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Autore: mikaru    01/12/2012    2 recensioni
E se Radish avesse vinto lo scontro contro Goku e Junior? Se avesse però risparmiato loro la vita limitandosi ad andarsene portando Gohan con sé? E se Goku, partito alla ricerca del figlio incontrasse una ragazza anche lei intenzionata a cercare i Saiyan?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku, Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A un tratto il silenzio era ritornato in quel posto in cui, solo alcuni attimi prima, regnava il caos. Perfino gli animali sembravano trattenere il respiro, si sentiva solo lo spirare fragoroso del vento. Radish aveva colpito suo fratello con una gomitata in piena faccia, quando quest’ultimo gli aveva mollato la coda. Il colpo aveva scaraventato Goku molti metri indietro; il giovane ora si teneva la faccia dolente, mentre Radish si stava riprendendo e si avvicinava al fratello con una smorfia. “Un idiota del genere non si trova facilmente, Karoth! Ma ora basta con questa sceneggiata! Niente paura, mi prenderò io cura di tuo figlio!” “No! Non te lo permetterò mai!” Goku pensò a suo figlio, rinchiuso nella capsula e a cosa gli sarebbe potuto capitare se suo fratello lo avesse preso con sé. “Peccato che non me ne frega un fico secco di ciò che pensi tu! Tanto non lo verrai mai a sapere!” rise il Saiyan alzando la mano destra. Una sfera d’energia comparve, pronta a scagliarsi sul nemico a terra, ma poi cambiò idea “No…sarebbe uno spreco di energie. Ti finirò così!” Con grande gusto lo colpì varie volte. Dopo una dozzina di calci il suo fratellino giaceva a terra gravemente ferito. Era ancora vivo, segno della grande resistenza della sua razza. Ma non sarebbe sopravvissuto così, di questo Radish ne era certo. Doveva proprio dargli il colpo di grazia? Prima che potesse prendere una decisione, il rilevatore emise un suono, avvertendolo dell’attacco a sorpresa di Junior. Scansò il calcio, colpendo poi il nemico alle costole che si frantumavano. Il guerriero rantolava e sputava sangue, precipitando a terra. “Ah, quasi mi dimenticavo di te…bene, se ci tieni tanto, ti manderò per primo all’Inferno!” Con grande fatica Junior si era alzato in piedi, vedendo con orrore che Radish aveva alzato la mano e scagliò un raggio energetico su di lui. Qual raggio lo trafisse al petto e lo scaraventò alcuni metri in aria. Da quel buco il sangue sgorgò a fiumi, ma Radish notò con stupore che era ancora vivo! Ma quel poco di vita si stava per estinguere, al pari del sangue: il Saiyan decise di lasciarlo morire dissanguato. Karoth giaceva privo di sensi,coperto di sangue e sembrava che stesse solo aspettando il colpo di grazia. Ma qualcosa in Radish lo stava trattenendo, gli tornò in mente l’immagine di suo padre, così simile al fratello. Ma cos’era questo strano sentimento? Rispetto per suo padre? O perfino, amore fraterno? Fece una smorfia di disgusto e abbassò il braccio. Si girò di scatto e si incamminò verso la sua capsula spaziale. Poteva distinguere dall’esterno un’ombra che si muoveva agitata nel suo interno: era qual marmocchio di suo nipote. Nuovamente il solo pensiero gli fece venire il voltastomaco…nella sua furia non aveva considerato una cosa: avrebbe dovuto resistere ben due settimane di volo assieme a quella peste! Cosa fare? Doveva chiamare Nappa per chiedergli di venire con una capsula automatica? E se avesse cambiato le impostazioni di stasi della capsula, cosicché anche la peste si addormentasse? Sì, forse era quella la scelta giusta. Radish aprì il portone d’ingresso e subito afferrò la maglia del bambino che stava ancora piangendo disperato. “Waahaaa! Lasciami! Lasciami in pace!” gridò Gohan. “Silenzio! Ma come fai tu stesso a resisterti?! Dio…e tu saresti un Saiyan? Che diamine aveva in testa quello stupido di mio fratello?!” Con la mano sinistra teneva il bambino mentre e la mano destra impostò i comandi, li esaminò. Un segnale acustico lo confermò, provocando un sorriso di soddisfazione sul viso di Radish. Un altro segnale invece lo irritò. Era il rilevatore, che indicava una forza combattiva di 700 punti in Gohan. “Non rompere anche tu!” sbottò e attivò la comunicazione con i suoi compagni. Con una mano tappò la bocca a Gohan prima di cominciare: “Radish chiama Nappa! Rispondimi!” “Qui Nappa. Che diavolo stai combinando?! Karoth è lì con te?” “No…si è rifiutato di collaborare. Ho dovuto eliminarlo. Al suo posto ho suo figlio” Non poté proseguire perché venne interrotto da Vegeta. “Suo figlio?! Ma perché? E poi chi sarebbe la madre?” “Sicuramente una donna terrestre…Karoth si è rifatto una vita qui. Non voleva venire con me neanche con la forza! Soffriva di amnesia” “Fa come ti pare, ma sarai tu il responsabile di questo marmocchio. Ci ritroviamo sul pianeta Freezer 299! Vegeta chiude!” Radish osservava di nuovo Gohan che nel frattempo si era calmato. “Come ti chiami?” chiese con tono possente. Il bambino rispose esitante: “Son Gohan” “Bah…io sono Radish. Da questo momento sono io tuo padre! Perciò tu verrai con me!” “Cosa? No! Come? Dov’è il mio papà? Papà!” ricominciò di nuovo a gridare a squarciagola e ad agitarsi. “Non ci credo! Silenzio ho detto! Ancora una volta e ti becchi un bel ceffone! Dimentica Karoth, lui è morto! Morto, hai capito? Da ora in poi sarò io a badare a te! Ora saluta questo pianeta, farò di te un guerriero!” Gohan si spaventò non poco e cercò di sopprimere con forza questi singhiozzi, ma alla fine le lacrime continuarono a scendere. A un tratto guardò lo strano uomo con curiosità infantile. “Che cos’è Karoth? E cos’è un Saiyan?” Radish scosse la testa sorpreso. Senza rispondere azionò i comandi della capsula, si sedette sulla sedia di pilotaggio tenendo il bambino fermo sulle sue gambe, mentre impostava i dati del viaggio. “Silenzio ora! Atterreremo fra due settimane, arrivati lì ti presenterò i nostri due compagni. Azionare il protocollo di partenza per Freezer 299!” Prima che potesse protestare, la capsula partì e si lanciò in alto. Gohan si meravigliò della improvvisa stanchezza che lo pervase; prima ancora di rendersene conto, si era addormentato sulle gambe di suo zio che fece un respiro di sollievo, gustandosi quel bel silenzio. Ma il pensiero al futuro lo fece rabbrividire: doveva occuparsi di un figliastro. Sarebbero stati tempi duri, ma per ora si gustava quelle due settimane di tranquillità.
  
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