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Autore: HeavenMayBurn    17/06/2007    6 recensioni
-Non capisci… a te non è mai capitato, vero?! Di amare così tanto una persona da capire che il tuoi sentimenti rimarrebbero tali anche se lui ti spezzasse il cuore un milione di volte? Sentire la sua voce, e per qualche secondo pensare che tutto possa andare a posto? E poi, appena essa sparisce e ti lascia nel silenzio, capire che era solo un utopia?-
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: The Used
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please be all mine…

By Niamh

 

(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e  non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di lucro")

 

She had an earthquake on her mind
I almost heard her cry out as I left her far behind
I knew the world was crashing down around her
I sink now to the ocean floor
Cause I know we are more but I've made this mess
I've built this fire, are you still mine?

-Ma che cazzo vuole dire una tromba d’aria?-

Chiese Bert mentre spegneva la sigaretta nel portacenere e alzava lo sguardo su Jeph. Lui non seppe cosa dire, lo fissò per qualche secondo. Sembrava incazzato, preoccupato forse… perché?

-Jepharee, cazzo, mi hai sentito? Che cazzo è successo?!- chiese di nuovo Bert. 

-Dio, mia madre mi chiama Jepharee… Comunque quello che ho detto, hanno annullato quel concerto a cui dovevamo andare in Italia perché si è scatenata una bufera…-

-E i My Chemical Romance erano sul palco?- chiese.

Ecco perché. A quanto pare la cotta per Gerard non gli era ancora passata.

Dubitava che altrimenti, avrebbe visto quello sguardo sul volto dell’amico. Non credeva che Bert avrebbe reagito così neanche se gli avesse detto che Quinn si fosse rotto un braccio mentre provava a fare free climbing, nonostante sapeva che Bert gli voleva un bene dell’anima.

Perché lui era così. Se la gente di accorgeva dei suoi sentimenti, voleva dire che diventava debole, e Bert non poteva permettersi di esserlo.

-Qui non c’è scritto…-disse facendo scorrere lo sguardo sul quotidiano che aveva fra le mani -dice solo che toccava a loro quando è successo… Dio, è la prima volta che ti ringrazio per avere fatto lo stronzo come al solito e avere insistito perché annullassimo la data… pensa se ci trovavamo anche noi sotto quella merda?!-

Ma Bert non lo ascoltava più.

Afferrò velocemente il suo pacchetto di sigarette, il suo cellulare e la sua felpa e uscì nel cortile della villetta di Jeph, in California.

Avevano annullato il concerto, e fino alla fine del mese, lui e gli altri non ne avevano altri.

Dovevano esibirsi il giorno dopo i MCR, ma lui aveva convinto tutti che non era il caso, che era meglio prendersi una piccola pausa, per poi tornare in Europa magari a fine estate o all’inizio dell’autunno. [NdA: Se magari *__*]

Non voleva vederlo. Aveva saputo che Gerard e i suoi amichetti del cazzo ne avrebbero preso parte, e lui non voleva incontralo.

Perchè voleva dire confrontarsi con lui.  E lui non era pronto per questo.

Magari era stupido o infantile, ma preferiva illudersi di averne ancora il controllo.

Forse qualcosa era recuperabile, bastava solo fare il primo passo. E per quello c’era tempo, no?

Si accese una sigaretta. Dopo qualche secondo la spense buttandola per terra e schiacciandola con un piede.

Guardò lo schermo del cellulare.

Non poteva. E se gli avesse risposto qualcuno che gli avesse detto che a Gerard era successo qualcosa di brutto, cosa avrebbe fatto? E se invece gli avesse risposto Gerard?

Si accese un’altra sigaretta, e appena finita guardò di nuovo il proprio cellulare.

No, non poteva continuare così, doveva sapere che cosa era successo.

“Pronto… Gerard?”


Cause baby I'm not all right when you go
I'm not fine, Please be all mine
I never want you to go because I am all yours so please be all mine.

Gerard era seduto sul letto, il ventilatore era accesso davanti a lui, così come la tv.

Tanto non gli importava nulla di quello che dicevano, l’italiano non l’aveva mai parlato… ma le immagini, bhe, per quelle non serviva conoscere la lingua.

Si ricordava quello che era successo.

