Dedicata a un
amico speciale.
ha trovato il suo supereroe, che lo protegge tutti i giorni,
e non potrei essere più felice per lui.
Will
you love
me? Even with my dark side?
C’erano dei giorni in cui
Blaine odiava se stesso con tutto
il cuore. Giorni in cui rimpiangeva le scelte che nel tempo lo avevano
portato
a essere ciò che era.
In quei momenti si chiedeva perché fosse stato
così stupido da accettare delle
simili responsabilità, per di più a
un’età così giovane.
Ma in quei giorni e in quegli stessi momenti gli pareva impossibile non
pensare
a quegli occhi blu come il cielo.
Era da quelli che tutto era cominciato, in quella calda giornata
d’estate.
Quel giorno
il suo
gruppo di amici della Dalton aveva deciso di fare un giro per Lima,
città poco
distante dalla loro.
Nonostante fossero degli studenti di una scuola simbolo di buona
educazione,
erano pur sempre dei ragazzi, per cui non fecero molta fatica a
cacciarsi nei
guai.
Che poi Blaine non aveva capito bene perché Nick si fosse
messo a urlare contro
il commerciante di frutta, ma alla fine il gruppo si era ritrovato a
correre
per mezza Lima inseguito dal fruttivendolo e due suoi amici. Almeno
finchè
Flint non aveva avuto la geniale idea di nascondersi in quel bar.
E fu li che Blaine lo vide, dietro il bancone a servire il
caffè: il ragazzo
più bello del mondo.
I ricordi da li in poi divennero più confusi. Non saprebbe
mai dire che fine
fece il fruttivendolo, o se Nick riuscì a scampare alla sua
furia.
L’unica cosa che ricordava era blu, blu come il cielo.
E allora capiva che avrebbe rifatto
mille e mille volte
quelle scelte, per lui.
A volte era dura, ed essere solo non lo aiutava, ma sapere che Kurt era
al
sicuro era l’unica cosa di cui aveva bisogno.
Ricorda il giorno in cui prese la scelta che cambiò
radicalmente la sua vita.
Era appena
uscito
dall’ultimo incontro del suo Fight Club, e si sentiva carico
ed energico. Tutti
gli allenamenti fatti gli avevano dato una forza non comune: era di
sicuro il
più forte tra di loro, ed essendo più basso e
giovane, era agile e veloce.
Andava molto fiero del suo club, e in più gli offriva un
pretesto per passare
al Lima Bean tutti i martedì e giovedì, visto che
gli incontri si svolgevano
nella città.
Quella sera era entrato come sempre con il suo sorriso a trentadue
denti, che
si era infranto alla vista dei due colossi che tenevano per il bavero
della
giacca Kurt, accanto alla cassa.
Nessuno parve accorgersi della
scena,
eccetto una cameriera che pregava spaventata i due di lasciare in pace
il suo
amico.
Blaine non ci pensò nemmeno due volte ad affrontare i
ragazzi.
-lasciatelo stare-
-come, Hobbit?- chiesero con un ghigno, voltandosi verso di lui. Kurt
lo guardò
stupito e spaventato, non aspettandosi di essere difeso da qualcuno.
-ho detto di lasciarlo stare. Non sono uno che ha molto autocontrollo
davanti a
scene del genere, quindi vi do ancora cinque secondi di vantaggio-
-ci prendi per il culo, nanetto?- chiese uno dei due, per poi mettersi
a
ridere.
Blaine chiuse gli occhi e contò cinque secondi esatti, poi
andò addosso ai due,
senza troppe cerimonie. Non si stupì di averli battuti
così in fretta perché
l’avevano sottovalutato, e non bisogna mai sottovalutare il
proprio avversario.
- g-grazie- balbettò Kurt, arrossendo un poco.
-figurati, è stato un piacere- gli rispose Blaine
sorridendo. Kurt ricambiò il
sorriso, sollevato che fosse finita bene.
Blaine giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per non
vedere quel ragazzo
spaventato in quel modo.
