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Autore: mikaela    28/11/2012    1 recensioni
"Questo è un messaggio per NightBird.
Abbiamo qualcosa che crediamo ti appartenga
Ma non ti preoccupare, siamo sempre molto attenti ai nostri ostaggi"
AU dove i warblers rapiscono l'ex-fidanzato di Blaine/Nightbird.
Riuscirà a salvarlo da quelli che riteneva i suoi migliori amici?
Buona lettura :)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a un amico speciale.
ha trovato il suo supereroe, che lo protegge tutti i giorni,
e non potrei essere più felice per lui.

 

 

 

Will you love me? Even with my dark side?

 

C’erano dei giorni in cui Blaine odiava se stesso con tutto il cuore. Giorni in cui rimpiangeva le scelte che nel tempo lo avevano portato a essere ciò che era.
In quei momenti si chiedeva perché fosse stato così stupido da accettare delle simili responsabilità, per di più a un’età così giovane.
Ma in quei giorni e in quegli stessi momenti gli pareva impossibile non pensare a quegli occhi blu come il cielo.
Era da quelli che tutto era cominciato, in quella calda giornata d’estate.

 

Quel giorno il suo gruppo di amici della Dalton aveva deciso di fare un giro per Lima, città poco distante dalla loro.
Nonostante fossero degli studenti di una scuola simbolo di buona educazione, erano pur sempre dei ragazzi, per cui non fecero molta fatica a cacciarsi nei guai.
Che poi Blaine non aveva capito bene perché Nick si fosse messo a urlare contro il commerciante di frutta, ma alla fine il gruppo si era ritrovato a correre per mezza Lima inseguito dal fruttivendolo e due suoi amici. Almeno finchè Flint non aveva avuto la geniale idea di nascondersi in quel bar.
E fu li che Blaine lo vide, dietro il bancone a servire il caffè: il ragazzo più bello del mondo.
I ricordi da li in poi divennero più confusi. Non saprebbe mai dire che fine fece il fruttivendolo, o se Nick riuscì a scampare alla sua furia.
L’unica cosa che ricordava era blu, blu come il cielo.

 

E allora capiva che avrebbe rifatto mille e mille volte quelle scelte, per lui.
A volte era dura, ed essere solo non lo aiutava, ma sapere che Kurt era al sicuro era l’unica cosa di cui aveva bisogno.
Ricorda il giorno in cui prese la scelta che cambiò radicalmente la sua vita.

 

Era appena uscito dall’ultimo incontro del suo Fight Club, e si sentiva carico ed energico. Tutti gli allenamenti fatti gli avevano dato una forza non comune: era di sicuro il più forte tra di loro, ed essendo più basso e giovane, era agile e veloce.
Andava molto fiero del suo club, e in più gli offriva un pretesto per passare al Lima Bean tutti i martedì e giovedì, visto che gli incontri si svolgevano nella città.
Quella sera era entrato come sempre con il suo sorriso a trentadue denti, che si era infranto alla vista dei due colossi che tenevano per il bavero della giacca Kurt, accanto alla cassa.
Nessuno parve accorgersi  della scena, eccetto una cameriera che pregava spaventata i due di lasciare in pace il suo amico.
Blaine non ci pensò nemmeno due volte ad affrontare i ragazzi.
-lasciatelo stare-
-come, Hobbit?- chiesero con un ghigno, voltandosi verso di lui. Kurt lo guardò stupito e spaventato, non aspettandosi di essere difeso da qualcuno.
-ho detto di lasciarlo stare. Non sono uno che ha molto autocontrollo davanti a scene del genere, quindi vi do ancora cinque secondi di vantaggio-
-ci prendi per il culo, nanetto?- chiese uno dei due, per poi mettersi a ridere.
Blaine chiuse gli occhi e contò cinque secondi esatti, poi andò addosso ai due, senza troppe cerimonie. Non si stupì di averli battuti così in fretta perché l’avevano sottovalutato, e non bisogna mai sottovalutare il proprio avversario.
- g-grazie- balbettò Kurt, arrossendo un poco.
-figurati, è stato un piacere- gli rispose Blaine sorridendo. Kurt ricambiò il sorriso, sollevato che fosse finita bene.
Blaine giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per non vedere  quel ragazzo spaventato in quel modo.

