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Autore: Axelthechao    28/11/2012    0 recensioni
Questa storia avrebbe dovuto partecipare ad un concorso letterario ma è stata scartata.
Ho deciso di pubblicarla qui nella speranza di raccogliere qualche critica costruttiva.
Axel è un ragazzino fanatico di videogame, e in un piovoso pomeriggio d’autunno, cosa può esserci di meglio di una partita in sala giochi?
Peccato che, proprio sul più bello venga a mancare la corrente.
Nonostante ciò un gioco è acceso e, per di più, attira la sua attenzione con dei messaggi sullo schermo.
La curiosità lo porterà ad un incontro inaspettato che gli darà l’occasione di provare un gioco del futuro.
E così ha inizio una storia fantastica, un viaggio nella caverna dei mostri.
Ma dei curiosi imprevisti trasformeranno una tranquilla partita a un grande classico in un’incredibile avventura.
Cosa aspetterà il giocatore cento piani in fondo al pozzo?
Ma un momento! Visto che parliamo di giochi, facciamo un giochino!
100 punti al primo che indovina il titolo del gioco citato nel racconto leggendo solo la sinossi.
E ora buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Com’è possibile? Questo sistema non ha delle protezioni?” chiese lei
"Le migliori che esistano” rispose lui.

Intanto Axel e Chuck avevano raggiunto il livello 42
Qui sette mostri pelosi li aspettavano in una struttura formata da tante piccole stanzette collegate tra loro da stretti passaggi.
“Qui dobbiamo saltare insieme stando attenti alle fiamme” disse il primo giocatore
“Ricevuto” rispose l’altro.
Come prima cosa, Axel imbollo’ il mostro posizionato piu’ in basso, poi i due draghetti si posizionarono sotto al secondo piano.
I nemici toccarono le pareti e invertirono la marcia.
“Ora!” disse Axel.
I due saltarono al piano superiore soffiando bolle.
Axel non riusci’ a imbollare il mostro, Chuck invece si.
“Chuck! Attento!”.
Il draghetto blu ebbe a malapena il tempo di vedere una palla di fuoco spuntare da dietro le sue bolle che ne fu’ colpito in pieno.

Intanto Axel e Chuck avevano raggiunto il livello 49.
Le mattonelle erano disposte a formare una farfalla e al suo interno, fluttuavano sei palloncini rosa.
Axel salto’ dentro la struttura imbollando i nemici prima che iniziassero a muoversi, li fece scoppiare e se ne sbarazzo’ subito.
Chuck osservava i movimenti dei mostri aspettando il momento giusto.
Questi ultimi pero’ rimbalzavano sulle pareti senza lasciare alcuno spazio scoperto per imbollarli.
Chuck salto’ e ne imbollo’ due, il terzo sembrava sparito.
Mentre si guardava in giro il mostriciattolo gli compare alle spalle e lo tocco’.
"No! Chuck!”
"Axel...era la mia ultima vita...”
Il draghetto blu si dissolse nel nulla ma stavolta non ricomparve piu’.
Il giocatore uno si infurio’ e comincio’ a soffiare bolle a mitraglia.

