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Autore: ShadowFeanor    16/06/2007    0 recensioni
E se al posto di Jennifer fossi capitato io nell'orfanotrofio di Rule of Rose? cosa sarebbe successo se la storia si svolgesse ai nostri tempi? forse accadrebbe questo...
Genere: Thriller, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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V)                                   La Regola della Rosa

 

Rimango ancora fermo ad osservare le mie vittime. È la prima volta che uccido una persona e la cosa mi fa star male. E se al loro posto ora ci fossi io? Il fatto di aver privato della vita una persona mi fa sentire un verme, e dire che dopo aver letto Eldest ho iniziato a non uccidere nemmeno gli insetti più fastidiosi come mosche e zanzare per puro rispetto per la vita! Ora però non posso affogare nei sensi di colpa, probabilmente loro non si sarebbero fatti molti scrupoli ad eliminarmi, fumarsi il cervello non serve a niente, anche perché ho nuovo materiale su cui riflettere. Ora so che è successo ai ragni, so che la vipera non era centenaria e so che questi strani esseri sono un elemento chiave nel mio tentativo di comprendere il mistero di questo luogo. Per il momento però l’unica ipotesi abbastanza razionale è questa: o si trattano tutti di cavie di laboratorio sfuggite chissà come da un luogo di tortura o si tratta di malformazioni dovute a qualche farmaco sperimentale, e questo doveva essere il luogo dove li allevavano. I bambini probabilmente stanno cercando di difendersi da loro, anche se questo non spiega il loro atteggiamento ostile nei miei confronti. Cerco di uscire dalla prima porta che vedo, ma probabilmente è quella bloccata, infatti provo e riprovo ma non riesco ad aprirla. Cerco una seconda uscita e noto con orrore che la stanza non solo è quasi totalmente tappezzata di sangue troppo vecchio per essere delle due creature, ma che a terra ci sono vari scheletri e stracci che di sicuro erano vestiti, ma ciò che mi fa più male è vedere che tre di quegli scheletri appartengono a dei bambini. Finalmente trovo una porta dietro un armadio e la apro. Anche questa è bloccata, ma non sembra fare una gran resistenza alle mie spinte. Una volta nel corridoio mi ritrovo davanti l’ennesima bambina con un sacchetto in testa ed armata di mannaia, il che mi secca non poco. Appena la piccola si avvicina afferro prontamente la lama con la mano sinistra e l spezzo come si trattasse di un pezzo di vetro e lei, vistasi disarmata, cerca di fuggire, ma non posso permetterglielo, potrebbe avvertire anche gli altri ed allora sarebbe difficile resistere senza ferire qualcuno, perciò lancio due dei miei coltelli verso la porta, bloccandola. La bambina è troppo bassa per toglierli ed io posso tranquillamente avanzare verso la porta, almeno finché non vedo la piccola rintanarsi in un angolo e piangere. Solo allora mi rendo conto di quanto sono stato malvagio, diamine, è una bambina! Bisogna essere dei folli per terrorizzare a tal punto una creatura così piccola ed innocente. Stacco dalla parete i coltelli e mi abbasso fino a poterla guardare negli occhi.

 

Giuseppe: Hey, perché piangi?

 

Bambina: Perché ci vuoi fare del male?

 

Giuseppe: Perché dovrei farvi del male?

 

Bambina: Perché sei adulto. Tutti gli adulti odiano i bambini e fanno loro tanto male.

 

Giuseppe: E questo chi te lo ha detto? Non è vero che gli adulti odiano i bambini, dopotutto anche loro sono stati bambini.

 

In questo istante mi viene in mente la regola numero uno per chi si trova in una situazione simile alla mia: mai lasciare le spalle scoperte, perciò mi siedo al fianco della piccola e le metto una mano sulla spalla per incoraggiarla a parlare.

 

Bambina: Allora perché sei qui?

 

Giuseppe: In questo luogo o in questa casa.

 

Bambina: In casa.

 

Giuseppe: Diciamo che mi sono perso.

 

Bambina: E allora perché porti con te tutte quelle armi? Chi ha delle armi vuole fare male a qualcuno.

 

Giuseppe: Non voglio fare niente a nessuno, queste armi le ho appena comprate perché mi piacciono e se le uso è solo per difendermi o per difendere. Perché non ti togli quel sacchetto dalla testa?

 

Bambina: Rose dice che nessuno deve vederci oltre ai nostri compagni dell’orfanotrofio, soprattutto se ci sono i grandi.

 

Giuseppe: Non sono poi così grande, anzi, probabilmente con questa testa tutta matta che ho potrei anche essere più piccolo di te.

 

La bambina sembra prendere coraggio e si leva il sacchetto, provocandomi un tale turbine di sentimenti che  non riesco a descrivere: su tutto il viso ci sono dei graffi abbastanza freschi. I suoi occhietti neri scrutano i miei, che sono in cerca di una qualche risposta, mentre gioca con le treccine castane, finché non mi dice.

 

Bambina: Sei l’unico che è uscito vivo dalla Sala di Non Ritorno. Chi sei?

 

Giuseppe: Mi chiamo Giuseppe, qual è il tuo?

 

Bambina: Jennifer.

 

Giuseppe: Ok Jennifer, come ti sei fatta quei graffi?

