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Autore: _vdechelon    29/11/2012    1 recensioni
Piccolo esperimento. Ho pensato a questa storia come una storia a capitoli, ma volevo prima vedere se funzionasse. I personaggi principali sono Shannon e Jared, con ovviamente la ragazza, che a causa del suo DNA, porta crisi tra i due fratelli.
«Sei uno stronzo. Tu non sai amare. Non sai cos’è l’amore.» Ringhio, andandogli contro.
«Perché tu si? Sei solo una bambina.»
«Io non sono una bambina. Sono cresciuta senza di te, con le mie forze, con l’aiuto di mia madre, e di sicuro so cosa significa soffrire realmente per qualcuno, talmente che ti ha spezzato, che continui ad amarlo. Perché certi legami non si possono spezzare. Si perché io ho pensato, soltanto per un secondo, che io potessi sentirmi amata da te.»
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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What we were, what we are, it's hidden in the scars.
 

«Questo è per te.» Jared tende la mano, porgendomi quello che sembra un biglietto aereo. Quando leggo la destinazione, il mio cuore si spezza. Londra. Vuole rispedirmi a casa. Come un elettrodomestico danneggiato ancora in garanzia. Iniziano a salire le lacrime, lo guardo, specchiandomi in quegli occhi, uguali ai miei. Lui è impassibile, ma anche arrabbiato.
«Vuoi che me ne vada?» Chiedo con la voce spezzata, una prima lacrima mi riga il viso.
«È per il tuo bene, Annie.» Dice, mantenendo lo sguardo serio e bugiardo.
«Il mio bene? Perché, tu mi vuoi bene?» Dico, quasi inorridita da quell’uomo che pensavo potesse essere per davvero il mio papà. Ma mi sbagliavo.
«Certo che ti voglio bene, ma non posso accettare quello che… è successo.» Alza gli occhi, con l’espressione disgustata, camminando per il salotto di casa sua. Le lacrime assumono rapidità, alzo la testa, cercando di calmarmi.
«Sei uno stronzo. Tu non sai amare. Non sai cos’è l’amore.» Ringhio, andandogli contro.
«Perché tu si? Sei solo una bambina.»
«Io non sono una bambina. Sono cresciuta senza di te, con le mie forze, con l’aiuto di mia madre, e di sicuro so cosa significa soffrire realmente per qualcuno, talmente che ti ha spezzato, che continui ad amarlo. Perché certi legami non si possono spezzare. Si perché io ho pensato, soltanto per un secondo, che io potessi sentirmi amata da te.» Non ho più fiato, a causa delle lacrime e di piccoli singhiozzi. Lui si avvicina, ma io mi scanso.
«Ti rendi conto di quello che hai fatto? Sei andata a letto con tuo zio. Sangue del tuo sangue.»
«Io lo amo!» Urlo i miei sentimenti e a varcare l’ingresso del salotto è proprio lui, Shannon. Mi guarda, ha l’espressione spezzata, poi abbassa lo sguardo.
«Ti ho detto di andare via.» Jared ringhia, andando incontro al fratello.
«Jared, ti prego…» La voce di Shannon è bassa, vorrei abbracciarlo, ma continuo a piangere.
«Ti prego un cazzo! È finita Shannon, tutta questa situazione del cazzo è finita.» Shannon cambia espressione, sgranando gli occhi.
«Che significa? Non possiamo sciogliere la band.» Assume un tono preoccupato, e spaventato.
«Dici? Ormai è già tutto deciso!» Jared dà le spalle al fratello, e ora, il senso di colpa inizia a divorarmi. È tutta colpa mia. Guardo Shannon, ha gli occhi lucidi, lo sguardo perso.
«Jared, ok, vado via, ma ti prego, non distruggere il lavoro di anni, non distruggere il sogno di milioni di persone.» Lo supplico avvicinandomi, esita, poi mi guarda, mantenendo il suo sguardo serio e arrabbiato.
«Ritorna a casa Annie, ci penserò io a te economicamente, ma ora devi andare. Il tuo volo è fra 4 ore. Vai.» Mi arrendo, mi ricompongo, asciugo il viso completamente bagnato con il dorso della mano e tiro su il naso.
«Ok, me ne vado.» Riprendo il biglietto appoggiato sul tavolino, e lentamente mi dirigo verso la porta d’ingresso. Quando arrivo accanto a Shannon, lui non mi guarda, e mi accorgo di una lacrima rubata che gli ha rigato il viso. Trattengo le mie emozioni, e a malincuore, dico l’unica cosa che potrei dire in questo momento. «Addio.» Stringo gli occhi, ed esco da quella casa. Rimango per un minuto fuori al porticato, poi cammino verso la strada, per chiamare un taxi. Sono rimasta da sola, ancora una volta.

