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Autore: NowOrNever    29/11/2012    2 recensioni
Rantola nel buio la sensazione dell’inganno puro.
Nella tua ombra e alle tue spalle, pronto a colpirti. E quando ti renderai conto del peccato che hai commesso, d’aver ucciso animi nobili e i tuoi compagni, sarà troppo tardi.
Piangerai nel rosso, nel delitto, nel peccato.
E’ davanti a te il Male che ti offusca la vista, solo per nascondere inutilmente la vergogna del suo essere.
“Voglio vivere in eterno. Voglio essere il tutto! Ma per non far rimanere desiderio tutto ciò… Dovrò mentire ancora e ancora.
Non più in questo stato, ma per sempre ugualmente! Per altri 500 anni, per altri 1000 anni fino alla fine del mondo che collasserà con me.
Io sono Inizio.
Io sono Fine.”
Il dannato Destino porta le persone ad incrociare i propri cammini, a percorrere il medesimo, o a correrlo parallelamente.
Gli innocenti e i peccatori indirizzati sulla stesso percorso, che camminano accanto con maschera che cela malignità.
A chi sta svelare la loro identità?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autore: *ding dong* AVVERTENZE PER L’USO: Dunque, dunque gente! Siamo qui riuniti per dare un ultimo addio al neurone che condividiamo in tre! :'D
Sì, perché siamo ben in tre a scrivere questa fan fiction. Ma forse, invece di dilungarci sulle cacchiate -come se già non fossimo cacchiate con le gambe- dovremmo scrivere tutte le spiegazioni necessarie.
Ecco… Siamo un trio di amici che si conosce dai tempi che furono: Luxo, Rodda e Kotsubaki (a scanso d’equivoci dico direttamente che sono io, Kotsubaki, che star scrivendo questa piccola didascalia…?).
Questa fan fiction nasce prevalentemente da un accaduto di quest’estate: stavamo cazzeggiando come al solito in piazza (diciamo che è un luogo un po’ in del posto dove abito) e ci siamo ritrovati a fissare un gruppo di ragazzi sulla ventina vestiti di tutto punto: giacca nera, cravatta ecc. Al che ce ne siamo usciti con un “Oh, people in versione Choice.” Nella noia di quella giornata ci siamo messi ad inventare eventuali guardiani di eventuali famiglie.
Abbiamo passato le vacanze assieme, in campagna, in villa dalla nostra amata Rodda e ci abbiamo rimuginato sopra, creando character design e storia di ogni singolo dei sette guardiano di quella che sarebbe stata questa nuova famiglia mafiosa (forse non troppo nuova), nomi e dettagli vari che poi, belli miei, vedrete!
E così è nata questa fic che parla della nuova unione tra Vongola e questo gruppo minore di cui ancora non faccio il nome, poco conosciuto, ma altrettanto forte che si impegnerà a servire con devozione Tsuna & Co. finché un giorno, per cause esterne…
Beh, se vi dicessi tutto che gusto ci sarebbe? Godetevi questo primissimo capitolo, fresco fresco. Con tanta fatica e sudore della fronte di tutti siamo riusciti a mettere una parola dietro l’altra per dare vita a tutto questo: una long fic ambientata dopo la fine della serie di KHR (sì, stiamo ancora piangendo anche noi! XD) dove molti dettagli lasciati in sospeso avranno finalmente una risposta, secondo noi, ovviamente.
Speriamo che vi piaccia! Io, personalmente, sto morendo di ansia e anche i miei altri due pupilli perciò non indugiamo oltre. BUONA LETTURA! Speriamo che sia scorrevole e piacevole e mi scuso per essermi dilungata enormemente! X’











Rantola nel buio la sensazione dell’inganno puro.
Nella tua ombra e alle tue spalle, pronto a colpirti. E quando ti renderai conto del peccato che hai commesso, d’aver ucciso animi nobili e i tuoi compagni, sarà troppo tardi.
Piangerai nel rosso, nel delitto, nel peccato.
E’ davanti a te il Male che ti offusca la vista, solo per nascondere inutilmente la vergogna del suo essere.
“Voglio vivere in eterno. Voglio essere il tutto! Ma per non far rimanere desiderio tutto ciò… Dovrò mentire ancora e ancora.
Non più in questo stato, ma per sempre ugualmente! Per altri 500 anni, per altri 1000 anni fino alla fine del mondo che collasserà con me.
Io sono Inizio.
Io sono Fine.”
Il dannato Destino porta le persone ad incrociare i propri cammini, a percorrere il medesimo, o a correrlo parallelamente.