Fu la notte di quello stesso giorno
che nacque Nightbird,
anche se allora non si chiamava così. Era semplicemente lui,
con una tuta nera,
un cappuccio e una sciarpa che gli copriva la faccia. Fare
“il paladino della
giustizia” era una cosa che si addiceva perfettamente a
Blaine e al suo
carattere.
Aveva iniziato con Westerville, fermando piccoli furti o scippatori;
anche se
non erano loro il suo obbiettivo principale, Blaine sapeva di aver
bisogno di
allenamento.
Solo quando era diventato abbastanza pratico a scavalcare i cancelli
della
scuola, andare in giro senza essere visto e tornare indietro, si era
mosso
verso il suo vero obbiettivo: Lima.
Sentiva di dover proteggere Kurt, e fu esattamente ciò che
fece. E mentre di
giorno i due ragazzi legavano tra di loro sempre di più, la
notte Blaine si
occupava di quegli omofobi che tormentavano Kurt tutto il tempo.
Quest’ultimo aveva notato che da quando conosceva Blaine, il
bullismo verso di
lui era notevolmente diminuito, ma non avrebbe mai collegato le due
cose.
Poi arrivò il giorno più bello della vita di
entrambi, nonché l’ultimo di
Pavarotti; vedendo quel pennuto morire così
all’improvviso, Blaine capì che,
per la vita che conduceva, sarebbe potuto capitargli la stessa cosa.
E così si dichiarò a Kurt, felice di scoprire che
quest’ultimo non aspettava l’altro.
Da quel giorno divennero
inseparabili: Kurt andava alla
Dalton, Blaine a Lima, oppure si incontravano a metà strada.
Entrambi stavano trascurando i loro amici (soprattutto Blaine con la
sua
“doppia vita”), ma per Kurt e Blaine i momenti
passati insieme erano sempre
troppo pochi.
Per questo Anderson arrivò ad un’altra scelta che
lo portò a perdere i suoi
migliori amici.
-Me ne vado-
disse,
senza molti rigiri di parole, causando una confusione generale.
-Blaine, ma che stai dicendo?- chiese Wes, il capo consiglio,
visibilmente
scioccato.
-io vi adoro ragazzi, lo sapete. Ma non posso restare qui: il mio cuore
è al
McKinley, è quello il mio posto- disse, sinceramente.
I suoi amici non la presero molto bene quando capirono che la causa era
Kurt,
ancora una volta.
-ci hai trascurato da quest’estate solo per passare qualche
minuto con questo
ragazzo, e ti abbiamo mai giudicato? Quando sei mancato a quasi tutte
le prove
degli Warblers ti abbiamo mandato via? No! Allora perché ci
fai questo?-
Blaine fu preso in contropiede, ma non batté ciglio.
-è quello che voglio fare, mi dispiace che voi non capiate
ragazzi, ma non
tronerò indietro-
-ricorda Blaine: un giorno la pagherai per ciò che hai
fatto!-
Ma il riccio non diede peso alle loro parole.
Blaine si buttò nel
divano, con la posta tra le mani,
ripensando a quei ricordi.
iniziò a sfogliare le buste con disinteresse,
finchè un pacchetto molto sottile
(che aveva scambiato per
un’altra delle
lettere) attirò la sua attenzione.
Dentro trovò un cd, senza nessun indizio di chi potesse
essere il mittente, e
afferrò il portatile sul tavolino per guardarlo.
Ebbe un tuffo al cuore quando immaginò che magari era da
parte di Kurt. Ma poi
scacciò l’idea, perché anche se lui
continuava a vigilare su di lui, non si
sentivano da mesi.
Sullo schermo del portatile apparve
il volto di un ragazzo
sconosciuto, forse poco più piccolo di lui, che indossava la
divisa della
Dalton e lo “guardava” sghignazzando.
Una mano poggiava sul bracciolo della poltrona, mentre
l’altra teneva alto il
mento di… Kurt.
Il ragazzo a terra in una posizione scomoda, legato e sorretto
dall’altro
ragazzo, era il suo Kurt.
Lo stesso che aveva giurato di proteggere, a costo di perderlo per
sempre.
Blaine lo
guardò, sentendo
i pezzi del suo cuore cadere a terra.
