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Autore: Faffina    30/11/2012    6 recensioni
Rieccomi con un'altra Malec!
Magnus lo raggiunse, e si bloccò sulla soglia stupito. - Non mi hai mai detto di saper cucinare. - Alec arrossì di piacere, segretamente orgoglioso del fatto che c'erano ancora cose di lui che lo stregone non sapeva.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tutti pazzi per i Malec <3'
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Alec leggeva, con le lunghe gambe ripiegate sotto di sé, sul suo divano preferito nell'appartamento di Magnus. Era un giornalino a fumetti che aveva trovato sul comodino, doveva essere molto famoso tra i mondani, ma lui non l'aveva mai sentito nominare. Era la storia di un ragazzo (somigliava molto a Simon in effetti) che veniva punto da un ragno e sviluppava degli strani poteri. 
Avrebbe preferito passare quel tempo con Magnus, ma a causa sua era costretto a fare gli straordinari. Da quando Alec l'aveva coinvolto nella faccenda di Sebastian aveva dovuto trascurare i clienti paganti, e il lavoro si era accumulato. Quel mattino era uscito presto per andare a sistemare una faccenda di cui non gli aveva ancora parlato, ma gli aveva promesso che sarebbe tornato in tempo per pranzare insieme.
Alec buttò il fumetto sul divano, tanto non era riuscito ad appassionarsi alla lettura, e si alzò, rabbrividendo quando i piedi nudi toccarono il pavimento gelido. Avrebbe dovuto farsi prestare da Magnus le pantofole a forma di alieno, pensò con un sorriso, non gliele aveva mai viste addosso, ma sapeva che le portava quando lui non era presente. 
Raggiunse la cucina e studiò il contenuto del frigo, che era parecchio migliorato da quando Alec aveva iniziato a passare più tempo lì che a casa propria. Del resto lui non aveva il dono di far apparire il cibo dal nulla, e in assenza dello stregone doveva procurarsi da mangiare in altre maniere. 
Non era passata neanche mezz'ora, che la chiava girò nella porta. Magnus aveva passato una brutta mattinata, e si sentiva esausto, nonostante si fosse alzato solo da poche ore. Utilizzare un certo tipo di incantesimi richiedeva energia, e lo lasciava spossato per il resto della giornata. Era il sommo stregone di Brooklin, ma le sue forze non erano infinite. Ci mise il tempo di togliersi il cappotto e le scarpe, per accorgersi dell'odore che si era propagato per il loft. Un odore che non gli era capitato di sentire molto spesso in casa sua.
- Alec? - chiamò, stupito di non trovarlo sul divano.
- Sono in cucina - 
Magnus lo raggiunse, e si bloccò sulla soglia stupito. - Non mi hai mai detto di saper cucinare. - 
Alec arrossì di piacere, segretamente orgoglioso del fatto che c'erano ancora cose di lui che lo stregone non sapeva. - Bè, non benissimo, ma quando vivi con Isabelle e i tuoi genitori sono spesso assenti, è una cosa che devi imparare a fare se non vuoi morire di fame. - Sorrise, e si sfregò una guancia arrossata lasciandoci uno sbaffo di farina, prima di girarsi di nuovo verso i fornelli. Sentì le braccia di Magnus circondarlo da dietro, e le sue labbra ancora fredde per l'aria esterna percorrerli leggere il collo dalla spalla all'orecchio. Lo lasciò fare, impassibile, ben consapevole che se avesse ceduto a quella dolce tentazione non sarebbe più riuscito a concentrarsi su quello che stava facendo. 
Mise il pranzo nei piatti, scansò Magnus che gli sorrideva invitante e malizioso, e li appoggiò sul tavolo già apparecchiato per due. - Omelette ai funghi. - Annunciò sorridendo e concedendo finalmente a Magnus un bacio sulle labbra. 
Magnus si staccò, spostando lo sguardo dai piatti al suo viso, in cui gli occhi risplendevano di un misto di orgoglio e affetto. Si sentì travolgere dall'emozione che provava ogni volta che lo guardava, amore e paura, quest'ultima ben nascosta, o almeno così sperava. Alec non era l'unico che la notte faticava a prendere sonno. 
Con il passare dei secoli Magnus aveva imparato a rendere il suo viso impermeabile alle emozioni che lo pervadevano. Aveva trascorso ore con il Libro Bianco aperto davanti, sempre sulla stessa pagina, mentre Alec dormiva. 
- Magnus, tutto bene? Mangiamo? - Alec lo chiamò, riportandolo al presente, adesso lo fissava con uno sguardo turbato, cercando senza successo di leggere la mente dello stregone. Quest'ultimo sbatté le palpebre, lasciandosi cadere su una sedia. - Sono solo molto stanco, certi incantesimi mi sfiniscono. - 
La mano di Alec si fece strada verso di lui, ferma e decisa come l'espressione del Cacciatore.
 - Prendila. - la sua voce era un sussurro, ma suonò chiara alle orecchie di Magnus.
Appena le loro dita si intrecciarono, un alone di luce azzurra le avvolse, e Alec sentì il familiare formicolio dell'energia che fluiva da sé a Magnus. Anche il senso di spossatezza che seguiva gli era familiare, ma non spiacevole. Non avrebbe rinunciato per nulla al mondo all'unico modo che aveva di sentirsi utile, importante.
Più tardi, quella sera, Magnus accarezzava come spesso accadeva i capelli di Alec, che si era addormentato con la testa sulle sue ginocchia. Guardarlo mentre dormiva era l'unico modo che aveva per poter concentrarsi su di lui senza farlo arrossire. Durante il sonno il suo volto prendeva un'espressione serena che di giorno non aveva. Con il pollice dall'unghia scintillante gli accarezzò la pelle liscia dello zigomo, scostandogli i capelli neri che gli cadevano sugli occhi. Alec gemette nel sonno serrando i pugni sulla coperta. 
Basta. Aveva deciso. Magnus spalancò gli occhi da gatto, che per un attimo brillarono catturando la luce del camino. Ne avrebbe parlato ad Alec non appena avessero risolto la questione di Sebastian, non sapeva come avrebbe reagito, ma ormai aveva deciso, sarebbe stata la cosa migliore per entrambi. 
Avrebbe usato su se stesso l'incantesimo del Libro Bianco. 
Avrebbe rinunciato all'immortalità.

