P.s.: i Jonas non sono famosi.
P.p.s.: c'è un po' di violenza e una dose di parolacce, quindi se siete moooolto suscettibili non leggete (ma non è una cosa sconvolgente)
Non ci eravamo mai stati simpatici, e questo era ovvio, ma vederla là, per terra, sofferente, mi procurò una stretta allo stomaco.
Forse però è meglio raccontare tutto dall'inizio...
Era una mattina come le altre ed ero appena sceso per fare colazione. Papà era già al lavoro, mamma preparava la colazione e Kevin, Nick e Beverly erano seduti a tavola.
-Giorno ma'! Kev, Nicky...- salutai tutti. Poi mi girai e osservai sprezzante mia sorella.
-...idiota...- la salutai infine.
-Oh, guardate, si è svegliato Pericolo! Che c'è? L'uomo nero è tornato a farti visita per caso?- rispose a tono. Si preannunciava una bella litigata mattutina.
-In effetti sì. Mi ha detto di dirti se puoi smetterla di bagnare il letto, l'odore quando entra in camera tua è fastidioso!
Nick soffoco una risata, mentre Kevin ci lanciava uno sguardo esasperato.
-Cretino!- mi ringhiò contro.
-Sfigata!- risposi.
-Minchione!
-Testa di cazzo!
-Senti un po' stronzetto...
-Basta! Vi sembra questo il modo di parlarvi?!- ci interruppe mamma.
Continuammo a lanciarci silenziosi sguardi di fuoco.
-Non mi piace questo vostro modo di comportarvi! Ora andate a scuola, ne riparleremo quando tornerete- concluse.
Afferrai il mio zaino e mi diressi verso la porta. Subito dopo Kevin uscì e aprì la macchina in modo che potessi salire. Sì, mi accompagnava ancora mio fratello a scuola, ma non era colpa mia se il mio istruttore di guida non aveva spirito d'avventura.
Circa un minuto dopo Nik salì sghignazzando in macchina, seguito da Bev.
-Cazzo ti ridi?!- gli dissi infastidito.
In tutta risposta abbracciò me e mia sorella.
-Ho i fratelli più dolci del mondo!- esclamò sorridendo.
Odiavo la scuola. Era una delle cose più odiose del pianeta. Ed era noiosa, continuamente ripetitiva. Poggiavi i libri, prendevi quelli che ti servivano, andavi in classe. Tornavi, cambiavi libri, tornavi in classe. E ripetevi. A metà giornata c'era quel piccolo sbocco chiamato pausa pranzo, che però non offriva un benché minimo relax.
Per questo motivo, poco dopo il pranzo, mi feci sbattere fuori dall'aula di storia. Almeno potevo farmi un giretto.
E stavo proprio passeggiando per i corridoi quando la vidi.
Era accasciata per terra, contro gli armadietti. Le ginocchia raccolte, una mano sullo stomaco e una poggiata al muro. Anche da lontano riuscivo a distinguere il sangue che le colava dal naso, il labbro spaccato e l'occhio nero.
Io e lei ci eravamo sempre detestati a morte. Ogni occasione era buona per attaccarci. Avevo ripetuto in continuazione quanto desiderassi un quarto fratello anziché lei. Ma era mia sorella, la mia sorellina, nessuno poteva toccare la mia sorellina. E vederla in quello stato... mi faceva male, molto male.
Mi avvicinai velocemente a lei e nel farlo potei notare che altri lividi le ricoprivano le braccia. Mi inginocchiai davanti a lei con gli occhi lucidi, carichi di paura. Ogni tanto era scossa da un singhiozzo.
-Che ti è successo?- le chiesi con la voce tremolante.
Prese un respiro profondo, come a voler scaricare via tutto il dolore.
-Mi... mi hanno picchiata.
-Chi?
-J... John e la sua banda.
John era un pluri-bocciato della mia eta che frequentava il terzo anno. Era la classica faccia da schiaffi che si trova coinvolto in tutte le risse.
-Perché...?- chiesi, quasi temendo la risposta.
-Evidentemente... non gli sta bene che una ragazza si rifiuti di essere la sua puttanella.
Sentii la rabbia montarmi dentro. Senza dire altro, la presi in braccio e la portai in infermeria.
Rimasi con lei tutto il tempo fino all'ultima ora. Avevo in mente una cosa, e di certo non era una cosa bella...
All'ultima ora era stata organizzata un'assemblea studentesca. I tipi come John non ci andavano mai, preferivano cazzeggiare per i corridoi a fare danni.
Come previsto lo trovai in mezzo ad un corridoio, mentre scriveva sugli armadietti. Stranamente, era solo, la sua combricola doveva essersene uscita da scuola da un pezzo. "Meglio così" pensai.
Una volta che gli fui vicino lo sbattei furiosamente contro gli armadietti.
-Ma che cazz...?! Oh, guarda un po', il Jonas di mezzo! Che vuoi sfigato?- mi ringhiò contro.
Lo presi per il colletto della maglia e lo sbattei nuovamente al muro.
-Come hai osato toccarla- gli dissi furente.
-Se l'è meritato. Ora spostati se non vuoi fare la stessa fine!- disse, spingendomi bruscamente.
Ma prima che potesse ricominciare la sua attività un mio pugno gli colpì la faccia. Un attimo dopo gli fui a terra, e tra calci e pugni non gli lasciavo il tempo di rispondere.
-Razza di bastardo! Nessuno tocca la mia sorellina!- ringhiai.
Dopodiché lo abbandonai a terra agonizzante e mi diressi fuori da scuola.
Tornato a casa vidi Beverly sul divano, intenta a seguire MTV.
-Come ti senti?- le chiesi.
-Meglio ora. Grazie per avermi aiutato- mi rispose.
-Ehi, se mia sorella, è il minimo! Vedrai che dopo la buona dose di pugni che si è beccato, quel John non avrà più neanche il coraggio di guardarti in faccia!
-Davvero lo hai picchiato? Per... me?
-Te l'ho detto, sei mia sorella, è il minimo che possa fare.
Mi abbracciò, come mai aveva fatto.
-Ti voglio bene Joe.
-Anche io Bev- dissi, stringendola a me.
Ehilà!
Che ve ne pare? Ok fa schifo. Ma abbiate pietà, l'ho scritta all'1:30 di notte con l'iPod, e non scherzo.
Beh... Ditemi che ne pensate.
Ok, scompaio.
Byeeee
*puff*