Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Inu_chan    02/12/2012    6 recensioni
"Finalmente avrebbe avuto qualcuno per cui lottare, qualcuno da curare e proteggere. Ora poteva dimostrare al mondo che anche lui era in grado di amare.
Non era più solo. Adesso erano lui e la sua Bimba..."
Tutti noi conosciamo benissimo la triste infanzia di Inuyasha, così come ormai sappiamo a menadito tutte le avventure affrontate dal mezzodemone e dai suoi amici. Ma cos'è successo prima? Che cosa faceva Inuyasha prima di incontrare Kikyo?
Questa Ff è un regno del fantasy, con nuove creature, nuovi mondi e nuovi personaggi!
Leggete e scopritelo!
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREFAZIONE



Il sole batteva sull’immensa piana desolata. Tutto era immobile: la terra secca, l’erba, i sassi. Non una cosa si muoveva. Nemmeno un filo d’aria soffiava.

In lontananza, una figura oscura. Camminava a fatica. Era un uomo, lo si capiva dalle spalle possenti. Era avvolto da un mantello cupo, il volto interamente coperto dal cappuccio. Sotto il mantello indossava una casacca e dei pantaloni in pelle, anch’essi rigorosamente neri. Ai fianchi portava una cintura, da dove pendevano due foderi: spada e pugnale. Era una visione inquietante.

Continuava ad avanzare, incurante delle ferite. Si guardò il ventre. La casacca era fradicia e appiccicaticcia: stava perdendo troppo sangue. Doveva muoversi, o non sarebbe arrivato in tempo.
 
 Accelerò il passo. Che senso aveva morire lì dopo tutte le persone che si erano sacrificate? Nessuno.
 
Ci sarebbe riuscito. Ce l’avrebbe fatta. Doveva farcela.

Camminò per quelle che parvero ore. Il dolore all’addome non gli dava tregua. Ormai faticava per fino a respirare. Ma non gli importava. Il suo obbiettivo era raggiungere la meta. Non poteva permettersi cedimenti. Ce l’aveva quasi fatta. Pochi chilometri ancora e sarebbe arrivato.

Si spinse avanti con uno slancio e iniziò a correre. Davanti a lui, però, il nulla. L’enorme deserto si stendeva sotto i suoi piedi per poi proseguire per leghe e leghe, fino a formare una sottile linea che distingueva terra e cielo. Un cielo limpido. Non una nuvola ad oscurare quel luogo desolato. Solo il sole, che sempre più prepotente diventava più caldo ogni minuto che passava.  Niente uccelli, niente piante, niente insetti. Niente di niente. L’unica forma di vita presente nella piana era quell’uomo nero.

Ormai zoppicava, ansimando per la fatica. Era a un passo dalla morte, lo sapeva. Ma quello che doveva fare era troppo importante. Le immagini della sera prima gli si proiettarono davanti e incominciò a piangere senza ritegno, singhiozzando come un bambino. Era colpa sua, lo sapeva. Sarebbe dovuto rimanere al suo posto, comportarsi come un vero Cusiano e lasciar perdere. Non avrebbe mai dovuto innamorarsi di lei. Non avrebbe mai dovuto infrangere tutte le regole e sposarla di nascosto. Né pensare di poter dare vita a una famiglia insieme. Perché così facendo l’aveva portata alla tomba.
 
Lala...
La sua Lala. La creatura più bella che avesse mai visto... Morta.     

Gli aveva affidato un compito e lui l’avrebbe portato a termine a costo della vita. Perché l’amava. E perché era tutto ciò che restava di lei.

Si strappò le lacrime dal viso con rabbia. Non aveva senso piangere, ma proprio non riusciva a smettere. Era più forte di lui. Il viso dolorante di lei mentre stava per morire, la luce dei suoi occhi che man mano si spegneva, il suo ultimo respiro, il vuoto del suo sguardo... Tutto gli tornava alla mente e anche se cercava di scacciare quelle immagini pietose, proprio non riusciva a pensare ad altro.

