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Autore: laCollins    29/11/2012    4 recensioni
Nathan non vuole più essere il fuckingprincess della band.
Genere: Avventura, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- issa's corner -

piccola pazzia, dopo aver girovagato per il web. Mi levo dalle scatole, adieu çç









Bastarono due ore di vessazione psicologica perché si convincesse ad affrontarlo.

In cuor suo, Nathan, sapeva che era una pessima idea, ma ormai lo aveva detto.

Provò a tirarsi indietro, però non c’era nulla che potesse fare.


Glielo aveva promesso ai ragazzi, non voleva sembrare più quello piccolo del gruppo.

Così si prese di coraggio e, lui e Jay, che aveva deciso di accompagnarlo, si diressero verso la loro meta.

Cos'era che gli faceva provare così tanta paura?

Le urla, la vista e soprattutto l’attesa.


Non sapeva esattamente a cosa stava andando incontro, ma poteva immaginarlo.

Riusciva a immaginarlo alla perfezione, e Jay poi, non gli facilitava le cose.

Infieriva anzi con vivide descrizioni di ciò avrebbe provato, sentito e visto.

Erano appena arrivati, ma c’era da aspettare.


Una lunga fila di persone attendeva per provare la stessa identica sensazione di terrore.

Nathan aveva sempre pensato che dentro ogni singolo essere umano si celasse una certa dose di masochismo, ma quella ne era la prova più palese.

Si rendeva conto che anche il suo, in quella situazione, era entrato in movimento.

La fila scorreva lenta, tuttavia ad ogni passo che i due compivano il battito del suo cuore accelerava.

Si avvicinava inesorabilmente verso l’
obiettivo.

Dalla sua posizione poteva vedere lo svolgersi dell’azione.

Aveva visto da vicino tre o quattro gruppi, di circa quindici persone ognuno, affrontare con spirito impavido la prova.

Non tutti reagivano allo stesso modo, ma alla fine tutti erano elettrizzati, e alcuni lo erano a tal punto da voler ripetere l’esperienza.

Sebbene alla fine di essa nessuno fosse rimasto ferito o avesse avuto una r
eazione eccessiva, nulla di tutto ciò sembrava tranquillizzarlo.

Perché lo stava facendo dunque?

Per loro?

Avevano pattuito che se avesse accettato di fare questa esperienza, Tom e Max gliene avrebbero risparmiata una peggiore.

La fila continuava ad accorciarsi e a scorrergli davanti, le e
mozioni diventano più intense.

Era rimasta una dozzina di persone davanti a loro, e Nathan aveva già tentato più e più volte di dissuadere Jay, ma più tentava più gli venivano i sensi di colpa.


Era il loro turno, si disposero ordinatamente dietro delle transenne.

Attesero per un brevissimo lasso di tempo l’arrivo della vettura.

Quest’ultima era grande e robusta, aveva cinque file da quattro posti ognuna.

S’incamminarono per salire 
 u di essa e mentre si appropinquavano sempre più, Nathan iniziò a sentirsi davvero male.

Il cuore gli batteva a una velocità inverosimile, il respiro si faceva più affannoso, la salivazione diminuiva sempre più mentre la bocca diventava secca.


Ho paura, Jay – esclamò, sperando di essere tratto in salvo.

Stavano ormai sedendosi e le sensazioni si acuirono, il panico e il 
 errore stavano ormai prendendo possesso del suo corpo.

Stava per andare in iperventilazione, era ormai seduto e la barra di sicurezza era stata fissata sopra le sue gambe.

Iniziò a guardarsi intorno spaesato e spaventato – non ce la faccio, ho paura! – esclamò con voce sottile guardando Jay, che sedeva proprio alla sua sinistra e mandava la testa all' indietro lasciando sentire una forte e folle risata.


Scendi allora, sei ancora in tempo
 fuckingprincess– soggiunse stronzamente Jay.

Non fa niente, fanculo – disse ora Nath, deciso a reprimere l’ondata di codardia che lo stava affliggendo.

Respira – gli disse poi, più rassicurante – tranquillo, è tutto ok.
 Respira lentamente – e gli scompigliò i capelli.

Sospirò e si prese di coraggio, cercò di respirare lentamente.

Respiri lenti e profondi” pensò.


La vettura iniziò a muoversi in avanti a velocità molto bassa.

Entrarono all’interno di una sorta di caverna s
cura, si guardò in giro e scorse sulle pareti debolmente illuminate strani disegni e simboli.

Una voce calda e corposa li avvertiva di cosa stavano per affrontare: una paura mai provata.

Mentre la vettura avanzava, dei gelidi getti di acqua caddero sui passeggeri.

Un acuto urlo si elevò da ogni fila.


Tutto lo rendeva ancora più spaventato.

Percorso un breve tratto, la vettura si arrestò, girò su se stessa con un movimento fluido di centottanta gradi e si posizionò su un asc
ensore.

Si sentì spiazzato da tale procedimento, non riusciva a capire cosa stesse accadendo, ma quando sollevò il capo tutto fu chiaro.

Deboli raggi di luce filtravano da una strana tenda posta in alto, resasi conto dell’incredibile altezza a cui sarebbero giunti, con un’enorme espres
sione di stupore guardò Jay intensamente negli occhi, e si chiese come diavolo facesse a stare calmo e tranquillo, masticando la sua gomma.

Lo stupore si tramutò repentinamente in orrore.

Non poteva credere, anzi non voleva 
credere a cosa stav
a per accadere.

Non aveva quasi più fiato nei polmoni, si sentiva soffocare e ancora non era arrivata la parte peggiore, mancava poco e poi… tutto sarebbe finito.


Cercò di controllare il respiro.

La vettura era arrivata in cima e poi avanzò;


strinse con forza la barra davanti a sé, nella speranza che tale azione lo avrebbe fatto soffrire meno.

Rimasero sospesi per un istante brevissimo, immedi
atamente la vettura si inclinò e iniziò una rapidissima discesa.

Ogni singolo passeggero emise, con quanto più fiato avesse nei polmoni, un urlo misto di eccitazione e terrore.

Nathan esaurì rapidamente la propria riserv
a d’aria e per un brevissimo intervallo non riuscì a respirare, una terribile sensazione di vuoto gli comprimeva lo stomaco mentre l’accelerazione tirava il suo corpo giù.

Con tutta la forza che possedeva, tentò di resistere alla forza dell’attrazione gravitazionale, si rannicchiò quasi del tutto su sé stessa finché la vettura rallentò la propria corsa.

Erano finalmente giunti nella zon
a pianeggiante.

Allentò la presa delle mani, le sentiva tremare, il suo corpo sussultava.


Se stai tremando tranquillo, è normale. Anche io tremo… – disse con voce tenera una ragazza che gli sedeva accanto dall'altra parte.

Si girò a guardare Jay e lo trovò tremante e ridente.

Rideva, rideva come mai lo aveva visto ridere.


Era tutto eccitato, mentre lui era semplicemente sconvolto.

La vettura tornò alla posizione di partenza.

I due scesero e si allontanarono.


Infine gli disse – Bene, ho fatto il Jungle Splash! Non chiedermi più di fare il Kamikaze rosso, per ora con le attrazioni più spaventose abbiamo terminato!


  
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