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Giving Up

“Sebastian, dove stai andando?”

Lo sapeva che avrebbe dovuto squagliarsela nel momento in cui Hunter si stava coccolando il gatto.

Sebastian si voltò verso il Warbler, individuandolo nel buio del dietro le quinte, che lo fissava con le mani infilate nelle tasche del blazer. Alzò le spalle, cercando di fare il vago, abbottonandosi lui stesso la giacca.

“Da nessuna parte.”

“Ah, da quando nessuna parte vuol dire 'da Blaine'?”

Sebastian sbuffò scocciato e alzò gli occhi al soffitto. “Fatti i cazzi tuoi.”

“No, perchè poi sono io quello che si deve sorbire i tuoi piagnistei da ragazzina. E pure i Warblers. Quindi facci un favore e levatelo dalla testa una volta per tutte.”

Sebastian grugnì scocciato. Non gli piaceva che lo considerassero una ragazzina, anche se forse avrebbe potuto evitare certi commenti in particolari occasioni. E pure quella volta in cui si era ubriacato al party dei Warblers e aveva reso partecipe mezza scuola del suo sconfinato amore per Blaine Anderson.

Sì, avrebbe dovuto decisamente risparmiarsela quella. Ma, comunque, non vedeva Blaine tutti i giorni; avrebbe dovuto approfittare di quel momento per vederlo un'ultima volta, poi avrebbe smesso di pensarci, era una promessa.

“Volevo solo augurargli in bocca al lupo,” mugugnò, guardando il pavimento e mordendosi il labbro.

Non gli sfuggì il sonoro sbuffo di Hunter, ma il Warbler non commentò oltre. Gli lanciò un'occhiataccia e se ne andò dove era venuto. Via libera.

Sebastian si guardò un po' intorno, cercando di individuare Blaine, fino a che non sentì un mormorio poco distante. Si avvicinò alle tende, scostandole un poco, per poi vedere una figura appoggiata a una scala, intenta a parlare al telefono.

Il cuore gli saltò in gola quando riconobbe Blaine nel suo vestito per le Provinciali, i capelli pieni di gel, in quel momento troppo simili ai suoi, e un sorriso in volto. Lo sentì ridere e quasi gli si scaldò il cuore, perchè sembrava una risata felice.

Rimase a guardarlo incantato, pronto a uscire dal suo nascondiglio non appena avrebbe terminato la sua telefonata.

“... ci vedremo davvero per Natale?”

Sebastian corrugò le sopracciglia, in quell'istante curioso come non mai di sapere con chi diavolo stesse parlando Blaine. Lui e Kurt si erano lasciati, giusto? Non poteva essere lui, su Facebook non erano neanche più amici, aveva controllato.

“Buon Ringraziamento,” il sussurro di Blaine arrivò alle sue orecchie in modo molto chiaro, e riuscì a capire che c'era qualcosa di strano nel suo tono di voce, come se stesse piangendo per qualcosa.

Chi diavolo c'era dall'altra parte del telefono?

“Ti amo così tanto, Kurt.”

Oh, ecco chi c'era.

Sebastian si ritrovò a deglutire tutta la sua delusione, insieme all'eccitazione di aver visto Blaine. Il suo cuore sprofondò nel petto, come trafitto e sanguinante, ferito, ancora una volta.

Rimase a guardare Blaine chiudere la telefonata e stringere il cellulare tra le mani, una lacrima gli bagnava il volto ed era visibilmente contento.

Contento e innamorato del suo ex.

Strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche, incapace di identificare quella rabbia e quella tristezza che sentiva nel torace come un peso in quel momento. Non riuscì a fare un passo in avanti per augurargli una buona competizione e Blaine tornò dalle New Directions, con un sorriso in volto che non era opera sua.

Rimase immobile con un unico pensiero in testa, mentre si sforzava di non capitolare.

Forse era davvero il caso di arrendersi.