 

Fu la notte di quello stesso giorno che nacque Nightbird, anche se allora non si chiamava così. Era semplicemente lui, con una tuta nera, un cappuccio e una sciarpa che gli copriva la faccia. Fare “il paladino della giustizia” era una cosa che si addiceva perfettamente a Blaine e al suo carattere.
Aveva iniziato con Westerville, fermando piccoli furti o scippatori; anche se non erano loro il suo obbiettivo principale, Blaine sapeva di aver bisogno di allenamento.
Solo quando era diventato abbastanza pratico a scavalcare i cancelli della scuola, andare in giro senza essere visto e tornare indietro, si era mosso verso il suo vero obbiettivo: Lima.
Sentiva di dover proteggere Kurt, e fu esattamente ciò che fece. E mentre di giorno i due ragazzi legavano tra di loro sempre di più, la notte Blaine si occupava di quegli omofobi che tormentavano Kurt tutto il tempo.
Quest’ultimo aveva notato che da quando conosceva Blaine, il bullismo verso di lui era notevolmente diminuito, ma non avrebbe mai collegato le due cose.
Poi arrivò il giorno più bello della vita di entrambi, nonché l’ultimo di Pavarotti; vedendo quel pennuto morire così all’improvviso, Blaine capì che, per la vita che conduceva, sarebbe potuto capitargli la stessa cosa.
E così si dichiarò a Kurt, felice di scoprire che quest’ultimo non aspettava l’altro.

Da quel giorno divennero inseparabili: Kurt andava alla Dalton, Blaine a Lima, oppure si incontravano a metà strada.
Entrambi stavano trascurando i loro amici (soprattutto Blaine con la sua “doppia vita”), ma per Kurt e Blaine i momenti passati insieme erano sempre troppo pochi.
Per questo Anderson arrivò ad un’altra scelta che lo portò a perdere i suoi migliori amici.

 

-Me ne vado- disse, senza molti rigiri di parole, causando una confusione generale.
-Blaine, ma che stai dicendo?- chiese Wes, il capo consiglio, visibilmente scioccato.
-io vi adoro ragazzi, lo sapete. Ma non posso restare qui: il mio cuore è al McKinley, è quello il mio posto- disse, sinceramente.
I suoi amici non la presero molto bene quando capirono che la causa era Kurt, ancora una volta.
-ci hai trascurato da quest’estate solo per passare qualche minuto con questo ragazzo, e ti abbiamo mai giudicato? Quando sei mancato a quasi tutte le prove degli Warblers ti abbiamo mandato via? No! Allora perché ci fai questo?-
Blaine fu preso in contropiede, ma non batté ciglio.
-è quello che voglio fare, mi dispiace che voi non capiate ragazzi, ma non tronerò indietro-
-ricorda Blaine: un giorno la pagherai per ciò che hai fatto!-
Ma il riccio non diede peso alle loro parole.

 

Blaine si buttò nel divano, con la posta tra le mani, ripensando a quei ricordi.
iniziò a sfogliare le buste con disinteresse, finchè un pacchetto molto sottile (che aveva scambiato  per un’altra delle lettere) attirò la sua attenzione.
Dentro trovò un cd, senza nessun indizio di chi potesse essere il mittente, e afferrò il portatile sul tavolino per guardarlo.
Ebbe un tuffo al cuore quando immaginò che magari era da parte di Kurt. Ma poi scacciò l’idea, perché anche se lui continuava a vigilare su di lui, non si sentivano da mesi.

Sullo schermo del portatile apparve il volto di un ragazzo sconosciuto, forse poco più piccolo di lui, che indossava la divisa della Dalton e lo “guardava” sghignazzando.
Una mano poggiava sul bracciolo della poltrona, mentre l’altra teneva alto il mento di… Kurt.
Il ragazzo a terra in una posizione scomoda, legato e sorretto dall’altro ragazzo, era il suo Kurt.
Lo stesso che aveva giurato di proteggere, a costo di perderlo per sempre.

