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Autore: Anakina    18/06/2007    3 recensioni
Un pianeta, una razza condannata e una crudele. I pensieri di un giovane soldato mentre il suo destino e quello della sua civiltà stanno per compiersi...
Genere: Science-fiction, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto in guardia

Sto in guardia.

Chissà se oggi sarà il giorno in cui morirò…

Ma se succedesse, se è la mia vita che la salvezza della mia specie reclama, allora sarò ben lieto di sacrificarla. E’ la mia missione, il mio dovere, fino all’ultimo respiro.

E’ per questo che sono nato, è questo che si è sempre preteso che facessi e l’unico scopo per cui vivo.

Io sono un guardiano, e il mio compito è sorvegliare il mio popolo garantendone la sopravvivenza su questo pianeta.

Il mio popolo…

Una civiltà millenaria, forgiata col senso del dovere e con la totale devozione al bene collettivo.

Siamo gente industriosa, forte e tenace. Tutto ciò che facciamo è vivere in armonia con la madre terra che ci ospita da tempo immemore, cogliendone i frutti e conservandoli ad uso e consumo dell’intera comunità.

La nostra società è gerarchica e complessa, ma a nessuno manca nulla e ognuno è ligio al proprio compito e determinato a portare avanti le nostre tradizioni, le radici che ci hanno permesso di arrivare a questo momento e a moltiplicare esponenzialmente il nostro numero nel corso de secoli.

La mia gente è solidale, equa e giusta. Non conosce corruzione, non perde sé stessa nell’immoralità e nei vizi. Si basa sull’obbedienza di ogni singolo individuo nel servire lealmente la collettività con la missione affidatagli sin dal suo primo giorno di vita.

Onoriamo il nostro lavoro e viviamo per esso, perché siamo fieri di poter accrescere il benestare di tutti noi.

La mia razza è perfetta.

Ma nonostante questo, io sto in guardia.

Nonostante noi viviamo in pace e senza arrecare danno a nessun’altra ceratura nativa di questo mondo, abbiamo ugualmente dei nemici.

Mostri.

Enormi esseri orrendi e spietati, una razza spregevole dalla crudeltà insensata e malvagia. Sono in minor numero rispetto a noi, tuttavia ci superano in possenza e forza fisica, che utilizzano come pretesto per governare incontrastati il pianeta che hanno invaso indegnamente.

Sono giunti qui, si sono stanziati stabilmente e sfruttano ogni nostra risorsa naturale, svenandola, impoverendola e assassinandola.

Come fanno con noi.

A volte ci ignorano completamente limitandosi a disprezzarci, altre ci schiacciano.

Ci annientano in ogni modo, con una furia inaudita e atroce. Ci disintegrano, ci odiano, ci uccidono senza un perché.

Forse per loro è un divertimento vederci soffrire. Un gioco abominevole in cui ogni volta milioni di vite innocenti vengono spezzate per sollazzare queste bestie assurde e selvagge.

Una guerra impari che va avanti da generazioni, in cui siamo entrati senza avere scelta.

E tocca a noi ogni volta soccombere e venire devastati, senza poter fare nulla se non rimboccarci le maniche e rimetterci al lavoro per ridare dignità a tutto ciò che siamo e a quello che per noi ha un valore.

A volte mi chiedo se esista un essere superiore, e perché abbia riservato per noi questi continui dolori togliendoci ogni concreta possibilità di difenderci. Chissà a quale dio può far comodo l’estinzione di una razza produttiva e capace, in favore di quelle creature immonde …

So che stiamo anche rischiando molto di questi tempi. Un messaggero di una colonia vicina ci ha informati che la sua area è stata distrutta, avvisandoci inoltre di tenere il massimo stato di allerta e di evacuare la popolazione, per quanto possibile, nei tunnel sotterranei d’emergenza.

Il mio compito è quello di restare fuori ad osservare la situazione, e nel caso avvisare gli operai che sono stati ritenuti indispensabili per continuare a svolgere il lavoro nonostante il pericolo.

Per ora è tutto insolitamente calmo.

C’è uno strano silenzio intorno, il cielo è sereno e dalla fitta vegetazione che ci circonda non riesco a scorgere nulla.

Troppo calmo. Sta per succedere qualcosa, lo percepisco. Ma continuo a stare in guardia, aspettando l’ignoto, un’attesa angosciante di qualcosa di tremendo che potrei non raccontare mai, e tutto per salvare la mia specie.

Ho paura. Forse oggi sarà davvero il giorno in cui morirò…

Un cigolio improvviso in lontananza.

Oh no! Ci siamo…

Sento grida acute e versi ignobili, la terra trema per via di rumori sordi e cadenzati che, rapidi, si dirigono verso di noi.

E’ un mostro, è qui! Ritirarsi, ripieto, ririrarsi immediatamente!

Riesco a scorgere per un momento il male nei suoi occhi, prima di vedere impotente il suo arto gigantesco distruggere l’ingresso principale della nostra fortezza e poi finire brutalmente i disperati che non sono riusciti ad entrare e che tentano di darsi alla fuga.

Ma è troppo tardi ormai…

In un lampo e senza che me ne renda ancora del tutto conto, sono circondato dalla devastazione e dai cadaveri, ovunque. E si fa strada in me la disperazione più nera.

E’ troppo grande, troppo rapido. Troppo feroce.

Che tu sia maledetto, mostro infame. Che tu sia maledetto.

Ora mi ha visto, mi sta guardando. Capisce che sono ancora in vita. Punta verso di me.

Il mio pensiero corre verso i sotterranei segreti, dove la maggior parte di noi è nascosta in questo momento. Saranno loro ad andare avanti, e forse sarà una nuova giovane vita a prendere il mio posto, quando non ci sarò più.

Non importa quanto crudeli sappiano essere questi esseri, la mia razza non morirà. Continuerà ad esistere e ci sarà un nuovo domani, anche senza di me.

E’sopre di me. Mi ucciderà.

Non c’è più nulla da fare.

Ho compiuto il mio dovere.

Fine.

 

 

«Francesco…? Francesco, smettila di torturare quelle povere formiche in giardino e vai a lavarti le mani, che è pronto da pranzo!»

 

 

  
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