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Autore: LeftEye    19/06/2007    7 recensioni
…una volta sconfitto Freezer Vegeta si sarebbe occupato anche della Terra, ma per il momento aveva affidato a Kakarot il compito di cercare le sette sfere del Drago…solo che il figlio di Bardak era come sparito nel nulla.

«E così, da domani sarai la moglie di Yamcha! Ti dovremo chiamare “signora”!»
Il sorriso di Bulma si spense improvvisamente.
«Ehm…no, lascia stare il “signora” per favore…quella è la parte peggiore…»
«Ma dai, per amore si accettano anche questi piccoli dettagli un po’ fastidiosi!»
«Già, hai ragione Goku…» sospirò la ragazza, ma sembrava poco convinta. «Piuttosto, vedete di non fare tardi domani! Lo dico a te Goku, perché lo so come sei fatto! Se per colpa tua la mia damigella d’onore dovesse arrivare in ritardo, sentirai le mie grida per tutta Parigi!»

Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ventisette: un’isola di pace.

 

 

 

 

Vegeta e Bulma avevano volato per circa un’ore senza sosta, in silenzio.

Parlare sarebbe stato difficile, vista l’alta velocità a cui andava il Sayan, ogni parola si sarebbe persa nell’aria.

Bulma si stringeva a lui più del necessario, teneva gli occhi chiusi e sul suo volto era stampato un sorriso soddisfatto, felice, sereno.

Il piano era andato a meraviglia.

Certo, avevano impiegato un bel po’ di tempo prima di mettersi tutti d’accordo.

I più difficili da accontentare, naturalmente, erano stati proprio Bulma e Vegeta, ma infine ognuno aveva accettato di fare un sacrificio e avevano messo in pratica l’idea stranamente brillante di Goku.

Bulma e Vegeta avevano fatto da esca, al museo, attirando tutta l’attenzione su di sé, e quando era scattato l’allarme, Goku era arrivato in tutta velocità, senza farsi vedere da nessuno, e aveva afferrato la settima ed ultima Sfera del Drago.

Tutto così perfettamente programmato che nemmeno Lupin sarebbe stato in grado di fare di meglio, aveva commentato Chichi, orgogliosa della mente geniale, finora rimasta nascosta, del suo amato promesso sposo.

Vegeta aveva promesso di non usare la violenza.

Non troppa, almeno.

Era stato difficile, ma ce l’aveva fatta.

Tuttavia forse era stata Bulma a dover pagare il prezzo più alto: lei non avrebbe potuto rimettere più piede nella sua amatissima Parigi, a causa dell’inevitabile mandato di cattura che le incombeva sulla testa.

A Chichi non importava più di tanto, non era nemmeno veramente parigina, e qualsiasi altro posto le sarebbe piaciuto, pur di restare insieme a Goku, ma Bulma era innamorata di quella città, vi aveva trascorso tutta la vita ed era fiera di esserne cittadina.

Tuttavia, cosa non si fa per amore e per amicizia?

Ora era una ricercata, non poteva tornare indietro.

Prima di rubare la Sfera, il gruppo aveva preparato ogni cosa per la fuga: avevano ritirato i soldi in banca, preparato una borsa con poche cose indispensabili, e affidato il cagnone Mucca ai vicini di casa.

Non sarebbero più ritornati, ma ancora nessuno lo sapeva.

Bulma aveva ritirato l’assegno che le era fruttato per aver affittato il suo locale alle riprese del film “Marie Antoinette”, aveva conservato un quarto della somma e il resto lo aveva spedito allo zio Muten, con una lettera di scuse per non poter più proseguire l’attività.

 

 

 

Bulma si era quasi assopita quando sentì Vegeta scendere verso terra; l’aria si fece improvvisamente più calda e afosa, si sentiva odore di salsedine e il rumore del mare insieme a qualche gabbiano.

«Siamo arrivati» le disse il Sayan facendole posare i piedi a terra.

La ragazza si guardò intorno: un’isola dei Carabi, una delle tante, una delle più piccole e meno popolate.

L’isola dove forse avrebbe vissuto per i prossimi anni.

«Goku e Chichi dovrebbero essere nei paraggi ad aspettarci.»

Era stata proprio la sua amica a scegliere la località: aveva preso l’Atlante e puntato il dito in un posto a caso, ad occhi chiusi.

Per fortuna non aveva indicato l’Alaska!

Come aveva immaginato Bulma, i loro amici erano a pochi passi dalla spiaggia, dove iniziava il piccolo villaggio fatto di colorate casette di legno.

Vi erano pochi abitanti dalla pelle bianca e ancora meno automobili, qualche piccolo negozio di alimentari, di tavole da surf e attrezzi per la pesca, un bar, strade sterrate che portavano all’interno della foresta, forse ad un altro piccolo villaggio.

Un vero paradiso terrestre, tranquillo, pacifico, lontano dal caos delle città.

Goku e Chichi li raggiunsero sorridenti.

«E’ fantastico!» esclamò la ragazza con gli occhi che le brillavano dalla felicità. «Sai, Bulma, abbiamo trovato una graziosissima cappella; io e Goku vogliamo sposarci là, prima che lui e Vegeta partano.»

«A proposito, quando partiamo?» chiese Goku rivolgendosi all’altro Sayan.

«Anche subito.»

«Subito?» chiese delusa Bulma. «Non volete passare ancora un po’ di tempo con noi?»

«Prima partiamo, prima ritorniamo» rispose laconico Vegeta.