 

Blaine lo guardò, sentendo i pezzi del suo cuore cadere a terra.
-io sono stato con un altro- disse, mentre la sua testa urlava “no Kurt, non è vero, ma devo proteggerti!”
- c-che cosa?-
-mi dispiace così tanto Kurt, ma.. è la verità- continuò, mentre avrebbe voluto dire “io ti amo, non lo farei mai, ma è l’unico modo per tenerti al sicuro, lo capisci?”
Kurt tremò e le lacrime scesero dai suoi occhi, mandando definitivamente in frantumi il cuore di Blaine.
Quello era uno dei momenti in cui si pentiva di essere Nightbird.

 

-questo è un messaggio per Nightbird- disse il ragazzo sullo schermo, svegliandolo dai suoi pensieri.
-Abbiamo qualcosa che crediamo ti appartenga- continuò, alzando ancora un po’ il volto di Kurt, in modo che fosse ben visibile. Blaine stava andando nel panico: perché non era riuscito a proteggerlo?
-Ma non ti preoccupare, siamo sempre molto attenti ai nostri ostaggi- disse, con tono sarcastico.
Il riccio non smetteva di fissare Kurt, che aveva la sua solita aria fiera e orgogliosa, riuscendo a nascondere un po’ la paura che provava in quel momento.
E poi Blaine vide lo stesso sguardo, perso e terrorizzato, che Kurt aveva avuto alla caffetteria, davanti a quei bulli.
Aveva fallito, non era riuscito a cancellare quel terrore nei suoi occhi.

 

 

 

