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Autore: Axelthechao    28/11/2012    1 recensioni
Questa storia avrebbe dovuto partecipare ad un concorso letterario ma è stata scartata.
Ho deciso di pubblicarla qui nella speranza di raccogliere qualche critica costruttiva.
Axel è un ragazzino fanatico di videogame, e in un piovoso pomeriggio d’autunno, cosa può esserci di meglio di una partita in sala giochi?
Peccato che, proprio sul più bello venga a mancare la corrente.
Nonostante ciò un gioco è acceso e, per di più, attira la sua attenzione con dei messaggi sullo schermo.
La curiosità lo porterà ad un incontro inaspettato che gli darà l’occasione di provare un gioco del futuro.
E così ha inizio una storia fantastica, un viaggio nella caverna dei mostri.
Ma dei curiosi imprevisti trasformeranno una tranquilla partita a un grande classico in un’incredibile avventura.
Cosa aspetterà il giocatore cento piani in fondo al pozzo?
Ma un momento! Visto che parliamo di giochi, facciamo un giochino!
100 punti al primo che indovina il titolo del gioco citato nel racconto leggendo solo la sinossi.
E ora buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio d’autunno come tanti altri, l’aria era fredda e il cielo carico di nuvole di tempesta.
Da giorni non faceva altro che piovere e le strade erano ridotte a una distesa di asfalto bagnato, foglie cadute e pozzanghere: un autentico percorso ad ostacoli.
Con un tempo così poche persone giravano per le vie della città, i più preferivano starsene a casa al riparo.
Qualcuno stava camminando a passo sostenuto riparandosi sotto un ombrello, sembrava avesse una gran fretta.
Il temerario pedone fiancheggiava il palazzone che correva lungo l’intero viale in un alternarsi di entrate di garage, bar e uffici.
Arrivò davanti a un locale con una vetrata rivolta al marciapiede, sopra la porta d’entrata, un’insegna luminosa recava la scritta “Game World”.
Chiuse l’ombrello ed entrò, varcata la soglia, si ritrovò in una stanza dalle pareti scure, lungo le quali erano disposti in fila una dozzina di coin-op.
In fondo alla sala c’erano un biliardo e un calcio balilla col quale stavano giocando due ragazzi, vicino all’entrata due flipper, al centro della sala il bancone con la cassa, dietro il quale sedeva il titolare della sala giochi, intento a leggere il giornale.
Sentendo entrare qualcuno, abbassò il quotidiano per vedere chi fosse, vide un ragazzino un po’ in carne con i capelli castani corti che indossava un completo da ginnastica azzurro, due scarpe bianche e un paio occhiali da vista.
L’uomo dietro il bancone lo riconobbe subito perché colui che era appena entrato era un frequentatore abituale di Game World, un cliente affezionato avrebbero detto alcuni.
"Axel!” esclamò gioioso l’uomo.
"Ciao Jimmy” disse il giovane accennando un sorriso.
Il proprietario del locale era un uomo sulla quarantina con i capelli arruffati e gli occhi verdi.
Indossava un maglione di lana, aveva un sorriso gentile e l’aria simpatica.
"Con questo tempo sei venuto lo stesso, eh?” fece Jimmy.
"Eh già” rispose lui allungandogli una bancanota.
L’uomo prese i soldi e in cambio diede ad Axel una manciata di gettoni.
Il ragazzino se li infilò in tasca tenendone uno in mano, quindi fece uno scatto verso il fondo della sala giochi, frenò facendo scivolare i piedi sul pavimento e si fermò davanti a un cabinato.
Iniziò a infilare il gettone nella gettoniera quando si accorse che il gioco era spento e che sullo schermo era attaccato un pezzo di carta con su scritto “GUASTO”.
Un’espressione triste si creò sul suo volto.
All’improvviso un fulmine squarciò il cielo e il fragore di un tuono riempì l’aria, tutte le persone nella sala ebbero un sussulto.
Per lo spavento uno dei ragazzi che giocava col calcetto tirò un colpo talmente forte da scagliare la pallina verso il soffitto.
La corrente saltò e tutti i giochi e le luci si spensero.
Quando il rimbombo assordante cessò, si udirono latrati di cani e allarmi suonare in lontananza.
"Che botta!” disse Jimmy, facendo tintinnare un mazzo di chiavi in mano. "Speriamo non sia saltato un fusibile”
Si allontanò dal bancone, si diresse sul retro della sala e scese le scale che portavano allo scantinato, axel lo guardò sconsolato.
Quando sparì dalla sua vista, iniziò a guardarsi attorno, la sala giochi era buia e silenziosa, un panorama triste e desolante.
Uno dei due ragazzi stava cercando la pallina dispersa, l’altro, più grande, lo aspettava all’uscita.
"Lascia perdere, è già tardi” gli disse.
Il giovane sbuffò, si alzò,  i due se ne andarono ed Axel rimase solo.
Si rigirò verso il gioco guasto e, guardando in basso, notò che il gettone era rimasto nella fessura.
Avvicinò delicatamente le dita per prenderlo ma quando lo sfiorò, questo vi cadde dentro.
- “Ma no!” esclamò il ragazzino seccato per quel piccolo colpo di sfortuna.
Pazienza, se avesse spiegato a Jimmy cos’era successo gli avrebbe certamente dato un altro gettone e comunque ne aveva un bel gruzzolo in tasca.
Mentre pensava a come spiegare l’accaduto si girò per dirigersi verso l’uscita, come mosse il primo passo, poggiò il piede sulla pallina dispersa, finì gambe all’aria e atterrò sul pavimento sbattendovi la testa.
Tutto si fece nero.
   
 
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