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Autore: ShadowFeanor    16/06/2007    4 recensioni
A quasi duecento anni dalla sconfitta di Sephiroth Vincent si ritrova in una valle a pensare a ciò che ha perso e che, forse, non ritroverà mai. la mia prima fanfiction su FFVII, siate clementi nel giudicarla
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglia di morire

 

Vincent Valentine stava seduto in una valle protetta dalle montagne con un solo desiderio: la morte. Erano passati lentamente quasi duecento anni da quando aveva affrontato assieme ai suoi amici la minaccia di Sephiroth ed ora era rimasto solo, nessuno di coloro che lo avevano accompagnato per quella indimenticabile avventura era più in vita. Si guardò attorno, il luogo era pieno di lapidi ed affianco ad ognuna un’arma diversa. Iniziò a leggere i nomi dei defunti, sperando che, prima o poi, li avrebbe rivisti.

 

Cloud Strife, quello che si poteva dire essere il capo del gruppo. Avevano parlato centinaia di volte e durante tutte le loro conversazioni riusciva a capire sempre una cosa: erano sulla stessa lunghezza d’onda. Entrambi avevano problemi riguardanti il proprio passato, tutti e due freddi in battaglia, spietati contro i nemici e probabilmente i punti di forza dell’intera squadra. Ora che non c’era più non si confidava con altri e pensava che non avrebbe mai più vissuto battaglie memorabili come quelle che aveva vissuto assieme a lui.

 

Tifa Lockheart, la tipa più inflessibile che aveva mai visto. Durante i periodi di pace quella ragazza era come il punto di ritrovo della squadra. Era sempre stata decisa a realizzare il suo scopo ed alla fine ci era riuscita, la ShinRa era stata distrutta, ed aveva anche coronato il suo sogno d’amore con Cloud. La cosa che gli piaceva più di lei era che poteva essere dolce come il miele, ma anche letale come il cianuro. Adesso nessuno si sarebbe più incontrato al suo pub per parlare dei vecchi tempi.

 

Barret Wallace, il ribelle per eccellenza. Non gli era mai piaciuta la sua fissazione di bestemmiare ed imprecare ogni volta che gli era possibile, ma che ci poteva fare? Quello era il suo carattere e per quanto fastidioso potesse essere nessuno poteva cambiarlo. Ora che era venuto a mancare in un certo senso gli mancavano quelle espressioni poco decenti che elargiva ogni volta che voleva.

 

Cid Highwind, il pilota e meccanico del gruppo. Assieme a lui era il più vecchio della squadra e forse per questo erano entrati abbastanza presto in confidenza. Forse quest’intesa era rafforzata perchè anche lui aveva amato una donna e non era mai riuscito a dimenticarla, tanto da dare ad un’Aeronave lo stesso nome della moglie. Da quel momento non avrebbero più parlato di ciò che avevano perduto, non avrebbero più progettato il futuro e non avrebbe più sentito l’odore del tabacco che emanava l’ormai tipica sigaretta del pilota.

 

Red XIII, l’animale più intelligente del mondo. In effetti non aveva mai stretto un legame vero e proprio con lui, ma sentiva lo stesso di essere legato a quel cane, forse perché anche lui era stato vittima di un esperimento. Adesso la voce di quella creatura capace di provare  sentimenti umani non avrebbe più riempito l’aria che ora gli sembrava così vacua.

 

Reeve e Caith, il Turk ed il robot. Aveva collaborato a lungo con Reeve, soprattutto quando Weiss minacciò di risvegliare Omega. Anche lui era stato un Turk e come lui aveva abbandonato gli obblighi verso la ShinRa per agire per il bene degli altri, aiutato dal suo gatto robotico preferito. Gli sarebbe mancato quel gatto dall’aria burlona e colui che lo comandava, alcuni dei suoi più grandi alleati.

 

Aeris non era sepolta lì, quella povera ragazza non aveva visto la vittoria dei suoi compagni, era morta troppo tempo prima. Quella era una delle tante persone che non conosceva bene, ma con la quale avrebbe potuto condividere molte cose.

 

Shelke, la ragazzina che aveva risvegliato i suoi sentimenti verso Lucrezia. Con lei aveva condiviso parte dei suoi ricordi e dei propri sentimenti riguardanti l’ormai defunta donna che amava. Ora che anche lei non c’era più non ne avrebbe più parlato con nessuno.

