti.
Il tempo era passato, il loro primo cd era uscito, e le vendite non avevano fatto poi così tanto schifo.
I my chemical romance, un concerto di medie dimensioni sold- out, un cd… non ci poteva credere, che quel ragazzo ritardatario, insieme ai suoi amici, gli avesse potuto dare tutto questo. E se invece di aspettare, quel giorno, fosse andato via, scocciato? Forse non avrebbe fatto un concerto, forse non avrebbe fatto un cd, forse non avrebbe fatto parte dei my chemical romance.
Forse non avrebbe mai conosciuto Gerard. Non avrebbe mai sentito la sua voce.
- Gerardo, vieni qua che ti faccio la coda… - disse ridendo sedendosi accanto a lui sul divanetto blu.
- Ma ti fotti una buona volta?… Frank, daiii… - rispose, allontanandolo da lui con una spinta.
- Ma ti daranno noia, quei capelli, durante le prove! –
- Se mi dessero noia, me li taglierei di netto, ti pare?-
- Uffa, che ti costa? – iniziò lui, congiungendo le sue mani in un gesto a preghiera. Il camerino era vuoto, gli altri tre membri dei My Chem erano sul palco a provare.
- Caro Frankie, mi costa che mi faccio schifo con la coda! – ci fu un attimo di silenzio. Frank lanciò a Gee un’ occhiata perfida.
- A mali estremi, estremi rimedi… devo ricorrere alle maniere forti. – disse sorridendo cattivo.
- Uh? Ma… -abbozzò Gerard confuso.
- Ssssh, zitto! Ho bisogno di concentrazione! - Frank lo zittì, dopodiché prese il laccino per i capelli che aveva in mano e cominciò a farlo oscillare vicino al suo viso a mo’ di prestigiatore.
- Ora io, Frank Iero, ipnotizzerò te, Gerard Way, e finché io non sbatterò le mani te sarai ai miei ordini e ti lascerai legare i capelli in una stupenda coda di cavallo…-
  
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