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Autore: Coffee_lover    28/11/2012    1 recensioni
Vorrei averti qui con me, vorrei che non fosse successo, vorrei che le tue braccia si chiudessero attorno al mio busto e mi tenessero stretto mentre i singhiozzi lasciano spazio ai sospiri. Non so se lo sai, ma prima di partire ho preso una tua vecchia felpa dall’armadio, ha ancora il tuo profumo Blaine, quando la indosso sembra di averti qui e un po’ sto meglio, ma solo un po’, poi torna tutto come prima. E nell’attimo in cui sto meglio, mi innamoro sempre un po’ di più di te. Pensi che possa essere possibile dopo tutto quello che è successo?
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Blaine,
è comico come io possa scriverti una lettera quando non voglio neanche rispondere ad un tuo messaggio o ad una tua chiamata, ma sentire il suono dolce della tua voce mi manderebbe nel pallone, perché sì, non mi sei per niente indifferente nonostante tutto. Decidere di scriverti una lettera, forse, è stata la scelta migliore, perché per me è più semplice comunicare –se poi di comunicarti qualcosa si tratta- con te.

Non ti chiedo come stai, perché lo so. I tuoi occhi sono sempre stati un libro aperto per me, quel caramello fuso con un pizzico d’oro e verde li rendono talmente belli di mozzare il fiato a chiunque, e tu Blaine mi togli sempre il fiato. Quando ci siamo visti nel corridoio del McKinley, i tuoi splendidi occhi erano spenti, pieni di dolore e odio verso te stesso, questo l’ho letto bene, ma ho anche intravisto il senso di colpa e l’amore che provi per me, io lo so –lo so per certo- che mi ami, ma non per questo ciò che hai fatto non mi ferisce, anzi, da quella sera che sei venuto a trovarmi a New York io mi sento vuoto, perso.

Ti senti così anche tu? Svuotato ad ogni singola emozione, sentimento, lacrima. Oh, se penso a tutte le lacrime che ho versato quella notte… sei tu l’unica persona che potrebbe farmi sentire di nuovo vivo e pieno, ma sei anche la persona che mi ha reso ciò che sono adesso. Se chiudo le palpebre vedo solo due occhi color caramello che mi sorridono e non sai quanto faccia male, fa dannatamente male tutta questa situazione. Sai che ricordo come se fosse ieri il primo giorno in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi, così caldi e felici? Appena incontrai il tuo sguardo mi sono sentito subito al sicuro, protetto ed è stato sempre così. Blaine, tesoro, tu eri la mia protezione, il mio porto sicuro ma adesso che sono solo, cosa mi proteggerà dai miei pensieri e dal dolore che provo? Mi mancano i tuoi occhi più di ogni altra cosa, sai? Ho sempre pensato di essermi innamorato della tua voce, la prima volta, e invece più ci penso e più mi rendo conto di essermi innamorato dei tuoi occhi, forse perché sono così tanto diversi dai miei, così tanto pieni di vita. Ero solo un ragazzino spaurito quando arrivai quel giorno alla Dalton –credo che non smetterò mai di ringraziare Puck per questo- e tu mi hai sorretto, aiutato nelle mie battaglie, mi hai aiutato a credere maggiormente in me stesso e mi hai fatto diventare ciò che sono.

Ricordare i nostri momenti felici fa male, ma è un male che posso sopportare, dal momento che la tua mancanza è insostenibile, anche se l’ho deciso io. Non avrei sopportato il non poterti guardare negli occhi e pensare a ciò che mi hai confessato. Fa male pensarti tra le braccia di un altro, mentre baci un altro, e sono sicuro che non lo hai baciato nello stesso modo in cui baciavi me, perché per te quello non era amore, era confusione e rassegnazione, forse. Quando ti ho visto, tutto vestito di bianco –sembravi veramente un angelo- il mio cuore ha fatto una capriola con triplo salto carpiato, eri così bello, sei dannatamente bello, sul viso mancava il tuo dolce sorriso, gli angoli delle tue labbra erano piegati verso il basso e non sai, davvero non sai quanto avrei voluto baciarti per farti spuntare il sorriso che tanto amo, ho fatto violenza su me stesso per non buttarti le braccia al collo e baciarti fino a toglierti il fiato. Dio, le tue labbra sono perfette, ho sempre pensato che fossero nate per incastrarsi perfettamente con le mie e non sai quanto io ne sia diventato dipendente, sono, erano peggio di una droga per me. Era difficile trattenermi dal baciarti in ogni dove a scuola, persino per le vie di quella insulsa cittadina che è Lima.