Gli innocenti e i peccatori indirizzati sulla stesso percorso, che camminano accanto con maschera che cela malignità.
A chi sta svelare la loro identità?





 



A Namimori, l’allegra e solare cittadina giapponese era la mattina di un nuovo giorno.
Il cielo era azzurro, le nuvole poche e bianche e tutto era perfetto. Un uccellino piccolo e giallo si andava posando sopra il tetto della scuola che portava lo stesso nome della città, cantando sulle note dell’inno scolastico, fiero e intonato con quel suo colorito giallo che metteva allegria. Niente poteva sembrar andare storto in un normale e tranquillo giorno di scuola.
Si poteva vedere tutta la città da lassù, poi tutto sembrò essere assalito da una scossa di terremoto e l’uccellino spiccò di nuovo il volo lasciandosi alle spalle, pochi secondi dopo, un’esplosione di macerie.
Una parete della scuola era esplosa misteriosamente in quell’istante.
“Decimo! Sta bene?!” fu l’unica cosa che si poté sentire dopo il forte rumore.
Appena il fumo si diradò si poté vedere chiaramente una parete della classe interamente crollata.
“G…G-G-G…”
“Oh no! Decimo! È diventato balbuziente! Oppure… oppure… no! Non può essere! Continua a ripetere ‘G’ perché vorrebbe che io fossi come lui! Perché!? Lo sapevo che non ero degno!”
“Ahahahaha! Ma Gokudera! Era solo un’ape! Non sarebbe successo niente a Tsuna se avessi aspettato qualche secondo!”
“E tu sta zitto idiota del baseball! Non posso assolutamente permettere che il Decimo venga ferito in qualche modo! Anche se si tratta solo di una stupida ape!”
“G-G-G-Gokudera-kun!”
“Ora basta!- interruppe d’un tratto l’insegnante con aria furiosa- questa volta mi sono veramente stufato di tutte queste interruzioni, esplosioni e cose simili! Siete tutti in punizione! Hibari Kyoya, del comitato disciplinare si occuperà di voi! Fuori di qui!”
L’aula era totalmente a soqquadro e tutti i membri della classe sembravano sconvolti dall’accaduto.
Appena l’insegnante finì di parlare la porta si aprì lentamente e con la sua aria minacciosa fece ingresso in aula il più temuto della scuola: il presidente del comitato disciplinare, Hibari Kyoya.
“Iiiiiiih!” pigolò Tsuna impaurito, mentre si appropinquava goffamente verso la porta a testa bassa, cercando di non incrociare lo sguardo terrificante e di ghiaccio del moro, seguito a ruota da Gokudera e Yamamoto.
I tre vennero portati in sala punizioni, e chiusi dentro a forza.
“Beh… Direi che siamo stati fortunati! Hibari non ha neanche alzato un dito contro di noi! Hahah!” esclamò Yamamoto con il suo solito fare scherzoso.
“Smettila di ridere! Sei insopportabile!”
“Vi prego basta!” urlò improvvisamente l’aspirante Neo-Primo, cercando di farsi sentire il più possibile.
“Decimo…”
“Mancano solo tre giorni alla fine della scuola e dobbiamo cacciarci nei pasticci fino all’ultimo! Gokudera-kun perché…”
L’italiano si lasciò andare ad un’espressione di puro dispiacere e rammarico e distolse lo sguardo da Tsunayoshi.
“Ho già una media rovinosa, almeno in condotta potevo salvarmi e invece ora non riuscirò neanche ad avere un buon voto in quello… per non parlare della punizione che avrò da Reborn!”
“Mi hai chiamato?” irruppe improvvisamente la vocina squillante del piccolo assassino, uscito improvvisamente dal condotto dell’aria condizionata sotto forma di baco da seta.
“R-R-Reborn!”
“Vedo che siete stati puniti ancora… Tsuna! Non va bene! Siamo agli sgoccioli ed ora ti ritrovi con questi votacci e in punizione, per non parlare dei danni fatti alla scuola.”
“Lo so…” Disse preso dal totale sconforto.
“Comunque sia sono venuto qui per informarvi di una cosa ancora più importante- 
d’un tratto tutti si fecero più interessati- appena la scuola giungerà a termine tutti i Vongola dovranno partire!”
Dunque i guai erano davvero solo all’inizio! Non bastava la consapevolezza che non l’avrebbero mai, mai passata liscia per aver rovinato la loro stessa scuola, ma anche un viaggio in un posto del tutto sconosciuto al piccolo boss. Non poteva esserci cosa peggiore se non quella. Di norma si dovrebbe essere felici di una notizia del genere ma conoscendo tutti i soggetti presenti quella sarebbe stata tutt’altro che una vacanza piacevole.