 

Infine Yuffie Kisaragi, la ninja pasticciona che lo seguiva dappertutto. Lei era una delle persone con cui aveva legato prima a causa della sua simpatia coinvolgente e della sua testardaggine. Molte volte Tifa e Cid gli avevano detto che facevano una bella coppia assieme, ma lui non la pensava così. Aveva sempre visto la ragazzina più come una figlia che come una donna da amare, per lui non esistevano altre donne con cui condividere l’esistenza. Ora gli mancava quell’esuberanza così piena di vita e le frecciate lanciate dai suoi compagni.

 

In quel luogo però non c’erano solo le lapidi dei suoi migliori amici, ma anche quelle di altre persone.

 

Denzel e Marlene, anche loro erano passati a miglior vita. Li aveva conosciuti che erano poco più che bambini e non ce l’aveva fatta a vederli invecchiare e morire mentre lui continuava a vivere.

 

Reno, Rude e gli altri Turks. Con loro non aveva niente in comune, solo il loro lavoro. Dopo la caduta della ShinRa si poteva ben dire che Reno aveva deciso di diventare suo amico. La cosa non gli dispiaceva in fondo, il rosso era un tipo strano dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi e la sua compagnia lo rallegrava in molti momenti abbastanza tristi della sua esistenza. Adesso che anche lui era morto non avrebbe più riso delle figuracce o di quanto fosse imbranato il Turk.

 

Sephiroth, Kadaj, i suoi compagni ed infine tutti gli Sviets. Loro non erano sepolti lì, nessuno sapeva che fine avessero fatto i loro corpi, ma lui sentiva di doverli ricordare. Se loro non fossero esistiti non avrebbe vissuto ciò che aveva vissuto e non avrebbe mai incontrato i suoi amici. Dopotutto anche loro dovevano avere qualcuno che li avrebbe ricordati, ed a ricordarli sarebbe stata la persona che aveva subito la loro stessa sorte, essere usati come cavie senza alcuno scrupolo. Per Sephiroth però provava un rimorso che non riusciva a controllare. Quella creatura era il figlio di Lucrezia e lui lo aveva ucciso, aveva ucciso quello che forse, un giorno, se tutto sarebbe andato bene, sarebbe potuto essere suo figlio.

 

Finalmente Vincent si alzò e si diresse in una grotta tappezzata di cristalli, la tomba della sua adorata Lucrezia. Quella era stata la prima persona che aveva amato e nessuno l’avrebbe potuta sostituire. Rimase ad osservarla per minuti, ore, attimi, non seppe dirlo mai con precisione, fatto stà che ogni volta che la rivedeva si sentiva un idiota, non era riuscito a salvarla, mentre lei era riuscita a riportarlo in vita grazie ad una scoperta di un suo vecchio collaboratore, il padre di Vincent. Uscì dalla caverna e si diresse lontano da quel luogo pieno di ricordi, rammarico e dolore. Da quando erano morti anche Denzel e Marlene non aveva più stretto legami con nessuno, se lo avesse fatto avrebbe solo sofferto ulteriormente. Aveva partecipato a centinaia di missioni rischiosissime, cercando un modo dignitoso di lasciare questo mondo, ma era sempre sopravvissuto. Molti ormai lo consideravano un eroe, un immortale, addirittura un dio, ma lui si sentiva solo un fallito, non riusciva nemmeno a fare la cosa più semplice: morire. In quel momento desiderò che Lucrezia non lo avesse salvato, avrebbe preferito raggiungere subito il sonno eterno ed incontrare più in là la sua amata. Da quando si era unito a Chaos era diventato immortale, non sarebbe mai invecchiato né sarebbe morto di malattia, l’unica opportunità che gli rimaneva era lottare e sperare che qualcuno lo uccidesse in battaglia. Non aveva mai avuto così tanta voglia di morire, ma orami quella era la sua unica possibilità di raggiungere coloro che amava. Non aveva più nessuno scopo nella vita, l’unica cosa che voleva era ritrovare i suoi amici, ma per farlo poteva solo morire.                                        

 

Fine

 

NDA: La mia prima fanfiction su FFVII, spero non mi vogliate linciare per aver rinnegato la coppia più gettonata di tutti i FF, ma se conosco abbastanza bene il personaggio penso che questi sarebbero stati i suoi pensieri. Beh, non ho altro da dire, dedico questa fanfiction a tutti coloro che non hanno più nessuno al mondo, con la speranza che possano ricominciare a credere nell’amicizia e nell’amore, cosa che Vincent non può fare perché alla fine perderebbe sempre le persone che ama. A presto.

 

 

   
 
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