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Autore: Unicorno del Senpai    02/12/2012    1 recensioni
Opera di traduzione fatta col consenso dell'autrice principale.
Si parla della rottura della Auld Alliance, ovvero l'alleanza che univa la Francia e la Scozia, "la plus vieille alliance au monde", come viene definita.
Buona lettura, spero vi piaccia e vi faccia anche appassionare alla coppia come è successo a me, merita davvero!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Traduzione | Avvertimenti: Gender Bender
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Breaking The Auld Alliance;
Premier Chapitre~

 


I suoi tacchi ticchettavano sul pavimento mentre si dirigeva lentamente verso la sala conferenze.
Era il giorno in cui ruppero l’alleanza che era durata così a lungo.
Le fece male, in un modo sia fisico che emotivo. Quest’alleanza era stato un matrimonio fra i due Paesi e lei non voleva che accadesse.

Questa “lei” a cui mi riferisco non è altri che Francia, altrimenti nota come Françoise Bonnefoy, e amava la Scozia.
Bhè, amava anche il paesaggio, ma particolarmente amava la personificazione del Paese.
Ian Kirkland.
Dal modo in cui i suoi capelli rossi gli ricadevano sul viso a come era solito avere sempre una sigaretta con sé.
Più di tutto amava la sua risata, era così felice e chiassosa, le sarebbe mancato ascoltarla.

Si erano conosciuti per la maggior parte della loro vita e lei aveva imparato ad amarlo.
Non era solo una decisione improvvisa di amarlo, non era nemmeno a conoscenza di amarlo in quel modo fino ad un certo momento del loro matrimonio.
C’era qualcosa nella condivisione di una casa in estate, e di essere sposati, che ti ha fatto innamorare.

La sua mano guantata strinse il braccio del suo presidente, mostrando il suo dispiacere per questa situazione. Non erano nemmeno entrati nella stanza, ma lei già si sentiva sull’orlo di scoppiare in lacrime o di schiaffeggiarlo… Perché quella era tutta una sua idea e non aveva nemmeno pensato al proprio Paese.
Dopo quanti matrimoni era già stata costretta a rompere, e quante cicatrici che aveva ricevuto dalle lotte per loro, loro nemmeno l’avevano presa in considerazione.

“Non è più necessario” aveva  detto lui, ma lei aveva ribattuto. Aveva lanciato un attacco quando era stata al sicuro all’interno di casa sua. Le cose era volate contro le pareti e le lacrime di rabbia e di tristezza erano scese per quello che sembrava ore.
Quando Ian tornò a casa fu scioccato da ciò che vedeva e un cipiglio preoccupato aveva preso forma sul suo volto.
"Cosa c'è che non va, amore?" aveva domandato, avvolgendo le braccia intorno al suo corpo stanco.
Attentamente, la trascinò sul divano e la fece sedere sulle sue gambe.

“…Vogliono rompere l’Alleanza…”, sussurrò con la voce che si ruppe a metà della frase.
Le sue braccia avvolsero delicatamente il suo collo mentre posava la propria fronte contro la sua. Il dolore era chiaro nella sua espressione quando chiuse gli occhi di fronte ai suoi.
Lui era chiaramente sconvolto da questo, ma non sapeva come reagire.
Vedendo l'angoscia della ragazza, sapeva che non poteva farle vedere quanto fosse sconvolto. Questo gli fece male, ma lui non avrebbe potuto abbattersi, anche se avesse voluto.

“Françoise, per favore, non piangere” le mormorò, vedendo le lacrime formarsi di nuovo nei suoi occhi.
Cominciò dolcemente a strofinarle la schiena con un movimento circolare. Ian si avvicinò a lei, dandole un bacio sulla guancia prima di pulirle una scia di lacrime dal viso. "Troveremo una via d'uscita da questo, te lo prometto".

Questa fu la prima promessa che non riuscirono a mantenere. È stata anche una delle uniche che le importassero davvero. Ripensandoci, gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime mentre conficcò le unghie nel braccio del presidente. In un certo senso, questo fece male sia a lei che a lui.
Visto che era una parte importante del suo Paese era ovvio che avrebbe fatto fisicamente del male anche a lei.

Ian era già seduto nell’ufficio, indossando la sua solita uniforme. Era doloroso, sapendo che quella sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe stato in grado di vederla come sua moglie.
L’ultima volta che avrebbe potuto pensare a lei stretta nelle sue braccia, alle cose che facevano di notte e di come i suoi capelli cadevano perfettamente sulle sue spalle.
Perché dovevano essere inclusi in tutto questo? Questa rottura dell’alleanza era stata la cosa peggiore che gli fosse mai capitata.

Anche essere costretto a far parte del Regno Unito non aveva fatto così male. Essere battuto da suo fratello minore, nemmeno. Perché attraverso tutte queste cose, lei c’era stata.
Certo, in quel momento della sua storia non era stata la sua amante, ma lo vedeva come un fratello, e comunque lei era lì. Stringendolo quando si sentiva a pezzi e ascoltandolo sbraitare per anni.