Come al solito lo prese una sensazione di sconforto unica, che gli attanagliò la gola e lo stomaco.
“Partire? E dove? Così all’improvviso!?”
“Questo ve lo spiegherò più avanti, sappiate solo che è una cosa importante… molto importante…”
Ogni sospetto del brunetto era più che fondato. Tanto più se il piccolo killer si ritrovava ad essere tanto serio. Il motivo era chiaro come il sole: Cerimonia di Successione.
Tre parole che dicono tutto e che non suonano così scontate e nuove a quelle orecchie.
Tutti gli impicci che li avevano portati a quella svolta non erano bastati, evidentemente.
Il solo pensiero di dover diventare non Decimo, bensì Neo-Vongola Primo gli fecero salire alla gola una sensazione di soffocante oppressione.
“Tutto questo solo dopo che ti sarai fatto promuovere. Con le buone o con le cattive.” Concluse il bambino sferrando un calcio a Tsuna per poi tornare nel condotto.
Ci fu qualche momento di silenzio poi la voce di Gokudera irruppe: “Decimo! Ci pensa!? Faremo un viaggio insieme! Tutti i Vongola la proteggeranno! Ma specialmente io: il suo braccio destro! Le starò sempre accanto e non permetterò che nessuno ci disturbi! Non è contento?!”
“S-s-sì… penso…” Mentì, lui.
“Beh! Non so voi, ma penso che sarà bellissimo partire tutti insieme!” disse poi Yamamoto.
“Yamamoto… come fai ad essere sempre così allegro…?” La preoccupazione che sopraggiunse era tale che tradì lo stesso Sawada, nel suo voler mentire spudoratamente ai suoi compagni.
“Comunque sia Decimo, non vedo l’ora di sapere dove andremo. Una volta che riusciremo a uscire da quest’aula, ovviamente!”

Quella sera a casa Sawada sembrava regnare un’insolita tranquillità: la cena era andata bene, non c’erano stati feriti neanche in quella giornata e la mamma era ancora incolume da ogni tipo di attacco, bomba, o cibo velenoso. Tsunayoshi rientrò in camera esalando un sospiro di sollievo.
“Ah… anche questa volta siamo tutti salvi. Certo, Lambo ha rischiato di rovesciare il tavolo ma… rispetto al solito è un azione abbastanza sotto tono… Phew!”
“Ciaossu!”
Ecco. Ecco la cosa che lo fece sobbalzare in aria come di consueto.
“Ehi Tsuna! Oggi è andata bene la cena!”
“S-s-sì… Peccato che mi hai fatto prendere un infarto! Ma da dove sei entrato!?”
“Questi non sono affari tuoi!” Il bambino diede un calcio dritto in faccia al ragazzo.
“Gah!! M-Ma che ho fatto?”
“Questo è perché, probabilmente, quest’anno dovrai ripetere gli esami milioni di volte, ecco perché!”
“Ma-ma-ma uff… ah! Aspetta! Ora voglio sapere in che consisteva quel viaggio di cui parlavi oggi a scuola! Qui non ci sente nessuno… o almeno spero… comunque voglio sapere!”
“Mh…” Reborn apparve più pensieroso del normale, anche se la sua espressione (come al solito) non era cambiata di una virgola.
“Ok! Ti dico tutto! Tanto avevo comunque intenzione di farlo anche se non me lo avessi chiesto: stammi a sentire.”
Tsuna si sedette a gambe incrociate pronto ad ascoltare cosa aveva da dirgli il suo tutor. Era profondamente turbato dal fatto che questa volta sarebbe stato tutto più serio del solito, che si sarebbe giunti alla fine del lungo cammina e che sarebbe diventato boss, infine. Cosa che, come si sa, non gli è mai parsa allettante! Cos’è che voleva una persona pacifista come lui se non una vita altrettanto tranquilla? Tutte quelle esplosioni, quell’azione, quella vita frenetica non erano fatti per Tsunayoshi Sawada. Ma se non altro era questa la ragione per cui era stato ritenuto degno da molti.
“Allora… stavo pensando che dopo la scuola dovremmo fare un salto in Italia!”
“Coooosa?! In Italia?!” 
“Esatto! Del resto l’aspirante Neo-Primo dei Vongola ha il dovere di andare almeno una volta in Italia, la patria dei Vongola, e poi… c’è anche un altro motivo che mi spinge a farvi andare là.”
