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Autore: BlueJayWay    03/12/2012    1 recensioni
“ 'La giornata non sarebbe potuta andare peggio' pensò subito aggrottando le sopracciglia"
Caroline, o meglio Carol, è una ragazza che si distingue sempre dal suo gruppo di amici, prima di tutto perché lei, non sopporta un determinato tipo di musica, e non si fa problemi a farlo capire a tutti. Ma proprio tutti...
Cosa riuscirà a farle cambiare parere? L'insistenza degli amici, che confidano in un suo mutamento? O qualcos'altro?
Altro piccolo esperimento ripreso dai miei archivi Word.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney , Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il ritardo, e mi scuso anche per la semplicitá e brevitá del capitolo. Sero che vi piaccia comunque, almeno un pochino c:.
Buona Lettura
Bye!
Blue Jay Way!



Caroline controllò prima di tutto i danni al ginocchio provocati dalla caduta, per sua fortuna, o meglio, per fortuna di Paul, si trattava solo di una sbucciatura.
< Maledetto bassista > bisbigliò fra se massaggiandosi la parte ferita.
< Ho proprio bisogno di Dan! > disse poi sempre più convinta. Si cambiò in fretta e furia i vestiti bagnati, poi con altrettanta rapidità scese le scale.
< Io esco! > gridò la ragazzina, e senza aspettare nessuna risposta dalla sorella uscì di casa sbattendo la porta dietro di se.
Daniel abitava a pochi isolati da casa sua, quindi non c’era bisogno né di autobus, né di biciclette, si sarebbe arrangiata con le sue gambe. Dopotutto ormai aveva smesso anche di piovere.

Nel frattempo il signorino McCartney raggiunse la casa di Lennon.
Non riusciva ancora a capacitarsi di quello che gli era appena successo, il suo orgoglio era stato colpito da una lunga serie d’insulti, che lui ovviamente, non accettava.
Quelli erano stati insulti veri e propri, non giudizi critici costruttivi. Paul era decisamente innervosito dal comportamento di quella ragazzina, peggio di una qualsiasi fan, che almeno lo avrebbe elogiato, come ovviamente lui si meritava.
Appoggiò il suo mezzo sul muretto della casa e cominciò a suonare ripetutamente il campanello, in modo quasi insistente, con lo sguardo fisso a controllare una delle numerose finestre dell’abitazione.
Finalmente, dopo una decina di minuti, vide del movimento nella stanza che stava controllando con lo sguardo, e poco dopo sentì il rumore secco del cancello che si aprì per lasciarlo entrare. Paul si mosse subito con passo deciso, mentre il cancello cominciava già a richiudersi dietro le sue spalle. Entrò in casa in casa con naturalezza, come se abitasse anche lui lì dentro, e si diresse senza esitare troppo alla stanza di John, sperando naturalmente di trovarlo da solo.
Nonostante la rapidità di Paul nel raggiungere la stanza, non appena entrò, ritrovò John sprofondato sotto le coperte che lo guardava con aria di disapprovazione, le sopracciglia inarcate.
Davanti a lui la televisione accesa, che parlava ad un uditore apparentemente disinteressato.
Paul curvò gli angoli della bocca in un sorriso da falso dispiaciuto.
< Buongiorno John! >
< Ti sei rincretinito Paul? Hai idea di che ore sono? > chiese l’altro sistemandosi sotto le coperte e affondando il viso nel cuscino.
< Ma dobbiamo andare a registrare John, suvvia! Alza le chiappe e andiamo! > continuò l’altro, provando una pena più divertita che reale verso l’amico, che gli proponeva una scenetta come quella, tutte le volte che lui si presentava a casa sua.
< Ti sei fumato il cervello Paul, sono le nove, le nove! Da quando passi alle nove a svegliarmi? Sono stanco, le registrazioni possono aspettare! > detto questo, voltò la schiena all’amico chiudendo gli occhi con forza.
Paul con molta tranquillità, andò a sedersi su una poltrona, poco lontano dal letto.
< Ho incontrato una ragazzina > gli disse poi rimanendo sul vago.
< Te la sei portata a casa? Bene, buon per te, se è ancora dalle tue parti, dille pure che può passare anche da me! > gli rispose John ridacchiando.
Paul rise < No! Quella è matta, mi ha insultato fino a casa sua! Avresti dovuto sentirla! > disse poi esprimendo nella sua breve frase tutta la sua disapprovazione e il suo disgusto.
< Oh povero Paul, il suo orgoglio è stato ferito! Colpito senza pietà da una ragazzina qualsiasi! > John scoppiò di nuovo a ridere in tono canzonatorio, mettendosi seduto sul letto per vedere meglio l’espressione dell’amico, che cercò di rimanere impassibile ma non riuscì a camuffare completamente il suo disappunto verso Caroline.
< Vorrei ben vedere se ti capitasse una come lei…> continuò Paul guardando John con un sorriso stampato sulle labbra.
< Haaa! Scoppierei a ridere, non me ne fregerebbe un bel niente! Lo sai! >
< Bah! Comunque faresti meglio ad alzarti John Winston Lennon! Stiamo già perdendo troppo tempo! Abbiamo un bel po’ di lavoro da fare > fece Paul alzandosi dalla poltrona.
< Ma come? La tua storia mi affascina McCartney > disse lui guardandolo dritto negli occhi, con un’espressione nella quale si leggeva tutto tranne interesse per l’argomento.
< Sei il solito! > sbuffò l’altro ridacchiando < Su, alzati Lennon! Muoversi! Uno due! Giù dal letto! >
< No! >
< Sì! >
Dopo quasi un’ora d’insistenza, interrotta da veri e proprio crolli di sonno di John, Paul la ebbe vinta. A quel punto John si preparò con molta calma e con altrettanta tranquillità fecero colazione, dopodiché i due amici uscirono per recarsi finalmente agli studi.
  
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