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Autore: colfersdietcoke    28/11/2012    3 recensioni
La moretta scoppiò a ridere, perché era davvero incredibile che, fra tutte le persone presenti nella stanza, quella dannata bottiglia si fosse fermata proprio su Quinn.
Quinn la sua migliore amica, la stessa Quinn che ora aveva sul volto un sorrisetto quasi malizioso.
Rachel rise di nuovo, prima di sporgersi verso la bionda.
«Preparati, Fabray, perché sto per sconvolgere il tuo mondo».

{2x14 - Quinn/Rachel}
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa schifezza è la mia prima fanfiction 
e la dedico a  AliYe che ho portato
sulla via dello slash e che mi ha
 costretto a scrivere. 
Quindi incolpate lei
.

Image and video hosting by TinyPic Musica. Amici. Gioco della bottiglia. E, soprattutto, tanto, troppo alcool.
Un classico.
Rachel fece girare la bottiglia, sotto gli sguardi pieni di aspettativa dei presenti, tutti un po’ brilli come lei - a parte Kurt, che si era tenuto lontano da qualsiasi bevanda sospetta. Quando quella si fermò, davanti ad un paio di gambe incrociate fin troppo familiari, un boato risuonò nella stanza.
La moretta scoppiò a ridere, perché era davvero incredibile che, fra tutte le persone presenti nella stanza, quella dannata bottiglia si fosse fermata proprio su Quinn.
Quinn la sua migliore amica, la stessa Quinn che ora aveva sul volto un sorrisetto quasi malizioso.
Rachel rise di nuovo, prima di sporgersi verso la bionda.
«Preparati, Fabray, perché sto per sconvolgere il tuo mondo».
 
***
La stava evitando.
Quinn Fabray, la sua migliore amica, la stava evitando.
In realtà, Rachel un po’ se lo aspettava: Quinn non era il tipo che amava parlare di cose del genere, anzi, era più il tipo da lasciarsi tutto alle spalle e non ricordarlo mai più.
Però la brunetta in quel momento aveva davvero bisogno di parlare del suo problema, anche se l’unica persona con cui poteva farlo era il problema stesso.
Aveva cercato di nascondere ciò che provava per troppo tempo. Era diventata una specie di bomba atomica e quel maledetto… evento del tutto casuale era stata la miccia che l’aveva fatta esplodere.
Quando ne aveva parlato ai suoi papà loro l’avevano abbracciata e insieme avevano cantato varie canzoni strappalacrime sull’argomento, giusto per sfogarsi.
La sera stessa, rannicchiata sotto il suo piumone rosa, Rachel aveva fermamente deciso che doveva parlarne con Quinn per correttezza nei suoi confronti, ma soprattutto nei confronti di sé stessa.
E doveva farlo al più presto, che la bionda volesse oppure no.
Quindi, quando vide una testa bionda correre nel bagno delle donne, probabilmente per nascondersi da lei, non esitò a seguirla – e al diavolo la privacy: nemmeno quella sarebbe riuscita a fermare Rachel Berry.
«Quinn?»
Il bagno delle ragazze sembrava vuoto… se non fosse stato per un paio di familiari scarpe che spuntavano da uno dei cubicoli. Se non avesse avuto troppe cose per la testa, probabilmente Rachel si sarebbe messa a ridere.
Si appoggiò alla porta e picchiettò leggermente con il pugno.
«Quinn, esci di lì?»
«No» rispose con voce secca l’altra.
«Possiamo almeno parlare?»
«No».
La moretta sospirò: da quando era lei quella ragionevole?
«Per favore?»
«No».
«Allora starò qui finché non esci. Dovrai pur farlo, prima o poi».
Ci fu un attimo di silenzio. «Non ne saresti capace» borbottò Quinn poco convinta, perché sapeva benissimo che Rachel ne era capace eccome. La sua testardaggine era anche uno dei motivi per cui Rachel le piaceva così tanto – come amica, aggiunse subito mentalmente, solo come amica.
«Allora, hai intenzione di stare lì dentro ancora per molto?» l’impazienza nella voce della Berry era palpabile. Anche se non poteva vederla, la bionda sapeva che probabilmente aveva incrociato le braccia, aggrottato le sopracciglia e arricciato il naso nella sua tipica espressione seccata. Si sforzò per reprimere un sorriso.
«Okay, Berry, hai vinto tu. Esco» borbottò aprendo la porta. Si trovò di fronte una Rachel con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
«Finalmente! Allora, parliamo» decretò allegra, perché finalmente Quinn era uscita ed era disposta a parlare e lei si sarebbe potuta liberare di quel peso.
«Di cosa?»
«Di quello che è successo l’altra sera».
Quinn se lo aspettava. Eppure impallidì lo stesso.
«Non è successo niente l’altra sera» borbottò, fingendo di guardarsi allo specchio.
«Quinn, ci siamo-»
«Non dirlo» sbottò bruscamente Quinn.
«Perché non vuoi parlarne?»
« Era il gioco della bottiglia. Eravamo ubriache, Rachel. È stato solo un errore. Non c’è niente di cui parlare».
Rachel congelò.
Un errore.
Faceva male, ma quando la bionda si voltò verso di lei cercò di non tradire alcuna emozione.
«Però… è tutto ok, giusto? Siamo ancora amiche, no?»
Rachel annuì ed accennò perfino ad un sorriso, che Quinn ricambiò quasi sollevata, per poi sporgersi ad abbracciarla.
«Sì » sussurrò Rachel, stringendo forte la sua migliore amica e cercando di trattenere le lacrime.
Un errore.
Avrebbe pianto dopo. Come faceva sempre.

 

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bene.
con questa... cosa che non è degna di essere chiamata fanfiction ho appena rovinato il fandom di glee e la mia coppia preferita.
ma chi me l'ha fatto fare? ah, sì, martina.


   
 
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