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Autore: Yahohel    27/11/2012    1 recensioni
Blaine è ancora uno studente della Dalton e Kurt è alle prese con il problema di ogni membro del Glee Club al McKinley: le granite.
Forse un po’ OOC, ma.. who cares?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Granita

Blaine stava andando alle prove degli Warblers quando le note di Teenage Dream invasero il corridoio. Non ebbe bisogno di guardarsi intorno per capire che tutti lo stavano guardando: Dopotutto nessuno sano di mente poteva avere Katy Perry come suoneria. A parte lui, chiaramente.

Nick in un attimo gli fu affianco sbirciando il display, per poi lasciarsi andare a urletti ben poco virili in un improbabile imitazione di Blaine.

“Oddio, Kurt, Amore mio! Baciami…” cinguettò prima di sporgere le labbra in fuori, scoppiando a ridere seguito da Sterling.

Anderson sbuffò divertito, poi premette il tasto verde accettando la chiamata.

“Kurt!” esclamò felice, scatenando altre risate nei suoi due compagni “che succede?”

“Niente di che, volevo solo sentire la tua voce..” ammise il ragazzo dall’altro lato, con un po’ di imbarazzo.

Blaine sorrise intenerito “Anche a me fa piacere sentirti. Se ti va ci vediamo al Lima Bean stasera..” disse velocemente, pentendosene subito mentre il silenzio dall’altra parte aumentava. Forse era stato troppo diretto.

Ora mi manderà a quel paese, pensò.

Persino Nick e Jeff stavano in silenzio, in attesa di una risposta che tardava ad arrivare.

Un sospiro, poi la voce chiara di Kurt disse “Certo, ci vediamo lì alle otto?”

Blaine sospirò di sollievo “Fantastico! A stasera” e riagganciò, appoggiandosi alla parete e lasciandosi andare ad un sorriso.

Quando riaprì gli occhi, Nick e Jeff lo stavano guardando con un sopracciglio inarcato, prima di scoppiare a ridere.

“Sei fottuto, amico!”

*°*°*°*

Blaine era davanti al Lima Bean in perfetto orario.

Ok, forse era un po’ in anticipo, ma cosa vuoi che siano venti minuti! O almeno così pensava, prima di rendersi conto che l’attesa sarebbe stata un vero e proprio inferno mentale, in cui il suo lato paranoico si sarebbe mostrato in tutto il suo splendore.

Erano ormai dieci minuti che si lambiccava il cervello sugli argomenti di conversazione migliori da sfoderare in caso di necessità, prima di passare al classico stato ansioso in cui l’unico pensiero che aveva era “E se non verrà?”.

Quegli stronzi dei suoi amici lo avevano lasciato lì, senza neanche il suo IPod ad impedirgli di pensare quanto sarebbe sembrato patetico se Kurt gli avesse dato buca.

“Blaine?” l’interpellato si girò di scatto, bloccando il suo andirivieni proprio a due centimetri dall’altro ragazzo.

“Ciao” bisbigliò in risposta, rendendosi conto finalmente di quanto le labbra dell’altro fossero vicine alle sue.

Il biondo fece di tutta risposta un passo indietro, mettendo spazio tra loro, mentre le guance gli si imporporavano di imbarazzo.

L’Usignolo si diede mentalmente dell’idiota perché Kurt doveva sicuramente aver notato lo sguardo affamato che aveva posato sulle sue labbra.

Perfetto, ora non mi vorrà più parlare, sbuffò affranto, rendendosi conto che quel pensiero gli tornava sempre alla mente ogni volta che era con Kurt.

Ma non era colpa sua se Hummel era così bello, con delle labbra così perfette, così.. Ok, la situazione stava leggermente degenerando, e se Blaine continuava a soffermarsi su che sapore avesse il ragazzo di fronte a lui, sarebbe morto per autocombustione.

Si riscosse dalle sue fantasie e cercò di spezzare il silenzio imbarazzante che si era andato a creare schiarendosi la voce.

“Entriamo, ti va?”

Anche l’altro sembrò sollevarsi da qualche pensiero e, sempre più rosso, annuì.

Una volta dentro, il momento decisamente strano di qualche attimo prima era stato già accantonato, lasciando spazio ai racconti dei due ragazzi che si aggiornavano sulle novità.

“Quindi Nick e Jeff stanno insieme?” chiese Kurt, accostando le labbra al bicchierone di carta del locale.

