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Autore: Vals Fanwriter    01/12/2012    4 recensioni
‹‹Non è colpa mia.›› gli aveva mormorato Sebastian, qualche giorno prima, nella sala riunioni dei Warblers, a pochissimi passi da Hunter che, come al solito, se ne andava distribuendo, tra i membri del coro, i suoi sorrisi ipocriti, ‹‹Se lui vuole fare la prima donna e prendere il mio posto, che faccia l’uomo e dimostri di essere migliore di me.››
‹‹Sebastian…››
Ma neanche i suoi occhi dolci, come li chiamava Sebastian, avevano avuto effetto.
‹‹Non mi tirerò indietro.››

Thadastian | OS | Sentimentale, Commedia, Fluff, Missing Moment | Ambientata durante le provinciali della 4x08.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Hunter Clarington, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Robs,

perché il tuo Thad c’era,

anche se non c’era.

 

 

Attorno a lui aleggiava l’emozione; il brusio, oltre le tende, gli ronzava nelle orecchie e, dietro di esse, da qualunque parte si voltasse, tutti fremevano per salire sul palco. Perfino Jeff che era sempre stato dalla sua parte, quella volta, lo aveva lasciato ad impantanarsi da solo; perché a detta sua, se Sebastian e Hunter volevano giocare al gioco delle sedie, nessuno glielo avrebbe impedito, come nessuno avrebbe impedito loro di salire sul palco e vincere le provinciali, dopo aver sudato sette camicie per prepararsi a quell’evento. Ma a Thad non andavano giù quei teatrini, lo aveva detto anche a Sebastian; e nonostante lui in persona avesse una certa influenza sull’ex-capitano dei Warblers, quello non era bastano a mettere fine a quella stupida guerra tra solisti.

‹‹Non è colpa mia.›› gli aveva mormorato Sebastian, qualche giorno prima, nella sala riunioni dei Warblers, a pochissimi passi da Hunter che, come al solito, se ne andava distribuendo, tra i membri del coro, i suoi sorrisi ipocriti, ‹‹Se lui vuole fare la prima donna e prendere il mio posto, che faccia l’uomo e dimostri di essere migliore di me.››

‹‹Sebastian…››

Ma neanche i suoi occhi dolci, come li chiamava Sebastian, avevano avuto effetto.

‹‹Non mi tirerò indietro.›› aveva replicato con decisione, e Thad aveva aggrottato la fronte e se n’era andato dalla sala riunioni; non gli aveva rivolto la parola fino a quel momento, per la verità; era troppo arrabbiato e deluso, perché il Sebastian che conosceva lui – o meglio, il Sebastian che era venuto fuori nell’istante in cui si erano messi insieme – non si sarebbe comportato da moccioso e, soprattutto, gli avrebbe dato retta, avrebbe messo su la bandiera bianca per vederlo salire sul palco con lui sorridente e senza pensieri.

Ma aveva deciso, ormai, di perpetrare quell’assurda sfida e Thad, a sua volta, aveva deciso di non esibirsi, di rimanere lì, dietro le quinte, a lasciarli scannare tra loro. Ovviamente non era stato lui a comunicare a Sebastian la sua decisione. Jeff? No, lui sembrava così entusiasta di scommettere su chi avrebbe vinto la sfida. Nick, men che meno, dato che Jeff aveva modi molto convincenti per portarlo dalla sua parte. Rimaneva Trent, quell’anima pia di Trent; gli aveva dato ragione, aveva giurato che gli avrebbe fatto compagnia dietro le quinte e che non si sarebbe esibito – anche perché determinate canzoni le trovava ridicole ed imbarazzanti – e, proprio in quel momento, stava trasmettendo il messaggio a Sebastian.

Non poté sentire da così lontano, ma osservò di sottecchi Trent, di spalle, gesticolare agitato per spiegare a Sebastian il perché e il come di quella scelta – agitato, perché Sebastian lo metteva in soggezione, delle volte, e Trent era un ragazzo tutto pepe, certo, ma abbastanza pacato da non sapere come rispondere a certe reazioni. Per l’appunto, Thad studiò l’espressione di Sebastian che mutava poco a poco; schiudeva le labbra, sconvolto e, allo stesso tempo, indispettito da quella rivelazione.

‹‹Come sarebbe che non sale sul palco?›› questo riuscì ad udirlo, dato che Sebastian aveva alzato un po’ la voce. Distolse lo sguardo, perché era sicuro che Sebastian si stesse voltando a fissarlo, e lo sentì dirigersi a passo di marcia verso di lui, mentre, man mano, la voce flebile di Trent si faceva più percepibile.

