Challenge
accepted
Per Robs,
perché il tuo Thad c’era,
anche se non c’era.
♥
Attorno a lui aleggiava l’emozione;
il brusio, oltre le tende, gli ronzava nelle orecchie e, dietro di esse, da
qualunque parte si voltasse, tutti fremevano per salire sul palco. Perfino Jeff
che era sempre stato dalla sua parte, quella volta, lo aveva lasciato ad
impantanarsi da solo; perché a detta sua, se Sebastian e Hunter volevano
giocare al gioco delle sedie, nessuno glielo avrebbe impedito, come nessuno
avrebbe impedito loro di salire sul palco e vincere le provinciali, dopo aver
sudato sette camicie per prepararsi a quell’evento. Ma a Thad
non andavano giù quei teatrini, lo aveva detto anche a Sebastian; e nonostante
lui in persona avesse una certa influenza sull’ex-capitano dei Warblers, quello non era bastano a mettere fine a quella
stupida guerra tra solisti.
‹‹Non è colpa mia.›› gli aveva
mormorato Sebastian, qualche giorno prima, nella sala riunioni dei Warblers, a pochissimi passi da Hunter che, come al solito,
se ne andava distribuendo, tra i membri del coro, i suoi sorrisi ipocriti, ‹‹Se
lui vuole fare la prima donna e prendere il mio posto, che faccia l’uomo e
dimostri di essere migliore di me.››
‹‹Sebastian…››
Ma neanche i suoi occhi dolci, come
li chiamava Sebastian, avevano avuto effetto.
‹‹Non mi tirerò indietro.›› aveva
replicato con decisione, e Thad aveva aggrottato la
fronte e se n’era andato dalla sala riunioni; non gli aveva rivolto la parola
fino a quel momento, per la verità; era troppo arrabbiato e deluso, perché il
Sebastian che conosceva lui – o meglio, il Sebastian che era venuto fuori nell’istante
in cui si erano messi insieme – non si sarebbe comportato da moccioso e,
soprattutto, gli avrebbe dato retta, avrebbe messo su la bandiera bianca per
vederlo salire sul palco con lui sorridente e senza pensieri.
Ma aveva deciso, ormai, di
perpetrare quell’assurda sfida e Thad, a sua volta,
aveva deciso di non esibirsi, di rimanere lì, dietro le quinte, a lasciarli
scannare tra loro. Ovviamente non era stato lui a comunicare a Sebastian la sua
decisione. Jeff? No, lui sembrava così entusiasta di scommettere su chi avrebbe
vinto la sfida. Nick, men che meno, dato che Jeff aveva modi molto convincenti
per portarlo dalla sua parte. Rimaneva Trent, quell’anima
pia di Trent; gli aveva dato ragione, aveva giurato
che gli avrebbe fatto compagnia dietro le quinte e che non si sarebbe esibito –
anche perché determinate canzoni le trovava ridicole ed imbarazzanti – e,
proprio in quel momento, stava trasmettendo il messaggio a Sebastian.
Non poté sentire da così lontano,
ma osservò di sottecchi Trent, di spalle, gesticolare
agitato per spiegare a Sebastian il perché e il come di quella scelta –
agitato, perché Sebastian lo metteva in soggezione, delle volte, e Trent era un ragazzo tutto pepe, certo, ma abbastanza pacato
da non sapere come rispondere a certe reazioni. Per l’appunto, Thad studiò l’espressione di Sebastian che mutava poco a
poco; schiudeva le labbra, sconvolto e, allo stesso tempo, indispettito da
quella rivelazione.
‹‹Come sarebbe che non sale sul
palco?›› questo riuscì ad udirlo, dato che Sebastian aveva alzato un po’ la
voce. Distolse lo sguardo, perché era sicuro che Sebastian si stesse voltando a
fissarlo, e lo sentì dirigersi a passo di marcia verso di lui, mentre, man
mano, la voce flebile di Trent si faceva più percepibile.
‹‹Ha detto che non vuole esibirsi e
io rimango con lui, così…››
‹‹Sai quanto mi importa di te,
Nixon.›› borbottò a bassa voce Sebastian, mentre percorreva gli ultimi metri
per raggiungere Thad; quando fu a un passo da lui
tuonò: ‹‹Cos’è questa storia?››
Thad
lo guardò appena, senza cancellarsi il broncio dal viso.
‹‹Io te l’avevo detto che non ti
avrei sostenuto in questa cosa, Seb.›› sussurrò,
temendo il suo sguardo palesemente furioso e incassando leggermente la testa
tra le spalle, come a volersi difendere da esso.
