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Autore: marti97    29/11/2012    1 recensioni
A volte ti penso ancora. Lo ammetto, vorrei averti qua. Ma devi appartenere al passato e basta te. Voglio godermi il presente. Mi hai fatto crescere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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21/7/2012 Dopo 12 ore estenuanti di viaggio in pullman, sono finalmente arrivata in Puglia. Sono davvero stanca, ho dormito solo 2 ore in tutta la notte; ma sono anche eccitata, felice! È estate e non vedo l'ora di divertirmi. Ho scelto un villaggio come luogo dove passare le vacanze perché è più semplice fare amicizia e divertirsi. Dopo 5 ore di attesa ci consegnano la chiave e finalmente io, mia mamma e i miei due fratelli possiamo andare in stanza; subito mi sdraio sul letto e mi addormento, finché non vengo svegliata per andare a mangiare! In ritardo come al solito, mi faccio velocemente una doccia e intreccio i capelli ancora bagnati; pronti per questa avventura. Si parte! 22/7/2012 Mi sveglio felice, eccitata e subito vado a fare colazione. Dopo di che, prendo la navetta e vado in spiaggia! Che bello sentire i granuli infilarsi tra le dita dei piedi, sentirsi i piedi bruciarti a quel contatto e percepire l'odore del mare: è una cosa che mi rilassa, mi fa capire che finalmente è vacanza! Sono libera! Faccio il bagno, scherzo e mi diverto con la mia famiglia; ma non é questo ciò che voglio. Ma devo aspettare solamente! Il pomeriggio lo passiamo in piscina; passa molto velocemente e mi trovo a entrare nella sala da pranzo dove tutti gli animatori mi accolgono allegramente; uno inizia a parlarmi: 'mica male il tipo eh!'. La sera vado in arena a vedere la presentazione e decido di iscrivermi allo 'junior club'. E nell'iscrivermi conosco lui: Gabriele. Vederlo non mi fa alcuno effetto: anzi, mi soffermo principalmente a fissare l'animatore dell'altro giorno! È carino direi.. Iscrizione completata, a domani! 23/7/2012 Il ritrovo dello junior club è in teoria alle 10 in spiaggia, ma sfortunatamente piove! Così piano piano ci raduniamo tutti nella hall e andiamo al bar per parlare e conoscerci meglio. Ci sistemiamo a bordo piscina in cerchio e facciamo il giro delle presentazioni: scopro che il suo nome è Gabriele e che ha 22 anni, quasi 23. Vabbe, incominciano i balli: io odio ballare. Sono incapace! Ma lui mi convince e io cerco di imparare qualcosa, ma sono un completo disastro! Però mi sono lasciata andare e mi sono anche divertita con le altre! Il ritrovo è il pomeriggio alle 4.15: per una volta nella vita cercherò di essere puntuale! Il pomeriggio passa normalmente, abbiamo giocato a palla prigioniera. Arriva la sera e mi trovo con tutte le altre per andare nella pizzeria abbandonata poiché fuori piove. Ci divertiamo un casino, ridiamo e scherziamo; poi ci spostiamo al bar: i nostri amici sono ubriachi marci e ci dicono che poi arrivano anche gli animatori! La mamma però non mi aveva ancora dato un coprifuoco, così a mezzanotte e mezza torno indietro. 