Kurt era seduto accanto alla poltrona di quello strano ragazzo, legato ed imbavagliato. Aveva provato in tutti i modi a fuggire, ma loro erano troppi e non sapeva nemmeno dove si trovavano. Doveva essere un edificio abbandonato, poiché la stanza in cui era rinchiuso aveva l’aria di essere trascurata da anni. Non sapeva precisamente da quanto tempo era li dentro, visto che non aveva orologi e le finestre erano sbarrate.
Alcuni ragazzi erano seduti per terra e giocavano a carta, mentre altri confabulavano. E indossavano tutti la divisa della Dalton, anche se non sapeva il perché.
Che aveva fatto di male?
Secondo lo Stronzo in Poltrona (come lo aveva chiamato lui) Nightbird sarebbe venuto per salvarlo. Conosceva il famoso supereroe di New York, ma che collegamento aveva con lui?
I suoi pensieri furono interrotti da due ragazzi di quel gruppo che entrarono nella stanza. Era una specie di salotto con i mobili rovinati e le pareti spoglie e un po’ marce.
E fu solo grazie alla tenue luce che veniva dalle candele sparse per la stanza, che vide il supereroe dal costume blu tenuto per le braccia tra i due ragazzi.
Era davvero venuto a salvarlo?
-Nightbird, è un piacere incontrarti. I tuoi compagni warblers mi hanno parlato un sacco di te- fece lo Stronzo in Poltrona.
Warblers? A Kurt venne in mente qualcosa.
“I warblers erano gli amici di Blaine!” ricordò improvvisamente. Dovevano essere proprio loro, ma lui li ricordava come dei ragazzi buoni e simpatici.
Il supereroe non fiatò, guardandolo con odio e strattonando un po’ le braccia, nel vano tentativo di liberarsi.
-su Nightbird, non essere maleducato. Si fa così con i tuoi migliori amici? O forse dovrei chiamarti Blaine?-
Kurt spalancò gli occhi sorpreso. Non poteva essere, le cose quadravano troppo per essere semplici coincidenze.
Guardò il supereroe negli occhi, che nel frattempo si era avvicinato, e lo riconobbe: era lui, era il suo Blaine.
Quest’ultimo lo guardò dispiaciuto, per poi rivolgersi al ragazzo in poltrona.
-lasciatelo stare-
E per Kurt fu impossibile non pensare a quella volta in caffetteria, dove lo aveva difeso. Era sempre stato così? Lo aveva protetto tutto il tempo, come quella prima volta?
-non così in fretta Anderson, non sei curioso di scoprire come siamo arrivati fino a qui? Nemmeno come siamo riusciti a farvi lasciare?-
-ma che stai dicendo? Io ho lasciato Kurt di mia spontanea volontà!- esclamò Blaine, ma poi cambiò qualcosa nel suo sguardo- aspetta, siete stati voi a…-
-… entrare in casa Hummel e spaventare Burt? Vedo che non sei poi così scemo- fece il capo warbler, con un ghigno.
Kurt era sempre più confuso. Troppe domande gli frullavano per la mente, e non riusciva a credere che i ladri che avevano minacciato con una pistola suo padre, quella notte di mesi fa, fossero i vecchi amici di Blaine.
Il supereroe perse il controllo –siete stati voi??? Siete SEMPRE STATI VOI?! Burt ha avuto un attacco al cuore! È finito in ospedale! Perché? Che vi ha fatto di male Kurt? Perché fare questo a suo padre?-
-ti ha allontanato da noi, ecco che ha fatto- disse uno dei ragazzi- le cose sono andate male da quando te ne sei andato, e te ne è mai importato qualcosa? No! Perché tu dovevi giocare a fare il supereroe!-
-abbiamo perso tutti i concorsi a cui abbiamo partecipato, tutte le gare e i soldi!- fece un altro.
-ci hanno tolto il club, i nostri genitori ci hanno dato per falliti!-
-io non ho nessuna colpa! E nemmeno Kurt!- si difese il supereroe.
-SI INVECE!- sbraitò un altro dei ragazzi.
-tu gli hai tolto tutto Blaine- disse lo Stronzo in Poltrona –per questo hanno chiesto aiuto a me. E quale modo migliore di vendicarsi se non toglierti la cosa più importante della tua vita?
Io conosco i tipi come te, Blaine Anderson. Tutti pieni di sani principi, giustizia e stronzate varie. Come avresti reagito scoprendo che il padre del tuo ragazzo era stato attaccato solo per scovare te?
Che avresti lasciato Kurt era abbastanza prevedibile-
-ed è quello che ho fatto! Allora perché lo avete rapito?- chiese esasperato Blaine.
-perché ci serve che tu faccia una cosa per noi: dovrai tornare a Westerville per ricreare e seguire il glee club- gli spiegò Stronzo in Poltrona, con un ghigno soddisfatto.
-non posso, ho una vita qui! New York è piena di persone in difficoltà, ho delle responsabilità!-
-credo che dovrai abbandonare il lato oscuro e tornare alla Dalton- disse il capo fintamente dispiaciuto. Finalmente si alzò dalla sua poltrona e si mise davanti a Kurt, guardandolo sorridente.
Quando sentì il calcio nello stomaco, Kurt avrebbe davvero voluto urlare ma, avendo la bocca coperta, gli uscì solo un gemito strozzato.