Si era preparato per entrare nel backstage, aveva bevuto un sorso d’acqua e Frank gli aveva dato l’ok per confermagli che erano pronto. Era gasato e aveva voglia di cantare. Da fuori aveva sentito il pubblico che cantava “I don’t love you”. Sapeva che poteva essere un bel concerto.

Brian gli aveva detto che aveva cominciato a piovere, e di stare attento, ma a lui non era importato.  Come se nel Jersey non piovesse mai!

Ma poi aveva sentito un boato, aveva guardato fuori e aveva visto la grandine che cadeva, e tutto quel vento.

Dio, si era davvero cagato addosso. Ray l’aveva preso per un braccio e l’aveva trascinato velocemente nel tour bus.

Lui era come ipnotizzato dalla pioggia che cadeva, non era riuscito a muoversi.

Dentro avevano sentito di tutto il casino che era successo.

Rabbrividì al pensiero di cosa sarebbe successo se la tromba d’aria fosse arrivata anche solo dieci minuti dopo, e ringraziò mentalmente chi o cosa l’aveva protetto.

Ora erano in un hotel di Venezia. Non avevano date fino al giorno seguente, e così avevano preso 2 camere.

Mickey appena aveva sentito la notizia gli aveva chiamati, spaventato a morte. Gerard l’aveva rassicurato e si era stupito della velocità con cui essa si era sparsa in giro.

Ray e Bob avevano deciso di fare un giro, approfittando del contrattempo per fare shopping.

Frank invece era steso sul suo letto. Era da più di mezzora che, con il suo laptop vicino, si scambiava email con Jamia.

Immaginava anche la paura della ragazza.

Improvvisamente il cellulare appoggiato al copriletto cominciò a vibrare.

Lesse sul display il nome di Bert Fuckin’ McCracken.

Che cazzo voleva da lui dopo quasi due anni?

Decise di rispondere, facendo finta di nulla.

“Pronto?”


She had an earthquake on her mind
apparently the kind that would bury us alive
by putting all this weight on us forever
I li
e here on the ocean floor
Broken castle by the shore and I made this mess
I built this fire, are you still mine?

“Pronto?”

“Pronto… Gerard?”

“Si, chi parla?” Gerard fece finta di non averlo riconosciuto, non voleva dargli la soddisfazione di fargli sapere, che nonostante erano passati più di due anni, lui era ancora suo.

“Sono BertBert McCrackenBert diede un’occhiata attraverso la porta finestra, a Jeph, che stava ancora sfogliando il giornale. Dio, davvero non si ricordava di lui?

Si morse le labbra. Così non faceva che rendere ogni cosa più difficile.

“Ah, ciao”

Jepha ha letto sul giornale quello che è successo in Italia… volevo sapere se stavi bene… ”

Cosa? Che cazzo voleva da lui?

Con che diritto lo chiamava ora per chiedergli se stava bene?! Come poteva stare bene?

Erano due fottutissimi anni che non ci riusciva più, chi cazzo si credeva di essere per chiamarlo adesso e interessarsi della sua vita?!

Sei ubriaco?” chiese chiudendo gli occhi e massaggiandosi le palpebre.

“Cosa?”

“Nulla… senti, io sto bene, ci sentiamo ok?” “Si, un po’ come abbiamo fatto in questi ultimi tempi” pensò Gerard amaramente.

“No, aspetta!”Bert stava quasi urlando. Dopo 2 anni si era deciso di chiamarlo, e lui lo liquidava con un –Io sto bene, ci sentiamo- ?! No, grazie.

Ora era stava giocando, e anche se Gerard non ne aveva intenzione, avrebbe preso parte alla partita.

“Che cosa vuoi Bert? Sono le sette di sera in Europa, ieri e oggi sono state due giornate pesanti, e prima di prendere l’aereo domani, vorrei riposare un pochino… quindi, se non ti dispiace…”

“Mi dispiace eccome! Dio, Gee. Ti rendi conto di quello che è successo ieri? Stavo per perderti…”

“Tu mi hai già perso Bert” disse Gerard chiudendo la chiamata.

 

I never want you to go because I am all yours so please be all mine.

-Chi era?- chiese Frank alzando gli occhi dal computer.

Gerard si stese completamente sul letto, affondando la testa nella fodera rossa del cuscino. –Bert McCracken- disse massaggiandosi la testa.

