Title:
Photographs
Raiting:
PG
Pairing:
leggerissimo RoyxEd
Summary: cosa stai guardando? [...] Quella
foto dove compariva anche Hughes. Era ancora vivo quando era stata
scattata.
Note:
ero
partita con l'idea di fare una
shottina romanticosa, ma ho sentito Photographs dei Nickelback ed
è venuto
fuori questo. Lo ammetto, le introspettive non sono il mio forte.
I
personaggi non sono miei, io non ci guadagno nulla, etc etc, la solita
pappa.
"Cosa
stai guardando?"
Roy
nemmeno l'aveva sentito.
Incuriosito
Edward poggiò il mento sulla spalla dell'uomo, sporgendosi.
"Colon"-
si bloccò di colpo.
Gli occhi
dell'uomo erano fissi su una foto. Quella foto. La foto che lo ritraeva
circondato da tutti
i suoi compagni.
Quella
foto dove compariva anche Hughes. Era ancora vivo quando era stata
scattata.
Roy non
ne parlava mai, era un dolore che non voleva ancora condividere con
lui.
In fondo
Edward lo capiva. Non era facile. Si limitava a offrirgli la sua
presenza.
Facendogli capire che non era solo.
Perchè
quello era un dolore troppo profondo, per essere affrontato da solo.
Roy non se
la perdonava ancora, la morte di Hughes, e non se la sarebbe mai
perdonata.
Sebbene non fosse colpa sua. Sebbene fosse stato proprio Hughes, suo
braccio destro,
ma prima di tutto suo caro amico, a nascondergli i suoi dubbi
riguardanti
l'esercito. Roy si rimproverava di non aver insistito, di non aver
percepito
l'importanza delle scoperte che l'uomo si era portato nella tomba. Per
proteggerlo.
Ma
com'era doloroso accettarlo.
Così,
quando Edward era fuori, nei giorni di pioggia, a volte, i sensi di
colpa
tornavano. Aveva anche lui le sue colpe, sotto la divisa dell'esercito.
Doveva
imparare, dolorosamente, a conviverci.
Edward si
azzardò a chiamarlo, la voce leggera. Non sapeva cosa
dire... Lui stesso, quando
non conosceva ancora bene Mustang lo aveva brutalmente chiamato
insensibile e
menefreghista, aveva insinuato che non gliene fosse fregato niente
della morte
del Tenente Colonnello, lo aveva ferito, sfogando il suo dolore
insultandolo e
colpendolo. E si sentiva in
Leggermente
sfiorò con le dita la camicia dell'uomo che gli stava ancora
dando le spalle.
"Roy..."
si bloccò, non avrebbe risolto nulla dicendogli che non era
stata colpa sua,
l'uomo non l'avrebbe mai accettato completamente, anche se per farlo
contento,
forse, avrebbe stancamente annuito. Edward gli posò il capo
sulla schiena passandogli
entrambe le braccia intorno al petto.
Il
silenzio che ammantava la stanza veniva rotto solo dalle gocce di
pioggia che
scendevano dal cielo. Se chiudeva gli occhi, in quel ticchettio
incessante,
poteva sentire il battito del cuore del compagno.
Inaspettatamente
la voce dell'uomo ruppe il silenzio: "Sai Edward, pioveva quel
giorno".
Lo so.
Allora, note
finali:
sì, lo
so, non ho messo riferimenti alla famiglia di Hughes, Roy si dovrebbe
sentire in
colpa anche nei loro confronti, per aver privato Glacier del marito e
la
piccola Elisya del papà, ma se avessi messo anche questo
pensiero non avrei più
saputo dove infilare Ed.
Inoltre
ringrazio le commentatrici/commentatori (vecchie/i e, spero, future/i).
I
commenti sono stati davvero graditi, grazie grazie grazie.
Ah, non so se
è chiaro ma quando Roy dice che 'quel giorno' pioveva, si
riferisce al giorno del funerale.
Ultimissima
nota: le fic che ho postato e posterò saranno tutte (a meno che non mi prenda un
raptus improvviso) one-shots perchè
le storie a capitoli non le so proprio fare.