Granita
Blaine
stava andando alle prove degli Warblers
quando le note di Teenage Dream invasero il corridoio. Non ebbe bisogno
di
guardarsi intorno per capire che tutti lo stavano guardando: Dopotutto
nessuno
sano di mente poteva avere Katy Perry come suoneria. A parte lui,
chiaramente.
Nick
in un attimo gli fu affianco sbirciando il display,
per poi lasciarsi andare a urletti ben poco virili in un improbabile
imitazione
di Blaine.
“Oddio,
Kurt, Amore mio! Baciami…” cinguettò
prima
di sporgere le labbra in fuori, scoppiando a ridere seguito da Sterling.
Anderson
sbuffò divertito, poi premette il tasto
verde accettando la chiamata.
“Kurt!”
esclamò felice, scatenando altre risate nei
suoi due compagni “che succede?”
“Niente
di che, volevo solo sentire la tua voce..”
ammise il ragazzo dall’altro lato, con un po’ di
imbarazzo.
Blaine
sorrise intenerito “Anche a me fa piacere
sentirti. Se ti va ci vediamo al Lima Bean stasera..” disse
velocemente,
pentendosene subito mentre il silenzio dall’altra parte
aumentava. Forse era
stato troppo diretto.
Ora
mi manderà a quel paese, pensò.
Persino
Nick e Jeff stavano in silenzio, in attesa
di una risposta che tardava ad arrivare.
Un
sospiro, poi la voce chiara di Kurt disse “Certo,
ci vediamo lì alle otto?”
Blaine
sospirò di sollievo “Fantastico! A
stasera” e
riagganciò, appoggiandosi alla parete e lasciandosi andare
ad un sorriso.
Quando
riaprì gli occhi, Nick e Jeff lo stavano
guardando con un sopracciglio inarcato, prima di scoppiare a ridere.
“Sei
fottuto, amico!”
*°*°*°*
Blaine
era davanti al Lima Bean in perfetto orario.
Ok,
forse era un po’ in anticipo, ma cosa vuoi che
siano venti minuti! O almeno così pensava, prima di rendersi
conto che l’attesa
sarebbe stata un vero e proprio inferno mentale, in cui il suo lato
paranoico si
sarebbe mostrato in tutto il suo splendore.
Erano
ormai dieci minuti che si lambiccava il
cervello sugli argomenti di conversazione migliori da sfoderare in caso
di
necessità, prima di passare al classico stato ansioso in cui
l’unico pensiero
che aveva era “E se non
verrà?”.
Quegli
stronzi dei suoi amici lo avevano lasciato lì,
senza neanche il suo IPod ad impedirgli di pensare quanto sarebbe
sembrato
patetico se Kurt gli avesse dato buca.
“Blaine?”
l’interpellato si girò di scatto,
bloccando il suo andirivieni proprio a due centimetri
dall’altro ragazzo.
“Ciao”
bisbigliò in risposta, rendendosi conto
finalmente di quanto le labbra dell’altro fossero vicine alle
sue.
Il
biondo fece di tutta risposta un passo indietro,
mettendo spazio tra loro, mentre le guance gli si imporporavano di
imbarazzo.
L’Usignolo
si diede mentalmente dell’idiota perché
Kurt doveva sicuramente aver notato
lo
sguardo affamato che aveva posato sulle sue labbra.
Perfetto,
ora non mi vorrà più parlare, sbuffò
affranto,
rendendosi conto che quel pensiero gli tornava sempre alla mente ogni
volta che
era con Kurt.
Ma
non era colpa sua se Hummel era così bello, con
delle labbra così perfette, così.. Ok, la
situazione stava leggermente
degenerando, e se Blaine continuava a soffermarsi su che sapore avesse
il
ragazzo di fronte a lui, sarebbe morto per autocombustione.
Si riscosse dalle sue fantasie e cercò di spezzare il silenzio imbarazzante che si era andato a creare schiarendosi la voce.
“Entriamo,
ti va?”
Anche
l’altro sembrò sollevarsi da qualche pensiero
e, sempre più rosso, annuì.
Una
volta dentro, il momento decisamente strano
di qualche attimo prima era stato
già accantonato, lasciando spazio ai racconti dei due
ragazzi che si
aggiornavano sulle novità.
“Quindi
Nick e Jeff stanno insieme?” chiese Kurt,
accostando le labbra al bicchierone di carta del locale.
“Oh,
sì, da un anno ormai..” rispose Blaine con una
risata, lasciandosi andare ai ricordi di quei due imbecilli
dei suoi amici che si evitavano per paura che l’altro non
ricambiasse i propri sentimenti.
