Please be all
mine…
By Niamh
(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e non mi appartengono, gli
eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di
lucro")
She had an earthquake on her mind
I almost heard her cry out as I left her far behind
I knew the world was crashing down around her
I sink now to the ocean floor
Cause I know we are more but I've made this mess
I've built this fire, are you still mine?
-Ma
che cazzo vuole dire una tromba d’aria?-
Chiese
Bert mentre spegneva la sigaretta nel portacenere e
alzava lo sguardo su Jeph. Lui non seppe cosa dire,
lo fissò per qualche secondo. Sembrava incazzato,
preoccupato forse… perché?
-Jepharee, cazzo, mi hai sentito? Che cazzo è successo?!- chiese di
nuovo Bert.
-Dio,
mia madre mi chiama Jepharee… Comunque quello che ho
detto, hanno annullato quel concerto a cui dovevamo
andare in Italia perché si è scatenata una bufera…-
-E i
My Chemical Romance erano
sul palco?- chiese.
Ecco
perché. A quanto pare la cotta per Gerard non gli era
ancora passata.
Dubitava
che altrimenti, avrebbe visto quello sguardo sul volto dell’amico. Non credeva
che Bert avrebbe reagito così neanche se gli avesse
detto che Quinn si fosse rotto un braccio
mentre provava a fare free climbing, nonostante
sapeva che Bert gli voleva un bene dell’anima.
Perché
lui era così. Se la gente di accorgeva dei suoi sentimenti,
voleva dire che diventava debole, e Bert non poteva
permettersi di esserlo.
-Qui
non c’è scritto…-disse facendo scorrere lo sguardo sul quotidiano che aveva fra
le mani -dice solo che toccava a loro quando è
successo… Dio, è la prima volta che ti ringrazio per avere fatto lo stronzo come al solito e avere insistito perché
annullassimo la data… pensa se ci trovavamo anche noi sotto quella merda?!-
Ma Bert non lo ascoltava più.
Afferrò
velocemente il suo pacchetto di sigarette, il suo cellulare e la sua felpa e
uscì nel cortile della villetta di Jeph, in
California.
Avevano
annullato il concerto, e fino alla fine del mese, lui e gli altri non ne
avevano altri.
Dovevano
esibirsi il giorno dopo i MCR, ma lui aveva convinto tutti che non era il caso,
che era meglio prendersi una piccola pausa, per poi tornare in Europa magari a
fine estate o all’inizio dell’autunno. [NdA:
Se magari *__*]
Non
voleva vederlo. Aveva saputo che Gerard e i suoi
amichetti del cazzo ne avrebbero preso parte, e lui
non voleva incontralo.
Perchè
voleva dire confrontarsi con lui. E lui
non era pronto per questo.
Magari
era stupido o infantile, ma preferiva illudersi di averne ancora il controllo.
Forse
qualcosa era recuperabile, bastava solo fare il primo passo. E per quello c’era
tempo, no?
Si
accese una sigaretta. Dopo qualche secondo la spense buttandola per terra e
schiacciandola con un piede.
Guardò
lo schermo del cellulare.
Non
poteva. E se gli avesse risposto qualcuno che gli avesse detto che a Gerard era successo qualcosa di brutto,
cosa avrebbe fatto? E se invece gli avesse risposto Gerard?
Si
accese un’altra sigaretta, e appena finita guardò di nuovo il proprio
cellulare.
No,
non poteva continuare così, doveva sapere che cosa era successo.
“Pronto…
Gerard?”
Cause baby I'm not all right when you go
I'm not fine, Please be all mine
I never want you to go because I am all yours so please be all mine.
Gerard era seduto sul letto, il ventilatore era accesso davanti a lui,
così come la tv.
Tanto
non gli importava nulla di quello che dicevano, l’italiano non l’aveva mai parlato… ma le immagini, bhe, per
quelle non serviva conoscere la lingua.
Si
ricordava quello che era successo.
Si
era preparato per entrare nel backstage, aveva bevuto un sorso d’acqua e Frank gli aveva dato l’ok per
confermagli che erano pronto. Era gasato e aveva voglia di cantare. Da fuori
aveva sentito il pubblico che cantava “I don’t love you”. Sapeva che poteva essere un bel concerto.
Brian
gli aveva detto che aveva cominciato a piovere, e di stare attento, ma a lui
non era importato. Come se nel Jersey
non piovesse mai!
