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Autore: hatemyself    01/12/2012    0 recensioni
'Era soltanto una parte di me che ancora non conoscevo'.
Era lui, lui, lui. Lo incontrai così, per caso.
Più che altro, incontrai il suo sguardo. Così, semplicemente. Li trovai. Trovai a suoi occhi in mezzo ad altri mille, forse era destino. Soltanto, ora quello sguardo è altrove. E io? Io sono ancora qui a pensarci prima di prender sonno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suonò la campanella, finalmente.
Corsi dalla mia migliore amica.
'Su, muoviti' le dissi.
Ci precipitammo al piano terra della nostra scuola.
Era una vecchia scuola, aveva sessant'anni, più o meno.
C'erano segni di muffa ovunque, muri scrostati, porte cigolose, ruggine.
La puzza di chiuso faceva sentire la maggior parte di noi racchiusi dentro una cupola.
Al pianoterra si trovavano le porte per uscire all'aria aperta, respirare un po' e conversare con le poche persone che frequentavano la scuola peggiore del quartiere.
No,non peggiore nel senso che lì ci andava i figli dei delinquenti, bulli, alcolisti. No, soltanto, assomigliava più ad una catapecchia che ad una scuola superiore.
Uscimmo fuori il più in fretta possibile, ci bloccammo, riempimmo i polmoni con quell'aria fresca di primavera e ci sentimmo libere, finalmente.
Mangiammo un po', andammo a salutare amici.
Parlavamo da un po', quando Amaia mi tirò una gomitata.
Indicò un ragazzo alto, capelli scuri. Bello, deisamente bello.
Non lo avevo mai visto prima, doveva essere uno nuovo.
Appena guardai verso di lui, incrociai i suoi occhi.
Me li ricordo ancora ora. Erano verdi. Verdi intenso.
Così distaccati da quei colori scuri che lo caratterizzavano.
Si notavano molto, davvero molto. E così, la forma dei suoi occhi si trasformò in un instante. Erano incurvati, ora, quasi più felici.
Scesi più in basso con lo sguardo e notai una leggera incurvazione della bocca. Era un sorriso, quello.
Fu la prima volta in cui capii cosa voleva dire essere felici.
Sorrisi anch'io. Sorridemmo come due imbecilli, l'uno all'altro, per non so quanto tempo.
So soltanto che che ad un certo punto qualcuno urlò il mio nome e io corsi da lui.
E li tutto precipitò.
La mia felicità, la mia convinzione che sarebbe accaduto qualcosa, il mio sorriso.

  
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