«Prima lascia che io e Chichi ci sposiamo» disse Goku.

«Te lo concedo, ma fate in fretta.»

Il sorriso di Chichi si allargò nuovamente:

«Vi va di farci da testimoni?»

Vegeta non capì, ma Bulma gli spiegò in poche parole come si svolgeva un matrimonio, mentre si dirigevano alla cappella.

Il sacerdote, dopo qualche insistenza, acconsentì a sposare subito la giovane coppia di stranieri appena arrivati da chissà dove e chissà come.

Chiese loro di ritornare dopo un’ora, perché quello era il momento della giornata che dedicava alle confessioni dei fedeli, così i quattro ritornarono sulla spiaggia.

Le ragazze si misero subito in costume e si stesero per prendere il sole, mentre i due Sayan si liberarono delle t-shirt, sedendosi in silenzio accanto alle rispettive compagne.

Chichi era al settimo cielo, finalmente stava per coronare il suo sogno d’amore, ma temeva per ciò che sarebbe accaduto dopo: Goku doveva partire, ma anche se le aveva promesso che sarebbe tornato al più presto, dopo aver aiutato Vegeta, temeva che gli potesse succedere qualcosa di brutto.

L’eventualità, che inevitabilmente le balenava alla testa, dato il suo pessimismo, di rimanere vedova subito dopo le nozze, la terrorizzava; avrebbe voluto tenere Goku accanto a sé per sempre, ma sapeva che facendo così rischiava invece di allontanarlo.

Doveva lasciarlo andare e fare qualcosa per aiutare il suo popolo, sapeva che quello era ciò che desiderava in fondo al cuore, nonostante non l’avesse mai esplicitamente detto.

Bulma era apparentemente serena.

Voleva mostrarsi felice per la sua migliore amica, ma in realtà era angosciata.

L’ imminente partenza di Vegeta le provocava un nodo alla bocca dello stomaco: non voleva assolutamente che lui se ne andasse.

Ma la cosa che più la deprimeva era il fatto che Vegeta non le avesse comunicato alcuna decisione riguardo a un eventuale ritorno.

Si sarebbe dimenticato di lei, una volta sul suo pianeta, una volta diventato re?

Trascorse un’ora e i quattro giovani raggiunsero di nuovo la cappella, dove venne celebrato il matrimonio senza alcun inceppo.

Chichi era sicura che non ci sarebbe stata la fede nuziale, invece ancora una volta Goku la stupì: al momento giusto tirò fuori dalla tasca una scatolina firmata Tiffany –Bulma gli aveva prestato un po’ di contanti- contenente due anelli che recavano sul lato interno le iniziali “G&C”.

Al “vi dichiaro marito e moglie”, Bulma aveva le lacrime agli occhi, e scoppiò in un applauso convulso quando i due neo sposi si scambiarono un dolce bacio a fior di labbra, come prevedeva il rito religioso.

Uscirono dalla cappella e andarono a festeggiare in un piccolo ristorante poco distante.

Goku e Chichi non facevano che guardarsi teneramente negli occhi e scambiarsi effusioni, mentre Vegeta e Bulma se ne stavano seduti uno accanto all’altra, a braccia conserte, con lo sguardo basso e serio.

Ad un certo punto lui le disse:

«Vieni fuori.»

Lei lo seguì sulla spiaggia, incuriosita, non sapendo cosa aspettarsi da lui.

Vegeta restò in silenzio per qualche istante, poi cominciò a parlare in tono solenne e severo:

«Non mi piacciono le vostre tradizioni, soprattutto quelle religiose. Però trovo interessante questa cosa del matrimonio, è utile dichiarare davanti ad un’autorità che una donna appartiene al suo uomo.»

«E viceversa» puntualizzò Bulma acidamente.

«E viceversa. Non mi va molto l’idea di rivolgermi ad un teofago, ma non voglio correre il rischio, quando tornerò a prenderti, di trovarti a letto con un altro, per ciò ho deciso che ci dobbiamo sposare.»

Più che una dichiarazione era una minaccia, ma a quelle parole Bulma sentì quel nodo allo stomaco sciogliersi lentamente e le sue gambe farci molli come il burro.

«Hai detto, quando tornerai a prendermi?» chiese per essere sicura di aver sentito bene.

«Sì, sei forse sorda?» ribatté lui, con quel suo tipico tono seccato.

«Io… io non credevo… non sapevo che…»

«Piantala di blaterare parole senza senso e rispondimi: vuoi sposarmi sì o no?» la interruppe bruscamente il Sayan.

«Certo che lo voglio!»

 

 

 

 

NdLefteye: l'epilogo veniva un po' troppo lungo, così ho deciso di fare un altro capitolo prima della fine.

Devo dire che sono contenta per come ho terminato la storia, non credevo di farcela! Ci ho impiegato più di un anno ma alla fine sono riuscita a concludere senza incidenti di percorso!

Ringrazio:

francyssj: alla fine Veruska è rimasta con un pugno di mosche XD

Nihal91, bulma89, Majin, Fante

bambi88: devo confessarlo, è stato leggendo un'altra fanfic che mi è tornata in mente la storia delle cose striscianti tanto odiate da Vegeta!

6very6: che bello, un'omonima! Le recensioni lunghe sono la cosa che preferisco di più, sei stata molto gentile!

315: credo proprio che, come hai detto tu, Bulma e Vegeta si siano divertiti molto, anche se non era certo il modo migliore per attirare l'attenzione... diciamo che l'hanno attirata in peggio!

 

 

 

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