La scena si svolge in un momento non ben precisato di City of Lost Soul.. quindi se non l'avete ancora letto può contenere SPOILER!

 

h 11:55 a.m.

Alec leggeva, con le lunghe gambe ripiegate sotto di sé, sul suo divano preferito nell'appartamento di Magnus. Era un giornalino a fumetti che aveva trovato sul comodino, doveva essere molto famoso tra i mondani, ma lui non l'aveva mai sentito nominare. Era la storia di un ragazzo (somigliava molto a Simon in effetti) che veniva punto da un ragno e sviluppava degli strani poteri. 
Avrebbe preferito passare quel tempo con Magnus, ma a causa sua era costretto a fare gli straordinari. Da quando Alec l'aveva coinvolto nella faccenda di Sebastian aveva dovuto trascurare i clienti paganti, e il lavoro si era accumulato. Quel mattino era uscito presto per andare a sistemare una faccenda di cui non gli aveva ancora parlato, ma gli aveva promesso che sarebbe tornato in tempo per pranzare insieme.
Alec buttò il fumetto sul divano, tanto non era riuscito ad appassionarsi alla lettura, e si alzò, rabbrividendo quando i piedi nudi toccarono il pavimento gelido. Avrebbe dovuto farsi prestare da Magnus le pantofole a forma di alieno, pensò con un sorriso, non gliele aveva mai viste addosso, ma sapeva che le portava quando lui non era presente. 
Raggiunse la cucina e studiò il contenuto del frigo, che era parecchio migliorato da quando Alec aveva iniziato a passare più tempo lì che a casa propria. Del resto lui non aveva il dono di far apparire il cibo dal nulla, e in assenza dello stregone doveva procurarsi da mangiare in altre maniere. 
Non era passata neanche mezz'ora, che la chiava girò nella porta. Magnus aveva passato una brutta mattinata, e si sentiva esausto, nonostante si fosse alzato solo da poche ore. Utilizzare un certo tipo di incantesimi richiedeva energia, e lo lasciava spossato per il resto della giornata. Era il sommo stregone di Brooklin, ma le sue forze non erano infinite. Ci mise il tempo di togliersi il cappotto e le scarpe, per accorgersi dell'odore che si era propagato per il loft. Un odore che non gli era capitato di sentire molto spesso in casa sua.
- Alec? - chiamò, stupito di non trovarlo sul divano.
- Sono in cucina - 
Magnus lo raggiunse, e si bloccò sulla soglia stupito. - Non mi hai mai detto di saper cucinare. - Alec arrossì di piacere, segretamente orgoglioso del fatto che c'erano ancora cose di lui che lo stregone non sapeva.
- Bè, non benissimo, ma quando vivi con Isabelle e i tuoi genitori sono spesso assenti, è una cosa che devi imparare a fare se non vuoi morire di fame. - Sorrise, e si sfregò una guancia arrossata lasciandoci uno sbaffo di farina, prima di girarsi di nuovo verso i fornelli. Sentì le braccia di Magnus circondarlo da dietro, e le sue labbra ancora fredde per l'aria esterna percorrerli leggere il collo dalla spalla all'orecchio. Lo lasciò fare, impassibile, ben consapevole che se avesse ceduto a quella dolce tentazione non sarebbe più riuscito a concentrarsi su quello che stava facendo. 