So di averti detto che il McKinley non era più casa, ma l’ho detto non per ferirti, perché stavi e stai male già di tuo, ma l’ho detto semplicemente perché un luogo che è vissuto da me e te, ma non da noi non può essere definito casa. Per me anche la panchina mezza rotta sotto il mio appartamento, se ci fossimo seduti noi, abbracciandoci e beandosi uno del calore dell’altro, potrebbe essere casa. Casa è dove ci sei tu insieme a me. Sai, mi sono immaginato tantissime volte la nostra vita a New York, tante volte ho sognato come sarebbe stato convivere con te, con il mio tutto e ogni volta che tentavo di vederci chiaro, ci immaginavo a Central Park il giorno del nostro matrimonio, patetico vero? Forse sono ancora troppo innamorato, okay, togli il forse, sono ancora troppo innamorato di te per lasciarti andare, nonostante tutto.

Ieri Finn mi ha chiamato, mi ha detto che volevi continuare il tuo ultimo anno alla Dalton, non sapevo cosa rispondergli, perché so cosa pensi. Ti ricordi la nostra prima chiacchierata? Io volevo solo essere lasciato in pace dai bulli, tu mi raccontasti che scappasti dalla tua vecchia scuola senza combattere, non è così? Scappare non servirà a molto. Scappare da ciò che hai fatto non lo renderà meno grave di quanto sia, ma ti farà molto più male perché anche racchiusi nelle quattro mura della Dalton ci sono i nostri momenti felici. Ti ricordi? La nostra scalinata, il nostro duetto a Natale, quando pensavo che volessi dedicare una serenata a me e invece ti ho dovuto sopportare e supportare nell’impresa titanica di dedicare una canzone di dubbio gusto ad un fantoccio biondo che neanche ti aveva preso in considerazione! Dio, ricordo che volevo sabotarlo il Gapattak! Ancora mi viene da ridere, eri pur sempre magnifico anche se eri stato “scaricato”, eppure io c’ero e ci sono sempre stato come tu ci sei stato per me. Quando è morto Pavarotti pensavo di aver perso tutto, di non essere in grado di prendermi cura neanche di un animaletto così indifeso, stavo crollando di nuovo, ma come nelle migliori favole –era una favola la nostra, Blaine?- è arrivato il principe azzurro a salvarmi. E sì, sei tu che mi hai salvato in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Mi hai donato tutto l’amore di questo mondo e io me lo ricordo, me lo ricordo ogni giorno. Il tuo sguardo innamorato mi tormenta, perché era la cornice del tuo volto, assumevi un’espressione così beata quando mi guardavi come se fossi la cosa più preziosa dell’universo, lo sono ancora Blaine? Perché tu per me lo sei, nonostante tutto.

Scommetto che da quando non ci parliamo ti è difficile aprirti con qualcuno, ti stai chiudendo in te stesso e questo non è un bene, sfogati amore mio, sbotta con chiunque perché hai talmente tanta rabbia in corpo da far eruttare un vulcano, vero? C’è qualcuno che ti sta accanto? Noi prima di essere fidanzati eravamo anche migliori amici, ma non posso, adesso, essere tuo amico, lo capisci vero? Mi ucciderebbe e non sono pronto a starti accanto in questo modo, perché non è questo il modo in cui vorrei averti. È come quando assaggi una torta e ne vorresti sempre di più, ecco, io voglio di più e so che non posso averlo, non al momento, anche se entrambi lo desideriamo più di ogni altra cosa.

Sto cercando di trovare una soluzione a tutto questo casino, perché così non posso andare avanti, ho il rimbombo costante delle tue parole nella testa il tuo “sono stato con un altro” non mi lascia pace, né di giorno né di notte e sai cosa faccio io? Cerco di scacciarla via ricordando la tua risata, la tua voce mentre cantiamo “Perfect” al Glee, rimpiazzo quell’ammissione con i nostri gemiti e i nostri sussurri durante la nostra prima volta. Tu te la ricordi? È stata perfetta anche se eravamo entrambi imbarazzatissimi, hai cercato di mettermi a mio agio e ci sei riuscito. Posso sentire ancora il tocco delle tue carezze sul mio corpo, i tuoi “ti amo”, “sei bellissimo”, “sei l’amore della mia vita”, “non lasciarmi andare”, “sono tuo”, e quando succede un sorriso amaro prende forma sul mio volto e lacrime salate lo spazzano via.

