Capitolo ventisette: un’isola
di pace.
Vegeta e Bulma avevano volato
per circa un’ore senza sosta, in silenzio.
Parlare sarebbe stato
difficile, vista l’alta velocità a cui andava il Sayan, ogni parola si sarebbe
persa nell’aria.
Bulma si stringeva a lui più
del necessario, teneva gli occhi chiusi e sul suo volto era stampato un sorriso
soddisfatto, felice, sereno.
Il piano era andato a
meraviglia.
Certo, avevano impiegato un
bel po’ di tempo prima di mettersi tutti d’accordo.
I più difficili da
accontentare, naturalmente, erano stati proprio Bulma e Vegeta, ma infine ognuno
aveva accettato di fare un sacrificio e avevano messo in pratica l’idea
stranamente brillante di Goku.
Bulma e Vegeta avevano fatto
da esca, al museo, attirando tutta l’attenzione su di sé, e quando era scattato
l’allarme, Goku era arrivato in tutta velocità, senza farsi vedere da nessuno, e
aveva afferrato la settima ed ultima Sfera del
Drago.
Tutto così perfettamente
programmato che nemmeno Lupin sarebbe stato in grado di fare di meglio, aveva
commentato Chichi, orgogliosa della mente geniale, finora rimasta nascosta, del
suo amato promesso sposo.
Vegeta aveva promesso di non
usare la violenza.
Non troppa,
almeno.
Era stato difficile, ma ce
l’aveva fatta.
Tuttavia forse era stata Bulma
a dover pagare il prezzo più alto: lei non avrebbe potuto rimettere più piede
nella sua amatissima Parigi, a causa dell’inevitabile mandato di cattura che le
incombeva sulla testa.
A Chichi non importava più di
tanto, non era nemmeno veramente parigina, e qualsiasi altro posto le sarebbe
piaciuto, pur di restare insieme a Goku, ma Bulma era innamorata di quella
città, vi aveva trascorso tutta la vita ed era fiera di esserne
cittadina.
Tuttavia, cosa non si fa per
amore e per amicizia?
Ora era una ricercata, non
poteva tornare indietro.
Prima di rubare la Sfera, il
gruppo aveva preparato ogni cosa per la fuga: avevano ritirato i soldi in banca,
preparato una borsa con poche cose indispensabili, e affidato il cagnone Mucca
ai vicini di casa.
Non sarebbero più ritornati,
ma ancora nessuno lo sapeva.
Bulma aveva ritirato l’assegno
che le era fruttato per aver affittato il suo locale alle riprese del film
“Marie Antoinette”, aveva conservato un quarto della somma e il resto lo aveva
spedito allo zio Muten, con una lettera di scuse per non poter più proseguire
l’attività.
Bulma si era quasi assopita
quando sentì Vegeta scendere verso terra; l’aria si fece improvvisamente più
calda e afosa, si sentiva odore di salsedine e il rumore del mare insieme a
qualche gabbiano.
«Siamo arrivati» le disse il
Sayan facendole posare i piedi a terra.
La ragazza si guardò intorno:
un’isola dei Carabi, una delle tante, una delle più piccole e meno
popolate.
L’isola dove forse avrebbe
vissuto per i prossimi anni.
«Goku e Chichi dovrebbero
essere nei paraggi ad aspettarci.»
Era stata proprio la sua amica
a scegliere la località: aveva preso l’Atlante e puntato il dito in un posto a
caso, ad occhi chiusi.
Per fortuna non aveva indicato
l’Alaska!
Come aveva immaginato Bulma, i
loro amici erano a pochi passi dalla spiaggia, dove iniziava il piccolo
villaggio fatto di colorate casette di legno.
Vi erano pochi abitanti dalla
pelle bianca e ancora meno automobili, qualche piccolo negozio di alimentari, di
tavole da surf e attrezzi per la pesca, un bar, strade sterrate che portavano
all’interno della foresta, forse ad un altro piccolo
villaggio.
Un vero paradiso terrestre,
tranquillo, pacifico, lontano dal caos delle città.
Goku e Chichi li raggiunsero
sorridenti.
«E’ fantastico!» esclamò la
ragazza con gli occhi che le brillavano dalla felicità. «Sai, Bulma, abbiamo
trovato una graziosissima cappella; io e Goku vogliamo sposarci là, prima che
lui e Vegeta partano.»
«A proposito, quando
partiamo?» chiese Goku rivolgendosi all’altro
Sayan.
«Anche
subito.»
«Subito?» chiese delusa Bulma.
«Non volete passare ancora un po’ di tempo con
noi?»
«Prima partiamo, prima
ritorniamo» rispose laconico Vegeta.
«Prima lascia che io e Chichi
ci sposiamo» disse Goku.
«Te lo concedo, ma fate in
fretta.»
Il sorriso di Chichi si
allargò nuovamente:
«Vi va di farci da
testimoni?»
Vegeta non capì, ma Bulma gli
spiegò in poche parole come si svolgeva un matrimonio, mentre si dirigevano alla
cappella.
Il sacerdote, dopo qualche
insistenza, acconsentì a sposare subito la giovane coppia di stranieri appena
arrivati da chissà dove e chissà come.
