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Autore: smile_book    02/12/2012    2 recensioni
Sono due anni ormai. Due fottutissimi anni che lo vedo, ogni giorno. Lo vedo camminare per i corridoi, parlare con i suoi amici, ridere, torturarsi le mani durante le interrogazioni... Lo vedo sempre. Un po' difficile evitarlo essendo la sua migliore amica, nonché compagna di banco.
Che dire? Non sono mai stata brava con la faccenda dei sentimenti.
Non rientra decisamente nelle mie competenze.
Ancora mi domando come possiamo io e lui essere così amici.
Io così chiusa ed introversa, asociale, e lui, il contrario di me, aperto e solare, con un sorriso così luminoso da far impallidire le stelle.
E non lo penso solo perché sono innamorata follemente di lui, lo pensano tutti.
E tutte...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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If you only knew..
 


Sono due anni ormai. Due fottutissimi anni che lo vedo, ogni giorno. Lo vedo camminare per i corridoi, parlare con i suoi amici, ridere, torturarsi le mani durante le interrogazioni... Lo vedo sempre. Un po' difficile evitarlo essendo la sua migliore amica, nonché compagna di banco.
Che dire? Non sono mai stata brava con la faccenda dei sentimenti.
Non rientra decisamente nelle mie competenze.
Ancora mi domando come possiamo io e lui essere così amici.
Io così chiusa ed introversa, asociale, e lui, il contrario di me, aperto e solare, con un sorriso così luminoso da far impallidire le stelle.
E non lo penso solo perché sono innamorata follemente di lui, lo pensano tutti. E tutte.
Eh, sì, lui ha tante amiche, oltre agli amici.
Al solo pensiero di tutte le serate passate al telefono parlando dei miei possibili pretendenti, mi scappa un sorriso.
Seduta lì, su quella sedia, in camera mia, a sfogliare i nostri album di foto, non posso fare a meno di versare una lacrima.
Sono due anni che la notte mi addormento dicendomi che il giorno dopo ce l'avrei fatta, sarei cambiata..
Ed sono due anni che, quando il giorno dopo mi rimetto a letto, mi rendo conto che non è cambiato nulla.
E' sempre tutto fottutamente uguale.
Dal mio modo di vestire, trasandato e per nulla alla moda, al mio modo insicuro di rispondere alle domande, e di abbassare lo sguardo per prima quando ne incontravo un altro. Sono sempre io, e questa consapevolezza mi uccide lentamente.
Non posso certo parlarne con lui, non capirebbe. Nemmeno se avessi una migliore amica avrei il coraggio di parlarne. Sono cose personali, quei piccoli segreti che tutti ci teniamo dentro e che nessun altro conosce.
Il mio, più degli altri, è di riuscire a cambiare.
Mia nonna, mia madre, mia zia, e tutte le donne della mia famiglia da piccola non facevano che ripetermi che non avrei mai dovuto cambiare per un uomo. E io annuivo profondamente d'accordo, convinta della superiorità di noi femminucce.
E continuo ad esserlo tutt'ora.
Buffo, no? Io che ero un'accanita sostenitrice delle donne, una femminista senza eguali, mi ritrovo a voler cambiare me stessa, per un ragazzo. Un maschio, uno scimpanzé appena più evoluto di aspetto, ma non di testa.
Sono del parere che tutti i ragazzi siano degli stronzi, adoro essere di quel parere. In un certo senso mi sento più protetta, da tutti loro. Come se sapendo già che non mi convine averci a che fare, potessi considerarmi salva. Salva da loro, dalla loro capacità di scombinare la vita delle ragazze.
Inutile dire, che le mie convinzioni e teorie sono cadute con più impeto del muro di Berlino davanti a due occhi scuri.