“Oh, sì, da un anno ormai..” rispose Blaine con una risata, lasciandosi andare ai ricordi di quei due imbecilli dei suoi amici che si evitavano per paura che l’altro non ricambiasse i propri sentimenti.
“Io e Thad li abbiamo chiusi in bagno mentre Nick era sotto la doccia” sorrise malizioso “e ora non fanno altro che limonare” aggiunse, fintamente scocciato e, , anche un po’ invidioso.

Kurt rise e l’Usignolo si unì a lui, beandosi di quella risata cristallina. Poi gli torno alla mente la chiamata di quella mattina, e a quanto l’altro sembrasse triste.

“Kurt, mi vuoi raccontare cosa è successo stamattina?” chiese dolcemente.

Il biondo si fece subito serio, abbassando lo sguardo sul bicchiere che teneva stretto tra le mani.

“Non è successo niente..” cominciò, ma all’occhiataccia di Blaine arrossì. “Ok, forse ho preso una granita in faccia in più del previsto” e non avevo un cambio e mi sono messo a frignare come una ragazzina in bagno perché non volevo uscire così conciato, aggiunse mentalmente.

“Non credevo che alle scuole pubbliche tirassero veramente le granite addosso agli studenti..” disse il moro pensieroso “Ero convinto fosse una leggenda metropolitana” aggiunse con un sorriso imbarazzato, facendo ridere Kurt.

“Ma tu non frequentavi una scuola pubblica prima di trasferirti alla Dalton?” chiese Kurt curioso.

“Sì, ma a quanto pare sono stato graziato.. venivo solo gettato nei cassonetti più o meno una volta a settimana” rispose Blaine amaramente.

“Oh, ma quello è il minimo da sopportare se frequenti il McKinley” ribattè Kurt “Spinte contro gli armadietti, granite in faccia, i cassonetti della scuola.. tutto questo una volta al giorno, se ti va bene”

A quelle parole l’Usignolo stette in silenzio; sapeva per esperienza che i bulli omofobi non ci andavano leggeri, e che probabilmente Kurt veniva trattato peggio di quanto successo a lui, ma sentirsi sbattere la verità in faccia e non poter fare niente faceva male.

In quel momento il moro si sentì davvero inutile, e desiderò di non essere al sicuro tra le mura della Dalton, non se fuori c’era Kurt che, giorno dopo giorno, teneva testa a coloro che gli volevano male e non cedeva, non si arrendeva, mai.

Guardò il ragazzo davanti a sé con un misto di amore e orgoglio, fiero di poter anche solo dire “Questo ragazzo meraviglioso è mio amico”. Vorrebbe aver avuto un minimo del coraggio che aveva lui, e non essere fuggito alla minima difficoltà. Voleva assomigliare un po’ di più a Kurt, che stava davanti a lui e che guardava incuriosito i suoi occhi pieni di lacrime trattenute.

“Blaine, va tutto bene?” le dita del biondo andarono a sfiorare la sua guancia, portando via anche qualche lacrima sfuggita al suo controllo.

“Sì, Kurt, va tutto bene” La mano del moro scattò a coprire la sua, trattenendola sul suo volto con un sorriso.

“Allora perché stai piangendo?” chiese l’altro, con un sorriso dolcemente preoccupato.

L’Usignolo scosse la testa. Sarebbe stato troppo complicato spiegare il vortice di emozioni e sentimenti che lo stava pervadendo.

Lo prese semplicemente per mano e lo guidò fuori dal locale.

“Dove stiamo andando?” chiese Kurt stringendosi meglio nel cappotto. Cominciava a fare freddo.

“A prenderci una granita” rispose l’altro sicuro.

“Sai quanti gradi ci sono? Blaine Anderson, tu sei pazzo” borbottò il biondo cercando di stare dietro all’altro che stava quasi correndo. “E poi io odio le granite. Ma mi stavi ascoltando prima?” aggiunse scocciato.

Blaine si girò e sorrise, senza che l’altro lo vedesse. Era adorabile con le orecchie congelate e la punta del naso rossa.

“Andiamo, fallo per me. Devo dimostrarti che la granita non è solo un mezzo di tortura per studenti!” scherzò, voltandosi ogni tanto a guardarlo.

La granita insieme era una scusa, solo una stupida scusa per prolungare il tempo insieme. Avrebbe voluto restare con lui, sempre. Guardarlo parlare, bearsi della sua risata e del suo sorriso, e sperare che quei momenti con lui non finissero mai.
Ci teneva a stare con l’altro il più a lungo possibile, sfidando anche il coprifuoco della Dalton se necessario.

Entrarono nel locale e Blaine si avvicinò al bancone ordinando due granite al commesso, decisamente sorpreso di avere due clienti a quell’ora.

