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Autore: Angel51    01/12/2012    0 recensioni
La storia si svolge anni dopo la fine della serie. I ragazzi sono cresciuti e hanno messo su famiglia. Questo è come io immagino il futuro di Michael e Maria e della famiglia che hanno creato... uno sguardo sulla loro quotidianità.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Perché non vieni a dormire? E’ tardi…” lei si avvicinò piano a lui, abbracciandolo da dietro, che teneva fra le mani una scolorita foto di un bambina. La stanza era buia, illuminata solo dalla luce di un lampione lontano e dalla grande luna che si mostrava quella sera.
La mezzanotte era passata da un pezzo, ma lui stava ancora lì, vestito ed appoggiato alla parete che guardava fuori dalla finestra e accarezzava il freddo vetro del portafoto, a rievocare ricordi lontani ma mai dimenticati.
“Ancora un po’… voglio aspettarla”
“Sai bene che non vuole questo” lei lo prese e lo fece sedere sul divano con lei in braccio e quella foto ancora fra le mani.
“E’ ora Michael… è arrivato il momento di lasciarla andare, ormai è grande e domani partirà per il college”
“Non è grande, ha solo diciassette anni ed ha ancora paura del buio… lei non è grande” sospirò lui più per convincere se stesso che lei.
“Hai ragione, per noi non sarà mai grande, sarà sempre la nostra piccola Emma… ma è arrivato il momento di liberarla, di toglierla da questa gabbia dorata che è la sua vita. Lei deve conoscere il mondo, imparare ad affrontarlo e non può farlo rimanendo qui a Roswell, New Mexico.”
“Deve esserci qualcosa di meglio di Roswell, New Mexico, per lei… come è stato per noi”
 Lei gli prese la foto dalle mani e gliele strinse “Ormai ha già deciso… stanotte tornerà a casa tardi come sempre e penserà che noi stiamo dormendo e non la sentiremo,  poi salirà le scale e si metterà sotto le coperte, scriverà un po’ sul suo diario e alla fine si metterà a dormire. Domani mattina all’alba, scenderà in cucina già pronta, prenderà i suoi bagagli e salirà su un taxi che la porterà all’aeroporto. Noi ci sveglieremo e troveremo un biglietto sul tavolo in cucina in cui ci dirà semplicemente  Arrivederci. ” lei si fermò un attimo dal suo soliloquio per posargli un bacio leggero sulle labbra. “Fa così dalla gita di quinta elementare, ormai non cambierà più…”
“Perché fa così?! Ci fa soffrire e basta…”
“Oh Michael… davvero non capisci? Lei è come te, tale e quale! Deve essere un muro di pietra…” lei sorrise a suo marito e gli portò la testa sul suo petto, iniziando ad accarezzargli i capelli “Lei vuole essere forte e vuole farsi vedere forte da noi, ma sa che non riuscirebbe mai a dirci Arrivederci di persona… la sua forza, la sua maschera di ragazza impassibile, non resisterebbe, si romperebbe.  E piangerebbe. E non vorrebbe mai che qualcuno la veda piangere, che la veda debole”
“Ma noi siamo i suoi genitori, dovremmo essere le persone con cui può fare tutto, a cui può dire tutto…”
“Non è sempre facile Michael… lei si tiene tutto dentro e sono rari i momenti in cui riesce a tirarsi tutto  fuori e rare le persone con cui ci riesce… proprio come suo padre, solo più intelligente!”
“Sa che se noi l’accompagnassimo al college, come tutti gli altri genitori, sarebbe un disastro… tu non smetteresti un attimo di piangere e io… io non direi niente per tutto il viaggio, sarei nervoso e bisbetico… non faremmo altro che agitarla. Vederla partire sarebbe doloroso per noi… ci fa stare al sicuro, ci vuole proteggere ”
“Già… non ti ricorda qualcuno?!” lui le sorrise e le prese le mani.
“Abbiamo una figlia meravigliosa, Maria. Testarda, ma meravigliosa. ”
“Possiamo dire di aver azzeccato la giusta combinazione di geni!”  lui rise piano e scosse la testa. Lei non sarebbe mai cambiata. La Sua Maria era sempre la stessa, anche dopo vent’anni.
