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Autore: closeryetfar    03/12/2012    2 recensioni
bridget si sentiva strana, non aveva nessuna voglia di cominciare a leggere un altro libro, quindi lo chiuse e si mise ad ascoltare i rumori che provenivano dall'esterno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bridget camminava velocemente nei corridoi silenziosi della biblioteca nazionale di parigi.
lanciò uno sguardo distratto al suo orologio e rabbrividì nel notare che era tardi, troppo tardi. sarebbe tornata a casa in ritardo, come al solito.
raggiunse in pochi minuti il teatro adibito alle conferenze, vuoto come d'abitudine, e scaraventò senza troppi complimenti il suo zaino color ciclamino su una delle poltrone foderate di blu.
si diresse verso gli scaffali contenenti i suoi romanzi preferiti, due sale più avanti. 
agguantò un Jane Austen e fece per tornare da dove era venuta quando una voce la interruppe: "buongiorno,bee. qui anche oggi?" si voltò di scatto e incontrò gli occhi color del mare dell'anziano guardiano della biblioteca. avevano fatto amicizia ormai, sembrava essere l'unico a capirla in quella città.
"buongiorno francois, si sono ancora qui. ma sono in ritardo, quindi mi sa che sto di meno oggi, non farei in tempo a stare qui due ore come al solito e tornare in tempo per cena."
"fai come vuoi," le rispose perplesso "buona lettura".
bridget lo ringraziò con un cenno del capo e si incamminò.
appena arrivò a destinazione si sedette sgraziatamente su una delle poltrone appoggiando i piedi sullo schienale di quella davanti a lei, cominciando a leggere.
si sentiva strana, non aveva nessuna voglia di cominciare a leggere un altro libro, quindi lo chiuse e si mise ad ascoltare i rumori che provenivano dall'esterno.
qualcuno batteva sui tasti di una tastiera,probabilmente nella sala computer, e qualcun altro passeggiava avanti e indietro nel corridoio.
amava quel luogo. era l'unico posto in cui si sentiva protetta, in mezzo a tutti quei libri, circondata da quello che considerava il meglio dell'umanità. non ci teneva a tornare a casa, soprattutto da quando suo padre, di origini americane, era morto. sua madre era diventata silenziosa e la lasciava
spesso a casa da sola, girando per il mondo con vari amanti.
bridget chiuse gli occhi e si convinse che non sarebbe stato male addormentarsi li, in quella pace intangibile, non svegliandosi più.
"bonjour mademoiselle." fece un salto e aprì di colpo gli occhi per lo spavento.
qualcuno rise dietro di lei.
"chi è?" continuava a guardarsi intorno senza scorgere nessuno.
"ei, riccioli d'oro, sono qui." la voce lievemente roca parlò di nuovo.
bridget si girò verso la fila di poltrone retrostante e si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo dagli occhi color del miele. 
rimase a bocca aperta. non aveva mai avuto esperienza con i ragazzi, e a dire il vero non se n'era neanche mai interessata, ma lui, lui era il ragazzo più bello che avesse mai visto nella sua vita. fece scorrere più volte lo sguardo dai suoi occhi caldi alle sue labbra lievemente rosate, finchè non si accorse che lui la guardava perplesso.
"oh, scusa. è che non viene mai nessuno qui." improvvisò.
"tranquilla, è tutto okay." con un salto scavalcò una poltrona e si mise a sedere accanto a lei.
"che leggi?" sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi e bridget ne rimase incantata.
"ehm..Jane Austen. sono storie d'amore, non credo ti piacerebbero." accidenti. si notava così tanto che era terribilmente nervosa? cercò di nascondere le mani tremanti sotto il volume posato sulle sue cosce nude.
"oh, ti sbagli invece. che fai, ti nascondi?" disse ridendo teneramente e spostando il volume dalle mani della ragazza.
"no...è che...scusa." dannazione. si stava comportando come un'idiota. cercò di sistemarsi i ricci dorati come aveva visto fare a tante altre, ma una ciocca di capelli si incastrò nel suo anello immobilizzandola.
"oh, no...non ci voleva." una ragazza normale avrebbe ironizzato sulla situazione, ma il senso dell'umorismo proprio non era il suo forte.
il ragazzo dagli occhi dolci scoppiò in una risata divertita e l'aiutò a districare il nodo, dopo di che le sistemò i capelli con dolcezza.
"come ti chiami?" le chiese sorridendo.
"bridget, ma tutti mi chiamano bee." si era scordata di dirgli che quel 'tutti' includeva solo suo padre.

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holaaa. rieccomi con un'altra ff che non potevo fare a meno di pubblicare, lol . fatemi sapere cosa ne pensate in taaaaanti, mi raccomando c:
  
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