Tornò al tavolo e posò i bicchieri bianchi e rossi colmi, proprio davanti a Kurt che lo guardò stranito.

“Ma ti ci impegni o cosa?” rise.

“Che ho fatto?” chiese Blaine incuriosito, sedendosi di fronte a lui.

“Beh, siamo nel locale che vende le granite a quelli che me le tirano addosso” disse con ovvietà il biondo, adocchiando i bicchieri.

A quelle parole l’Usignolo arrossì. “Veramente non lo sapevo, ma meglio per noi” rispose sorridendo “Almeno questo posto avrà due clienti normali!”

Risero insieme, per poi guardarsi negli occhi. Eccolo, quel momento era tornato, con tutta la sua elettricità. Ma ora erano in un bar, e decisamente non potevano permettersi comportamenti ambigui.

“Si può sapere perché pensi che bere una granita mi faccia passare la paura?” chiese Kurt, guardandolo curioso, mentre sorseggiava il liquido colorato.

Forse il momento strano lo aveva avvertito solo lui, si disse Blaine deluso. Magari a Kurt non fa lo stesso effetto.

“Non dico che “ti passerà la paura” ” rispose il moro “Ma almeno ti ricorderà un momento piacevole passato con un amico” Non doveva tentennare sull’ultima parola, diamine!
Cosa c’è di più semplice del dire “amico”? Fidanzato, Ragazzo, Amore Mio. Ecco cosa c’era di più semplice.

Sospirò.

Kurt alzò lo sguardo, incuriosito. “Qualcosa non va?” chiese sorridendo.

Me, ecco cosa c’è che non va.

“Tutto bene” lo rassicurò prima di rigettare lo sguardo sul fondo vuoto del suo bicchiere. Perso com’era nei suoi pensieri non si era accorto di aver finito la sua granita.

Un rumore lo riscosse. Kurt aveva posato il suo bicchiere sul tavolo.

Alzò lo sguardo. Era davvero buffo, con quella minuscola goccia rossa sul labbro superiore.

Quanto avrebbe voluto catturare quella goccia. Oh, andiamo, era diventato un maniaco? Scosse la testa frustrato.

Kurt sorrise “andiamo?”

Blaine annuì combattuto.

Se gli avesse detto che aveva un po’ di granita sul labbro avrebbe fatto capire di aver passato la serata a guardargli la bocca. Sarebbe stato imbarazzante, anche se vero, si disse.

Optò per il continuare a fissare il pavimento, fino a quando la voce di Kurt non gli fece sollevare gli occhi. “Blaine, sicuro di stare bene?” chiese sempre più preoccupato il biondo.

Oh, al diavolo!

“è solo che.. hai una goccia di granita sul labbro” mormorò imbarazzato avvicinandoglisi.

“Oh. Dove?” domandò l’altro, ingenuamente.

“Qui” fece il moro, passando il pollice sulla bocca di Kurt, portando via la granita sciolta e un sospiro soffocato del biondo.

Si ritrasse. Di sicuro aveva fatto di nuovo la cosa sbagliata.

La stava facendo ancora. Smettila di fissargli le labbra, diamine!

“Puoi anche baciarmi se ne hai voglia*” fece Kurt, timidamente.

E Blaine lo fece. Si getto su quelle labbra di slancio, prendendo il posto di quella goccia.

*°*°*°*

Jeff e Nick fuori dal locale si guardarono, prima di scoppiare a ridere.

“Finalmente Anderson si è svegliato” disse Jeff guardando la coppia al di là del vetro.

“Già, finalmente” mormorò Nick, prima di coprire le labbra del biondo con le sue.

 

Note dell’Autrice:

Veramente, non so che dire.. questa storia, ispirata al promt granita, doveva essere una cosa davvero ma davvero p0rn (vi lascio immaginare l’uso della granita XD), e invece si è trasformata in questo.

Non sono delusa dal risultato, ho solo avuto la conferma che la mia parte fangirlatrice prende sempre il sopravvento e io, volente o nolente, sono costretta a seguirla u.u
E noooo, non si vede per niente che ho rivisto l’episodio 1x03… >///< Non ci posso fare niente se la scena Finchel* in auditorium mi ispirava troppo u.u e mi piace decisamente di più in versione Klaine è__é

Dopodichè… spero che vi sia piaciuta almeno un po’, perché io ho adorato scriverla e se mi voleste lasciare un commentino piccino picciò ne sarei lusingata :)

Alla prossima!

Baci,

 

L.

 

   
 
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