Io che avevo un debole per gli occhi chiari, mi ero sciolta davanti a due macchie di caffè, due buchi color caramello, liquidi e caldi. Sembrano emanare radiazioni positive, sono più caldi e rilassanti del sole sulla pelle durante l'estate. Più infervoranti della luce del sole sulla neve soffice appena caduta, e più tranquillizzanti di una tazza fumante di cioccolato, bevuta vicino ad una finestra, osservando il cielo piangere.
Amo fare tutte e tre quelle cose, e i suoi occhi mi ricordano esattamente quello.
«Ehi, Terry» mi chiama sempre così. Io mi chiamo Teresa, e lui mi ha trovato questo soprannome «senti questa...» e mi racconta una delle sue battute squallide. Le sente dagli amici, le legge su facebook o twitter, o le inventa lui stesso, ne ha le capacità mentali. Sta di fatto, che me le racconta tutte, sempre. Perché sa che io, essendo rincoglionita come e più di lui, rido ogni volta. Lui ama far ridere le persone.
Non sopporta di vedere qualcuno triste. Deve per forza riportargli il sorriso. Perciò lo amo, per questo e per altri mille e uno motivi. Io amo tutto di lui, pregi e difetti. All'apparenza sembra perfetto, ne sono consapevole, ma conoscendolo si impara ad apprenderne e apprezzarne anche i difetti.
Si arrabbia se non lo consideri molto.
«O mi dici che hai, o fai finta di stare bene, perché non mi va di starmene come un deficiente a parlarti quando tu nemmeno mi ascolti»
Si  infastidisce se non ottiene quello che vuole.
«Dai, Terry, dimmelo» mi chiede sempre di dirgli il nome del ragazzo che mi piace «che palle che sei, non lo dico a nessuno, lo sai. Sono il tuo migliore amico, cazzo. Vaffanculo»
Detesta essere contraddetto quando è nervoso o stanco.
«...Sì, vabbè, non è che non faccio nulla dalla mattina alla sera, non è che passo il tempo a deprimermi come te, cazzo. Non è facile fare tutto lo sport, i compiti, sopportare i miei e poi farti pure da psicologo»
Odia quando gli si prende qualcosa che è suo.
«Potevi anche chiedermelo, eh!» dice sempre con aria scocciata.
 E io lo amo lo stesso. Non mi importa dei difetti, anzi. Ho imparato a 'prenderli'. So come comportarmi nelle sue giornate 'no', so cosa dire, so tutto quello che è necessario sapere. Ma forse non basta sapere a memoria la teoria, come faccio io.
Me ne sono accorta quando un anno fa si fidanzò con Camilla, una ragazza bella, allegra, intelligente, spiritosa, popolare, desiderata, intuitiva, solare, sportiva. E' perfetta in tutto.
E lei non ha avuto bisogno di nessun manuale, non ha avuto bisogno di mesi per imparare a saper 'prendere' Luca. Le è venuto tutto spontaneo, tutto così facile.
'Luca', così si chiama.
Ho scritto il suo nome Dio solo sa quante volte, sui fogli volanti che uso come brutta delle espressioni algebriche, sul dizionario mentre traduco versioni, sui libri mentre li leggo.
E mi chiedo se fosse cambiato qualcosa, se gliel'avessi detto, sarebbe andata diversamente...?
Se non avessi avuto paura, se non avessi paura, se glielo dicessi, cambierebbe qualcosa, o rovinerei un'amicizia?
Io non voglio che si spezzi anche quel legame, non ce la farei.
Almeno così soffro in silenzio, e lui è felice.
Io sono masochista. Terribilmente e irrimediabilmente masochista.
Perché? Perché nonostante io sappia che mi fa solo male, a volte leggo le sue conversazioni con Camilla..
Ho la sua password di facebook, quindi posso benissimo leggere cosa si dicono ogni volta che voglio. A volte resto a casa sua per un po' e mentre è in bagno a lavarsi, dopo lo sport, io mi faccio i cazzi suoi con il cellulare.
Quante volte sono stata tentata di scrivere a Camilla, cose del tipo: 'è finita, non voglio più vederti.' Cazzate del genere, sì..