‹‹Ma, Thad…››
sospirò e si passò una mano sugli occhi esasperato, mentre la voce gli si
faceva più quieta – lo sguardo di Thad riusciva
sempre a calmarlo, anche se non faceva miracoli sul suo orgoglio, ‹‹è una
stupida sfida. Non ci prenderemo a capelli sul palco.››
‹‹Appunto.›› Finalmente, Thad alzò del tutto il capo, incoraggiato dal fatto che
Sebastian non sembrasse così irrimediabilmente furioso con lui. ‹‹È una stupida
sfida e, accettandola, ti stai rendendo altrettanto stupido.›› Ma si pentì
subito di averlo detto, perché sapeva che i nervi di Sebastian erano già
tesissimi come delle corde di violino.
‹‹Chi. Riceve. Più. Applausi.››
sillabò Sebastian, roteando gli occhi e quasi digrignando i denti, ‹‹Questa è
la sfida, non devo neanche sforzarmi tanto.››
Thad
distolse nuovamente lo sguardo e premette maggiormente la schiena contro il
muro, come per farsi il più lontano possibile da lui.
‹‹Io comunque non mi esibisco.››
mugugnò.
‹‹Mi spieghi almeno il perché?››
E lo guardò ancora, stavolta con
una furia inattesa negli occhi, la fronte aggrottata e le braccia conserte
strette al petto.
‹‹Perché una volta questo Glee Club era la mia oasi felice. E poi sei arrivato tu,
siamo diventati i cattivi della situazione, abbiamo accecato Blaine e, all’improvviso, non mi sono più divertito a
cantare e a ballare.›› sputò tutto fuori, con amarezza, senza pensarci due
volte, e Sebastian rimase basito da quella confessione, e probabilmente
avrebbero intrapreso una delle loro discussioni interminabili se Thad non avesse proseguito così: ‹‹Ma poi ti sei innamorato
di me e tutto sembrava essere tornato come prima. Niente più ripicche, cantavamo
soltanto per sentirci felici e per fare qualcosa di buono.››
Trent
annuì risoluto, mentre suggeriva il continuo di quella speculazione: ‹‹E poi è
arrivato Hunter.››
‹‹Sì, è arrivato quello! E ti sei lasciato usare come uno
zerbino, conducendo di nuovo i Warblers allo
scatafascio.››
Sebastian abbassò lo sguardo
colpevole, ma non obbiettò nulla di quello che disse Thad;
rimase in silenzio, perché sapeva che aveva ragione.
‹‹E d’accordo, sarebbe stato bello
riavere Blaine.›› continuò lui, con un tono di voce
più pacato, ‹‹Magari speravi che lui riuscisse a calpestare quel manichino di
Hunter, tornando; ma il modo in cui tutto è stato fatto non mi è piaciuto. Il
modo in cui tu e Hunter avete cercato di persuaderlo. Questo non è da noi. I Warblers
non avrebbero mai rubato qualcosa ad un gruppo canoro avversario.››
Ancora silenzio, i loro sguardi si
incontravano appena e Trent li guardava alternativamente
torturandosi un labbro, e pendendo dalle parole del suo amico Thad. Era tutto vero quello che diceva e nessuno avrebbe
saputo dirlo in maniera più incisiva.
‹‹Adesso, mi rendo conto che vuoi
far scappare Hunter con la coda tra le gambe, perché ti sei stufato di stare
alla sua mercé, ma permettimi di dirti che sei uno stupido a pensare che un
paio di applausi in più risolveranno le cose.›› fece una pausa, e poi abbassò
la voce guardandolo tristemente, ‹‹Ai tempi di Blaine,
ma anche l’anno scorso quando ci capitanavi tu, i Warblers
erano una famiglia unita e felice.›› indicò un paio di ragazzi che ridevano con
Hunter, poco lontano, ‹‹E ora, invece, c’è chi, boh… chi premedita di sbagliare
i passi di danza per avvantaggiare un’esibizione a discapito dell’altra. Odio
questa faida.››
Si prese un momento per riprendere
fiato, dato che aveva parlato a raffica, senza concedere a Sebastian il tempo
per poter rispondere ad ogni punto della sua versione. Il ragazzo, dal canto
suo, trovò il coraggio per guardarlo nuovamente negli occhi e scrollare
impercettibilmente le spalle.
‹‹Su quest’ultimo punto non siamo d’accordo.››
mormorò Sebastian, ‹‹Questa cosa – questa sfida che non è nemmeno una sfida, è
un gioco – riguarda soltanto me e Hunter. Gli altri sanno benissimo che è più
importante vincere che schierarsi.››
Thad
rise a bassa voce con ironia, scuotendo la testa.
