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Autore: mairileni    28/11/2012    5 recensioni
"Cosa avete intenzione di fare? Di me, intendo."
"Non lo so."
"Sei un bugiardo del cazzo."
"Ti sbagli. Io non mento mai." Mentre lo dice fa un sorriso furbetto.
"Non hai risposto."
"L'ho fatto! Non lo so. Davvero. Questo..." Mi solleva la mano ammanettata. "Questo non era... nei piani" dice, e guarda un punto indefinito del pavimento, mentre lo fa. "In realtà è stata una sorpresa anche per me... quindi non lo so."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E rieccomi qui! ^^ Ciao!
 
Allora, allora, innanzitutto voi:
 
N e N a ~ Grazie mille! ^^ Sì, non ti preoccupare, per ora sto aggiornando abbastanza velocemente, spero di mantenere il ritmo! Forse questo capitolo ti chiarirà un po' le idee! 
 
Irene ~ Ciao! >w< allora, come al solito grazie, sei gentilissima! Questa parte dovrebbe chiarirvi qualcosa, quindi spero di dissolvere tutti i vostri dubbi! *aria mistica*
 
Ruvidina ~ Eh, che vuoi farci, non posso troppo scostarmi dalla storia, mannaggia! Tranquilla per il ritardo! ;)
 
Linnea ~ Ma figurati! Che piacere che continui a seguire! Sul fatto del verosimile mi sto impegnando molto, (anche se non si direbbe, lo so, che vuoi, è AU! ;D)! Grazie della fedeltà!
 
A li ~ Ciao!!! Sì, hai ragione, la scena della doccia voleva un attimo alleggerire la tensione *quale tensione?* della storia *nosebleed*, quindi speravo di togliere un po' di angoscia a voi che leggete! ^^ Sono felice che ti sia piaciuto anche questa volta! Cheers!
 
Ecco fatto! 
 
Dunque io penso che con questo capitolo il rating giallo possa pure andare il vacanza, perché mi sa che qui l'ambiente è arancione. >.> Ditemi voi!
 
Buona lettura!
 
pwo_
 
 
*** *** ***
 
 
Fury
 
 
Ho guidato tutta la notte senza soste, ma non ho sonno. Ho fretta.
Fretta di tornare a casa, fretta di rivedere mia sorella, mia madre e mio padre, fretta di riprendere la mia vita.
 
Mentre la macchina corre veloce sulla strada penso a Matthew, che ora sembra così lontano. So che si saranno già accorti della mia fuga, probabilmente li ho svegliati appena ho richiuso la porta.
 
La sensazione di libertà lascia posto all'ansia e al senso di colpa, perché so che mi possono raggiungere e perché non so cosa potrebbe succedere a Matthew.
Accelero inconsapevolmente.
Chissà, magari in altre circostanze saremmo addirittura diventati amici. O più.
 
Ecco. Ancora.
Tranquillo Dom, ora torni a casa, con la scuola, i tuoi e tante belle ragazze. Femmine.
... Sì, esatto.
 
Mi passo la mano sulla faccia e mi accendo una sigaretta. Ho rubato il pacchetto da Matthew. Mi sembrava il minimo.
Mi guardo la mano sinistra, poggiata sulla leva del cambio, e la fasciatura.
Mi sento in colpa.
 
Faccio due lunghi tiri, finché non mi cade lo sguardo sullo specchietto retrovisore.
 
No.
No, no, no!
Non è possibile, cazzo!
 
C'è un furgoncino bianco.
 
Accelero.
Ok, Dom, calma, l'Inghilterra è piena di quei furgoncini bianchi.
 
Non è il nostro.
Cioè, non è il loro.
 
Accelero ancora.
 
Le lacrime lottano per uscire ora, perché ha accelerato anche lui.
 
Impreco, cerco di stringere le curve, di tagliare la strada, ma è sempre più vicino.
 
Cazzo, come minimo mi ammazzerà.
 
Sterzo bruscamente, c'è del ghiaccio sulla strada, l'auto slitta, gira, è finita, e sono sull'erba a lato della strada. Vivo.
 
Sento un rumore di freni e poi uno sportello, e allora mi precipito fuori, corro, non so bene dove, tra gli alberi, ci spero ancora, e sono sempre stato una frana in ginnastica, ma ora corro come non ho mai corso prima.
 
Passi sempre più vicini, cerco di essere più veloce, corri Dom, corri.
 
No, ti prego no.
 
Un peso si aggrappa alla mia schiena da dietro, mi placca, e cado, con la faccia con il mento, con le ossa, con tutto.
Atterrato. 
 
Posso ancora farcela, non ci penso due volte, mi giro e gli tiro un pugno.
 
Lo prendo in piena faccia, ma non si smuove di lì. 
 
Sgrano gli occhi.
Stan è a cavalcioni su di me e mi sta puntando una pistola in faccia.
 