Ogni pensiero era ovviamente ricollegato a quel suo unico fine. Ne era certo, ne era certo! L’espressione shockata che aveva impressa sul volto ne era la conferma. L’intuito non mente mai, non il suo.
“Il Nono- riprese Reborn-… sembra che stia poco bene ultimamente. La sua fiamma è molto indebolita, è ancora in condizioni discrete, ma potrebbe peggiorare da un momento all’altro; ho ricevuto un messaggio proprio da lui e ha detto espressamente di volerti vedere.”
“Cosa?! Il Nono è malato? Mi dispiace…” Abbassò il volto e focalizzò i suoi ricordi, osservando con gli occhi della mente tutte le volte che aveva visto il Nono Vongola e non poté fare a meno di rimuginare sulla simpatia e sull’estrema gentilezza con cui lo aveva trattato nelle precedenti occasioni in cui lo aveva incontrato.
“Così mi è stato riferito. Allora ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per riunire l’intera famiglia Vongola direttamente in Italia. E poi… forse il Nono vuole riprendere la vecchia cerimonia di successione che era stata interrotta.”
Tsunayoshi si alzò di scatto e fissò con aria di rimprovero ed irritata il suo insegnante privato. Serrò la mascella forte, quasi da far male e serrò le braccia contro il corpo: “Lo sapevo che saresti arrivato a questo punto! Io non voglio diventare un boss della mafia!”
“Stupido Tsuna!” Replicò immediatamente Reborn, sferrando un altro dei suoi colpi. “Non capisci che quest’incontro va oltre quell’intento? Potrebbe essere l’ultima occasione per vedere il Nono… e se dovesse accadere qualcosa saresti tu a prendere le redini della situazione. In qualunque caso è meglio andare e vedere cos’ha da dirci… E’ anche una questione di etichetta!”
Il ragazzo sembrava perplesso, guardava fisso il pavimento con lo sguardo assente.
“Hai tempo fino a domani per pensarci, ma sappi che sarebbe una grande delusione sia per il Nono che per me se non partecipassi a quest’incontro.” Concluse l’altro uscendo dalla stanza.
Appena la porta si chiuse Tsuna si accasciò sul tavolo coprendosi l’intero volto con entrambe le braccia.
Cosa fare? Se non fosse stato per il rischio di dover affrontare una nuova cerimonia di successione sarebbe stato felicissimo di partire. Il Nono, poi… lui aveva sempre creduto in lui. Era stato sempre gentile, l’aveva aiutato a scegliere cosa fare quando fu organizzata la precedente cerimonia, senza arrabbiarsi mai. Poi se davvero non si sentiva molto bene sarebbe stato proprio il caso di parlargli. Se avesse dovuto accollarsi, di punto in bianco, tutta la responsabilità dei Vongola non avrebbe mai e poi mai retto.
Con soli tre giorni di tempo per recuperare c’era ben poco da fare. Ad ogni modo, miracolosamente, anche grazie alle ripetizioni di Reborn che qualsiasi comune mortale avrebbe definito tortura, Tsunayoshi riuscì a passare il test d’ammissione. Ovviamente dopo averlo ripetuto per ben due volte.
Il nostro caro boss non si smentisce mai!
La partenza per l’Italia non era affatto allettante, anzi! Se avesse potuto avrebbe ripetuto quel test altre mille volte, pur di non muoversi da casa –tutto a causa delle incombenze che c’erano lì- e dall’altra voleva finirla il più presto possibile dal momento che il caro tutor sembrava diventare più intollerante di giorno in giorno.
“Dunque, ImbranaTsuna… Finalmente è arrivato il risultato del test.” Disse Reborn saltando sulla scrivania con alcune scartoffie in mano.
“E cioè…?”
“Sei passato... Per il rotto della cuffia.”
Silenzio e poi un sospiro di sollievo.
“Ma la prossima volta non sarò così magnanimo. Il prossimo anno mi assicurerò che tu lo passi al primo colpo.”
“Se ci arrivo al prossimo anno…”
“Non c’è tempo per lamentarsi. Prepara i bagagli, si parte domani mattina prestissimo!”
“EH?! Di già?! Non posso rilassarmi un attimo! Voglio morire!”
“Se ci tieni...” Il piccolo italiano impugnò la sua piccola pistola verde e la puntò in fronte al boss che tirò un urlò e provò a coprirsi con le mani, implorandolo.
“Bene, allora domani si parte! Buonanotte.”








  
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