Ma
poi aveva sentito un boato, aveva guardato fuori e aveva visto la grandine che
cadeva, e tutto quel vento.
Dio,
si era davvero cagato addosso. Ray l’aveva preso per
un braccio e l’aveva trascinato velocemente nel tour bus.
Lui
era come ipnotizzato dalla pioggia che cadeva, non era riuscito a muoversi.
Dentro
avevano sentito di tutto il casino che era successo.
Rabbrividì
al pensiero di cosa sarebbe successo se la tromba d’aria fosse arrivata anche
solo dieci minuti dopo, e ringraziò mentalmente chi o cosa l’aveva protetto.
Ora
erano in un hotel di Venezia. Non avevano date fino al
giorno seguente, e così avevano preso 2 camere.
Mickey appena aveva sentito la notizia gli aveva chiamati, spaventato
a morte. Gerard l’aveva rassicurato e si era stupito
della velocità con cui essa si era sparsa in giro.
Ray
e Bob avevano deciso di fare un giro, approfittando del contrattempo per fare
shopping.
Frank invece era steso sul suo letto. Era da più di mezzora che, con
il suo laptop vicino, si scambiava email con Jamia.
Immaginava
anche la paura della ragazza.
Improvvisamente
il cellulare appoggiato al copriletto cominciò a vibrare.
Lesse
sul display il nome di Bert Fuckin’ McCracken.
Che cazzo voleva da lui dopo quasi due anni?
Decise di rispondere,
facendo finta di nulla.
“Pronto?”
She had an earthquake on her mind
apparently the kind that would bury us alive
by putting all this weight on us forever
I lie here
on the ocean floor
Broken castle by the shore and I made this mess
I built this fire, are you still
mine?
“Pronto?”
“Pronto…
Gerard?”
“Si,
chi parla?” Gerard fece finta di non averlo
riconosciuto, non voleva dargli la soddisfazione di fargli sapere, che
nonostante erano passati più di due anni, lui era ancora suo.
“Sono
Bert… Bert McCracken” Bert diede un’occhiata
attraverso la porta finestra, a Jeph, che stava
ancora sfogliando il giornale. Dio, davvero non si ricordava di lui?
Si morse le labbra. Così non faceva che rendere ogni cosa più difficile.
“Ah, ciao”
“Jepha ha letto sul giornale quello che è successo in
Italia… volevo sapere se stavi bene… ”
Cosa? Che cazzo
voleva da lui?
Con
che diritto lo chiamava ora per chiedergli se stava bene?!
Come poteva stare bene?
Erano
due fottutissimi anni che non ci riusciva più, chi cazzo si credeva di essere per chiamarlo adesso e
interessarsi della sua vita?!
“Sei ubriaco?” chiese chiudendo gli occhi e massaggiandosi le
palpebre.
“Cosa?”
“Nulla…
senti, io sto bene, ci sentiamo ok?” “Si, un po’ come abbiamo fatto in questi
ultimi tempi” pensò Gerard amaramente.
“No,
aspetta!”Bert stava quasi urlando. Dopo 2 anni si era
deciso di chiamarlo, e lui lo liquidava con un –Io sto bene, ci sentiamo- ?! No, grazie.
Ora
era stava giocando, e anche se Gerard non ne aveva
intenzione, avrebbe preso parte alla partita.
“Che
cosa vuoi Bert? Sono le sette di sera in Europa, ieri
e oggi sono state due giornate pesanti, e prima di
prendere l’aereo domani, vorrei riposare un pochino… quindi, se non ti
dispiace…”
“Mi
dispiace eccome! Dio, Gee. Ti rendi conto di quello
che è successo ieri? Stavo per perderti…”
“Tu
mi hai già perso Bert” disse Gerard
chiudendo la chiamata.
I never want you to go because I am all yours so
please be all mine.
-Chi era?- chiese Frank alzando gli occhi dal
computer.
Gerard si stese completamente sul letto, affondando la testa nella
fodera rossa del cuscino. –Bert McCracken-
disse massaggiandosi la testa.
-Davvero?