24/7/2012 La mattina piove ancora: che palle! Dormivo così bene finché le donne delle pulizie non sono venute a svegliarmi e mi hanno buttata fuori di casa praticamente in pigiama! Che nervoso! Meno male che la mamma mi aveva portato una brioche, ero affamata! Incontro il gabri e gli altri: andiamo al bar e giocano a biliardino con gli omini finti: che gioco stupido. Io intanto messaggio con uno: il gabri gli affari suoi non se li sa fare (l'ho capito sin da subito) e inizia a leggere. Lo sfotte e basta: è simpatico. Ci ritroviamo il pomeriggio e andiamo a giocare a pallavolo. Torniamo per i balli di gruppo e io mi invento una palla per non ballare: mia mamma mi ha detto di tornare prima. Tu mi credi e mi dai un buffetto sotto il mento. Perché? Non dovevi. Da qui è iniziato a cambiare tutto. Il mio cuore ha iniziato a correre verso le tue mani. Purtroppo. Ti saluto imbarazzata, con il sorriso stampato in faccia, come un ebete. La sera mi chiama la Laura con la Viviana e mi parlano del tipo con cui 'mi sento': ma a me non importa, m'interessi solo te. Prima che mi chiamassero, mi sei passato davanti e con fare interrogativo mi hai chiesto se ero al telefono con il mio fidanzato. Ti ho sorriso e ti ho detto di no. Tu mi hai sorriso e mi hai dato un altro buffetto al mento. Facendomi perdere di nuovo la ragione. Finita la chiamata rientro, inizia un gioco. Ci sediamo per terra, dietro una sedia, al nostro capitano. Spiegano il gioco ma non ho capito niente: mi gironzoli di continuo attorno, finché non alzo la testa e mi fissi negli occhi per qualche istante che mi appare infinito prima di aprire bocca. E qui ti sei impadronito del mio cuore: qui ho capito che mi interessavi. Forse troppo. Inizi a parlarmi e a spiegarmi le regole. Di fianco ho un altro animatore e ogni volta che ci parliamo intervieni te. Sei geloso? Mi fai fare i film mentali. Faccio apposta e ti vedo sempre più teso. Finché l'altro animatore non se ne va e questo gioco di sguardi e parole termina. Questa sera sono caduta nella tua trappola: probabilmente te ne dei accorto. Capisci che devi allontanarti. E lo fai nel peggiore dei modi l'indomani. 26/7/2012 Dobbiamo fare le prove per lo spettacolo: c'è il sole, mamma vuole andare in spiaggia giustamente. Scendiamo tutti ma poi viene a piovere; ti arrabbi: ci avevi avvertiti che sarebbe venuto a piovere e che era meglio rimanere in villaggio a provare. Te la prendi con me e Silvia perché siamo scese in spiaggia. Ti odio. Mi tratti davvero di merda. È ci rimango malissimo. Cosa è cambiato da ieri sera? Sono passate solo 10 ore eppure mi accorgo che sei molto distante da me. È mi fai male. Tanto. Ho voglia di prenderti a schiaffi sei solo uno stronzo. Poi mi chiedi scusa e non so dirti di no. Non so mandarti a quel paese come avrei dovuto fare. E sbaglio. Il pomeriggio non succede niente, decidiamo solo che spettacoli fare. Non accetti l'idea che io non voglia partecipare: e anche questa volta non so dirti di no. Mi sento una stupida. Ti sei allontanato tantissimo da me; mi parli solo se devi. I tuoi sorrisi sono forzati, non hai più gli occhi che s'illuminano nel parlarmi. È mi manchi già. La sera torni te, quello per cui ho preso una cotta spaventosa. Mi cerchi, mi trovi, mi parli, mi fai ridere, mi fai ballare: non sono capace e mi sfotti un poco. Ma sono felice, dei vicino a me. Di nuovo. So che stai solo giocando, ma non so vincere questo gioco, so solo farne parte e perdere. Vado a letto felicissima! 27/7/2012 È il giorno dello spettacolo. Ho tanta ansia, anche perché le battute me le dai solo il pomeriggio perché al mattino non posso venire alle prove: c'è il sole e mamma vuole vada in spiaggia con lei. Ha ragione. Ti arrabbi, ma non puoi farci nulla. Accetti e basta. Il pomeriggio chiedi di copiare i testi dal cellulare su un foglio di carta. Mi offro per farlo e mi ringrazi. Sei scazzato. Se ne sono accorti tutti: uno ti dice: 'la tua ragazza non te l'ha data stanotte?'