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Autore: Mellark_    01/12/2012    6 recensioni
Gli incubi non smettono mai di inseguirti, come fai a distinguerli dalla realtà?
Vero o falso?
Dal testo:
"Vero o falso, vero o falso!? Urla la mia mente mentre un ricordo si fa strada in me. Katniss che mi punta qualcosa addosso, è un coltello e lo vuole affondare nel mio petto, perché lei vuole vincere.
VERO O FALSO, PEETA? PENSA. "
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa dentro di me urla maledettamente forte, mi mordo un pugno fino a sentire il sapore del sangue, tremo. Tremo e non posso fermarmi.

Devo chiudere gli occhi perchè intorno a me tutto esplode, ma io non voglio. Non voglio chiuderli perchè so già cosa accadrà, ma è un istinto che non posso più controllare, così li serro più forte che posso; ed eccoli lì: il dolore, le allucinazioni, Katniss che mi porta sofferenza.

Lei mi vuole uccidere, lei è la causa del mio dolore.

Uccidila prima che lei uccida te! Mi impera la mia mente; ma no!

Devo resistere: lei non è una cattiva persona, non mi vuole uccidere, sono gli aghi inseguitori, è il veleno, è Capitol City!

Mi getto contro un muro di schiena è mi stringo le gambe talmente strette al petto che sento che potrebbero spofondarci. Mi mordo anche le ginocchia e strappo definitivamente un pezzo di stoffa già lacerato dei miei pantaloni.

Il dolore, il sapore del mio sangue in bocca, sembra calmarmi. Ma non lo fa, riporta indietro il Peeta che ha stretto le mani attorno al collo della ragazza che, così dicono, amava.

-Non voglio esserlo di nuovo- mugugno tra le lacrime, che si mischiano al sangue facendomi bruciare la ferita che io stesso mi sono appena procurato.

Non voglio diventare di nuovo quel mostro assetato di sangue, non voglio trasformarmi di nuovo in quell'ibrido che per tutte quelle settimane nel 13 avevo cercato di combattere.

Vero o falso, vero o falso!? Urla la mia mente mentre un ricordo si fa strada in me, Katniss che mi punta qualcosa addosso, è un coltello e lo vuole affondare nel mio petto, perchè lei vuole vincere.

VERO O FALSO, PEETA? PENSA.

Non riesco a capire se qualcosa luccichi in quel ricordo, sono troppo concentrato su quel coltello che mi ucciderà. Un altro ricordo, un taglio profondo nella mia gamba, una spada sporca di sagnue nella mano di Katniss, il ricordo del dolore che ne segue mi pervade, ma è vero che Katniss mi ha ferito? E' vero quel dolore?

E' lei che mi ha ferito, certo! Lei ti vuole uccidere, uccidila tu! Penso. E mi perdo.

Per una maledetta coincidenza il fucile è proprio di fianco a me e lo afferro, con l'intenzione di usarlo contro di lei, perchè lei mi causa dolore, perchè lei è uno sporco ibrido che ucciderà tutti se io non la uccido prima.

E proprio là, contro il lasticato. Ringhio e corro verso quell'essere, i capelli scuri non più ben raccolti, lo sguardo colmo di paura. No! Non è paura, è sete di sangue la sua, perché lei non può avere paura! Perchè lei non è umana!

Tremo ancora, sono pazzo. Le punto un fucile alla tempia e lei rotola sotto di me, qualcuno mi tiene, ma io la devo uccidere e scaglio qualunque cosa cerchi di trattenermi, lontanto da me, lontanissimo.

Vedo che lei è di nuovo in piedi, poco stabile e persa. Le sto per sparare quando qualcuno mi tiene e mi leva il fucile.

-Schifoso ibrido! Lei è solo uno schifoso ibrido! Lasciatemela uccidere, o lei ci ucciderà, lo farà!- urla quella che dovrebbe essere la mia voce, ma sono talmente perso nel delirio che nemmeno la riconosco.

Mi trascinano dentro un edificio e io mi divincolo colto da quelle che mi sembrano convulsioni, perchè non controllo più il mio corpo, né la mia mente, che ormai è andata a finire in un oblio da cui non riesco più a riprenderla.

-Peeta!- mi urlano. Ma io non mi fermo io urlo e scalcio ancora più forte.

Mi sbattono dentro un posto piccolo e soffocante e chiudono a chiave. Le mie gambe continuano a colpire le pareti che mi tengono riunchiuso, ma non riesco ad uscire.

Non mi calmo, seplicemente svengo. Con l'insistente pensiero di uccidere Katniss ancora impresso e martellante nella mente.

L'unica certezza che ho è che quando mi sveglierò la dovrò uccidere.

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Getto frenetico il braccio nello spiazzo vuoto di fianco a me nel grande letto bianco e candido, il panico mi assale. Cosa le ho fatto? Perchè lei non è qui? Le lacrime iniziamo a sgorgarmi dagli occhi e mi inondando il viso. Non posso averla uccisa, no!

Prendo un cuscino e lo tirò a muro. Le piume si spargono per tutta la stanza, urlo, lancio cose.

Ho buttato fuori tutto il fiato con le urla e mi accascio contro il muro per riprenderne un po', con gli occhi ancora sbarrati e il tremito che non mi abbandona gli arti.

Ma lei entra nella stanza, l'unica treccia che raccoglie i capelli scuri, ordinata da un lato, le labbra serrate, e gli occhi di chi ha paura.

Lei è viva.

Respiro a fondo e anche lei lo fa, lasciandosi cadere tra le mie braccia.

Io l'accolgo e la stringo a me con i pugni serrati, ho ancora paura.

Alcune lacrime le bagnano le guance, ma ora sorride e mi tocca il viso frenetica spostandomi ciuffi di capelli bagnati dalle fronte e guardandomi dritto negli occhi.

Io vedo i suoi.

Grigi, un po' persi, con le pupille ancora dilatate dallo spavento. Ma sta bene.

L'abbraccio di nuovo e piango con il viso affondato nell'incavo del suo collo, con i capelli sfuggiti alla treccia che mi solleticano il naso.

-Amore- sussurro.

-Solo un incubo, Peeta. Tranquillo, sto bene. Tu stai bene- dice con la voce tremolante, continuando a sorridermi.

Era solo un ricordo, un incubo. La guerra è finita, gli Hunger Games con lei.

Ora sono felice con Katniss, ci amiamo.

Io non le ho fatto del male, e non gliene farò.

 

 

 

  
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