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Autore: Raksha3    03/12/2012    2 recensioni
Raccolta di One-Shot che sono Missing Moments della storia Clash of the Gods di Sagitter no Tania.
Una giovane ragazza che ha appena acquisito le facoltà di un Cavaliere deve fare i conti con la sua femminilità e con gli sguardi diversi a cui è soggetta da parte dei Cavalieri maschi.
Grazie al suo compagno di viaggio riuscirà presto a capire quali sono i suoi sbagli e quale strada deve seguire per essere un degno Cavaliere della Lince.
Uniti da un filo a doppio cappio i due saranno destinati a qualcosa di più, per combattere una Guerra bisogna tenersi stretti anche gli amici, oltre che i nemici.
- Ogni aggiornamento di Sagitter no Tania corrisponderà ad un mio aggiornamento.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dragon Shiryu, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il fardello della Femminilità. 
 

Da quando il Cloth della Lince l'aveva scelta, Nefera non riusciva a toglierselo di dosso nemmeno un secondo. Si rimirava nell'acqua di ogni ruscello, lago o pozza che incontravano per la strada. C'era ancora molto cammino da percorrere e lei sapeva che si sarebbe guardata ogni volta con maggiore enfasi. 
La lucente armatura della Lince si adagiava perfettamente sulle sue curve di ragazza, con quei fianchi troppo larghi e quelle gambe rese forti dall'allenamento. I bracciali pesavano un po', ma presto si sarebbe abituata al pesante bronzo. La cosa che amava di più erano gli spallacci che coprivano perfettamente il punto in cui il drago le disegnava la pelle. 
"Potresti smettere di fissarti per cinque minuti?", domandò Shiryu sorridendo appena. 
Nefera aveva sentito parlare di lui per anni, dal Maestro, e adesso che lo vedeva non sembrava tanto diverso dai ragazzi con cui aveva legato prima di conoscere il mito dei Cavalieri. 
"Andiamo, Shiryu, non dirmi che tu non ti sei specchiato per ore dopo aver indossato quegli splendidi spallacci!" 
"Assolutamente no, sono un uomo di sani principi e senza vanità."
"Mi stai dando della vanitosa?", esclamò Nefera assottigliando gli occhi. 
"Ti sto dando di ragazzina vanitosa!", ribattè lui, scherzando.
Nefera non sembrò apprezzare le battute del compagno e si mise in posizione d'attacco. 
"Vediamo se ti passa la voglia di scherzare dopo che avrai assaggiato gli artigli della Lince." 
Con un balzo oltrepassò il masso che le intralciava la strada e sferrò un veloce pugno contro lo stomaco del Cavaliere. Shiryu reagì nel migliore dei modi, per evitare che si ferissero, prendendole il polso e torcendolo. Nefera era agile, doveva ammetterlo, si liberava dalle strette più tremende del suo repertorio, ma era ancora una guerriera acerba presa dalla foga di lottare e non dalla riflessione. Ogni affondo che lei provava veniva brutalmente respinto. 
La ragazza si rese conto, ben presto, che Shiryu non attaccava mai, si limitava a difendersi parando e schivando le sue unghie. 
"Andiamo, Shiryu, attaccami! Forza! Cosa c'è? Hai paura che te le suoni?", disse lei muovendosi su e giù per il campo d'azione. 
"Non voglio far del male ad una ragazza." 
Quella frase le spaccò il cuore a metà. Lei non era una semplice ragazza, lei era un Cavaliere scelto personalmente dal Cloth della Lince e meritava di scontrarsi con lui come lo meritavano i suoi compagni. Shiryu si rifiutava di combattere per la pura idea che lei fosse più fragile, più debole. Il felino che si celava dentro il suo cuore spense la sua flebile luce per dar spazio alla consapevolezza che nessuno l'avrebbe mai guardata come si vedeva lei riflessa nel lago. Per gli altri Cavalieri sarebbe sempre rimasta la ragazzina indifesa che indossa un'armatura rossa. 
Si guardò un'ultima volta e pezzo dopo pezzo si slacciò l'armatura. Gli spallacci, i bracciali, il busto, la cintura, i gambali e ripose nel contenitore persino l'elmo che aveva guardato sognante credendolo un paio di lunghe orecchie di Lince. 
Velocemente indossò il suo vecchio abito rosso, lungo fino alle cosce e si legò i capelli neri in una treccia sgangherata. Si distese sul prato a pochi metri dal laghetto; il profumo dei fiori le circondava la pelle e il cielo azzurro le accecava lo sguardo. 
Aveva accettato di seguire il Maestro perché non le era rimasto più niente e quando il Cloth l'aveva scelta la sua vita era migliorata in pochi secondi, tutto aveva il sapore di battaglia e vendetta sul destino che l'aveva lasciata sola. Lei non era come quelle bamboline che la attorniavano in Spagna, il suo cuore fremeva per la terra, per il cielo, per l'acqua e per il fuoco. La bestia sopita si era finalmente risvegliata fino al momento in cui non aveva visto la realtà: non sarebbe mai stata un vero Cavaliere se i suoi compagni non l'avessero vista come una minaccia. 
Senza saperlo, Shiryu aveva colpito il suo punto debole, vincendo il loro primo incontro. 
 