Pianse. E poi pianse di nuovo, e ancora, e ancora. Il suo era il pianto di un uomo disperato: era consapevole che se non ce l’avrebbe fatta tutto sarebbe andato a rotoli e un’altra persona sarebbe morta a causa sua. Da lui, poi, non dipendeva solo la vita di una persona: la salvezza dell’intero mondo si basava tutta sulla riuscita della missione. Non poteva permettersi di morire. Non ora.

Non avrebbe saputo dire da quanto tempo camminava. Minuti, ore, giorni? Non lo sapeva.

Poi, un bagliore. Una lieve luce azzurra. Era vicina. Eccoci. Finalmente! Ancora pochi passi! Ci sono quasi!

Ormai era sfinito per la stanchezza e le gambe gli tremavano. Iniziò ad offuscarglisi la vista e cominciò a vedere a chiazze. Sentiva il corpo abbandonarlo. No, dannazione. NO!

Con la forza della disperazione, fece un ultimo sforzo e chiamò a raccolta i muscoli delle gambe. Si precipitò verso il bagliore, lanciando un grido di dolore per la ferita al ventre.

Dalla terra spuntò un piccolo pozzo di legno, con un piccolo secchio appeso alla trave.

La salvezza.

Si tolse il cappuccio. Il viso pallido, rigato dalle lacrime, incorniciato dai capelli blu zaffiro, dello stesso colore degli occhi, si era improvvisamente illuminato in un sorriso di sollievo.
 
Scostò il mantello con una mano e scoprì un fagotto - sporco di sangue per il contatto con i vestiti bagnati - lungo quanto tutto il suo avambraccio. Lo aveva tenuto lì tutto quel tempo.

Lo scoprì. Una bambina. Una bellissima bambina dalla pelle arancione chiaro, occhi e capelli blu sfavillante. La piccola lo guardava dal basso all’alto, con fare curioso. Lui la posò delicatamente all’interno del secchio con una cura e una delicatezza tale, come se stesse toccando un qualche oggetto preziosissimo e delicato come il cristallo. Quest’ultima emise un piccolo vagito, dimenandosi per lo spazio angusto. L’uomo che l’aveva portata fin lì si avvicinò alla bimba e le sorrise con affetto, porgendole la mano. Lei gli prese un dito, guardandolo con quegli occhi profondi, blu come la notte.
 
I miei occhi...

Ormai non ce la faceva più. La vista gli si annebbiò completamente e le gambe non reggevano il peso del corpo.

-Sii forte, mia piccola Adelì. Figlia mia...-

Le indirizzò uno sguardo d’affetto.

Poi tirò la corda, e il secchio sparì nel buio del pozzo.

L’ultima cosa che vide fu la bambina che gli sorrideva.

Poi le gambe cedettero, e le tenebre lo avvolsero.







 Angolo autrice: Allora, che ne pensate? Immagino vi stia sorgendo spontanea una domanda: ma che picchio c'entra sta roba con Inuyasha?
Non vi anticipo nulla, solo vi do alcune informazioni chiavi per capire meglio come proseguirà quesa Ff.
Dunque, io avrei intenzione di dividere la mia storia in due Ff: la prima è ambientata nel periodo antecedente all'incontro con Kikyo, quindi non ci saranno molti personaggi dell'anime, ma provverò a crearne di nuovi io stessa; la seconda, invece, si svolge al tempo della guerra con Naraku, quindi saranno presenti tutti i protagonisti della storia originale.
Penso che aggiornerò circa ogni 7-10 giorni, ma per ora non prometto nulla :-).
Se vi è piaciuto il capitolo, se avete qualche dubbio o richiesta, se avete delle osservazioni costruttive da farmi, mi raccomando, recensite! Così posso sapere come migliorare i miei testi.
Ora vi lacio.
Al prossimo capitolo,
ciaoooo!
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Inu_chan