Quindi quella testa di cazzo si è accorto solo adesso
dei messaggi che gli hai lasciato in questi anni e ti ha richiamato?! E che
cazzo voleva da te?-
-Voleva
sapere se stavo bene… Frankie, mi sembrava davvero preoccupato-
-Ah,
certo… Gerard, per favore, lo conosci meglio di me,
sai com’è fatto…-
-Dio,
Frank, non devi farmi la predica… Si
da il caso che ero io quello innamorato di lui, so come ci si sente a
ritrovarsi il cuore spezzato per colpa sua-
-E
allora perché lo fai? Perchè non lo mandi semplicemente affanculo?-
-Non
capisci… a te non è mai capitato, vero?! Di amare così
tanto una persona da capire che il tuoi sentimenti
rimarrebbero tali anche se lui ti spezzasse il cuore un milione di volte? Sentire
la sua voce, e per qualche secondo pensare che tutto possa andare a posto? E
poi, appena essa sparisce e ti lascia nel silenzio,
capire che era solo un utopia?- Gerard era arrabbiato
ora, furioso. Ma non sapeva se lo era con Frank, con Bert o con se stesso.
-Perché
gli hai attaccato il telefono in faccia, allora?-
chiese Frank un po’ offeso, come se fosse la domanda più
logica del mondo. E ineffetti lo era. Se quello era
davvero il momento che aspettava da tutta la vita, perché l’aveva buttato nel
cesso?
-Io… io…- Gerard non sapeva
cosa rispondere. Già, allora perchè l’aveva
fatto?
Let
me save us
I've slaughtered us, I've murdered our love
I can taste it, this blood in my mouth
This knife in my lungs
Have I murdered our
love?
Have I murdered our love?
Bert
ritornò a sedersi sul divano di fronte a Jepha.
Continuava
a fissare il cellulare. Allora adesso era davvero finito tutto?!
L’amico
gli lanciò un’occhiata interrogativa, ma Bert gli fece segno di no con la testa.
Doveva
parlarne e renderlo più reale di quello che non era? No, grazie.
Stava
per prendere l’ennesima sigaretta della giornata dal pacchetto, quando il
telefono che aveva appoggiato sui cuscini cominciò a squillare. La musica di
“The bird and the worm”
invase la stanza, provocando un grugnito infastidito di Jeph,
che stava ancora cercando di leggere.
Fissò
lo schermo sbigottito. Non era possibile… si stava immaginando tutto o lo stava
davvero richiamando?
Tornò
sul balcone e accettò la chiamata.
“Pronto?”
Dall’altra
parte della cornetta Bert sentì un sospiro “Bert? Sono io”
Fece
un respiro profondo. Le cose forse non erano così fuori controllo, poteva farle
funzionare se si impegnava davvero.
“Ciao…” disse
solamente piano. “Pessimo inizio,
Bert. Compliemnti!” pensò.
“Senti…
cosa volevi dirmi prima? Qual’è la vera ragione per cui mi
hai chiamato”
“Te
l’ho detto, ero preoccupato” A quanto pare, il coraggio che aveva trovato la
volta precedente era sparito. Si chiese se non fosse il caso di rimandare
ancora. Ma era grazie alla sua mancanza di palle se tutto era andato a puttane,
non poteva farlo anche adesso.
“E’
ridicolo… Non ci sentiamo da due anni, mi dedichi un album dove non fai altro
che buttarmi merda addosso, spari a zero su me e gli
altri con la stampa…” La tonalità della voce di Gerard
divenne improvvisamente alta e acuta “E ora, perché senti
che dove dovevo suonare c’era uno stupido temporale, improvvisamente ti fai
vivo?”
“E’
la verità! Dio, lo vuoi capire che non era solo uno stupido temporale? Potevi
farti male sul serio!”
“Ma
non sarebbero stati comunque affari tuoi!”
“Si,
invece! Che ti piaccia o no, per quanto mi riguarda sei ancora affare mio!”
“E
allora perché hai fatto questo a me? A noi?”
Cause baby I'm not all right when
you go
I'm not fine, Please be all
mine
I never want you to go because I
am all yours so please be all
mine.
Bert
si morse le labbra mentre un forte mal di testa si
impadroniva di lui.
Ecco,
avrebbe dovuto immaginarlo che sarebbe venuto tutto fuori.
“Gee… mi dispiace. Io non volevo… Sai, la mia vita è sempre stata un casino. Non sono mai stato bravo,
soprattutto con le persone che dicono di amarmi. Voglio dire, come faccio a
sapere che non è una presa per il culo? Come faccio a
sapere che non vogliono solo scopare con il mio fottuto
cervello?” la voce di Bert era diventata
improvvisamente roca, come se avesse fumato 20 sigarette, o stesse piangendo. Gerard strinse più
forte il cellulare tra le dita “Tu… tu mi hai sempre assicurato di essere
innamorato di me, ma se magari eri solo confuso? Se non lo intendevi davvero?”
