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Autore: Lilly92    18/06/2007    5 recensioni
"Peter non stava dormendo. In effetti, non dormiva da molto tempo. Quanto? Nessuno poteva dirlo. Forse un paio di giorni, una settimana, un mese…forse non aveva più dormito da quando Lei l’aveva lasciato. "
Peter Pan è tornato, e lo aspetta una nuova, esaltante, magica avventura...
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che ho bisogno di numerosi commenti per questo primo capitolo, poichè ho già delineato questa storia nella mia testa, e posso assicurarvi che sarà piena di sorprese ;) ma ho bisogno davvero del vostro parere, per sapere se vale la pena di continuarla ^^ Buona lettura!


Lasciava che il vento gli accarezzasse il viso assopito, le mani congiunte sul petto, una gamba penzoloni dal ramo su cui era steso.
Improvvisamente spalancò gli occhi, scintillanti alla luce del sole al tramonto, socchiusi come se fosse in ansia per qualcosa.
Peter non stava dormendo. In effetti, non dormiva da molto tempo. Quanto? Nessuno poteva dirlo. Forse un paio di giorni, una settimana, un mese…forse non aveva più dormito da quando Lei l’aveva lasciato.
Pacata, silenziosa, era scivolata fuori dalla sua misera vita esattamente come vi era entrata. Erano cresciuti in due mondi diversi e, soprattutto, solo uno dei due aveva continuato a crescere. Non Peter, lui era notoriamente troppo legato alle certezze che l’infanzia gli dava da non avere il coraggio necessario ad abbandonarle.
Solo poco tempo prima, ignorava che il mondo degli adulti avesse degli aspetti tanto meravigliosi, ne aveva avuto un piccolo ma significativo assaggio eppure…eppure c’era qualcosa che ancora lo teneva stretto a quell’ isola. Nonostante allora fosse già quasi interamente disabitata.
Tutti l’avevano lasciato. Era rimasto tristemente solo.
I Bimbi Sperduti, suoi fedeli compagni di avventure, avevano scelto la strada della vita, avevano scelto di crescere...perchè lui no? Perché avevano scelto di differenziarsi dal loro adorato capo? “Loro non hanno passato tanto tempo su quest’isola quanto me…” si ripeteva Peter fra sé e sé, cercando, soprattutto, di alleviare il peso che portava sul cuore.
Era consapevole di aver rinunciato all’amore di Wendy, ai suoi baci, ai suoi dolci sguardi, al semplice trascorrere del tempo con lei…per un attimo, in verità, era stato notevolmente tentato di seguirla nel suo mondo, laggiù, sulla terra.
Ma, probabilmente, aveva avuto paura di farlo. L’ennesima volta.
Un tempo aveva amato l’ “Isola che non c’è”…quando l’arcobaleno ancora solcava il cielo, il mare luccicava dolcemente alla luce del sole, nascondendo un mondo meraviglioso e pieno di misteri allo stesso tempo…e allora potevi sentire la soffice sabbia sotto la pelle, ammirare le chiome degli alberi leggermente scosse da una brezza praticamente impercettibile…
Allora, sulla sua isola, aveva potuto vivere innumerevoli avventure con i suoi amici, aveva potuto scoprire nuove creature come le sirene, fuggire dai coccodrilli, volare nel cielo con Trilly al suo fianco e poi…combattere contro i pirati!
Oh, si era divertito un sacco dando fastidio Capitan Uncino, portando avanti battaglie sempre più emozionanti e pericolose fino a quella finale…
Da allora non aveva la più pallida idea di dove fosse finito il resto della ciurma di Uncino…immaginava fossero scappati anche loro dall’isola, verso una vita diversa.
Un sorriso amaro gli solcò il viso al pensiero di Spugna nelle vesti di un rinomato giudice.
Si portò le ginocchia al petto, e lasciò qualche lacrima scendergli lungo la guancia, come faceva spesso quando si perdeva nei ricordi di un passato ormai lontano.
Considerava passato tutto quello che aveva a che fare con le sirene, con gli indiani, con Uncino e…sì, anche con lei.
Non era riuscito a dimenticarla del tutto, ma ci provava davvero, sperando che essere così lontano da lei potesse potenzialmente aiutarlo. Sapeva che non l’avrebbe mai più rivista, molto probabilmente, ed era sicuro che a lei non sarebbe rimasto che un vago ricordo, misto tra sogno e realtà, di un ragazzo bellissimo e misterioso, che aveva paura di crescere.
Gli sarebbe davvero piaciuto sapere quanto tempo era passato, solo per immaginare quanto Wendy era cresciuta, e fantasticare su quello che poteva essere diventata. La immaginò circondata dai suoi bambini, mentre raccontava la sua storia, la loro storia…esattamente come aveva promesso.
Si asciugò le lacrime, e guardò in direzione del sole, ridotto, ormai, ad una sottile linea infuocta all’orizzonte. Volò su una collina alle sue spalle, protetta dall’ombra degli alberi.
Si guardò intorno come aveva fatto milioni di volte precedentemente, sperando di poter rivedere ancora una volta un selvaggio…ma, ovviamente, tutto ciò che vide fu la sua ombra.
Osservò il mare, e notò che da un bel po’ di tempo aveva perso la sua luce, e si chiese se fosse ancora popolato. Fece scivolare il suo sguardo verso una grotta scavata negli scogli, nella quale era impossibile intravedere alcuna cosa.
Il pensiero che i pirati potessero essere nascosti laggiù gli balenò la mente per un attimo, ma, tristemente, si rese conto che non gli importava più.
Lanciò un ultimo sguardo al paesaggio prima di voltarsi per tornare al suo rifugio e, improvvisamente, un sospetto dolorosissimo gli trafisse il petto come una freccia.
E se la magia dell’isola stesse scomparendo? E se fosse cresciuto lo stesso, pur rimanendo nel suo limbo apparentemente inviolabile?
Sentì la terra sprofondare sotto i suoi piedi, come se le certezze di una vita intera si fossero sciolte come ghiaccio al sole.
Stava davvero crescendo?
Probabilmente sì, dato che tutto ciò che prima lo eccitava, lo rendeva felice, lo emozionava…ora gli scivolava tristemente addosso.
Doveva impedire che ciò degenerasse, non aveva alcun dubbio.
Cominciò ad addossarsi la colpa di tutto ciò.
“Oh, se solo non fossi rimasto con le mani in mano per così tanto tempo, lasciando che i ricordi mi consumassero…forse l’isola sarebbe ancora luminosa, forse sarei ancora un bambino!” pensò, sentendo la rabbia inondargli le vene come veleno.
Sfogò la sua ira scagliando un sasso contro un albero, esso graffiò la corteccia e il rumore riecheggiò fin giù nella grotta, tra gli scogli.
“Sento di avere ancora molto da fare quaggiù.
Non mi ero mai accorto di quanto sono importante per l’isola”.
Non si era nemmeno accorto che due occhi grandi e belli quasi quanto i suoi l’avevano osservato per tutto il tempo.
  
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