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Autore: Hoplessy    01/12/2012    3 recensioni
Molte ragazze si sono innamorate di un ragazzo che faceva la loro scuola, bè io sono una di quelle. Mi chiamo Andrea, e questa è la mia storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sembrava che quello schiaffo avesse sistemato le cose in modo definitivo, non amavo rimanere arrabbiata con lui anche perché erano più le volte che avrei voluto abbracciarlo anziché tirargli uno schiaffo.
Ormai era un mese che io e Justin ci frequentavamo e non capivo perché non mi chiedeva di essere la sua ragazza fissa, forse non era ancora deciso di avere una relazione così seria, ma io si, lo ero.
Justin mi salutò con un bacio prima di andare a casa, quando chiusi la porta dietro alle mie spalle sentivo che già mi mancava anche se erano passati solo pochi minuti, mi arrivò un messaggio, un anonimo ‘Ciao, volevo solo dirti che ti amo, ciao Andrea’.
‘Chi poteva essere?’pensai. ‘Forse Justin?’
Ma non doveva di certo usare l’anonimo per dirmelo, mi aveva sempre detto tutto in faccia, e un ‘ti amo’ detto per messaggio non era proprio il massimo, ma il gesto è stato carino.
‘E se non fosse Justin?’
‘E se fosse solo uno scherzo?’
‘E se invece fosse davvero qualcuno che mi ama?’
‘Ma perché era venuto fuori ora?’
‘Non poteva essere qualcun altro, no.’
‘Ma perché non poteva essere nessun’altro? Andrea ragiona, ci sono tanti ragazzi a scuola’ mi chiesi.
‘Ah giusto, semplice. Io, non so come, ma piaccio solo a Justin’

Avevo mille domande che mi passavano per la testa, domande che non avevano risposte,
ma forse la risposta l’avrei avuta mandando un messaggio a Justin.
E se non fosse lui? Mi sarei messa nei guai da sola, se Justin avesse pensato che fossi andata con un altro.
No, non lo penserebbe mai. Giusto?
Lo spero.
Mi feci coraggio e mandai un messaggio a Justin
-Tesoro mi hai scritto tu un messaggio con l’anonimo?-
In pochi secondi Justin rispose –Uhm..No amore perché?-
-Sai qualcuno mi ha scritto e mi ha detto che mi ama, e pensavo fossi stato tu-
-No piccola, ma se vuoi vengo da te e vediamo chi può essere-

-Sei appena andato via, non ti scoccia tornare?-
-Dalla mia ragazza? Come potrebbe scocciarmi?-

Sorrisi, come una cogliona, bè come potevo non farlo? Il mio ragazzo era così scemo e allo stesso tempo dolcissimo, mi sorpresi un po’ che sarebbe tornato qui da me, di solito non ha mai voglia di fare niente, ma forse per vedere la sua ragazza avrebbe fatto di tutto,come del resto mi stava dimostrando.
-Ok amore, allora ti aspetto fuori in giardino- gli risposi sorridendo
Presi le cuffiette e nell’attimo che provai ad infilarle nel buco del telefono mi arrivò una chiamata.
‘’Anonimo’’
-Ci ri-siamo- dissi
Risposi velocemente per paura che mettesse giù e magari sentendo la sua voce avrei riconosciuto chi era.
-Pronto?- dissi
Una voce inquietante cominciò a parlare, quasi come se fosse uno di quei killer nei film, con la voce metallizzata.
-Ciao Andrea- disse
Presi paura ma continuai la telefonata, Justin sarebbe arrivato in pochi minuti e mi sarei sentita molto meglio, rispetto a come sto ora.
-Chi sei?- risposi fredda
-Il tuo ammiratore segreto, ancora non l’hai capito?-
-Perché stai parlando con una voce metallizzata?-