“Andiamo a dormire?!” chiese ancora lei.
“Soltanto un altro po’…”
“Non credo che tornerà molto presto, è andata da Brian… mi ha detto che gli avrebbe detto tutto stasera. Povero ragazzo, si ritroverà con una bomba in mano… quella sciagurata di tua figlia non gli aveva detto niente che sarebbe partita domani mattina. Mi ha detto che si sarebbe comportata normalmente per tutta la sera e poi, quando la serata sarà quasi finita, gli dirà  tutto. Quel ragazzo si dispererà quando lo saprà… poi maledirà il giorno in cui l’ha incontrata… e poi sarà di nuovo disperato… e si ritroverà con il cuore a pezzi”
“Anche Emma avrà il cuore a pezzi… ma non dovrebbero farla così tragica, si rivedranno durante le vacanze e gli basterà prendere un aereo per vedersi. Non è come quando noi…”
“Loro hanno rapporto speciale, Michael, hanno bisogno di stare vicini per stare insieme, devo sentirsi davvero per stare bene. Soffriranno molto entrambi, ma hai ragione… noi quella notte soffrimmo molto di più”
“Spero davvero che non ripercorrano tutte le nostre tappe… potrei davvero mettere fine alla sofferenza di Brian se solo si azzardano a…”
“A cosa Michael? A fare l’amore?” lei lo guardò divertita “A vivere la notte più bella della loro vita?” lei lo fece stendere, si stese vicino a lui e lo abbracciò forte, poi guardandolo negli occhi nell’oscurità della notte gli disse “quella notte, Amore mio, è stata la nostra prima volta, la volta in cui abbiamo fatto l’amore, ed è stata meravigliosa… quella notte è un ricordo che custodisco gelosamente nel cuore, che rivivrei per altre mille volte sempre allo stesso modo…”
“Anche se le lenzuola non erano pulite e siamo stati una coppia di completi imbranati?!” gli chiese sogghignando alzando un sopracciglio.
Lei sorrise “ho sempre avuto un debole per gli imbranati che non cambiavano le lenzuola!” lei gli strizzo un occhio ammiccante “ci siamo veramente incontrati quella notte e non ci siamo più lasciati. Non so quanto darei per poter dare a mia figlia anche solo metà di quei momenti… anche se dovesse farlo stasera, o lo avesse già fatto da tempo, sarei felice per lei e basta. Dimmi che non lo vuoi anche tu?!”
“Vorrei solo che fosse felice”
“A quanto pare anche tu stasera hai abbassato il muro di pietra...”
“A forza di colpire forte riesci ogni volta a buttarlo giù!”
“Non ci riesco sempre, qualche volta è più difficile. Ma poi ci sono quei momenti in cui ti sento così vicino a me, come fossimo una cosa sola… e mi sento ripagata di ogni cosa” lei lo baciò delicatamente aspettando che lui le rispose e poi approfondì il bacio.
“Ti Amo”
“Io m’innamoro di te ogni giorno sempre di più” gli disse lei. Poi lo prese per mano e lo fece alzare.
“Stavamo diventando troppo smielati?”  chiese divertito.
“Andiamo, Emma tornerà fra un po’ e avrà bisogno di stare qualche minuto da sola” lui la seguì senza obbiettare, facendosi portare in camera da letto e gettò un’ultima occhiata ai bagagli vicino alla porta.
“Porterà via la tua chitarra”
“Lo so… servirà più a lei che a me” 
 
Si misero a letto e si abbracciarono, mentre entrambi si godevano quei minuti di silenzio in cui la casa era immersa. Poi la porta d’ingresso si aprì e dei passi leggeri attraversarono la casa… troppo silenzio e quei sospiri trattenuti e quei singhiozzi sommessi si sentirono attraverso le pareti.