-io sono stato con un altro- disse, mentre la sua testa urlava
“no Kurt, non è
vero, ma devo proteggerti!”
- c-che cosa?-
-mi dispiace così tanto Kurt, ma.. è la
verità- continuò, mentre avrebbe voluto
dire “io ti amo, non lo farei mai, ma è
l’unico modo per tenerti al sicuro, lo
capisci?”
Kurt tremò e le lacrime scesero dai suoi occhi, mandando
definitivamente in
frantumi il cuore di Blaine.
Quello era uno dei momenti in cui si pentiva di essere Nightbird.
-questo è un messaggio per
Nightbird- disse il ragazzo sullo
schermo, svegliandolo dai suoi pensieri.
-Abbiamo qualcosa che crediamo ti appartenga- continuò,
alzando ancora un po’
il volto di Kurt, in modo che fosse ben visibile. Blaine stava andando
nel
panico: perché non era riuscito a proteggerlo?
-Ma non ti preoccupare, siamo sempre molto attenti ai nostri ostaggi-
disse,
con tono sarcastico.
Il riccio non smetteva di fissare Kurt, che aveva la sua solita aria
fiera e
orgogliosa, riuscendo a nascondere un po’ la paura che
provava in quel momento.
E poi Blaine vide lo stesso sguardo, perso e terrorizzato, che Kurt
aveva avuto
alla caffetteria, davanti a quei bulli.
Aveva fallito, non era riuscito a cancellare quel terrore nei suoi
occhi.
Kurt era seduto accanto alla poltrona
di quello strano
ragazzo, legato ed imbavagliato. Aveva provato in tutti i modi a
fuggire, ma
loro erano troppi e non sapeva nemmeno dove si trovavano. Doveva essere
un edificio
abbandonato, poiché la stanza in cui era rinchiuso aveva
l’aria di essere
trascurata da anni. Non sapeva precisamente da quanto tempo era li
dentro,
visto che non aveva orologi e le finestre erano sbarrate.
Alcuni ragazzi erano seduti per terra e giocavano a carta, mentre altri
confabulavano. E indossavano tutti la divisa della Dalton, anche se non
sapeva
il perché.
Che aveva fatto di male?
Secondo lo Stronzo in Poltrona (come lo aveva chiamato lui) Nightbird
sarebbe
venuto per salvarlo. Conosceva il famoso supereroe di New York, ma che
collegamento aveva con lui?
I suoi pensieri furono interrotti da due ragazzi di quel gruppo che
entrarono
nella stanza. Era una specie di salotto con i mobili rovinati e le
pareti
spoglie e un po’ marce.
E fu solo grazie alla tenue luce che veniva dalle candele sparse per la
stanza,
che vide il supereroe dal costume blu tenuto per le braccia tra i due
ragazzi.
Era davvero venuto a salvarlo?
-Nightbird, è un piacere incontrarti. I tuoi compagni
warblers mi hanno parlato
un sacco di te- fece lo Stronzo in Poltrona.
Warblers? A Kurt venne in mente qualcosa.
“I warblers erano gli amici di Blaine!”
ricordò improvvisamente. Dovevano
essere proprio loro, ma lui li ricordava come dei ragazzi buoni e
simpatici.
Il supereroe non fiatò, guardandolo con odio e strattonando
un po’ le braccia,
nel vano tentativo di liberarsi.
-su Nightbird, non essere maleducato. Si fa così con i tuoi
migliori amici? O
forse dovrei chiamarti Blaine?-
Kurt spalancò gli occhi sorpreso. Non poteva essere, le cose
quadravano troppo
per essere semplici coincidenze.
Guardò il supereroe negli occhi, che nel frattempo si era
avvicinato, e lo
riconobbe: era lui, era il suo Blaine.
Quest’ultimo lo guardò dispiaciuto, per poi
rivolgersi al ragazzo in poltrona.
-lasciatelo stare-
E per Kurt fu impossibile non pensare a quella volta in caffetteria,
dove lo
aveva difeso. Era sempre stato così? Lo aveva protetto tutto
il tempo, come
quella prima volta?