***
 
Quando apro gli occhi la stanza gira vorticosamente, e mi trapassa le tempie, quindi li richiudo e aspetto un po'.
 
Del resto l'avevo previsto, no?
 
Dopo qualche minuto raccolgo tutte le mie forze e mi sollevo, seduto, ma in realtà mi ripiego subito in due, sputando, perché ho la bocca piena di sangue.
 
Mi passo una mano sulla faccia e il dolore mi fa gemere.
E anche il naso è andato. Perfetto.
 
Non so come, ma riesco a sistemarmi con la schiena contro al muro e le gambe distese, per un veloce controllo danni.
Credo di aver perso conoscenza al terzo pugno.
Gambe. Ok.
Braccia. Ok.
Pancia. Mi sollevo la maglia. Un po' meno ok.
 
Mi tocco di nuovo il naso, non credo sia rotto, me l'ero già rotto a tredici anni e mi aveva fatto molto più male di così.
 
Muovo un po' il collo e le spalle. Bene, dai, poteva andarmi peggio.
 
Quindi. 
Stan ha visto che Dom era scappato e mi ha massacrato di botte.
E si sapeva.
 
Prossima domanda: dove cazzo sono?
 
Sembra la stanza dove tenevamo Dom, ma è un po' diversa. È più piccola, e il letto non c'è, con le pareti dello stesso anonimo cemento grigio e il tubo sul soffitto.
 
Sospiro.
Sento dei passi. Oh cazzo.
Avrà deciso di farmi fuori.
Sono troppo debole per qualsiasi tipo di reazione, quindi rimango inerme a fissare la porta blindata davanti a me, seduto.
 
Si apre e non ci credo.
 
C'è Stan, ma cos'ha sulla spalla, è come un sacco, e...
 
Dominic.
No.
Dominic.
 
Il terrore mi si dipinge in faccia e non so fare altro che fare scattare gli occhi tra te e lui.
 
Dominic.
 
Stan mi sorride senza gioia:"Sei contento, ora stronzetto?"
 
Poi ti prende a due mani e ti poggia a terra, senza delicatezza, con la testa sulle mie gambe.
 
Controllo subito che tu sia vivo.
Respiri piano, debolmente, come quando ti abbiamo preso la prima volta.
 
"Hey, Matt" chiama ancora Stan con quel sorriso che mette i brividi:"Sai..."
Si ferma a ridere in modo soffocato. Che schifo.
"Ah, scusa, ragazzo, ma è troppo comico, tutto questo, dico, capisci? Così mi sono detto..." gli si illuminano gli occhi:"Mi sono detto, 'hey', sì così, 'hey, Stan, qui non siamo molto lontani da Teignmouth, giusto?' e..." 
Altra risata soffocata. 
È completamente pazzo.
"Sì, allora ho pensato che domani potrei andare, sì, e... fare visita alla mamma, eh? Che dici?"
 
Figlio di puttana.
 
"Tu non..."
"Io non... cosa, Matt?"
 
Lo ammazzo, lo ammazzo, questo stronzo.
Mi tiene fermo solo la consapevolezza di essere in netto svantaggio fisico.
 
Devo solo farlo ragionare:"Non era... avevi detto che..."
"Cosa? Non era cosa, Matt? Non era nei piani? E avevo detto cosa? Te lo dico io cosa avevo detto, Matt: io avevo detto che se tu fossi scappato sarei venuto lì e avrei ucciso tua madre, vero?" sorride:"Ma non trovi che aiutare lui a scappare sia lo stesso? Ne è valsa la pena, Matt? Eh?" sta alzando la voce, ora:"Ne è valsa la pena di sacrificare tua madre per questo stronzo?"
 
"Tu sei completamente pazzo." sibilo.
"Va bene, Matthew. Vediamo quanto sarò pazzo quando tua madre sarà morta."
 
È troppo. Mi lancio letteralmente su di lui, lo butto a terra e inizio a picchiarlo, forte, con cattiveria, ma ovviamente arrivano a destinazione solo due pugni, perché poi riesce a bloccarmi subito.
 
Ora mi sta tenendo per il colletto della camicia, quasi mi solleva da terra, mentre con la sinistra mi tiene i polsi.
Mi sussurra all'orecchio:"Ora ascoltami bene... stasera passerò di qui per portare la cena a voi due cani, quindi ti conviene farti trovare tranquillo, così magari mi dirai qual è l'ultimo messaggio che vuoi portare alla signora Bellamy, ok?"
 
Mi lascia di scatto, sono per terra, lui ha già richiuso la porta.
Inizio a picchiare contro il ferro con la mano aperta, a gridare:"Sei un figlio di puttana! Mi hai sentito? Mi hai sentito?", ma a vuoto.
 
Vorrei spaccare tutto, ma non c'è nulla, in questa fottuta stanza.
Allora mi prendo i capelli, stringo i denti, cerco di ricompormi.
 