Nel frattempo, nella sala di controllo John le cose stavano peggiorando, tutte le dirette delle partite dei giocatori avevano lasciato il posto a uno schermo con rumore bianco.
E il numero di giocatori fermi al livello 101 era arrivato a 93.
"John, siamo arrivati a 93, si puo’ sapere che succede al livello 101?”.
"Vorrei saperlo anch’io ma il virus ha completamente isolato il software”.
"Vuoi dire che non possiamo fare niente?”
John fece un lungo respiro di preoccupazione.
"Temo proprio di no!”
I due fissarono lo schermo, l’unica partita rimasta visibile era quella di Axel.
"A questo punto gli unici che possono fare qualcosa sono i giocatori rimasti” disse il programmatore.
"Che vuoi dire?”
"Sembra che la loro presenza in gioco impedisca al virus di propagarsi”.
"Cioe’ deve mandarli in game over per prendere il controllo di una parte del programma?”
"Proprio così”
"Ma quindi...se sconfigge anche l’ultimo...”
"Sarà libero di infettare tutto il resto del sistema...”.
Axel aveva raggiunto il livello 50, dove lo aspettavano sette mostriciattoli nuovi.
Erano delle copie in miniatura dello stregone, alte quanto il draghetto.
Il giocatore rimase in attesa alla posizione di partenza.
Aspettò, ma dei mostri nessuna traccia.
Alzò gli occhi per guardare in alto, attraverso le mattonelle semitrasparenti, ma non vide anima viva.
Sentì un brivido corrergli lungo la schiena, spiccò un balzo ed evitò appena in tempo un oggetto lanciato da uno degli avversari.
Atterrò sulla piattaforma sovrastante e si guardò intorno.
Da entrambi i lati c'era un mostro ad aspettarlo, al piano superiore ce n'erano altri due nella stessa posizione, più uno messo sulle mattonelle centrali.
E ancora più sopra altri due nemici.
Tutti quanti tenevano in mano una ampolla, pronti a lanciargliela contro.
"Ma...ma...come avete fatto!?" chiese sbigottito il ragazzino.
"Siamo saliti l'uno sulle spalle dell'altro, siamo andati oltre il soffitto e siamo sbucati da sotto il pavimento!" spiegò orgoglioso uno degli avversari.
"Infine ci siamo disposti in modo che tu non possa scappare da nessuna parte!" aggiunse.
Effettivamente, Axel non poteva scendere, nè correre verso il bordo del pianerottolo, e se avesse saltato sarebbe sicuramente stato colpito.
"Sei in trappola!" disse un altro.
Il draghetto guardò sopra di sè, l'unico modo di salvarsi era il power up che sarebbe comparso solo in quel punto, peccato che un mostro fosse proprio lì.
"Dì addio ad una delle tue preziose vite!" disse un mostro pronto a scagliare la sua arma.
Il giocatore chiuse gli occhi, rassegnato al suo destino.
I nemici lanciarono le ampolle.
In quell'istante il draghetto verde sentì una voce familiare.
"Salta Axel!" gli urlò.
Il draghetto riaprì gli occhi come in un brusco risveglio, si piegò sulle zampette, saltò evitando per un soffio i colpi avversari ed atterrò sulle mattonelle centrali ora sgombre.
Il nemico che doveva fare la guardia era saltato al piano superiore, tutti lo fissarono sbigottiti.
"Chuck, sei tu?" disse Axel.
Il maghetto gli rispose con un occhiolino di assenso.
"Ehi, come ti salta in mente di aiutarlo!?" sbraitò uno degli avversari.
Chuck gli lanciò un'occhiataccia.
"Axel mi ha insegnato a giocare, mi ha aiutato quando ne avevo bisogno, ed ora io ricambio il favore!"
"Chuck, sei il migliore" gli disse Axel alzando l'artiglio-pollice.
"Cosa fate lì impalati!? Colpitelo!" ordinò un altro mostriciattolo.
Le ampolle partirono come proiettili, il draghetto verde ne vide una vernirgli addosso, era a pochi centimetri da lui quando chiuse gli occhi.
Non successe nulla, allora gli riaprì.
Le ampolle erano scomparse e lui era avvolto da una bolla dorata, al suo fianco, brillante come un sole splendente si era materializzato l'oggetto più raro del gioco: il portale d'oro.
"Nooo!" esclamarono i nemici.
"Vai Axel!" disse Chuck.
I mostriciattoli scomparvero uno dopo l'altro ed il giocatore uno iniziò a scendere dentro la bolla dorata, che lo avrebbe portato fino al livello 70.
cinquantuno, cinquantadue, cinquantatre...
Ma mano che scendeva vedeva scorrere i livelli vuoti.
cinquantasei, cinquantasette, cinquantotto...
A un certo punto notò che i livelli avevano delle mattonelle mancanti.
sessanta, sessantuno...
I "buchi" nei livelli aumentavano per numero e misura.
Sessantacinque, sessantasei...
Orami i livelli erano ridotti a pochi sporadici tasselli, Axel ebbe un brutto presentimento.
Arrivò al livello sessantanove dove di mattonelle ce n'era una sola.
E infine giunse al settantesimo che era completamente vuoto.
Il ragazzino sentì un brivido lungo la schiena.
Alice e John, che lo stavano guardando, si piegarono verso lo schermo col fiato sospeso.
La bolla dorata scoppiò e lui iniziò a precipitare nel vuoto, urlando in preda al panico.
"John!!! Fai qualcosa!" esclamò la ragazza.
Il programmatore stava già battendo sulla tastiera come un forsennato.
Intanto il grafico mostrava un draghetto verde che si spostava rapidamente verso il fondo del pozzo.
Settantasei, settantasette...
John insisteva ma ad ogni suo tentativo compariva una finestra con scritto "ACCESSO NEGATO".
Ottantuno, ottantadue...
Alice guardava ansiosa il grafico.
Ottantasette, ottantotto...
ACCESSO NEGATO, ACCESSO NEGATO.
Novanta, novantuno...
Axel intravide il fondo del pozzo e iniziò a divincolarsi.
Novantatre, novantaquattro...
"JOHN!" urlò Alice.
Novantotto, novantanove...
Rumore bianco.
Su ogni schermo della stanza e sul portatile di John.
Niente altro che rumore bianco.
Il programmatore era rimasto immobile con le mani tremanti sopra la tastiera.
Alice singhiozzò portandosi la mano alla bocca. I suoi occhi si fecero lucidi.
   
 
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