-non così in fretta Anderson, non sei curioso di scoprire
come siamo arrivati
fino a qui? Nemmeno come siamo riusciti a farvi lasciare?-
-ma che stai dicendo? Io ho lasciato Kurt di mia spontanea
volontà!- esclamò
Blaine, ma poi cambiò qualcosa nel suo sguardo- aspetta,
siete stati voi a…-
-… entrare in casa Hummel e spaventare Burt? Vedo che non
sei poi così scemo-
fece il capo warbler, con un ghigno.
Kurt era sempre più confuso. Troppe domande gli frullavano
per la mente, e non
riusciva a credere che i ladri che avevano minacciato con una pistola
suo
padre, quella notte di mesi fa, fossero i vecchi amici di Blaine.
Il supereroe perse il controllo –siete stati voi??? Siete
SEMPRE STATI VOI?!
Burt ha avuto un attacco al cuore! È finito in ospedale!
Perché? Che vi ha
fatto di male Kurt? Perché fare questo a suo padre?-
-ti ha allontanato da noi, ecco che ha fatto- disse uno dei ragazzi- le
cose
sono andate male da quando te ne sei andato, e te ne è mai
importato qualcosa? No!
Perché tu dovevi giocare a fare il supereroe!-
-abbiamo perso tutti i concorsi a cui abbiamo partecipato, tutte le
gare e i
soldi!- fece un altro.
-ci hanno tolto il club, i nostri genitori ci hanno dato per falliti!-
-io non ho nessuna colpa! E nemmeno Kurt!- si difese il supereroe.
-SI INVECE!- sbraitò un altro dei ragazzi.
-tu gli hai tolto tutto Blaine- disse lo Stronzo in Poltrona
–per questo hanno
chiesto aiuto a me. E quale modo migliore di vendicarsi se non
toglierti la
cosa più importante della tua vita?
Io conosco i tipi come te, Blaine Anderson. Tutti pieni di sani
principi,
giustizia e stronzate varie. Come avresti reagito scoprendo che il
padre del
tuo ragazzo era stato attaccato solo per scovare te?
Che avresti lasciato Kurt era abbastanza prevedibile-
-ed è quello che ho fatto! Allora perché lo avete
rapito?- chiese esasperato
Blaine.
-perché ci serve che tu faccia una cosa per noi: dovrai
tornare a Westerville
per ricreare e seguire il glee club- gli spiegò Stronzo in
Poltrona, con un
ghigno soddisfatto.
-non posso, ho una vita qui! New York è piena di persone in
difficoltà, ho
delle responsabilità!-
-credo che dovrai abbandonare il lato
oscuro e tornare alla Dalton- disse il capo fintamente
dispiaciuto. Finalmente
si alzò dalla sua poltrona e si mise davanti a Kurt,
guardandolo sorridente.
Quando sentì il calcio nello stomaco, Kurt avrebbe davvero
voluto urlare ma,
avendo la bocca coperta, gli uscì solo un gemito strozzato.
Sentì la mano del ragazzo poggiarsi sotto il suo mento che
lo costrinse ad
alzare la testa e guardarlo negli occhi –sei proprio carino,
sarebbe un vero
peccato rovinare questo bel faccino*-
Poi accadde tutto velocemente. Un attimo prima Blaine si stava
dimenando nel
tentativo di andare ad aiutare Kurt, e un attimo dopo qualcuno aveva
sfondato
le finestre e la porta.
Un sacco di persone lottavano tra di loro, ma era tutto troppo confuso.
Kurt si
concentrò sui warblers che stavano combattendo contro quei
sconosciuti,
dimenticandosi che Stronzo in Poltrona era ancora davanti a lui.
Fu un pugno in faccia a ricordarglielo, che lo fece cadere
all’indietro e
sdraiare su un fianco. Era ancora legato, e i movimenti erano davvero
limitati.
Attendeva gli altri colpi, che fortunatamente non arrivarono.
Perché Nightbird
aveva colpito il Warbler alle spalle, approfittando
dell’elemento sorpresa.
E mentre lottava con lui, Kurt pensava solo a una cosa: Blaine era li,
e lo
stava salvando. Come sempre.
Arrivò un ragazzo biondo, che da quanto aveva capito si
chiamava Blonde Chameleon,
che aiutò Nightbird a combattere.