"Che cosa ho fatto, Maestro? Perché si è tolta il Cloth e perché adesso è così... Mansueta? Lei non è mansueta!", sospirò Shiryu giocherellando con un sasso sulla riva opposta a dove si trovava la ragazza. 
"Diresti mai ad un gatto che non è come una tigre?", disse il Maestro. 
"Un gatto non è una tigre, Maestro." 
"Un gatto è un felino, tale e quale alla tigre. Non avrà la stessa mole, la stessa forza, la stessa resistenza, ma è sempre un felino temibile dalle notti dei tempi passati. Non sarà la creatura più forte ma è quella che riesce a dare maggior amore, il gatto.", predicò il Maestro spostandosi su un tronco d'albero mozzato per meditare prima di cena. 
Shiryu sembrò capire e si incamminò verso l'altro lato del fiume. 
 
"Ho ferito il tuo orgoglio e mi dispiace.", disse il ragazzo abbassando la testa in un inchino colpevole. Si era inginocchiato per chiedere perdono, per mostrare quanto fosse deluso dalle sue stesse parole e ogni tanto dava una sbirciatina all'espressione della ragazza. 
"Alzati, un drago non dovrebbe inginocchiarsi così di fronte ad una femmina." 
"E un Cavaliere dovrebbe sapere che cos'è il perdono."
"Io non sono un Cavaliere.", esclamò lei voltandosi a guardare la cascata. 
"Fin da quando arrivai dal Maestro sentivo di non appartenere alle persone normali, ma quando è arrivata quell'armatura ho avuto la conferma alle mie tesi. Però... La sfiducia che provi nei miei confronti mi ha spiazzato, ha levato anche quel granello di speranza che mi teneva sospesa tra realtà e sogno. Non sarò mai un Cavaliere essendo donna." 
"Ho ferito il tuo orgoglio."
"Ti ripeti, Cavaliere del Dragone." 
"Un tempo, il Maestro mi disse che l'orgoglio è una virtù che va messa da parte spesso per poter affrontare un nemico ad armi pari, per poter essere all'altezza delle Cloth che ci appartengono. Aracne fu trasformata in ragno dalla nostra protrettrice Atena, perché non riuscì a mettere da parte il suo orgoglio e ammettere che si sbagliava, che le sue tele non erano così belle quanto quelle della Dea.", disse Shiryu interrompendosi per qualche secondo. 
"E' per questo che quando mi sento in difficoltà metto da parte l'orgoglio e tento di capire in cosa sono io a sbagliare. Tu, Cavaliere della Lince, in cosa sbagli?" 
La domanda le sembrò strana; non era lei a sbagliare, erano gli uomini ad avere pretese sui titoli di Cavalieri, erano gli uomini che vantavano le loro doti fisiche quando lei poteva correre tanto veloce quanto l'alito del vento. 
Ma in cosa sbagliava davvero? Forse aveva sopravvalutato le sue stesse qualità ed era vero che aveva bisogno di allenarsi ancora per guadagnarsi il rispetto dei Cavalieri, nonostante fosse donna. Era un fardello con cui doveva convivere e che avrebbe imparato a dominare a suo favore. 
Shiryu non lottava con lei perché era ancora acerba, adesso aveva capito. 
"Alzati, Cavaliere." 
"Non mi alzerò da qui finché non riceverò il tuo perdono." 
"Ho detto alzati, stupido rettile!", esclamò balzandogli addosso e facendolo finire a gambe all'aria. Quando entrambi alzarono lo sguardo incrociarono gli occhi dell'altro e la risata che uscì dalle loro bocche era sincera e pura, ed aveva il sapore del perdono e della consapevolezza. 
Il Maestro, dalla sua postazione, mirava i suoi giovani allievi sorridendo. 
"Il fardello della femminilità può essere pesante quanto un'armatura da indossare, ma una volta affrontato anche un felino può atterrare un drago."


Questa storia è nata così per scherzo in una serata di conversazioni STRANE.
E' la mia prima storia sul Fandom di Saint Seiya quindi abbiate pietà!
La coppia non è quella di due innamorati ma di due amici che imparano a conoscersi e spero che vi sia piaciuta. Non ho altro da aggiungere a parte: leggete Clash of the Gods di Sagitter no Tania, merita il vostro prezioso tempo, la potrete trovare qui in fondo.
Grazie dell'attenzione! 


Clash Of The Gods. 

 
   
 
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