Quando arrivai a casa sua notai che le luci erano ancora spente. Bussai ma nessuno aprì. Mi accorsi che la porta era aperta e, preoccupata, entrai. La casa era in perfetto ordine, quindi esclusi l'idea che qualcuno si fosse intrufolato dentro. Mi guardai intorno e pensai che un giorno ci avrei vissuto. Salii piano di sopra e vidi la porta della camera da letto socchiusa.
“Stai dormendo dormiglione!” Con un sorriso spalancai la porta, non era la prima volta che succedeva. Anche perché io avevo le sue chiavi di casa..
Ma questa volta fu diverso. Rimasi di pietra. Nel letto, il suo letto, c'era una ragazza. Mi chiesi da quanto se la portava in casa mentre le lacrime scendevano lentamente, calde e salate, rigandomi il viso. Sbattei la porta e scesi le scale di corsa, lo sentii dire “C'è qualcuno?” ridere e poi più niente.
Buttai per terra le sedie facendo tanto di quel fracasso che lo vidi scendere di corsa le scale. Quando mi vide, sobbalzò. Piangevo. E lui lo sapeva, ne era pienamente consapevole.
“Merda..Jane.. posso spiegarti..”
“Cosa dovresti spiegare? Che ti sei portato a letto quella per non si sa quanto?” Feci per uscire..Quando mi fermò.
“Jane, aspetta..Io ti amo..”
Si può cadere così in basso? Si può essere così squallidi e falsi?
“Va al diavolo, Jack.”
Uscii di casa e gli sbattei la porta in faccia. Salii in macchina e prima di partire, lo intravidi sull'uscio dei casa, in tutta la sua bellezza.