. Tu rispondi per le rime ma non ti ascolto. Il respiro mi si è fermato. Non ci credo: appartieni a un'altra ragazza. Mi hai fatto credere un sacco di cose inesistenti. Mi sento una merda, uno schifo. Quando ti porto i fogli mi chiami 'tesoro'. Mi fai solo male: e lo sai. Te lo leggo negli occhi. Sai che mi fai male e ti dispiace, ma non ti risparmi. Leggi la sofferenza sul mio volto, ma non te ne curi. Ti odio ancora di più, mentre la mia voglia di te aumenta. Mi contraddico lo so ma non posso farne a meno. Sei troppo importante. La sera sono tesa come la corda di un violino: ho paura di sbagliare tutto. Mi abbracci tutto il tempo, lo so sono una cozza ma approfitto di tutto ciò. Non voglio farmi scappare questa occasione. Mi tieni stretta a te come fossi la tua ragazza. Lei ti fissa, non so se è gelosa. Forse no. Devo entrare sul palco: tocca a me. Ho troppa paura, ma mi abbracci e mi baci una tempia. Mi fai calmare incredibilmente. Mi dici che sono forte e che ce la farò di sicuro; tu non sbagli mai. Va alla grande; sono felice. Ti salto addosso e mi dici che sono stata bravissima! Ti bacio una guancia. Mi sorridi guardandomi negli occhi: sei felice, fiero di me. E io sempre più innamorata di te. Voglio guardare con te gli altri spettacoli, mi dici di si: ma poi ci sono quegli altri deficienti che fanno casino e sei costretto a mandarmi di la. Leggi la delusione sul mio volto e mi consoli. Mi fai battere il cuore come non mai. 27/7/2012 È il giorno del gala. Tutti eleganti. Devo indossare un vestito. Prima però facciamo il bagno in piscina insieme e mi fissi: vuoi ma non puoi. E mi fai male, tanto. (Il tuo amore prima uccide poi si pente). Odi il fatto che messaggio con dei ragazzi: mi freghi il telefono e gli rispondi tu. Mi fai ridere: sei bellissimo. Arriva la sera e mi piastro anche i capelli. Indosso il tanto agognato vestito. Mi sento strana, diversa. Ho il cellulare in mano anche per fare la foto con mio fratello. Odi la mia droga per il telefono. Me lo freghi e te lo metti nella giacca. Faccio la foto. Con la mia amica, la fotografa che sa fare le foto solo a me. Fatta la foto, rivoglio il telefono. Fai finta di non averlo; c'è li anche mia mamma, non puoi giocare. La mamma è già andata avanti, io la seguo ma mi prendi per un braccio: mi dici che sono bellissima. Ti rispondo che non è vero: sono imbarazzata non me lo aspettavo. Me lo ripeti. Ti sorrido e vado via. Forse mi sono innamorata di te in quel momento. O forse no. 28/7/2012 Ho le mie cose. Che palle! Tutti in piscina e io l'unica fuori. Mi vedi incantata a fissarti. Esci dall'acqua e ti presto l'asciugamano. Lo usi come fosse il tuo. Mi fai sorridere. Ti siedi affianco a me e parliamo. Ti chiedo dei tuoi tatuaggi; tu mi chiedi direttamente perché voglio tornare a Milano. Subito mi chiedi se è per lui. Non ti rispondo: supponi di si, ma lo faccio solo per fatto ingelosire. Non c'è nessun lui: e vinco io stavolta. Ti racconto del basket, di Nicolò, del fumo ( tu che fumi e ne vai fiero); tu mi parli dei tuoi sogni, del tuo lavoro. Mi fai mancare l'aria quando mi dici che forse quello stesso sabato pomeriggio te ne vai. Non puoi farlo, io non posso stare li senza di te. Sarebbe tutto troppo vuoto. Mi tranquillizzi e mi accarezzi una guancia. Ma non mi parli di lei. Eviti l'argomento nonostante io facessi di tutto per portarti li. La sera c'è uno spettacolo orrendo. Che ti tiene lontano da me tutta la sera. 29/7/2012 Mi sono innamorata di te. Oggi. È domenica e gli animatori si risposano. Non ci vediamo tutta la giornata; finché non si va nella sala pranzo. Sto prendendo il