Kurt era un po’ confuso, soprattutto per la botta che aveva
preso quando era
stato colpito, e si accorse di avere Blaine davanti, solo quando gli
tolse
lentamente il nastro dalla bocca.
-Kurt? Kurt stai bene? Dio, non hai idea di quanto mi dispiaccia.
Davvero, le
cose non…-
Kurt si era fiondato sulle sue labbra, facendo non poca fatica data la
posizione scomoda in cui si trovava. Nightbird fu inizialmente sorpreso
dalla
sua intraprendenza, ma poi prese il volto di Kurt tra le mani e lo
attirò a se.
Baciare Kurt era meraviglioso e travolgente come la prima volta,
perché quando
le loro labbra si sfioravano, Blaine sentiva che non c’era
cosa più gusta al
mondo.
-Sentite zuccherini arcobalenosi, per quanto sia felice che siate
tornati
insieme sarebbe il caso di portare Kurt al sicuro!- li interruppe
Blonde
Chameleon, stendendo un warbler che stava per approfittare del loro
momento di
distrazione.
Si staccarono a malavoglia, e Blaine si affrettò a slegarlo,
poi lo prese per
mano e lo condusse verso l’uscita.
Arrivarci non fu facile, soprattutto per Blaine: c’era sempre
qualche
Daltoniano a sbarrargli la strada, e lui era costretto a combattere,
contro
quelli che un tempo considerava i suoi migliori amici.
Nightbird era quasi arrivato all’uscita, quando
sentì che Kurt lo tirava
indietro. Si voltò confuso, accorgendosi che a sua volta
Kurt era tenuto per la
caviglia dallo Stronzo in Poltrona, e non poteva muoversi. Questo era
steso a
terra con la faccia sporca di sangue, ma teneva saldamente la caviglia
di Kurt.
Stava per aiutarlo, ma la sua anima gemella fece tutto da sola: gli
diede un calcio
ben piazzato sulla faccia, per poi esclamare “beccati questa,
stronzo!” e
trascinarsi NIghtbird verso l’uscita.
Corsero per i corridoi buoi dell’edificio, e fortunatamente
non incrociarono
nessun Warbler. Arrivarono all’entrata per poi fermarsi a
riprendere fiato.
-Kurt, kurt ascoltami- gli disse Blaine- vedi quel muretto la? Dietro
ho
nascosto la mia macchina. Prendi le chiavi e chiuditi dentro, okay? E
se arriva
qualcuno guida lontano da qui- fece per rientrare
nell’edificio, ma Kurt lo bloccò.
-aspetta, dove stai andando?- gli chiese terrorizzato. Ora che
l’aveva
ritrovato non voleva perderlo una seconda volta.
-devo aiutarli Kurt, sono i miei amici e sono venuti solo per sostenere
me. Non
posso lasciarli da soli-
Il ragazzo annuì comprensivo, e lo lasciò andare.
Blaine fece nuovamente per andare, ma si bloccò
–mi amerai comunque?-
-come?- gli chiese Kurt, confuso.
-quello la ha detto che il mio essere supereroe è come avere
un “lato oscuro”. Non
ha tutti i torti. Quindi te lo chiedo: mi amerai? Anche con il mio lato
oscuro?-
Kurt gli stampò un bacio sulle labbra, e gli sorrise
–ho sempre avuto un debole
per il lato oscuro-
Miky’s Corner
Okay, ho visto l’immagine e
non ho resistito. Lo so,
credevate di esservi liberati di me? C:
Non c’è molto da dire, spero che vi sia piaciuta!
E una recensione sarebbe
davvero apprezzatissima, soprattutto perché la storia non mi
convince per
niente.
Ci tengo a precisare che è stato il mio telepatico a
costringermi a pubblicare,
quindi la colpa e sua u_u *da le colpe agli altri*
Grazie alla pagina glee
maniα; mαd
αbout new directions. » per aver
pubblicato la foto che ha dato inizio a
tutta la storia.
Un grazie speciale a Betty97 che mi sopporta e mi segue sempre, non so
come
farei senza di lei!
un bacio
Miky