“Io e Thad li abbiamo chiusi in bagno mentre Nick era sotto
la doccia” sorrise
malizioso “e ora non fanno altro che limonare”
aggiunse, fintamente scocciato e, sì,
anche un po’ invidioso.
Kurt
rise e l’Usignolo si unì a lui, beandosi di
quella risata cristallina. Poi gli torno alla mente la chiamata di
quella
mattina, e a quanto l’altro sembrasse triste.
“Kurt,
mi vuoi raccontare cosa è successo
stamattina?” chiese dolcemente.
Il
biondo si fece subito serio, abbassando lo
sguardo sul bicchiere che teneva stretto tra le mani.
“Non
è successo niente..” cominciò, ma
all’occhiataccia di Blaine arrossì. “Ok,
forse ho preso una granita in faccia
in più del previsto” e
non avevo un
cambio e mi sono messo a frignare come una ragazzina in bagno
perché non volevo
uscire così conciato, aggiunse mentalmente.
“Non
credevo che alle scuole pubbliche tirassero
veramente le granite addosso agli studenti..” disse il moro
pensieroso “Ero
convinto fosse una leggenda metropolitana” aggiunse con un
sorriso imbarazzato,
facendo ridere Kurt.
“Ma
tu non frequentavi una scuola pubblica prima di
trasferirti alla Dalton?” chiese Kurt curioso.
“Sì,
ma a quanto pare sono stato graziato.. venivo
solo gettato nei cassonetti più o meno una volta a
settimana” rispose Blaine
amaramente.
“Oh,
ma quello è il minimo da sopportare se
frequenti il McKinley” ribattè Kurt
“Spinte contro gli armadietti, granite in
faccia, i cassonetti della scuola.. tutto questo una volta al giorno,
se ti va
bene”
A
quelle parole l’Usignolo stette in silenzio;
sapeva per esperienza che i bulli omofobi non ci andavano leggeri, e
che
probabilmente Kurt veniva trattato peggio di quanto successo a lui, ma
sentirsi
sbattere la verità in faccia e non poter fare niente faceva
male.
In
quel momento il moro si sentì davvero inutile, e
desiderò di non essere al sicuro tra le mura della Dalton,
non se fuori c’era
Kurt che, giorno dopo giorno, teneva testa a coloro che gli volevano
male e non
cedeva, non si arrendeva, mai.
Guardò
il ragazzo davanti a sé con un misto di amore
e orgoglio, fiero di poter anche solo dire “Questo ragazzo
meraviglioso è mio
amico”. Vorrebbe aver avuto un minimo del coraggio che aveva
lui, e non essere
fuggito alla minima difficoltà. Voleva assomigliare un
po’ di più a Kurt, che
stava davanti a lui e che guardava incuriosito i suoi occhi pieni di
lacrime
trattenute.
“Blaine,
va tutto bene?” le dita del biondo andarono
a sfiorare la sua guancia, portando via anche qualche lacrima sfuggita
al suo
controllo.
“Sì,
Kurt, va tutto bene” La mano del moro scattò a
coprire la sua, trattenendola sul suo volto con un sorriso.
“Allora
perché stai piangendo?” chiese l’altro,
con
un sorriso dolcemente preoccupato.
L’Usignolo
scosse la testa. Sarebbe stato troppo
complicato spiegare il vortice di emozioni e sentimenti che lo stava
pervadendo.
Lo
prese semplicemente per mano e lo guidò fuori dal
locale.
“Dove
stiamo andando?” chiese Kurt stringendosi
meglio nel cappotto. Cominciava a fare freddo.
“A
prenderci una granita” rispose l’altro sicuro.
“Sai
quanti gradi ci sono? Blaine Anderson, tu sei
pazzo” borbottò il biondo cercando di stare dietro
all’altro che stava quasi
correndo. “E poi io odio le granite. Ma mi stavi ascoltando
prima?” aggiunse
scocciato.
Blaine
si girò e sorrise, senza che l’altro lo
vedesse. Era adorabile con le orecchie congelate e la punta del naso
rossa.
“Andiamo,
fallo per me. Devo dimostrarti che la
granita non è solo un mezzo di tortura per
studenti!” scherzò, voltandosi ogni
tanto a guardarlo.
La
granita insieme era una scusa, solo una stupida
scusa per prolungare il tempo insieme. Avrebbe voluto restare con lui,
sempre.
Guardarlo parlare, bearsi della sua risata e del suo sorriso, e sperare
che
quei momenti con lui non finissero mai.
Ci teneva a stare con l’altro il più a lungo
possibile, sfidando anche il coprifuoco
della Dalton se necessario.
Entrarono
nel locale e Blaine si avvicinò al bancone
ordinando due granite al commesso, decisamente sorpreso di avere due
clienti a
quell’ora.