pane con Samu. Alle spalle mi parli, dopo che per tutto il tempo avevo sperato tu fossi all'entrata per augurare buona cena. Samu va dalla mamma. Io e te. Tu e io. Parliamo come fossimo soli al centro della sala. Scherziamo, ridiamo e mi chiedi cosa ho fatto tutta la giornata senza vederti neanche un minuto. I nostri sguardi sono incatenati. Mi sento nuda: mi stai scavando nell'anima. Hai capito ogni minimo particolare di me. Sei l'unico. Mi accompagni al tavolo e inizi a scherzare con mia mamma. Prima di farlo, mi guardi e mi dici che quella sera ero bellissima. Mamma si accorge che qualcosa non va, che io è lui avevamo una confidenza, un affiatamento non normale. È inizia a domandare cosa ci fosse tra me e te. Niente. Purtroppo. O meglio: di tutto, ma niente. La sera Ivano mi chiede di ballare: sei geloso: non vuoi vedermi con lui. Con nessuno. Mi dici di ballare con te. Accetto. Mi sento completata. Sono felice. Ma presto devi andartene. Devi rispettare dei compiti. Smetto di ballare. Mi siedo: arrivi e mi fai tornare il sorriso. Chiacchieriamo ancora: sono felice. Sono semplicemente innamorata. 30/7/2012 Dovevamo andare in barca a vela: ma c'è troppo vento. Io dovevo venire con te sulla barca perché ho le mie cose e non volevo cadere in mare. Che palle! Decidete di fare il bagno: mi chiedi di tenerti la maglietta e il codino. Il tuo codino. Nessuno, nessuno poteva tenerlo. Io però si. Mi ha fatto piacere questo gesto. Annuso la tua maglia, mi riempio del tuo odore: sono drogata di te. Sniffo il tuo odore. Potessi, mi farei di te. Ho bisogno di te. Torni e spero ti dimentichi il codino. Ma purtroppo non succede. È ora di tornare e ti saluto dandoti un buffetto sotto il mento: sei sorpreso come me per questo gesto. Ti guardo e ti dico di farti la barba. Nel frattempo mi fai un buffetto te. Te lo rido. Sembriamo due scemi. Alla fine me ne vado. Come tutti gli ultimi giorni arrivo in ritardo al ritrovo. Sai che dormo. Sei tenero, mi dici che va bene comunque. E io sono sempre più innamorata di te. Mi vedi mentre mi scambio il numero con Ivano: sei geloso, vieni a prendermi e a dirmi di muovermi perché gli altri sono già avanti. E rido. Bisogna imparare a fare il circo. Sono impedita. C'è un robo simile a uno skateboard: per andarci le prime volte bisogna aggrapparsi a qualcuno. Ci vado apposta per aggrapparmi a te. Sono cretina, approfittatrice lo so ma non posso farne a meno. È l'unico modo per averti vicino a me. Arriva la sera, la mia ultima. Vuoi sapere se domani ci saremmo visti. Ovvio. Ti dico che dopo avrei fatto il bagno in piscina all'una. È vietato ma mi dici di stare attenta. Dopo il cabaret vieni ai balli di gruppo. Mi fai ballare. Balli con me. Mi fissi e mi dici che sono bellissima. Mi fai solo male così. Passi la serata con me. Ti mancherò. Non lo dici, lo fai intendere. Vado a letto con le lacrime agli occhi. Mi sono innamorata di te. 31/7/2012 Sono triste. Ogni volta che mi parli noti le mie lacrime, i miei occhi che fanno fatica a trattenerle. Odi gli addii. Ci sediamo tutti in cerchio e parliamo della nostra vita sentimentale. Tocca a me. Parla per me riccardino. Si diverte con un certo 'lauro'. Mi fissi, chiedi conferma. Ti da fastidio, io mento. Non c'è nessun lauro. Tocca a te. Sai che stai per darmi il colpo di grazia. E lo fai. Fissandomi. Te ne penti. Ma ormai mi hai fatto male. Te ne accorgi. Andiamo a giocare a pallavolo. Regalo un braccialetto a un altro animatore. Ti da fastidio che l'ho dato a lui è non a te. Sono stronza. Ma mi hai fatto troppo