Mise il pranzo nei piatti, scansò Magnus che gli sorrideva invitante e malizioso, e li appoggiò sul tavolo già apparecchiato per due.
- Omelette ai funghi. - Annunciò sorridendo e concedendo finalmente a Magnus un bacio sulle labbra. Magnus si staccò, spostando lo sguardo dai piatti al suo viso, in cui gli occhi risplendevano di un misto di orgoglio e affetto. Si sentì travolgere dall'emozione che provava ogni volta che lo guardava, amore e paura, quest'ultima ben nascosta, o almeno così sperava. Alec non era l'unico che la notte faticava a prendere sonno. Con il passare dei secoli Magnus aveva imparato a rendere il suo viso impermeabile alle emozioni che lo pervadevano. Aveva trascorso ore con il Libro Bianco aperto davanti, sempre sulla stessa pagina, mentre Alec dormiva. 
- Magnus, tutto bene? Mangiamo? - Alec lo chiamò, riportandolo al presente, adesso lo fissava con uno sguardo turbato, cercando senza successo di leggere la mente dello stregone. Quest'ultimo sbatté le palpebre, lasciandosi cadere su una sedia. - Sono solo molto stanco, certi incantesimi mi sfiniscono. - 
La mano di Alec si fece strada verso di lui, ferma e decisa come l'espressione del Cacciatore. - Prendila. - la sua voce era un sussurro, ma suonò chiara alle orecchie di Magnus.Appena le loro dita si intrecciarono, un alone di luce azzurra le avvolse, e Alec sentì il familiare formicolio dell'energia che fluiva da sé a Magnus. Anche il senso di spossatezza che seguiva gli era familiare, ma non spiacevole. Non avrebbe rinunciato per nulla al mondo all'unico modo che aveva di sentirsi utile, importante.
Più tardi, quella sera, Magnus accarezzava come spesso accadeva i capelli di Alec, che si era addormentato con la testa sulle sue ginocchia. Guardarlo mentre dormiva era l'unico modo che aveva per poter concentrarsi su di lui senza farlo arrossire. Durante il sonno il suo volto prendeva un'espressione serena che di giorno non aveva. Con il pollice dall'unghia scintillante gli accarezzò la pelle liscia dello zigomo, scostandogli i capelli neri che gli cadevano sugli occhi. Alec gemette nel sonno serrando i pugni sulla coperta. 
Basta. Aveva deciso. Magnus spalancò gli occhi da gatto, che per un attimo brillarono catturando la luce del camino. Ne avrebbe parlato ad Alec non appena avessero risolto la questione di Sebastian, non sapeva come avrebbe reagito, ma ormai aveva deciso, sarebbe stata la cosa migliore per entrambi. 
Avrebbe usato su se stesso l'incantesimo del Libro Bianco. 
Avrebbe rinunciato all'immortalità.



*Angolo dell'autrice*

E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho pubblicato, ma dopo aver letto CoLS mi si è riaccesa l'ispirazione *.* e poi questi due sono troooooppo teneri!

Grazie a tutti voi che leggete, ed anche a chi avrà voglia di farmi sapere cosa ne pensa!

Alla prossima! 

   
 
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