“Voglio andare da lei”
“Non puoi Michael”
Lui la strinse più forte e come a giustificarsi disse “Ne ho bisogno” lei si lasciò stringere e cerco di essere forte per entrambi. Quello era uno di quei momenti in cui lui aveva bisogno di attaccarsi a lei disperatamente.
“Lei starà bene… è forte, è molto forte e sa di poter contare su di noi ogni volta che vuole”  cerco di tenere la voce ferma anche se sentiva le lacrime bagnarle le guance. Vedere sua figlia stare male era troppo per entrambi.
La sentirono mettersi a letto e dopo parecchi minuti la casa era divenuta di nuovo silenziosa.
Quando fu sicuro anche Maria dormiva, lui si alzò e andò in camera di sua figlia. Aprì la porta e rimase per un po’ a guardarla… aveva pianto, aveva ancora le guance bagnate.
Si sedette sul bordo del letto e le asciugò le lacrime col palmo della mano.
“Come sei bella bambina mia… anche se ormai bambina non sei più. Sto cercando qualche cambiamento in te, qualcosa che mi indichi che sei davvero cresciuta stasera, se davvero hai fatto l’amore stanotte, ma non lo vedo, non vedo niente… non m’importa se l’hai fatto, quello che è davvero importante è sapere che tu starai bene… e ce la farai. Tu ce l’hai sempre fatta, sei sempre stata forte fin da bambina. Tu sei l’amore, sei frutto del mio amore, mio e di Maria… e il nostro è davvero un grande amore.
Da domani sarai lontana e dovrai imparare a cavartela da sola, anche se sono sicuro che ci riuscirai benissimo, infondo l’hai sempre fatto… devi solo ricordarti che non sarai sola, non fare il mio stesso errore, noi saremo sempre qui per te e poi, troverai qualcun altro che ti accompagnerà in questa nuova avventura… nuovi amici, nuove persone…
Non so perché ti sto dicendo queste cose mentre dormi e non puoi sentirmi… vedi io non sono mai stato bravo con le parole, ma spero di avertelo dimostrato coi gesti che sei la cosa più importante per me.
Questi momenti sdolcinati non sono proprio da me, ma qualche volta anche io mi lascio andare. Quindi stare qui ora…” un leggero movimento sotto la sua mano che le accarezzava i capelli lo bloccò e il battito delle palpebre gli confermò che si stava svegliando. Due occhi verdi e profondi come lo guardarono assonnati e sorpresi.
“Papà… ma che ore sono?!”
“E’ tardi, ma non volevo svegliarti, scusami”
“Stavi dicendo qualcosa?”
“Nulla…” lui annaspava con le parole, si sentiva in imbarazzo per essere stato scoperto “volevo solo salutarti prima che partissi… e dirti di chiamare spesso quando arrivi… conosci tua madre, starà in ansia per tutto il tempo…” la ragazza rise sapendo che ad essere preoccupata non era solo sua madre.
“Lo farò”
“Come è andata stasera? Intendo con…”
“E’ andata bene” lo interruppe lei “ma non voglio parlarne… fa male” lui annuì conoscendo le circostanze.
“Ok, ora dormi. Buonanotte Emma” disse lui alzandosi.
“Buonanotte”
Lui annuì e uscì dalla stanza, ma mentre chiudeva la porta la sua delicata voce lo richiamo.
“Papà… non chiudere la porta, non voglio rimanere al buio. Ho paura...” lui tornò indietro nella stanza e le accese la piccola lucina da notte che aveva sulla parete. Sapeva che non lei non l’accendeva mai perché infondo si vergognava, ma l’avrebbe aiutata stanotte. Lei si sbrigò a scendere dal letto e lo abbracciò cogliendolo di sorpresa  “ti voglio bene anche io e scusa se non te lo dico spesso!” imbarazzato la strinse un attimo poi la congedò con un paio di pacche sulla spalla.
“Portati via la luce da notte, ti servirà al college” lei rise “non dirlo alla mamma, mi prenderebbe in giro fino a Natale!”.
 Lui sorrise e annui “Arrivederci Emma, fai buon viaggio”
Infondo Maria aveva ragione, sua figlia era tale e quale a lui. 
  
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