Sentì la mano del ragazzo poggiarsi sotto il suo mento che lo costrinse ad alzare la testa e guardarlo negli occhi –sei proprio carino, sarebbe un vero peccato rovinare questo bel faccino*-
Poi accadde tutto velocemente. Un attimo prima Blaine si stava dimenando nel tentativo di andare ad aiutare Kurt, e un attimo dopo qualcuno aveva sfondato le finestre e la porta.
Un sacco di persone lottavano tra di loro, ma era tutto troppo confuso. Kurt si concentrò sui warblers che stavano combattendo contro quei sconosciuti, dimenticandosi che Stronzo in Poltrona era ancora davanti a lui.
Fu un pugno in faccia a ricordarglielo, che lo fece cadere all’indietro e sdraiare su un fianco. Era ancora legato, e i movimenti erano davvero limitati.
Attendeva gli altri colpi, che fortunatamente non arrivarono. Perché Nightbird aveva colpito il Warbler alle spalle, approfittando dell’elemento sorpresa.
E mentre lottava con lui, Kurt pensava solo a una cosa: Blaine era li, e lo stava salvando. Come sempre.
Arrivò un ragazzo biondo, che da quanto aveva capito si chiamava Blonde Chameleon, che aiutò Nightbird a combattere.
Kurt era un po’ confuso, soprattutto per la botta che aveva preso quando era stato colpito, e si accorse di avere Blaine davanti, solo quando gli tolse lentamente il nastro dalla bocca.
-Kurt? Kurt stai bene? Dio, non hai idea di quanto mi dispiaccia. Davvero, le cose non…-
Kurt si era fiondato sulle sue labbra, facendo non poca fatica data la posizione scomoda in cui si trovava. Nightbird fu inizialmente sorpreso dalla sua intraprendenza, ma poi prese il volto di Kurt tra le mani e lo attirò a se.
Baciare Kurt era meraviglioso e travolgente come la prima volta, perché quando le loro labbra si sfioravano, Blaine sentiva che non c’era cosa più gusta al mondo.
-Sentite zuccherini arcobalenosi, per quanto sia felice che siate tornati insieme sarebbe il caso di portare Kurt al sicuro!- li interruppe Blonde Chameleon, stendendo un warbler che stava per approfittare del loro momento di distrazione.
Si staccarono a malavoglia, e Blaine si affrettò a slegarlo, poi lo prese per mano e lo condusse verso l’uscita.
Arrivarci non fu facile, soprattutto per Blaine: c’era sempre qualche Daltoniano a sbarrargli la strada, e lui era costretto a combattere, contro quelli che un tempo considerava i suoi migliori amici.
Nightbird era quasi arrivato all’uscita, quando sentì che Kurt lo tirava indietro. Si voltò confuso, accorgendosi che a sua volta Kurt era tenuto per la caviglia dallo Stronzo in Poltrona, e non poteva muoversi. Questo era steso a terra con la faccia sporca di sangue, ma teneva saldamente la caviglia di Kurt. Stava per aiutarlo, ma la sua anima gemella fece tutto da sola: gli diede un calcio ben piazzato sulla faccia, per poi esclamare “beccati questa, stronzo!” e trascinarsi NIghtbird verso l’uscita.
Corsero per i corridoi buoi dell’edificio, e fortunatamente non incrociarono nessun Warbler. Arrivarono all’entrata per poi fermarsi a riprendere fiato.
-Kurt, kurt ascoltami- gli disse Blaine- vedi quel muretto la? Dietro ho nascosto la mia macchina. Prendi le chiavi e chiuditi dentro, okay? E se arriva qualcuno guida lontano da qui- fece per rientrare nell’edificio, ma Kurt lo bloccò.
-aspetta, dove stai andando?- gli chiese terrorizzato. Ora che l’aveva ritrovato non voleva perderlo una seconda volta.
-devo aiutarli Kurt, sono i miei amici e sono venuti solo per sostenere me. Non posso lasciarli da soli-
Il ragazzo annuì comprensivo, e lo lasciò andare.
Blaine fece nuovamente per andare, ma si bloccò –mi amerai comunque?-
-come?- gli chiese Kurt, confuso.
-quello la ha detto che il mio essere supereroe è come avere un “lato oscuro”. Non ha tutti i torti. Quindi te lo chiedo: mi amerai? Anche con il mio lato oscuro?-
Kurt gli stampò un bacio sulle labbra, e gli sorrise –ho sempre avuto un debole per il lato oscuro-

 

 

 

Miky’s Corner

Okay, ho visto l’immagine e non ho resistito. Lo so, credevate di esservi liberati di me? C:
Non c’è molto da dire, spero che vi sia piaciuta! E una recensione sarebbe davvero apprezzatissima, soprattutto perché la storia non mi convince per niente.
Ci tengo a precisare che è stato il mio telepatico a costringermi a pubblicare, quindi la colpa e sua u_u *da le colpe agli altri*
Grazie alla pagina glee maniα; mαd αbout new directions. » per aver pubblicato la foto che ha dato inizio a tutta la storia.
Un grazie speciale a Betty97 che mi sopporta e mi segue sempre, non so come farei senza di lei!
un bacio

Miky

   
 
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