Io so che mi faccio solo del male guardando tutto quello, ma lo faccio lo stesso, perché mi fa più male non saperlo.
Una volta lessi un suo stato, non faceva nomi, parlava di una persona a cui voleva molto bene. Mi illusi che fossi io. La mia mente funziona così. Se vede qualcosa che anche solo lontanamente potrebbe essere collegata a me, la trasforma in un'illusione, in una fottuta speranza. E rimango delusa sempre.
E ci rimango ancora più male, ogni volta.
Non ci si abitua a sentimenti come questo.
E giorno dopo giorno, mi chiedo: "E se tu sapessi...? Cambierebbe qualcosa tra noi? Mi preferiresti a lei? Se tu sapessi tutto, se io ti dicessi tutto, che succederebbe...?"
Io sono una fifona, che ha paura della competizione.
Una persona sana di mente gliel'avrebbe già detto dopo due anni, io no.
Ho paura. Di troppe cose. Ma nessuno mi ha mai insegnato ad affrontare le mie paura, quindi, non ho la più pallida idea di dove cominciare.
Il massimo della paura per me era da piccola il mostro dell'armadio, mai avrei pensato a un intreccio complicato come questo.
Che bella la vita dei bambini... Niente scuola, niente problemi, niente domande senza risposte, niente amore, niente liti. Niente di niente.
Quello che più invidio dei bambini è il loro cuore leggero. Il mio lo sento ogni giorno più pesante. Sia mentalmente che fisicamente.
Pesa sempre di più, da due anni.
Da quando quella mattina in classe, mentre mi raccontava una battuta e ridevamo insieme come al solito ci interruppero delle ochette e mi sentii lo stomaco contorcersi. Divenni acida e, come per punire Luca di qualcosa che non aveva fatto, presi senza il suo permesso un suo quaderno dallo zaino ed iniziai a frugarci dentro, sotto il suo naso.
Inscenammo una discussione, e mentre discutevamo, mentre lui si incazzava per una stupidaggine, mi accorsi di amare quel suo lato, mi accorsi di amare ogni suo lato, ogni sfaccettatura della sua personalità. Quella tranquilla, quella spiritosa, quella gioiosa, quella rompi palle e quella isterica.
Lo amo in tutti i modi.
E per questo quando suona il telefono mi manca un battito, il respiro accelera e mi sento morire.
Sorrido di riflesso, quando in realtà vorrei solo piangere.
Mi faccio forza e rispondo.
So che dovrò dirglielo prima o poi.
Per la mia sanità mentale.
Per il mio benessere, sia fisico che psicologico.
Per rispetto nei suoi confronti.
Per superare la mia fobia della verità, della competizione.
Per assumermi le mie 'responsabilità'.
Per prendere atto dei miei sentimenti.
Per poter gridare a cuore sereno "ti amo, Luca."
Per poter andare avanti in caso di una risposta negativa.
Per me, perché forse mi merito un po' di pace.
Ed è così che rispondo al telefono, sapendo che arriverà quel giorno, il giorno in cui confesserò tutti i miei sentimenti più profondi, in cui non avrò paura di guardarlo negli occhi, il giorno in cui supererò la mia timidezza.
Ma non è questo il giorno.
Arriverà, presto, ma non ancora.
«Ehi, Terry, senti qua, che novità...»
Il cuore perde un battito.

 








*Angolo autrice*

eccomi qui, con un'altra os.. 
spero vi sia piaciuta, ovviamente.
non so da dove mi è uscita.. mi è semplicemente venuta in mente e l'ho scritta.
be', dai, dove la trovate un'altra che posta a mezzanotte 'perché ha avuto l'ispirazione'? AHAHAHAHAHAHAHAH
dai, abbiate pietà, ho visto la luce(?) e ho dovuto scrivere prima che mi passasse il momento ispirativo. lol
lasciatemi una recensioncina, dai. piccola piccola.. *faccia da cucciolo*
grazie per aver letto vdhsn
notte :3
smile_book
  
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