Fanfic su artisti musicali > Altri
Ricorda la storia  |       
Autore: Demisia    28/11/2012    1 recensioni
[Sonata Arctica]
Cosa succede se una ragazza con il senso dell'umorismo, lo spirito e la vitalità di un cactus disidratato, si ritrova in compagnia di 5 metallari vichinghi alcolisti?
Scopritelo in questa storia, che, poverina, neanche ha la pretesa di esserlo, ha un'autostima molto bassa e si autodefinisce "mera accozzaglia di eventi totalmente random"
Warning: la lettura della seguente storia molto finnica/lappone, può causare la parziale o totale perdita delle proprie facoltà mentali.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Li vedo cambiare gli strumenti, abbandonare la batteria, la tastiera, e armarsi di chitarre e basso, e uno strano strumento simile a una cassa. Non ho idea di cosa stiano facendo. Semplicemente ammiro quei musicisti sul palco, illuminati dai riflettori. Sono totalmente rapita. Vicino a me sento Marco, anche lui affascinato da quei finlandesi che trasmettono così tanta poesia.
Sono impaziente di vedere quel che stanno preparando.
E poi iniziano a suonare, e Tony a cantare. Ci metto qualche secondo, ma poi riconosco la canzone. Mary-Lou. Bellissima, ovviamente, ma non la mia preferita. Devo ammettere però che questa versione acustica le da’ un fascino nuovo. La melodia mi avvolge, e quando la canzone finisce, mi dispiace. Vorrei che continuassero immediatamente, ma così non è.
-Speriamo che voi apprezziate questa sorpresa, questo nostro regalo. Vogliamo farci perdonare dei problemi che vi abbiamo procurato con le date annullate e la mancata registrazione del live.- dice Tony.
-Inoltre- continua -vorremmo dedicare queste prossime due canzoni a una fan che sappiamo essere qui oggi. Dana, questa è per te!-
Marco si gira a guardarmi, incuriosito, ma io resto impassibile. Sono sicuramente l’unica Dana presente a questo concerto, e probabilmente in tutta Italia ci saranno tre mie omonime in croce. No, non crocifisse. Comunque Marco è talmente scemo che sono certa che se non mostrassi alcuna espressione lo fregherei.
Quindi, faccio così, mentre iniziano a suonare Letter To Dana, anche se con la mente sono tornata all’emozionante momento in cui ho conosciuto i Sonata Arctica. E con conosciuti non intendo “la prima volta che sentii una loro canzone” bensì quando una volta tanto il destino ha deciso di essere dalla mia parte e per una serie di fortuite circostanze li ho incontrati.
Era il 13 dicembre del 2010 ed io ero in Finlandia insieme alla mia famiglia. Avevamo deciso di fare iniziare in anticipo le vacanze natalizie, e quindi eravamo partiti. Sebbene pazzi furiosi, isterici e bipolari, i miei genitori hanno uno spirito avventuroso e poco rispettoso che ci ha portati a fare le cose più strane nei momenti più impensabili. Questo è un loro lato che ho sempre apprezzato. Quindi dopo essere arrivati all’aeroporto e aver lasciato i nostri bagagli in albergo, eravamo andati a esplorare Helsinki. Era inverno, anche se non ufficialmente, e faceva un freddo assurdo, ma io mi stavo innamorando di quella città per quello. Io odio profondamente il caldo, e sentire quel freddo pungente che mi risvegliava le terminazioni nervose del viso, mi esaltava. Vedere la neve coprire col suo bianco scintillante le strade e i palazzi era uno spettacolo suggestivo, soprattutto perché quella era la prima volta in vita mia che vedevo la neve così da vicino. Sarei stata lì per sempre.
Verso le tre e mezzo, stanchi e affamati ci dirigemmo verso un’internet cafè, probabilmente l’unico di tutta Helsinki, per trovare qualcosa da mangiare. A quell’ora qualsiasi ristorante era chiuso, soprattutto per dei rumorosi italiani.
Dopo aver mangiato un banale panino, pensai a coloro che, nella mia città natale, si chiedevano se fossi stata brutalmente assassinata e gettata in un fosso. E pensai anche che sarebbe stato carino far sapere loro che nonostante le loro speranze ero ancora viva e vegeta, anche se in Finlandia. Quindi da brava adolescente della mia epoca mi connettei a tutti i vari social network ai quali ero iscritta, per far sapere a tutta la popolazione di internet la mia gioia.
A un certo punto sentii delle voci venire da un computer qualche postazione dietro di me. Litigavano. Peccato che parlassero finlandese e non capissi un’acca di quel che dicevano. Le ignorai fino a che una delle voci urlò in inglese:
-Stop you, idiots!- Notai che mi sembrava familiare. Così, presa dalla curiosità, mi avvicinai silenziosamente al computer per vedere cosa stesse succedendo.
E lì vidi un’immagine che avrebbe bloccato la crescita a chiunque.
Cinque omoni nerovestiti (uno di loro indossava una gonna), borchiati, dai capelli lunghi fino a metà schiena e un paio dalle barbe quasi altrettanto lunghe, stavano litigando come dei bambini, e uno era addirittura in lacrime. Non riuscivo a distogliere da loro lo sguardo (si sa, l’orrido ha il suo fascino) e capii che il litigio era dovuto al fatto che non avevano idea di come accendere quel computer.
