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Autore: Raven Callen    29/11/2012    5 recensioni
Sembri una bambina piccola e fragile.
Anzi, mi correggo:
tu sei una bambina piccola e fragile, che si annida in un corpo di giovane donna.
E ora mi guardi con quei tuoi occhioni da cerbiatto, che adesso sono smarriti.
Cosa vuoi che faccia?
Qui la nostra Zoey si trova in una situazione "difficile" e andrà a chiedere aiuto all'ultima persona che ci aspetteremmo.
La bella Cenerentola senza principe va a chiedere aiuto ad un ragazzo che vive nella vita reale.
Cosa succederà?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Zoey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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E ti ascolto parlare appena,
dal tuo tenero nascondiglio.
Alla fine di questa cena
tu mi dici che aspetti un figlio.
Lui ti ha detto che non è pronto
e che è suo non lo puoi provare.
Ti ha lasciata da sola e intanto
tu da sola non sai che fare.

 


 
Ti guardo dall’alto in basso, mentre te ne stai rannicchiata sul sedile della mia macchina.
Tremi, hai gli occhi gonfi e rossi.
Rossi come i tuoi capelli.
Non c’è più traccia delle lacrime che hanno inondato quelle guance pallide.
Il tessuto del sedile e la tua maglia le hanno assorbite tutte.
Non posso fare a meno di dirigere i miei occhi sul tuo ventre.
È piatto, non mostra niente che potrebbe tradirti.
Ma è solo apparenza.
Presto sarebbe diventata grande e rotonda, la tua pancia.
Ti sei fatta fregare alla grande.
 

 
Ancora non posso crederci, lo sai?
Sapevo che eri una sprovveduta, Zoey.
Lo sapevo dai tempi del reality, quando mi sorridevi con ingenuità e ti bevevi ogni bugia che ti raccontavo.
Ma davvero non credevo che tu lo potessi essere fino a questo punto.
Ti ho sopravvalutato, Bella Gioia.
 



- Ho freddo.- mormori, con quella vocina acuta che ti contraddistingue.
Quella voce che, mi ricordo, si fa ancor più acuta quando sei spaventata, sorpresa o arrabbiata.
È comprensibile che tu abbia freddo:
è inverno, la macchina è parcheggiata in una via del centro città con i finestrini abbassati per far circolare l’aria della sera.
Senza dire niente ti lancio la mia felpa.
Te la metti sulle spalle e cerchi di ricavarne più calore possibile.
Sembri una bambina piccola e fragile.
Anzi, mi correggo:
tu sei una bambina piccola e fragile, che si annida in un corpo di giovane donna.
E ora mi guardi con quei tuoi occhioni da cerbiatto, che adesso sono smarriti.
Cosa vuoi che faccia?
 
 

Sei venuta da me, Dio solo sa come hai fatto a trovare l’indirizzo di casa mia, hai bussato alla mia porta e mi hai supplicato di farti entrare.
Hai divorato con voracità quella che doveva essere la mia cena e poi ti sei raggomitolata sul mio divano.
Come farebbe un gattino abbandonato.
E abbandonata lo sei davvero.
Quando ti ho chiesto, dopo qualche minuti di imbarazzante silenzio, per quale motivo ti trovavi in casa mia tu sei scoppiata a piangere.
Si, sei scoppiata in lacrime come una fontana.
E la verità che ti porti dentro è venuta fuori insieme alle lacrime:
sei incinta.
Ed è certo che il bambino sia di Mike.
Come hai potuto cacciarti in un pasticcio simile?
 

 
- quale scusa ha usato?- domando, senza troppi giri di parole.
Tu alzi gli occhi su di me, ancora con quello sguardo smarrito in viso.
- Mike. - ripeto. - con quale scusa ti ha mollato?-
Comprendo di essere stato troppo brusco quando ti vedo sul punto di ricominciare a piangere.
Non posso farci niente, il tatto non è mai stato il mio forte.
Avresti dovuto saperlo.
Per un secondo penso che scoppierai di nuovo, invece ti limiti a ingoiare il nodo che hai in gola mentre cerchi di rispondere.
- H-ha detto che non doveva andare così, che non era pronto.-

 

E Zoey piange, mentre vede Mike che se ne va, voltandole le spalle.
La lascia affogare sotto la pioggia, salutandola con un – Mi dispiace, Zoey. -
“Mi dispiace, Zoey.”
Tutto qui.

