Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: MarsRose    30/11/2012    0 recensioni
La storia racconta le vicende di Cassie McDonald: una giovane ragazza di 16 anni nata in America quando quest'ultima non era ancora stata scoperta. In un piccolo villaggio dove ora sorge "Mystic Falls" viveva insieme ai Mikaelson, la prima famiglia di vampiri. Ora Cassie ha ancora 16 anni e torna a Mystic Falls dopo oltre mille anni.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Forse Dylan era quello che mi serviva per movimentare la mia vita spenta e monotona, per risvegliare quella cittadina dal suo stato di shock. Ma soprattutto per vedere quel lampo di gelosia accendersi negli occhi di Kol quando ci guardava.
Credevo che non ci fosse cosa più bella della gioia che si dipingeva sul suo volto quando mi vedeva. Invece quando lo vidi geloso capì che era quella la sua vera bellezza: perché era geloso di me.
Perché però non riuscivo a vedere un mio futuro vicino a Kol ? Se pensavo al mio futuro, vedevo solo …giornate tutte uguali fatte di noia infinita e delle cose che già facevo da un millennio. Sobbalzai sentendo uno schianto al piano di sotto, ero rimasta immobile così a lungo che quasi mi ero dimenticata spazio, tempo e luogo in cui mi trovavo. Feci mente locale guardandomi attorno: la sedia era ribaltata dopo la discussione tra Klaus e Dylan, sul muro c’era una profonda crepa che segnava lo schianto di Kol dopo che Dylan lo aveva spinto via, la mia valigia chiusa era ai piedi del letto… .
Mi alzai un po’ indolenzita, presi la valigia e la borsa che vi era appoggiata sopra e scesi piano le scale. Osservai la scena che mi si presentò davanti: Klaus e Dylan che litigavano mentre Kol stava tranquillo appoggiato alla parete.
-Ora fermi!- esclamai risoluta scendendo gli ultimi gradini. Si voltarono tutti e tre: Klaus a metà tra lo stupito e il contento, Kol sbalordito e Dylan trionfante.
-Cassie torna di sopra.- 
-No Kol! Ho deciso di andarmene, mi sono trattenuta anche troppo.- trascinandomi dietro la valigia mi posizionai davanti alla porta d’ingresso.
-Dylan, vieni.- lanciai un ultima occhiata a Kol mentre Dylan afferrava la mia mano tesa. Mi guardava come se, andandomene, mi stessi portando via un pezzo del suo cuore. Se davvero ci teneva a me mi avrebbe fermato ...giusto? Invece mi lasciò andare.Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a togliermi dalla mente la sua espressione sofferente. Dylan riusciva a farmelo dimenticare, ma per poco. Era come un antidolorifico: calmava il mio dolore ma non per sempre. Non andammo molto lontano, solo cambiai casa e andai a vivere con Dylan. Ci eravamo comprati un vecchio rudere ai confini della città: appartato e semplice. La prima sera che passammo nella nuova casa fu di sicuro la più bella. Cenammo tranquillamente con le sacche di sangue dell’ospedale; guardammo un film in televisione e infine io uscì in cortile a guardare le stelle. Non mi ero accorta che mi era alle spalle fino a quando non lo sentì che mi cingeva la vita con le braccia e appoggiava la sua testa sulla mia spalla.
-Sai Cassie… io credo di amarti.- sospirò chiudendo gli occhi.
-Sai Dylan… forse ti amo anche io.- sussurrai voltandomi per premere le mie labbra contro le sue.
Da quanto capì della sua reazione se lo aspettava, anzi, ne era certo! Mi prese in braccio, continuando a baciarmi, e mi trascinò nella nostra nuova stanza da letto.
Mi svegliai il mattino dopo sdraiata accanto a lui e, stranamente, felice. Forse, quando quella mattina pensai “che città tranquilla!”, lo pensai troppo presto. Come non detto, Esther aveva combinato qualcosa la sera del ballo: aveva legato la sorte di tutti i fratelli assieme.
Scoppiò il putiferio più totale quando lei, una notte, cercò di ucciderli tutti usando il sacrificio di Finn… quel ragazzo era stupido nell’anno 1000 e ora, nel 2012, era ancora più stupido!
Sta di fatto che, dopo quella notte, la famiglia Mikaelson non esisteva più. Tutti sparirono, se ne andarono. E così iniziò una nuova settimana, però questa volta ero sola.
Dylan mi accompagnò a scuola e mi venne a riprendere sulla sua Lamborghini Gallardo nera. “Che te ne fai di una macchina così?” gli avevo chiesto quando me l’aveva mostrata il giorno della mia fuga da casa Mikaelson. Aveva risposto che amava le auto veloci e costose. Non avendo l’età per guidare, non avevo mai capito a fondo l’utilità delle auto; preferivo di gran lunga le mie gambe.
Era lunedì, molti odiano i lunedì… a me piacciono invece. Così tranquilli… così piatti e monotoni… ormai la monotonia era di casa nella mia vita.
Comunque, quel lunedì era più monotono di altri, più piatto… più spento. Dopo essere tornati a casa, io e Dylan andammo in salotto e mi apprestai a fare la domanda che tanto avevo aspettato a esporre.
-Dylan io non so niente della tua vita da umano.- Mi guardò interrogativo. -Raccontami di chi eri prima che io ti trasformassi.- Lui guardò fuori dalla finestra, perso nel passato.
-Nacqui il 4 Febbraio 1926, vivevo in una famiglia benestante e per questo imparai a scrivere e leggere. Allo scoppiò della Seconda Guerra Mondiale mi arruolarono, i miei erano nazisti convinti. Poi sai com’è andata no? Ti vidi e mi innamorai.- Mi guardò sorridendo. -Eri stupenda… non una riga di sudore velava il tuo volto mentre lavoravi. Non avevo mai visto qualcuno di più bello e… tranquillo. Tutti gli altri erano morenti, tu sola eri con un po’ di vita in corpo… lo percepivo. Poi sai com’è andata. Mi donasti questa vita e io te ne sarò per sempre grato.- Mi sorrise felice sdraiandosi sul divano.
-Davvero reputi così importante quello che ti ho fatto?- 
-Tu mi hai donato la vita eterna.- 
-Se io avessi potuto scegliere sarei volentieri morta.- Mi guardò stupito.
-Ma che dici Cassie? L’immortalità è una cosa stupenda!-
-Tu non capisci…- Andai malinconica verso la finestra osservando il cielo piovoso.
-Spiegami allora !-
-Io non potrò avere figli.- Sospirai. -Non potrò invecchiare, non potrò morire. Quando sono nata ero ebrea. Per i demoni non c’è paradiso.-
-Il paradiso non esiste.- Disse in modo sprezzante. Lo guardai stupita. -Ero ateo.- 
-Gli atei potevano diventare soldati nazisti ?-
-Ho detto di essere cattolico.-
-Che bugiardo.- Mi sorrise sardonico.
-Ha parlato miss sincerità.-
-Non venire a far la morale a me sulla sincerità Dylan Heston!- 
-Cosa vorresti dire ?-
-Spiegami perché Klaus ti odia così tanto e io ti risponderò.- Lo fulminai.
-Non sono affari tuoi Cassie !- Uscì correndo di casa, in un soffio era fuori. Andato. Borbottando imprecazioni, andai a sdraiarmi a letto. Mi addormentai pensando a Kol.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: MarsRose