All’età di cinque anni John Lennon scrisse in un compito scolastico che ciò che voleva essere da grande era “felice”.
Gli insegnanti risposero che non aveva capito il compito.
Io mi trovo, con più di un lustro di ritardo rispetto al leader dei Beatles, in una condizione che appartiene sia al piccolo John che agli insegnanti. Tutto ciò che desidero per me e per le persone a me care è catalogabile sotto la parola felicità. Sfortunatamente non riesco a definire questo vocabolo nemmeno con qualcosa che assomigli alla certezza , perciò sbaglio sempre il compito.
Suppongo che risolvere un’equazione differenziale in terza media sia un’impresa impossibile per qualsiasi bambino di 14 anni; allo stesso modo capire e definire la felicità quando si hanno meno di vent’anni è quantomeno un peccato di superbia.
Per questo, mentre siedo con te e guardo il vuoto del cielo, prendo la penna e scrivo:
 La felicità
è una birra,
una sigaretta
e l’amore sulle ginocchia.