 

Jennifer: è stata Rose a farmeli. Un paio di giorni fa si è arrabbiata perché non sono stata alle regole e mi ha dato degli schiaffi, ma delle volte non mi ha colpita e mi ha sfiorata con le unghie.

 

Giuseppe: Cosa fate qui voi bambini?

 

Jennifer: Facciamo parte della Rosa.

 

Giuseppe: La Rosa?

 

Jennifer: è il nostro mondo. Gli Aristocratici della Matita Rossa comandano la Rosa, e Rose è la nostra Duchessa. Per entrare nella Rosa dobbiamo fare un giuramento, poi ci danno una rosa e ci portano in bagno, dove Rose ci aspetta. Quando arriviamo ci inginocchiamo e Rose ci schiaccia un dito su una spina, facendoci sanguinare, poi prende il dito e se lo mette in bocca. Quando lo toglie non c’è più sangue e noi entriamo a far parte di una grande famiglia e nessuno se ne può andare, perché non c’è nessuno che ci vuole lì fuori.

 

Una nuova rivelazione scioccante. Non riesco ancora a credere che una ragazzina di dodici anni circa abbia creato una piccola società dominata da bambini che cercano di difendersi dagli adulti, senza però che qualcuno insegni loro la differenza tra bene e male o i principi morali, ma ciò che trovo ancora più sconvolgente è che questa società ha anche le proprie regole. Questo è il loro mondo, queste le loro regole. Questa è la Regola della Rosa. Mi alzo e prendo dallo zainetto del disinfettante e lo passo su uno dei kunai per poi sfilarmi il guanto sinistro. Jennifer mi guarda per capire finalmente che abbia in mente, perciò le dico.

 

Giuseppe: Ti faccio una promessa: prima che questa ferita si sia rimarginata del tutto ti porterò fuori di qui.

 

Detto ciò inizio a creare una strana spirale sul palmo della mano usando l’arma, finché non prende la forma del Gedwey Ignasia. Ora il simbolo di potere dei Cavalieri dei Draghi per me sarà il marchio di una promessa. Mi fascio la mano pensando a ciò che fa Rose, come può una ragazzina essere così sadica da ferire così le persone che gli stanno attorno e bere il loro sangue? Non so cosa le sia successo, per il momento mi viene in mente solo l’ipotesi di violenza psicologica, ma lo scoprirò, mi ci gioco Bahamut Tear. Prendo in mano il sacchetto di Jennifer e gli faccio due buchi per poi porgerlo alla bambina.

 

Giuseppe: Quando lo rimetti fai passare le trecce nei buchi, così ti riconoscerò.

 

Jennifer: Perché lo fai?

 

Bella domanda, perché lo faccio? Non conosco questa bambina che da un paio di minuti e francamente prima di incontrarla non me ne sarebbe fregato niente, ma quando ho visto quelle ferite ho sentito un dolore profondo, perciò mi limito a rispondere.

 

Giuseppe: Perché nessuno deve fare del male ai bambini. Se i bambini si fanno male vanno curati e chi fa loro del male va punito.

 

Infatti, chi fa del male ai bambini va punito. Prima o poi riceverò anch’io la mia punizione, ne sono certo, ho fatto anch’io male ai bambini di guardia, ma per ora devo solo pesare a svolgere quello che è diventato il mio compito. Mi alzo e mi dirigo alla porta, ma Jennifer mi ferma.

 

Jennifer: Aspetta, ti devo dare una cosa.

 

La piccola và in una stanza che non avevo notato e ne esce poco dopo portando, anzi, trascinando la mia cintura con gli shuriken.

 

Jennifer: Dovevo tenerla al sicuro, ma sono sicura che faresti meglio a tenerli tu.

 

Giuseppe: Grazie, avrei un’ultima domanda: chi sono gli Aristocratici?

 

Jennifer: Sono in ordine di importanza Rose, la Duchessa, Eleanor, la Contessa, Meg, la Baronessa, e Wendy, la Principessina, poi c’è Amanda, il tramite tra noi e gli Aristocratici. Damian poi è il Cavaliere della Rosa, l’unico che può compiere le missioni che noi non possiamo fare.

 

Giuseppe: Grazie, tornerò a prenderti.

 

Incredibile, questo mondo è paragonabile alla mia mente quanto è contorto. Entro nel corridoio successivo focalizzando le nuove missioni: trovare Kaze, Kage e Bahamut Tear, risolvere i restanti misteri ed infine abrogare la Rosa e le sue regole, questi bambini devono essere liberati da questo incubo orrendo.                   Fine capitolo

 

NDA: Quinto capitolo finito! Forza, avete ancora fino al capitolo XIII per indovinare la realtà sull’orfanotrofio. Ho visto che molti di voi hanno avuto di che lamentarsi riguardo il carattere usato, ma lasciate che vi spieghi, volevo trovare un carattere che rispecchiasse a pieno la realtà distorta vista da quei bambini, una realtà mista ad una fantasia che può fare più male di una pugnalata al cuore. Comunque vorrei rassicurare Serenity, non sono un tipo Squarta&Distruggi, e poi i kunai esistono solo nella storia, come anche le altre armi, se si escludono i souvenir della gita e Kaze e Kage, realmente esistenti ç_ç, Beh, non ho altro da aggiungere, spetta ora a voi dire la vostra^^.

 

   
 
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