Cosa ci è successo amore mio –se ancora così ti posso chiamare-, andava tutto così bene, ne abbiamo superati di ostacoli uno affianco all’altro… è la distanza? Dio è così difficile cercare di trovare la “causa” di tutto questo vuoto che sento. Vorrei averti qui con me, vorrei che non fosse successo, vorrei che le tue braccia si chiudessero attorno al mio busto e mi tenessero stretto mentre i singhiozzi lasciano spazio ai sospiri. Non so se lo sai, ma prima di partire ho preso una tua vecchia felpa dall’armadio, ha ancora il tuo profumo Blaine, quando la indosso sembra di averti qui e un po’ sto meglio, ma solo un po’, poi torna tutto come prima. E nell’attimo in cui sto meglio, mi innamoro sempre un po’ di più di te. Pensi che possa essere possibile dopo tutto quello che è successo?

Se potessi inventerei la macchina del tempo per tornare indietro e non lasciarti da solo, lo so che non è solo colpa tua, lo so. La colpa è di entrambi, entrambi abbiamo infranto le nostre promesse, io ero talmente preso dal nuovo lavoro che non mi rendevo conto che ti lasciavo da parte e anche se ci sentivamo monopolizzavo le conversazioni solo su di me, non ti ho neanche detto quanto sono orgoglioso che tu sia diventato rappresentante d’istituto, perché Blaine io sono totalmente orgoglioso del ragazzo che sei. Forse non l’ho mai ripetuto abbastanza ma ciò che sei ha reso me ciò che sono. Senza di te non sarei nulla di ciò che sono.

Quando sono arrivato a New York ero felice, sì, ma sempre con qualcosa che non andava, e quel qualcosa che stonava era la tua mancanza. Semplicemente mancavi tu in tutto quello che facevo. Ho pensato di mollare tutto e tornare da te diverse volte, ma non ti avrei reso orgoglioso di questo gesto, perché dopo che mi dedicasti la canzone nel cortile della scuola –ancora me la sogno la notte- ho visto quanto tu contassi su di me e sul mio talento, quanto volessi scommettere su Kurt e semplicemente, anche se lo avrei voluto con ogni fibra del mio essere, non potevo mollare tutto e tornare indietro.

Mi manchi ogni giorno di più, a lavoro non do il meglio di me anche se dovrei, anche se sto andando avanti con il resto il mio cuore è fermo a noi.

Ricordi cosa ti dissi quando mi sono trasferito dalla Dalton al McKinley e prima del mio diploma? Esatto “non ti dirò mai addio” e non l’ho fatto, non lo sto facendo e non lo farò, perché noi siamo due anime destinate a star insieme per sempre, solo… solo dammi un po’ di tempo, ho bisogno di tempo per poter rimuovere questa sensazione di dolore costante e delusione, non solo verso di te, ma anche verso me stesso, perché non ci sono riuscito a farla funzionare, non ci siamo riusciti ed è anche colpa mia. Penso che il tempo possa guarire questa ferita, nel frattempo tu mi aspetterai? Riuscirai ad aspettarmi e non scappare? Io lo spero tanto, perché un giorno saremo di nuovo l’uno nelle braccia dell’altro.

Con amore,
tuo per sempre, Kurt. 








- Salve, non mi sono neanche presentata D: Io sono Evss, e beh niente, ho scritto questa sottospecie di lettera perché ne sentivo il bisogno, anche io come Kurt sono stata tradita, ma non dal mio ragazzo, bensì dalla mia migliore amica e ne ero devastata, ma nonostante tutto non ho mai smesso di volerle bene e con un po' di forza di volontà da parte di entrambe abbiamo ammesso i nostri sbagli ed ora il nostro rapporto è ancora più solido di quello che avevamo in precedenza. Se avete dei dubbi non esitate a contattarmi, e fatemi sapere che ne pensate, ci ho messo l'anima tra le righe della lettera. Bene, un abbraccio a tutti. Evss :3
  
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