-Davvero? Quindi quella testa di cazzo si è accorto solo adesso dei messaggi che gli hai lasciato in questi anni e ti ha richiamato?! E che cazzo voleva da te?-

-Voleva sapere se stavo bene… Frankie, mi sembrava davvero preoccupato-

-Ah, certo… Gerard, per favore, lo conosci meglio di me, sai com’è fatto…-

-Dio, Frank, non devi farmi la predica… Si da il caso che ero io quello innamorato di lui, so come ci si sente a ritrovarsi il cuore spezzato per colpa sua-

-E allora perché lo fai? Perchè non lo mandi semplicemente affanculo?-

-Non capisci… a te non è mai capitato, vero?! Di amare così tanto una persona da capire che il tuoi sentimenti rimarrebbero tali anche se lui ti spezzasse il cuore un milione di volte? Sentire la sua voce, e per qualche secondo pensare che tutto possa andare a posto? E poi, appena essa sparisce e ti lascia nel silenzio, capire che era solo un utopia?- Gerard era arrabbiato ora, furioso. Ma non sapeva se lo era con Frank, con Bert o con se stesso.

-Perché gli hai attaccato il telefono in faccia, allora?- chiese Frank un po’ offeso, come se fosse la domanda più logica del mondo. E ineffetti lo era. Se quello era davvero il momento che aspettava da tutta la vita, perché l’aveva buttato nel cesso?

-Io… io…- Gerard non  sapeva cosa rispondere. Già, allora perchè l’aveva fatto?


Let me save us
I've slaughtered us, I've murdered our love
I can taste it, this blood in my mouth
This knife in my lungs
Have I murdered our love?
Have I murdered our love?

Bert ritornò a sedersi sul divano di fronte a Jepha.

Continuava a fissare il cellulare. Allora adesso era davvero finito tutto?!

L’amico gli lanciò un’occhiata interrogativa, ma Bert gli fece segno di no con la testa.

Doveva parlarne e renderlo più reale di quello che non era? No, grazie.

Stava per prendere l’ennesima sigaretta della giornata dal pacchetto, quando il telefono che aveva appoggiato sui cuscini cominciò a squillare. La musica di “The bird and the worm” invase la stanza, provocando un grugnito infastidito di Jeph, che stava ancora cercando di leggere.

Fissò lo schermo sbigottito. Non era possibile… si stava immaginando tutto o lo stava davvero richiamando?

Tornò sul balcone e accettò la chiamata.

“Pronto?”

Dall’altra parte della cornetta Bert sentì un sospiro “Bert? Sono io”

Fece un respiro profondo. Le cose forse non erano così fuori controllo, poteva farle funzionare se si impegnava davvero.

“Ciao…” disse solamente piano. Pessimo inizio, Bert. Compliemnti!” pensò.

Senticosa volevi dirmi prima? Qual’è la vera ragione per cui mi hai chiamato”

“Te l’ho detto, ero preoccupato” A quanto pare, il coraggio che aveva trovato la volta precedente era sparito. Si chiese se non fosse il caso di rimandare ancora. Ma era grazie alla sua mancanza di palle se tutto era andato a puttane, non poteva farlo anche adesso.

“E’ ridicolo… Non ci sentiamo da due anni, mi dedichi un album dove non fai altro che buttarmi merda addosso, spari a zero su me e gli altri con la stampa…” La tonalità della voce di Gerard divenne improvvisamente alta e acuta “E ora, perché senti che dove dovevo suonare c’era uno stupido temporale, improvvisamente ti fai vivo?”

“E’ la verità! Dio, lo vuoi capire che non era solo uno stupido temporale? Potevi farti male sul serio!”

“Ma non sarebbero stati comunque affari tuoi!”

“Si, invece! Che ti piaccia o no, per quanto mi riguarda sei ancora affare mio!”

“E allora perché hai fatto questo a me? A noi?”


Cause baby I'm not all right when you go
I'm not fine, Please be all mine
I never want you to go b
ecause I am all yours so please be all mine.

Bert si morse le labbra mentre un forte mal di testa si impadroniva di lui.

Ecco, avrebbe dovuto immaginarlo che sarebbe venuto tutto fuori.

“Gee… mi dispiace. Io non volevoSai, la mia vita è sempre stata un casino. Non sono mai stato bravo, soprattutto con le persone che dicono di amarmi. Voglio dire, come faccio a sapere che non è una presa per il culo? Come faccio a sapere che non vogliono solo scopare con il mio fottuto cervello?” la voce di Bert era diventata improvvisamente roca, come se avesse fumato 20 sigarette, o stesse piangendo.  Gerard strinse più forte il cellulare tra le dita “Tu… tu mi hai sempre assicurato di essere innamorato di me, ma se magari eri solo confuso? Se non lo intendevi davvero?”