‹‹Ha detto che non vuole esibirsi e io rimango con lui, così…››

‹‹Sai quanto mi importa di te, Nixon.›› borbottò a bassa voce Sebastian, mentre percorreva gli ultimi metri per raggiungere Thad; quando fu a un passo da lui tuonò: ‹‹Cos’è questa storia?››

Thad lo guardò appena, senza cancellarsi il broncio dal viso.

‹‹Io te l’avevo detto che non ti avrei sostenuto in questa cosa, Seb.›› sussurrò, temendo il suo sguardo palesemente furioso e incassando leggermente la testa tra le spalle, come a volersi difendere da esso.

‹‹Ma, Thad…›› sospirò e si passò una mano sugli occhi esasperato, mentre la voce gli si faceva più quieta – lo sguardo di Thad riusciva sempre a calmarlo, anche se non faceva miracoli sul suo orgoglio, ‹‹è una stupida sfida. Non ci prenderemo a capelli sul palco.››

‹‹Appunto.›› Finalmente, Thad alzò del tutto il capo, incoraggiato dal fatto che Sebastian non sembrasse così irrimediabilmente furioso con lui. ‹‹È una stupida sfida e, accettandola, ti stai rendendo altrettanto stupido.›› Ma si pentì subito di averlo detto, perché sapeva che i nervi di Sebastian erano già tesissimi come delle corde di violino.

‹‹Chi. Riceve. Più. Applausi.›› sillabò Sebastian, roteando gli occhi e quasi digrignando i denti, ‹‹Questa è la sfida, non devo neanche sforzarmi tanto.››

Thad distolse nuovamente lo sguardo e premette maggiormente la schiena contro il muro, come per farsi il più lontano possibile da lui.

‹‹Io comunque non mi esibisco.›› mugugnò.

‹‹Mi spieghi almeno il perché?››

E lo guardò ancora, stavolta con una furia inattesa negli occhi, la fronte aggrottata e le braccia conserte strette al petto.

‹‹Perché una volta questo Glee Club era la mia oasi felice. E poi sei arrivato tu, siamo diventati i cattivi della situazione, abbiamo accecato Blaine e, all’improvviso, non mi sono più divertito a cantare e a ballare.›› sputò tutto fuori, con amarezza, senza pensarci due volte, e Sebastian rimase basito da quella confessione, e probabilmente avrebbero intrapreso una delle loro discussioni interminabili se Thad non avesse proseguito così: ‹‹Ma poi ti sei innamorato di me e tutto sembrava essere tornato come prima. Niente più ripicche, cantavamo soltanto per sentirci felici e per fare qualcosa di buono.››

Trent annuì risoluto, mentre suggeriva il continuo di quella speculazione: ‹‹E poi è arrivato Hunter.››

‹‹Sì, è arrivato quello! E ti sei lasciato usare come uno zerbino, conducendo di nuovo i Warblers allo scatafascio.››

Sebastian abbassò lo sguardo colpevole, ma non obbiettò nulla di quello che disse Thad; rimase in silenzio, perché sapeva che aveva ragione.

‹‹E d’accordo, sarebbe stato bello riavere Blaine.›› continuò lui, con un tono di voce più pacato, ‹‹Magari speravi che lui riuscisse a calpestare quel manichino di Hunter, tornando; ma il modo in cui tutto è stato fatto non mi è piaciuto. Il modo in cui tu e Hunter avete cercato di persuaderlo. Questo non è da noi. I Warblers non avrebbero mai rubato qualcosa ad un gruppo canoro avversario.››

Ancora silenzio, i loro sguardi si incontravano appena e Trent li guardava alternativamente torturandosi un labbro, e pendendo dalle parole del suo amico Thad. Era tutto vero quello che diceva e nessuno avrebbe saputo dirlo in maniera più incisiva.

‹‹Adesso, mi rendo conto che vuoi far scappare Hunter con la coda tra le gambe, perché ti sei stufato di stare alla sua mercé, ma permettimi di dirti che sei uno stupido a pensare che un paio di applausi in più risolveranno le cose.›› fece una pausa, e poi abbassò la voce guardandolo tristemente, ‹‹Ai tempi di Blaine, ma anche l’anno scorso quando ci capitanavi tu, i Warblers erano una famiglia unita e felice.›› indicò un paio di ragazzi che ridevano con Hunter, poco lontano, ‹‹E ora, invece, c’è chi, boh… chi premedita di sbagliare i passi di danza per avvantaggiare un’esibizione a discapito dell’altra. Odio questa faida.››

Si prese un momento per riprendere fiato, dato che aveva parlato a raffica, senza concedere a Sebastian il tempo per poter rispondere ad ogni punto della sua versione. Il ragazzo, dal canto suo, trovò il coraggio per guardarlo nuovamente negli occhi e scrollare impercettibilmente le spalle.