‹‹Sbagli di nuovo, Seb.›› replicò con una nota dolce nella voce, come quella
che usa un genitore verso il proprio figlio per spiegargli come va il mondo, ‹‹L’importante,
per noi, è sempre stato solo il
divertirci. Vincere è sempre passato in secondo piano.›› Rivolse un sorriso amichevole
a Trent, che stava già venendo ricambiato. ‹‹Ho
ragione, no?››
‹‹Ahà!›› fu
la risposta allegra di Trent; e Sebastian non riuscì
a trattenere un sorriso identico al loro nel vedere la sincerità e la purezza
nei loro sguardi.
Si avvicinò a Thad
e gli posò le mani sulle spalle, prima di sussurrargli con dolcezza: ‹‹Io
voglio solo vederti ballare e cantare insieme a me, stasera.››
‹‹Non con queste premesse, Seb.›› ricambiando allo stesso modo il suo sguardo, ‹‹E poi
lo hai detto tu: è una cosa che riguarda te e Hunter, io non c’entro e non
voglio neanche farne parte.››
Lo sapeva per certo, Sebastian, che
nessuna parola dolce, nessun “ti amo” avrebbe convinto Thad
a salire sul palco; anche quando posò la fronte alla sua mormorandogli ‹‹Sei
sicuro?›› Thad continuò a sostenere le sue idee e ad
annuire con un sorriso appena accennato.
‹‹Però non voglio più litigare con
te per questo.›› bisbigliò, cingendo la vita di Sebastian con le braccia, ‹‹Non
mi piace tenerti il muso.››
‹‹E a me non piace che tu mi tenga
il muso, però…›› abbassò maggiormente la voce e si fece più vicino alle sue
labbra, tenendo gli occhi incatenati ai suoi, ‹‹applaudirai solo per me, vero?››
Sul viso di Thad
si aprì un sorrisino birichino e lo stuzzicò rispondendogli: ‹‹Solo se
riuscirai ad essere più bravo di Hunter.››
‹‹Questa sì che è una sfida.››
Sebastian gli sorrise complice e
poi lo baciò dolcemente stringendolo tra le braccia; e trovò che quello fosse
il miglior in bocca al lupo di sempre; niente lo aveva caricato così tanto,
durante le esibizioni passate; mentre ora c’era Thad insieme
a lui, Thad che lo faceva sembrare diverso, Thad che lo rendeva felice.
‹‹Poche smancerie, Smythe.›› Una mano picchiettò sulla sua spalla e la voce
strascicata di Hunter gli arrivò alle orecchie. ‹‹Non mi serve un uomo di
gelatina sul palco.››
Sebastian si scostò appena da Thad e si voltò, incontrando gli occhi divertiti del leader
del suo gruppo; inarcò un sopracciglio e successivamente ribatté: ‹‹Non sottovalutare
la gelatina, Hunter.››
Il diretto interessato scrollò le
spalle e fece un cenno con la testa verso il palco.
‹‹Non vedo l’ora di ricredermi,
allora… Seb.››
calcò il nomignolo e se ne andò, dopo aver ammiccato verso Thad,
il quale non si risparmiò uno dei suoi soliti bronci seccati.
‹‹Te lo giuro, Seb.››
disse, non appena Hunter si fu allontanato, ‹‹Se non vinci questa sfida, sei un
uomo morto.››
Sebastian fece schioccare la lingua
e sorrise compiaciuto, guardando la figura di Hunter oltrepassare il sipario.
‹‹Per il mio piccolo, questo ed
altro.››
Fine.
°*°*°*°
Beh,
semplicemente, è andata così. Mi è sfuggito di bocca – dalle dita veramente, in
chat – con Robs
una cosa del genere: ‹‹io sto immaginando Seb e
Hunter che si sono sfidati a chi riceve più applausi e Thad
che “non voglio partecipare ai vostri duelli infantili.” #eccoperchénonc'è››.
E quindi poi non ho avuto altra scelta. Robs mi ha
pregata e mi ha chiesto di scriverla. Ecco, perché sono qui.
Non
è nulla di speciale, mi è venuta fuori in una mattinata e quindi mi aspetto
soltanto che voi condividiate il pensiero di Thad,
che, alla fine, è un po’ quello che abbiamo avuto tutti quanti.
Non
potremo mai dimenticare i vecchi Warblers, ma questa
cosa che vi ho propinato potrà sempre valere come una sorta di giustificazione,
no?
Con
la speranza di ricevere qualche commento positivo, vi mando un grosso abbraccio
da orso e vi auguro un buon sabato.
Vals