-Perché non devi sapere chi sono, ti rovineresti la vita- disse
-Dimmi chi sei-
-Lascia Justin e te lo dirò-
riattaccò.
-Pronto?! Pronto?!- dissi senza rendermi conto che aveva riattaccato.
Cazzo!’ pensai.
Vidi Justin arrivare dal vialetto di casa, aveva un cappuccio in testa, e una felpa larga, molto strano da parte sua, ma il viso e la camminata era la sua, riuscivo a riconoscerlo da lontano.
Poi pensai che fosse il mio ammiratore, magari assomigliava a Justin, così presi lentamente dalla borsa il ‘profumo’ al sapore di peperoncino che Austin mi aveva regalato, in caso di emergenza.
-Justin?- dissi
Il ragazzo si avvicinava e non sembrava Justin, la sua camminata si faceva sempre più veloce e insolita, come se avesse paura di qualcosa che lo inseguiva o del buio che lo circondava, mi accorsi che non indossava le sue stesse scarpe, e non erano i jeans che di solito metteva Justin.
Quello non era il mio ragazzo.
Corsi dietro casa per prendere River era ancora un cucciolo, ma non sembrava poi così piccolo, ringhiava a tutti coloro che si avvicinavano a me, troppo pericolosamente per lui.
-River stai buono ora ok?- sussurrai
Il cucciolo si strinse a me e lentamente andammo davanti a casa, il ragazzo era al cancello, non si muoveva sembrava paralizzato, e non appena River tirò fuori i denti il ragazzo cominciò ad indietreggiare lentamente, Justin non era ancora arrivato ed io mi preoccupai così lo chiamai.
-Justin dove sei?!-
-Piccola scusami ho avuto un contrattempo, mamma mi ha trattenuto un attimo a casa-
-Amore non venire a casa mia-
-Perché che succede?
-
-Ti racconterò tutto domani, ti prego stai a casa-
Riattaccai velocemente quando vidi che quel ragazzo ricominciò ad avvicinarsi, vedevo il suo sorriso sulle labbra quando mi guardava in quel momento da brivido,
non portava l’apparecchio ma aveva dei denti bianchissimi, che nella mia scuola è un obbligo averli così.
Questo non mi aiutava per niente.
-Vattene via!- Urlai.
Hope uscì velocemente di casa e mi vide terrorizzata, River era in posa per attaccare, si vedevano i denti e ringhiava.
-Andrea che succede?-
-Hope c’è un ragazzo la!-

-Si lo vedo, ma non è Justin? Perché fa così River?-
-Perché quello non è Justin, Hope!-

-Vieni andiamo!- disse Hope prendendo la mia mano
Andammo in casa, chiudemmo tutto a chiave, c’eravamo solo io,lei e River in casa, mio fratello era dalla stronza con cui si frequenta, i miei erano andati a mangiare ad una cena di lavoro e Justin non doveva venire proprio ora che c’era quel ragazzo, poteva fargli del male.
Mandai un messaggio ad Austin
-Austin, sono Andrea, vai a casa di Justin e dormi li stanotte, ti spiegherò tutto domani, credimi ciao-
Austin non si preoccupò più di tanto, e mi rispose con un ‘ ok’ forse voleva dormire dalla sua ragazza, ma per me avrebbe fatto di tutto, anche perché era raro che gli chiedessi qualcosa a mio fratello.
Poco dopo mandai un messaggio ai miei, e gli chiesi se io e Hope potevamo andare a dormire dalla migliore amica di mia sorella, Kristy e che se volevano dormire nell’hotel dov’erano andati a cenare, potevano starci.
-Va bene piccole, andate pure io e papà allora rimaniamo qui in hotel, fate le brave e chiudete tutto,mettete River in casa, ciao bimbe vi voglio bene, baci-
Io e Hope chiudemmo tutto, abbassammo le tapparelle, chiudemmo tutte le porte a chiave e mettendo anche l’allarme, poi salimmo in camera nostra per chiudere i balconi, portando con noi River.
Quel ragazzo era ancora li, fermo, come se gliene fregasse del tempo che passava fuori al freddo, aveva sempre quel sorriso stampato in faccia, forse era davvero un killer, sentiva la paura che io e mia sorella avevamo di lui, e per questo era felice.
Quella sera eravamo sole io e Hope, River era un cucciolo e si addormentò preso, meglio per lui, ma sicuramente io e Hope non avremmo dormito quella notte.

  
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