Il mio volo parte a mezzanotte circa. Ma, per mia sfortuna ha mezz’ora di ritardo. Dovrò rimanere in sala d’attesa, con la tentazione di tornare da lui, l’uomo di cui mi sono innamorata per errore. Mi appoggio allo schienale, metto le cuffiette e premo play, e chiudendo gli occhi, penso a tutto quello che ho vissuto in questa città degli angeli, con il sottofondo di L490.
Ho incontrato mio padre, per la prima volta, ho sorriso, abbiamo scherzato, ci siamo conosciuti. Almeno, io ho conosciuto lui. Poi, mi sono innamorata, della persona sbagliata, al momento sbagliato. Ho incontrato i suoi occhi color nocciola, le sue labbra morbide, la sua spontaneità, il suo umorismo. Mi sono innamorata di Shannon, credo proprio dal primo momento in cui l’ho visto, intento ad accordare alcune note, con la sua chitarra, perso nella sua musica.
Qualcuno mi sfiora la mano, una pelle calda viene in contatto con la mia. Riapro gli occhi e quando incontrano i suoi, il battito del mio cuore accelera.
Tolgo le cuffiette, e abbasso lo sguardo. Stanno risalendo le lacrime. Anche se ne ho abbastanza di piagnucolare.
«Shannon, che ci fai qui?»
«Scusami, ma… non potevo lasciarti andare senza dirti, quello che dovrei.» Ritorno in contatto con la sua pelle, stringendogli la mano, intrecciando le nostre dita.
«Mi dispiace, per tutto quanto, è tutta colpa mia.» Dico, stringendogli forte la mano.
«No… è anche colpa mia. Mi sono fatto prendere dai sentimenti, così forti.» Dice, guardando il vuoto.
«Shannon io… io ti amo.»Una lacrima scende velocemente, cadendo sulla mia mano. Shannon mi asciuga il viso, poi mi accarezza la guancia con il pollice.
«Ti amo anche io, Annie.» Accenno ad un sorriso, lui mi attira a se, e le nostre labbra si toccano forse per l’ultima volta. L’altoparlante m’informa che il volo parte fra venti minuti e che i passeggerei devono affrettarsi a salire.
«È mezzanotte.» Dice, sorridendo. Aggrotto la fronte, poi mi ricordo della data di oggi. «Già. Ora non rischi più il carcere.» Ride, e ritorna alle mie labbra per altri piccoli istanti di noi.
«Ora devi andare.»
«Già.» Mi mordo il labbro inferiore, per trattenere le lacrime. Lui mi avvicina a lui e mi abbraccia, e lo stringo forte. Ci alziamo dalle sedie di plastica, e io metto sulle spalle il mio zainetto.
«Ciao.» Mi dice, e prima che scoppi di nuovo in lacrime, gli accarezzo il viso.
«Ciao.» Sussurro, con la voce spezzata, e mi dirigo verso l’ingresso per il mio volo.
Ho il cuore spezzato, forse non ci rivedremo mai più, forse lui mi dimenticherà. Io non so se ci potrei riuscire. Dimenticare tutto questo. Jared, Shannon, Tomo e gli altri. Ho rovinato tutto. Ho rovinato la mia unica possibilità di essere felice. Poi salutarci in quel modo, come se non fosse realmente ciò che è. Mentire a noi stessi, quando la realtà è tristemente un’altra. Un addio.
  
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