Ma poco dopo la formazione della loro alleanza poteva vedere che il loro comportamento era cambiato.
Era sempre stata affettuosa, abbracciandolo e baciandolo sulla guancia. Lentamente però, aveva iniziato a baciarlo veramente e a lui era piaciuto.
Avevano iniziato a condividere un letto durante le visite ed avevano iniziato a coccolarsi l’uno contro l’altra nel sonno.

C’era voluto un po’, ma avevano imparato ad amarsi l’un l’altro. Bhè, si erano sempre amati, ma non in questo modo.
La prima volta che furono veramente insieme, fisicamente, fu quasi magico.
Questo sarebbe tutto finito, non appena avrebbero firmato i documenti che dichiaravano che erano finiti.
Le sue mani si aprivano e chiudevano sotto il tavolo e voleva solo afferrare quella di Françoise non appena sarebbe arrivata e correre. Solo correre. Fino a quando sarebbero stati insieme era sicuro che a lei non sarebbe importato. Ma avevano responsabilità di Paesi e non potevano farlo.

I suoi occhi verdi si bloccarono su di lei nel momento in  cui entrò dalla porta.
Era passato tanto tempo da quando l’aveva vista con quei vestiti, quelli che indossava quando si trattava di lavoro.
La gonna era lunga e rosa, ma la giacca blu militare la  compensava abbastanza.
“Hi, love”  disse, alzandosi e tendendole la mano.

A quel paese le regole, lei era ancora sua moglie finché non avrebbero firmato quelle carte e l’avrebbe trattata da tale. Attentamente, gli prese la mano e lui la tirò a sé. Le diede un bacio sulla fronte, ignorando gli sguardi di disapprovazione che stava ricevendo dai due presidenti.

Le sue braccia si avvolsero attorno a lui e capì quello che lui stava facendo: voleva trascorrere l'ultimo pezzo del loro matrimonio come il resto di esso. Felice ed amabile.
Françoise premette le proprie labbra contro le sue, decidendo che quell’idea era la migliore.
Le sue braccia si avvolsero intorno al collo del ragazzo, ignorando i loro presidenti che si schiarivano la gola, provando ad ignorare i due Paesi.

Quando si separarono, lei affondò il viso nella sua giacca blu, non del tutto sicura se le piacesse l’odore di sigarette e whiskey impregnato su di esso.
Con un leggero mormorio, le accarezzò la schiena e si sedette di nuovo. Le prese la mano e se la tirò in grembo mentre lei continuava a cerare di ignorare gli sguardi.

“Possiamo tornare al lavoro, Françoise?” le domandò il suo presidente, seduto dall’altra parte del tavolo con uno sguardo di disapprovazione. Aveva un cipiglio sulla fronte mentre la guardava agire come una bambina invece che come un’adulta che doveva essere.

“Oui, non vedo perché no, ma siederò qui” rispose, la sua voce era fredda e liscia mentre lo guardava con uno sguardo di ghiaccio. Questa era la sua idea ed amava il suo punto di vista.
Annuendo un po’, i due leader iniziarono a conversare, compilando i documenti necessari.

Per tutto il tempo gli strinse saldamente la mano, non volendo lasciarlo andare via.
Solo il fatto che poteva essere con lui ora le permetteva di  non scoppiare in lacrime.
Il documento fu spinto verso di lei insieme ad una penna.
Si alzò in piedi, scuotendo leggermente la testa prima di prendere attentamente in mano la penna. Firmò col suo nome di nazione sulla linea tratteggiata con uno svolazzo della penna.

Ian fece lo stesso, anche se la sua scrittura era considerevolmente diversa da quella della francese.
Non erano più una coppia.
Tutte quelle notti che avevano passato insieme erano state per niente.
“Almeno avremo i ricordi, vero Françoise?” le chiese, provando a sorriderle quando si tirò su stando in piedi.

“Giusto, i ricordi” rispose, aggrappandosi al braccio del presidente ancora una volta.
Internamente era completamente in subbuglio. Tutto quello che voleva fare era gridare e piangere e pregarlo di non lasciarla, ma poi sarebbe stata quella debole. E ora che era da sola non poteva farlo.

Ian si voltò ed uscì dalla stanza. Un’espressione addolorata prese vita sul suo volto mentre lasciava la stanza, lasciandola per l’ultima volta.
Una volta che se ne era andato, un singhiozzo secco uscì fuori dalla sua gola mentre lei si copriva gli occhi.

Singhiozzando in silenzio mentre ritornavano ai loro veicoli.

Rimpianto e tristezza, erano le uniche emozioni che provava.
 
//Salve!
Come detto nella descrizione questa è un'opera di traduzione, se doveste trovare la storia un pò strana forse è per quello.
Non ho voluto stravolgerla cambiando le parole quindi sono tutte come la storia originale.
Spero non ci siano dei tempi verbali sballati, ce l'ho messa tutta per tradurla alla perfezione.
Grazie per aver letto e recensito <3
 
  
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