 
 
 
Corrugo la fronte.
- Che stronzo.- commento, leggermente acido.
- Già.-
E ti lasci sfuggire un suono che è per metà una risata e per metà un singhiozzo.
Non posso fare a meno di sciogliere il mio cipiglio arcigno.
Sei così patetica che mi fai quasi tenerezza.

 
- Sei una stupida, Zoey. -
- Lo so. Pensavo che fosse diverso.. –
 

Cosa, Zoey?
Pensavi che Mike fosse diverso dal codardo che si è dimostrato? O che la tua realtà fosse una favola che comprendeva un lieto fine con il tuo bel principe?
Mi dispiace di doverti deludere, rossa, ma il mondo è questo.
Niente amore, niente principi, niente lieto fine per la povera fanciulla che piange vicino al caminetto.
Penso che ora tu lo sappia meglio di me.
Anche perché adesso devi pagare per il tuo errore.
Avresti dovuto saperlo, Cenerentola dai capelli rossi.
L’amore non è altro che un’illusione.
Il tuo principe è scappato con la coda tra le gambe, spaventato da un errore che non è solo tuo.
Sei sola.
 

- Scott…-
Ti aggrappi alla mia maglia, conficcando le unghie nel tessuto.
Le dita che tremano a causa di un peso troppo grande per una bambina come te.
- Non so che fare..-
E mi guardi, ancora, con una supplica sul fondo dei tuoi occhi neri.
Cosa vuoi che faccia?



- Vuoi che ti porto a casa?- domando, allontanandoti con fermezza.
Ti vedo sgranare gli occhi e scuotere con violenza il capo.
- No! No, no, no. Ti prego!-
Cominci ad agitarti, come una bestiola ferita che si sente in pericolo.
Cerco di tranquillizzarti bloccandoti contro il sedile.
Non voglio che tu abbia una crisi di panico, non adesso.
- Va bene, non ti porto a casa. Sta calma, ora.-
Mentre i muscoli del tuo corpo si rilassano dalle palpebre, ora serrate con forza, scende ancora qualche lacrima.
- Non ho il coraggio di tornare dai miei genitori. Li deluderei troppo. Non posso dir loro la verità. -
Pigoli, tra un singulto e l’altro.
- Devi prendere una decisione, Zoey. Se non lo vuoi, sei ancora in tempo.-
Non c’è bisogno di specificare, sai bene a cosa mi riferisco.
- No, non voglio abortire. Lui non ha nessuna colpa.- in un gesto automatico e materno ti sfiori il ventre ancora piatto.
Alzo le spalle.
- Come vuoi. Dove ti devo portare?-
Ti vedo esitare, mentre ti mordi il labbro inferiore.
Temo che la risposta che stai per darmi non mi piacerà..
 
 

- Ecco, non ho un posto dove stare.. Posso dormire da te, per stanotte?-
Ecco, lo sapevo.
Ti squadro, con sguardo torvo.
Ma per chi mi hai preso, Bella Gioia?
Per un campo profughi?
Rivedo di nuovo lo sguardo da cucciolo abbandonato.
Sei davvero, davvero disperata.
Sbuffo sonoramente, accendendo il motore dell’auto.
- Domani chiamo Dawn e le chiedo se ti può aiutare.- sbotto, scocciato. – Per stanotte puoi rimanere a casa mia.-
Mentre ci dirigiamo nuovamente al mio appartamento non posso fare a meno di notare che il tuo sorriso brilla come una stella.
 

Sei una stupida, Cenerentola dai capelli rossi.
Ma io, che mi sono lasciato intenerire da te, lo sono cento volte di più.

 
 
 



Angolo del Corvo:

Ehilà gente ^^
Ok, adesso non uccidetemi vi prego.
*si ripara in una trincea*
Questa storia è dedicata a tutti coloro che apprezzano la coppia Zott. (ZoeyxScott)
Io Scott lo preferisco con Dawn, ma anche questa coppia non mi dispiace, se descritta bene.
Beh, dopo aver sentito "Cenerentola Innamorata" di Marco Masini (mi fa venire i brividi ogni volta che la sento) sono stata folgorata da un'immagine di questi due personaggi.
Insomma, io ce li vedo perfettamente.
Avrei potuto scegliere Courtney e Trent, o Gwen, ma sarebbe venuto fuori qualcosa di banale.
Spero che vi piaccia a tal punto da farvi lasciare una recensione ^^
Le critiche (sulla grammatica, l'IC dei personaggi o qualsiasi altra cosa) sono ben accette, ma con gentilezza.
Baci.
Il Corvo
  
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