Chi lo prendeva a bastonate, chi staccava tutti i fili e li riattaccava, chi tentava di dare fuoco al monitor, chi infilava le chiavi della macchina nell’ingresso della chiave usb, chi lo fissava con le dita sulle tempie ( suppongo per accenderlo con la forza del pensiero).
Non mi capacitavo di quel che vedevo, anche perché purtroppo sapevo chi fossero. Sì, erano i Sonata Arctica al completo. Fortunatamente quell’internet cafè era quasi vuoto, non credo che tutto ciò avrebbe fatto granché bene alla loro immagine di metal band. Anche se effettivamente da alcuni testi delle loro canzoni si capiva che non erano altro che degli ex (ma forse neanche così ex) sfigati.
Mi congelai, fissandoli. Quando finalmente si accorsero della mia presenza, s’immobilizzarono. Il bassista, Marko, si mise a fischiettare con nonchalance. Avrei potuto giurare di aver visto delle note musicali uscire dalla sua bocca e dissolversi nell’aria lì attorno.
-Avete bisogno di un aiuto?- chiesi nel mio impeccabile inglese.
Si guardarono intorno.
-Ma chi, noi? Ma figuriamoci, ce la caviamo impeccabilmente, non si vede?-
Senza dire una parola mi avvicinai al computer e cliccai il tasto d’accensione. Quando lo schermo s’illuminò, loro mi guardarono come se avessi appena fatto comparire un elefante fucsia con una corona a cavallo della regina d’Inghilterra dalla tasca dei jeans.
-Oh buon Dio, allora è così che funziona!- esclamò il batterista, Tommy. Iniziarono ad applaudirmi, e quello che aveva pianto per il litigio, il chitarrista Elias, dovette asciugarsi nuovamente una lacrima, stavolta per la commozione. Mi sentivo stranamente potente.
-Bene! Adesso finiamo di fare quel che siamo venuti a fare, e poi andiamocene a festeggiare con una bella vodka!- disse Tony.
-Concordo! E per onorare la signorina, propongo di prendere una DOPPIA vodka corretta con un po’ di whisky!-
-Sì! Ma... Cos’eravamo venuti a fare?-
-Non ricordo. Mi pare che fosse qualcosa riguardo a qualcosa in Italia. Cavolo, proprio oggi dovevano fare lo sciopero tutti i tizi della Nuclear Blast? Quanto sono inutili!-
Sentendo nominare l’Italia drizzai le orecchie. Avevo già il biglietto.
-Uhm, sì, già... Qualcosa riguardo a date annullate, no?-
-Ma che diamine dite! Bevete troppo Jack Daniels, vi fa male al cervello! Quella è roba vecchia! Abbiamo annullato la registrazione video in Italia.-
A quel punto saltai su, e brandendo una sedia li minacciai, urlando istericamente.
-CHE CATSA AVETE FATTO? LA REGISTRAZIONE ANNULLATA? MA IO VI ANNULLO I GENITALI, ECCO COSA VI ANNULLO!-
-Ehi bimba, scusaci. Già che ci sei, non è che potresti scriverlo tu sul sito? E poi che dici, ci aggiungiamo un po’ di rum alla doppia vodka corretta con whisky, per farci perdonare?-
-MA IL CONCERTO NON E' ANNULLATO, VERO?-
-Certo, bimba. Adesso però metti giù quella scrivania, per favore.-
-Ok. Che cosa devo scrivere?-
-Uhm, non lo so, quello che ti pare, basta che si capisca.-
-No problem.-
“Noi Sonata Arctica siamo degli scimpanzé salterini a cui piace fumare marijuana quando dovremmo registrare i concerti in Italia. Ma siccome in fondo abbiamo un codice d’onore, quando avremo finito tutta la marijuana verremo a spulciarci in modo speciale sul palco di voi Italiani. Però poi le pulci dovete mangiarvele voi. Ah, in realtà niente registrazione video perché uno studio teologico ha dimostrato che gli Italiani puzzano e sono brutti.”
-Direi che è perfetta. Invio et voilà, adesso tutto il mondo sa! E ora andiamo a festeggiare!-
Salutai i miei genitori, che stavano ancora prendendo il loro caffè.
-Ciao mamma, ciao papà, vado a ubriacarmi con i miei compagni di bevuta conosciuti appena un quarto d’ora fa! Se mi cercate, sarò all’ospedale in coma etilico, a dopo!-
________________________________________________________________________________________________________________________________________
Occhei, spero di non avervi scioccati troppo, miei carissimi ed inesistenti lettori C:
Questa è una cosa che ho partorito (per modo di dire) pochi giorni prima del concerto dei protagonisti, i miei AMATI protagonisti.
E nulla, più o meno il loro livello di insanità mentale è quello, come ho appurato durante il suddetto concerto.
Con ciò, boh, se leggete, lasciate una recensione, che mi interessa sapere quanto stupida mi ritenete.
Love and peace, hugs and kisses, fuck you all [cit. Tony]
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Altri / Vai alla pagina dell'autore: Demisia