“Bert-”
“No Gee, l-lasciami finire” disse
facendo un respiro profondo “E allora prendevo ogni genere di merda che trovavo in giro. Questi pensieri erano sempre
nella mia testa, ma quando mi facevo, mi sembrava che loro cominciassero a
parlare più velocemente, e in quei momenti io non capivo quello che dicevano. E
mi andava bene così” Fanculo. Stava piangendo come un
fottuto bambino di 5 anni. Ma Bert
si rese conto che anche volendo, non sarebbe riuscito a combattere le lacrime
“E, quando il tour è finito… quando… quando tutto è
andato a puttane, ho semplicemente pensato che, come avevo rovinato tutto,
avrei potuto rimetterlo a posto. E intanto il tempo passava, e io non avevo il
coraggio di riprovarci, perché avrebbe voluto dire ricaderci di nuovo,
ricominciare da capo…”
“Bert, merda… Lo vuoi capire che
non puoi continuare così” ora non era più solo un sospetto, poteva sentire i
singhiozzi che gli sfuggivano dalla gola. E si rese conto di stare piangendo a
sua volta “Non puoi affrontare il mondo da solo…”
“Quando
Jeph mi ha detto di quello che è successo, mi sono
venuti i brividi. Dio, potevi esserti fatto veramente male, e a quel punto, il
tempo a mia disposizione sarebbe finito; non potevo più rimandare… E quando hai
risposto, quando ho scoperto che stavi bene, ho capito che se non avessi fatto
qualcosa ti avrei perso comunque”
Cause baby I'm not all right when
you
Cause baby I'm not all right when you go
I'm not fine, Please be
all mine
I never want you to go because
I am all
yours so please be all mine.
“Mi
dispiace Gee… mi dispiace per tutto”
Erano
le parole che Gerard voleva sentire, quelle che le
servivano per cancellare ogni cosa. Per essere pronto a farsi spezzare il cuore
di nuovo.
“Va
tutto bene… No, in realtà non va bene niente. Sono stati 2 anni di inferno. Ma
questo è un inizio, no?”
“Non
ho mai voluto che accadesse tutto questo… la situazione mi è sfuggita dalle
mani, e io ero troppo spaventato per provare a rimetterla a posto… E io ti amo…
ho aspettato due anni per dirtelo di nuovo”
Disse
quelle parole in un soffio, chiudendo gli occhi e non sapendo cosa aspettarsi
in cambio. Lo amava ancora? Geard era ancora suo?
“Per favore, Dio, se esisti,
fallo tornare da me… rimetti le cose a posto… Ti prego”
Lui
non era mai stato religioso, cazzo i suoi lo avevano
buttato fuori di casa per questo. Ma era arrivato a quel punto in cui, per
andare avanti, doveva aggrapparsi a qualsiasi cosa.
“Anch’io
ti amo, Bert. E non perché voglio scopare con te, o
perché tu me l’ha appena confessato. Ti amo e basta”gli rispose Gerard, in un tono di voce che solo loro due potevano
sentire.
Please be all mine
Earthquake: The Used
The
End.
[NdA: Eccomi qui… Sono tornata
con una piccola storiella ispirata all’HJF [che tristezza… io c’ero, è stato
orribile!!] e a “Earthquake” che per ora è la mia
canzone preferita di “Lies for
the Liars”
Molto
stranamente xDDD i
protagonisti di sta roba sono Gee e Bert xD Non per altro, ma perché
mi sembra che ogni canzone che quei due scrivono da un po’ di tempo a questa
parte siano dedicate all’altro *__* quindi mentre le ascolto mi viene naturale
pensarci xD
Bho,
ho provato a buttare giù questa cosa, che dovrebbe assomigliare a una songfic, dopo avere letto i vostri commenti sull’altra
[grazie, siete stati troppo gentili :-** ] quindi se fa schifo è colpa vostra xD
La
storiella la dedico a Martunza [<3] Perché è
bravissima, mi sostiene sempre, perché finalmente ho trovato una compagna di
vaneggiamenti, è dolce è simpatica, le voglio bene e… e poi è bravissima!
Un
bacio a chiunque legga e/o commenterà anche questa cosa. Grazie!]
Much
love.
Niamh