Bert-

No Gee, l-lasciami finire” disse facendo un respiro profondo “E allora prendevo ogni genere di merda che trovavo in giro. Questi pensieri erano sempre nella mia testa, ma quando mi facevo, mi sembrava che loro cominciassero a parlare più velocemente, e in quei momenti io non capivo quello che dicevano. E mi andava bene così” Fanculo. Stava piangendo come un fottuto bambino di 5 anni. Ma Bert si rese conto che anche volendo, non sarebbe riuscito a combattere le lacrime “E, quando il tour è finito… quando… quando tutto è andato a puttane, ho semplicemente pensato che, come avevo rovinato tutto, avrei potuto rimetterlo a posto. E intanto il tempo passava, e io non avevo il coraggio di riprovarci, perché avrebbe voluto dire ricaderci di nuovo, ricominciare da capo…”

Bert, merda… Lo vuoi capire che non puoi continuare così” ora non era più solo un sospetto, poteva sentire i singhiozzi che gli sfuggivano dalla gola. E si rese conto di stare piangendo a sua volta “Non puoi affrontare il mondo da solo…”

“Quando Jeph mi ha detto di quello che è successo, mi sono venuti i brividi. Dio, potevi esserti fatto veramente male, e a quel punto, il tempo a mia disposizione sarebbe finito; non potevo più rimandare… E quando hai risposto, quando ho scoperto che stavi bene, ho capito che se non avessi fatto qualcosa ti avrei perso comunque”


Cause baby I'm not all right when yo
u
Cause baby I'm not all right when you go
I'm not fine, Please
be all mine
I never want you to go because I am all yours so please be all mine.

“Mi dispiace Gee… mi dispiace per tutto”

Erano le parole che Gerard voleva sentire, quelle che le servivano per cancellare ogni cosa. Per essere pronto a farsi spezzare il cuore di nuovo.

“Va tutto bene… No, in realtà non va bene niente. Sono stati 2 anni di inferno. Ma questo è un inizio, no?”

“Non ho mai voluto che accadesse tutto questo… la situazione mi è sfuggita dalle mani, e io ero troppo spaventato per provare a rimetterla a posto… E io ti amo… ho aspettato due anni per dirtelo di nuovo”

Disse quelle parole in un soffio, chiudendo gli occhi e non sapendo cosa aspettarsi in cambio. Lo amava ancora? Geard era ancora suo?

“Per favore, Dio, se esisti, fallo tornare da me… rimetti le cose a posto… Ti prego”  

Lui non era mai stato religioso, cazzo i suoi lo avevano buttato fuori di casa per questo. Ma era arrivato a quel punto in cui, per andare avanti, doveva aggrapparsi a qualsiasi cosa.

“Anch’io ti amo, Bert. E non perché voglio scopare con te, o perché tu me l’ha appena confessato. Ti amo e basta”gli rispose Gerard, in un tono di voce che solo loro due potevano sentire.


Please be all mine

Earthquake: The Used

 

The End.

 

 

[NdA: Eccomi qui… Sono tornata con una piccola storiella ispirata all’HJF [che tristezza… io c’ero, è stato orribile!!] e a “Earthquake” che per ora è la mia canzone preferita di “Lies for the Liars

Molto stranamente xDDD i protagonisti di sta roba sono Gee e Bert xD Non per altro, ma perché mi sembra che ogni canzone che quei due scrivono da un po’ di tempo a questa parte siano dedicate all’altro *__* quindi mentre le ascolto mi viene naturale pensarci xD

Bho, ho provato a buttare giù questa cosa, che dovrebbe assomigliare a una songfic, dopo avere letto i vostri commenti sull’altra [grazie, siete stati troppo gentili :-** ]  quindi se fa schifo è colpa vostra xD

La storiella la dedico a Martunza [<3] Perché è bravissima, mi sostiene sempre, perché finalmente ho trovato una compagna di vaneggiamenti, è dolce è simpatica, le voglio bene e… e poi è bravissima! 

Un bacio a chiunque legga e/o commenterà anche questa cosa. Grazie!]

Much love.

Niamh

   
 
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