Chiese loro di ritornare dopo
un’ora, perché quello era il momento della giornata che dedicava alle
confessioni dei fedeli, così i quattro ritornarono sulla
spiaggia.
Le ragazze si misero subito in
costume e si stesero per prendere il sole, mentre i due Sayan si liberarono
delle t-shirt, sedendosi in silenzio accanto alle rispettive
compagne.
Chichi era al settimo cielo,
finalmente stava per coronare il suo sogno d’amore, ma temeva per ciò che
sarebbe accaduto dopo: Goku doveva partire, ma anche se le aveva promesso che
sarebbe tornato al più presto, dopo aver aiutato Vegeta, temeva che gli potesse
succedere qualcosa di brutto.
L’eventualità, che
inevitabilmente le balenava alla testa, dato il suo pessimismo, di rimanere
vedova subito dopo le nozze, la terrorizzava; avrebbe voluto tenere Goku accanto
a sé per sempre, ma sapeva che facendo così rischiava invece di
allontanarlo.
Doveva lasciarlo andare e fare
qualcosa per aiutare il suo popolo, sapeva che quello era ciò che desiderava in
fondo al cuore, nonostante non l’avesse mai esplicitamente
detto.
Bulma era apparentemente
serena.
Voleva mostrarsi felice per la
sua migliore amica, ma in realtà era angosciata.
L’ imminente partenza di
Vegeta le provocava un nodo alla bocca dello stomaco: non voleva assolutamente
che lui se ne andasse.
Ma la cosa che più la
deprimeva era il fatto che Vegeta non le avesse comunicato alcuna decisione
riguardo a un eventuale ritorno.
Si sarebbe dimenticato di lei,
una volta sul suo pianeta, una volta diventato re?
Trascorse un’ora e i quattro
giovani raggiunsero di nuovo la cappella, dove venne celebrato il matrimonio
senza alcun inceppo.
Chichi era sicura che non ci
sarebbe stata la fede nuziale, invece ancora una volta Goku la stupì: al momento
giusto tirò fuori dalla tasca una scatolina firmata Tiffany –Bulma gli aveva
prestato un po’ di contanti- contenente due anelli che recavano sul lato interno
le iniziali “G&C”.
Al “vi dichiaro marito e
moglie”, Bulma aveva le lacrime agli occhi, e scoppiò in un applauso convulso
quando i due neo sposi si scambiarono un dolce bacio a fior di labbra, come
prevedeva il rito religioso.
Uscirono dalla cappella e
andarono a festeggiare in un piccolo ristorante poco
distante.
Goku e Chichi non facevano che
guardarsi teneramente negli occhi e scambiarsi effusioni, mentre Vegeta e Bulma
se ne stavano seduti uno accanto all’altra, a braccia conserte, con lo sguardo
basso e serio.
Ad un certo punto lui le
disse:
«Vieni
fuori.»
Lei lo seguì sulla spiaggia,
incuriosita, non sapendo cosa aspettarsi da lui.
Vegeta restò in silenzio per
qualche istante, poi cominciò a parlare in tono solenne e
severo:
«Non mi piacciono le vostre
tradizioni, soprattutto quelle religiose. Però trovo interessante questa cosa
del matrimonio, è utile dichiarare davanti ad un’autorità che una donna
appartiene al suo uomo.»
«E viceversa» puntualizzò
Bulma acidamente.
«E viceversa. Non mi va molto
l’idea di rivolgermi ad un teofago, ma non voglio correre il rischio, quando
tornerò a prenderti, di trovarti a letto con un altro, per ciò ho deciso che ci
dobbiamo sposare.»
Più che una dichiarazione era
una minaccia, ma a quelle parole Bulma sentì quel nodo allo stomaco sciogliersi
lentamente e le sue gambe farci molli come il
burro.
«Hai detto, quando tornerai a
prendermi?» chiese per essere sicura di aver sentito
bene.
«Sì, sei forse sorda?» ribatté
lui, con quel suo tipico tono seccato.
«Io… io non credevo… non
sapevo che…»
«Piantala di blaterare parole
senza senso e rispondimi: vuoi sposarmi sì o no?» la interruppe bruscamente il
Sayan.
«Certo che lo
voglio!»
NdLefteye: l'epilogo veniva un po' troppo lungo, così ho deciso di fare un altro capitolo prima della fine.
Devo dire che sono contenta per come ho terminato la storia, non credevo di farcela! Ci ho impiegato più di un anno ma alla fine sono riuscita a concludere senza incidenti di percorso!
Ringrazio:
francyssj: alla fine Veruska è rimasta con un pugno di mosche XD
Nihal91, bulma89, Majin, Fante
bambi88: devo confessarlo, è stato leggendo un'altra fanfic che mi è tornata in mente la storia delle cose striscianti tanto odiate da Vegeta!
6very6: che bello, un'omonima! Le recensioni lunghe sono la cosa che preferisco di più, sei stata molto gentile!
315: credo proprio che, come hai detto tu, Bulma e Vegeta si siano divertiti molto, anche se non era certo il modo migliore per attirare l'attenzione... diciamo che l'hanno attirata in peggio!
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