Tornò
al tavolo e posò i bicchieri bianchi e rossi
colmi, proprio davanti a Kurt che lo guardò stranito.
“Ma
ti ci impegni o cosa?” rise.
“Che
ho fatto?” chiese Blaine incuriosito, sedendosi
di fronte a lui.
“Beh,
siamo nel locale che vende le granite a quelli
che me le tirano addosso” disse con ovvietà il
biondo, adocchiando i bicchieri.
A
quelle parole l’Usignolo arrossì.
“Veramente non
lo sapevo, ma meglio per noi” rispose sorridendo
“Almeno questo posto avrà due
clienti normali!”
Risero
insieme, per poi guardarsi negli occhi.
Eccolo, quel momento era tornato,
con
tutta la sua elettricità. Ma ora erano in un bar, e
decisamente non potevano
permettersi comportamenti ambigui.
“Si
può sapere perché pensi che bere una granita mi
faccia passare la paura?” chiese Kurt, guardandolo curioso,
mentre sorseggiava
il liquido colorato.
Forse
il momento strano lo aveva avvertito solo lui,
si disse Blaine deluso. Magari a Kurt non
fa lo stesso effetto.
“Non
dico che “ti passerà la paura”
” rispose il
moro “Ma almeno ti ricorderà un momento piacevole
passato con un amico” Non
doveva tentennare sull’ultima parola, diamine!
Cosa c’è di più semplice del dire
“amico”? Fidanzato, Ragazzo, Amore
Mio. Ecco cosa c’era di più
semplice.
Sospirò.
Kurt
alzò lo sguardo, incuriosito. “Qualcosa non
va?”
chiese sorridendo.
Me,
ecco cosa c’è che non va.
“Tutto
bene” lo rassicurò prima di rigettare lo
sguardo sul fondo vuoto del suo bicchiere. Perso com’era nei
suoi pensieri non
si era accorto di aver finito la sua granita.
Un
rumore lo riscosse. Kurt aveva posato il suo
bicchiere sul tavolo.
Alzò
lo sguardo. Era davvero buffo, con quella minuscola
goccia rossa sul labbro superiore.
Quanto
avrebbe voluto catturare quella goccia. Oh,
andiamo, era
diventato un maniaco? Scosse la testa frustrato.
Kurt
sorrise “andiamo?”
Blaine
annuì combattuto.
Se
gli avesse detto che aveva un po’ di granita sul
labbro avrebbe fatto capire di aver passato la serata a guardargli la
bocca.
Sarebbe stato imbarazzante, anche se vero, si disse.
Optò
per il continuare a fissare il pavimento, fino
a quando la voce di Kurt non gli fece sollevare gli occhi.
“Blaine, sicuro di
stare bene?” chiese sempre più preoccupato il
biondo.
Oh,
al diavolo!
“è
solo che.. hai una goccia di granita sul labbro”
mormorò imbarazzato avvicinandoglisi.
“Oh.
Dove?” domandò l’altro, ingenuamente.
“Qui”
fece il moro, passando il pollice sulla bocca
di Kurt, portando via la granita sciolta e un sospiro soffocato del
biondo.
Si
ritrasse. Di sicuro aveva fatto di nuovo la cosa
sbagliata.
La
stava facendo ancora. Smettila di fissargli
le labbra, diamine!
“Puoi
anche baciarmi se ne hai voglia*” fece Kurt,
timidamente.
E
Blaine lo fece. Si getto su quelle labbra di
slancio, prendendo il posto di quella goccia.
*°*°*°*
Jeff
e Nick fuori dal locale si guardarono, prima di
scoppiare a ridere.
“Finalmente
Anderson si è svegliato” disse Jeff
guardando la coppia al di là del vetro.
“Già,
finalmente” mormorò Nick, prima di coprire le
labbra del biondo con le sue.
Note
dell’Autrice:
Veramente,
non so che dire.. questa storia, ispirata
al promt granita, doveva essere una cosa davvero ma davvero
p0rn (vi lascio immaginare l’uso della granita XD), e
invece si è trasformata in questo.
Non
sono delusa dal risultato, ho solo avuto la
conferma che la mia parte fangirlatrice prende sempre il sopravvento e
io,
volente o nolente, sono costretta a seguirla u.u
E noooo, non si vede per niente che ho rivisto l’episodio
1x03… >///< Non
ci posso fare niente se la scena Finchel* in auditorium mi ispirava
troppo u.u
e mi piace decisamente di più in versione Klaine
è__é
Dopodichè…
spero che vi sia piaciuta almeno un po’, perché
io ho adorato scriverla e se mi voleste lasciare un commentino piccino
picciò
ne sarei lusingata :)
Alla
prossima!
Baci,
L.