'A mente fredda, Matt. A mente fredda.'
Me l'avevi detto tu, mamma, quando avevo picchiato quel ragazzino, a scuola. 
Diceva che ero gay.
'Se ragioni per bene, puoi sempre trovare le parole per risolvere la situazione. Andrà tutto bene'
Andrà tutto bene.
Non ti eri neanche arrabbiata.
 
Ora ti guardo, Dom, sdraiato in modo innaturale su un fianco, perché per buttarmi addosso a Stan ti ho spinto via dalle mie gambe, ma non riesco ad incolparti per tutto questo.
 
Non riesco neanche a realizzare.
 
Mi rimetto dove ero prima, ti sistemo un po' le braccia, il corpo, ti alzo la maglia per vedere se sei ferito. Niente.
Grazie al cielo.
 
Sono come in trance, mentre ti accarezzo i capelli, e mi ripeto come una nenia che andrà tutto bene, andrà tutto bene, andrà tutto bene.
 
***
 
Stavolta riconosco subito il tuo profumo, quando mi riprendo.
 
Apro gli occhi, provo a muovermi, ma la fitta arriva dalla schiena. 
 
Giro la faccia, e ti guardo, da sotto, a fatica perché ho il cazzo di neon puntato degli occhi.
 
Non è possibile.
Non è possibile, ero a un passo dalla libertà.
Non è possibile.
 
Finalmente ti giri anche tu, mi guardi, ma non dici nulla.
Aspetta. Perché sei ferito? Dove...
Ok, Dom, ora ti svegli e sei nel tuo letto.
Non so neanche da che domanda cominciare. 
Perché sei con me, in una stanza che non ho mai visto prima, perché sei  ferito, perché non siamo sul furgoncino o alla pensione, perché, perché, perché?
Verso qualche lacrima, poche, in realta, più di rabbia che d'altro.
 
Respiro a fatica:"Matthew, perché sei... ferito?"
Si gira, con aria assente:"Mh?"
"Perché sei ferito?"
"Stan."
"C-Come mai avrebbe dovut..."
"Perché ti ho lasciato scappare."
"Eh? 'Lasciato'?" cerco di formulare, cercando di combattere un fiatone che non dovrei avere.
"Sì, ho lasciato la chiave e i soldi nella giacca perché li trovassi."
 
Fermi tutti. Non ci posso credere.
 
"Perché?"
"Non lo so."
"Cosa succederà, ora?"
"Niente." hai ancora lo sguardo perso davanti a te:"Proprio niente."
 
Rimango in silenzio per un po', finché non chiudo gli occhi, e l'ultima cosa che mi ricordo sei tu che mi accarezzi la testa.
 
***
 
 
Sensitivo: Persona in grado di provocare fenomeni metapsichici e/o paranormali (vedi medium).
 
 
Mi ricordo che c'era stato un periodo, avrò avuto cinque o sei anni, in cui ti invidiavo, perché tu sapevi farlo e io no.
Mi ero anche imparato la definizione a memoria, sai mamma?
Vedevo solo il lato magico della cosa.
 
Tu venivi tormentata, dalle voci, dalle visioni, e io mi sedevo sulle tue gambe e ti chiedevo come avessi fatto, e se potessi insegnarmelo.
 
Un giorno ti avevo chiesto se, prima o poi, sarebbe successo anche a me, ma l'avevo fatto senza malizia, per chiedere. Tu non mi avevi risposto, e da quel giorno le cose sono cambiate, tra noi.
 
Poi una notte ho sognato la zia Jane, che mi diceva che l'indomani sarebbe morta in un incidente.
Mi ero svegliato piangendo ed ero corso da te.
 
Il mattino dopo hai ricevuto una telefonata, hai sbarrato gli occhi e hai lasciato cadere la tazza.
Stavi bevendo il caffé.
 
Ti sei messa piangere, mi hai abbracciato, 'Mi dispiace', 'Mi dispiace', dicevi.
 
E invece questa... connessione, mamma, quella che ti fa sapere che sono vivo, è anche la stessa che ti regge in piedi.
 
Dopo sono diventato insonne, poi sono diventato un teppista, poi un disadattato, poi il complice di un rapimento.
E ora cosa sono? Un omicida?
 
Guardo Dominic, sulle mie gambe. Dorme.
 
C'è ancora qualcosa che posso fare.
 
*** *** ***
 
Ecco qui.
 
SUPER DISCLAIMER AGGIUNTIVO:
matt e dom non sono miei, né mi pagano, e matt non è sensitivo.
(La madre si. Ma questo lo sapete!)
 
Grazie a  e n d l e s s l y (ce l'ho fatta a capire come non far sparire il tuo nome ^^) e a tutte voi!
Ciao, alla prossima! *v*
   
 
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