male. In realtà ho un altro braccialetto. Non resisto. Non sono stronza come credi. Te lo do, imbarazzata. A petto nudo, mi abbracci. Ti piango addosso. Inizio. Mi chiedi di smettere. Lo faccio per te. Mi asciughi le lacrime. Mi ringrazi e lo indossi. Sono felice. Avrai sempre qualcosa di me. Dobbiamo andare a mangiare. Mi richiedi se il pomeriggio ci vediamo. Ovvio. Vedi che Ivano mi chiede di uscire. Mi fissi da lontano. Mi implori di no. E ti ascolto. La finlandese rifiuta. Mi sorridi e ti volti. Un'altra volta ci sono cascata. Sono una scema. Prima delle 4.15 dormo. Piango. Faccio gli auguri al mio migliore amico. Piango. Non voglio andare via. Chiacchiero con la mia amica Matilde la fotografa. Arrivi e mi chiedi di andare dagli altri. Vengo. Giochiamo a lupus. Posso vincere; ma vedi che non mi interessa. Ti dispiace. Andiamo al circo. 50 minuti e devo andare. È ti devo dire addio. Passano i minuti. Il mio cuore sanguina. Mancano 10 minuti. Inizio a salutare gli altri. Vengo da te. Piango a dirotto. Sono un fiume di lacrime. Mi nascondo nel tuo incavo e mi faccio ancora di te. Sniffo più odore possibile. Lo imprimo nei polmoni. Mi mancherai. Mi abbracci fortissimo. Mi dici che piangendo mi cola il trucco. Ti dico che non mi importa. Mi sorridi teneramente. È piango ancora di più. Ti avvicini alle mie labbra. Mi asciughi le lacrime. Ti accorgi di essere troppo vicino. Cambi direzione. Mi dai due baci vicino all'angolo della bocca. Trattieni le lacrime. Sei un uomo. Mi lasci andare. Guardi la mia figura allontanarsi. Marta ti fa ridere: io mi volto e ti vedo sorridere. È l'ultima immagine che ho di te. Sono in ritardo. Mamma si incazza. Corro a perdi fiato. Arrivo tardi. Prima di entrare nella hall e andarmene, urlo che ti amo. L'ho ammesso finalmente. Mi avevi chiesto di rimanere qualche giorno in più. Mamma non vuole. Non posso farci nulla. Spero di perdere il pullman. Non accade. Piango in pullman. Mamma capisce che mi sono innamorata. Anch'io lo capisco. Ho dodici ore libere. Non dovrei averle. Perché pensi e basta. E l'ultima cosa che dovrei fare è proprio questa. Mi addormento con la tua immagine impressa nella mente e le lacrime agli occhi. Ti amo Gabriele. Sono passati mesi, tanti. È adesso che ho trovato il coraggio di scrivere di te. Penso di essere guarita da quella ferita. O almeno spero. Ti ho voluto davvero tanto bene. Forse dirti ti amo è stato troppo, ma era solo colpa tua. È colpa tua se mi sono innamorata di te. Hai fatto l'uomo, hai scelto la tua relazione con lei che è bruttissima, al posto mio: sei stato bravo, hai scelto la cosa più giusta ma nel fare ciò hai calpestato il mio cuore, i miei sentimenti. Anche i muri avevano capito l'elettricità che c'era fra di noi . A volte ti penso ancora. Lo ammetto, vorrei averti qua. Ma devi appartenere al passato e basta te. Voglio godermi il presente. Mi hai fatto crescere. potevi accettarmi subito su facebook. ci hai messo piu di due mesi. ero in ansia. Alla fine mi hai accettata. Grazie. Ciao gabri. O maledetto, come amavi dire. ANGOLO AUTRICE È la prima volta che scrivo in questa sezione. Ho voluto parlare della mia esperienza estiva, sentivo il bisogno di raccontarla, di parlarne; mi piacerebbe davvero molto leggere qualche vostra recensione per avere consigli da persone sicuramente più esperte di me. Chiedo venia per l'impaginazione orrenda che verrà fuori, ma sono con l'iPod e non so impaginare il tutto bene. Grazie per l'attenzione! Un bacio. Martina
  
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