‹‹Su quest’ultimo punto non siamo d’accordo.›› mormorò Sebastian, ‹‹Questa cosa – questa sfida che non è nemmeno una sfida, è un gioco – riguarda soltanto me e Hunter. Gli altri sanno benissimo che è più importante vincere che schierarsi.››

Thad rise a bassa voce con ironia, scuotendo la testa.

‹‹Sbagli di nuovo, Seb.›› replicò con una nota dolce nella voce, come quella che usa un genitore verso il proprio figlio per spiegargli come va il mondo, ‹‹L’importante, per noi, è sempre stato solo  il divertirci. Vincere è sempre passato in secondo piano.›› Rivolse un sorriso amichevole a Trent, che stava già venendo ricambiato. ‹‹Ho ragione, no?››

‹‹Ahà!›› fu la risposta allegra di Trent; e Sebastian non riuscì a trattenere un sorriso identico al loro nel vedere la sincerità e la purezza nei loro sguardi.

Si avvicinò a Thad e gli posò le mani sulle spalle, prima di sussurrargli con dolcezza: ‹‹Io voglio solo vederti ballare e cantare insieme a me, stasera.››

‹‹Non con queste premesse, Seb.›› ricambiando allo stesso modo il suo sguardo, ‹‹E poi lo hai detto tu: è una cosa che riguarda te e Hunter, io non c’entro e non voglio neanche farne parte.››

Lo sapeva per certo, Sebastian, che nessuna parola dolce, nessun “ti amo” avrebbe convinto Thad a salire sul palco; anche quando posò la fronte alla sua mormorandogli ‹‹Sei sicuro?›› Thad continuò a sostenere le sue idee e ad annuire con un sorriso appena accennato.

‹‹Però non voglio più litigare con te per questo.›› bisbigliò, cingendo la vita di Sebastian con le braccia, ‹‹Non mi piace tenerti il muso.››

‹‹E a me non piace che tu mi tenga il muso, però…›› abbassò maggiormente la voce e si fece più vicino alle sue labbra, tenendo gli occhi incatenati ai suoi, ‹‹applaudirai solo per me, vero?››

Sul viso di Thad si aprì un sorrisino birichino e lo stuzzicò rispondendogli: ‹‹Solo se riuscirai ad essere più bravo di Hunter.››

‹‹Questa sì che è una sfida.››

Sebastian gli sorrise complice e poi lo baciò dolcemente stringendolo tra le braccia; e trovò che quello fosse il miglior in bocca al lupo di sempre; niente lo aveva caricato così tanto, durante le esibizioni passate; mentre ora c’era Thad insieme a lui, Thad che lo faceva sembrare diverso, Thad che lo rendeva felice.

‹‹Poche smancerie, Smythe.›› Una mano picchiettò sulla sua spalla e la voce strascicata di Hunter gli arrivò alle orecchie. ‹‹Non mi serve un uomo di gelatina sul palco.››

Sebastian si scostò appena da Thad e si voltò, incontrando gli occhi divertiti del leader del suo gruppo; inarcò un sopracciglio e successivamente ribatté: ‹‹Non sottovalutare la gelatina, Hunter.››

Il diretto interessato scrollò le spalle e fece un cenno con la testa verso il palco.

‹‹Non vedo l’ora di ricredermi, allora… Seb.›› calcò il nomignolo e se ne andò, dopo aver ammiccato verso Thad, il quale non si risparmiò uno dei suoi soliti bronci seccati.

‹‹Te lo giuro, Seb.›› disse, non appena Hunter si fu allontanato, ‹‹Se non vinci questa sfida, sei un uomo morto.››

Sebastian fece schioccare la lingua e sorrise compiaciuto, guardando la figura di Hunter oltrepassare il sipario.

‹‹Per il mio piccolo, questo ed altro.››

 

Fine.

 

°*°*°*°

 

Beh, semplicemente, è andata così. Mi è sfuggito di bocca – dalle dita veramente, in chat – con Robs una cosa del genere: ‹‹io sto immaginando Seb e Hunter che si sono sfidati a chi riceve più applausi e Thad che “non voglio partecipare ai vostri duelli infantili.” #eccoperchénonc'è››. E quindi poi non ho avuto altra scelta. Robs mi ha pregata e mi ha chiesto di scriverla. Ecco, perché sono qui.

Non è nulla di speciale, mi è venuta fuori in una mattinata e quindi mi aspetto soltanto che voi condividiate il pensiero di Thad, che, alla fine, è un po’ quello che abbiamo avuto tutti quanti.

Non potremo mai dimenticare i vecchi Warblers, ma questa cosa che vi ho propinato potrà sempre valere come una sorta di giustificazione, no?

Con la speranza di ricevere qualche commento positivo, vi mando un grosso abbraccio da orso e vi auguro un buon sabato.

 

Vals

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