Cammini
senza meta durante la notte, sua complice.
L’oscurità
è tale che non si riescono a vedere le stelle, solite guide
nel suo percorso.
Che si siano addormentate anche loro? Come lui?
Un
passo dietro l’altro, che ti conducono sempre più
lontano da te stesso, sempre
più vicino a lui. Ce la farai questa volta a non perderti?
Oppure avrai ancora
bisogno della sua luce? Di quelle stelle che sembrano essersi spente?
E’
certamente più semplice riuscire ad addormentarsi chiudendo
gli occhi che
tenendoli aperti; per questo motivo credevi che indossando perennemente
quella
benda, privandoti di guardare il mondo per ciò che veramente
è – l’Inferno
-, ti saresti
abbandonato primo o poi al
riposo eterno, lasciando per sempre questo mondo ed espiando
così le tue colpe.
Eppure quello che ritenevi, seppur logico, si è rivelato
inesatto. Non è forse
Sora quello rinchiuso in una bolla, dormiente? Quello che tiene gli
occhi
chiusi, incapace di svegliarsi?
Lui,
che con i suoi enormi occhi blu, caldi e luminosi, donava meraviglia a
qualsiasi cosa, per quanto insignificante potesse essere. E vorresti
spaccare
quella maledetta cella che lo rinchiude lì, stringertelo
contro e portarlo via,
lontano da tutto e tutti. Hai tentato una e più volte,
collezionando tuttavia continui
fallimenti.
Esci
ogni sera dalla villa, incapace di rimanere come tuo solito
indifferente ad una
simile visione.
Se ti
lasci sopraffare dai ricordi lo vedi sorridere e correre, correre fino
a
rimanere senza fiato, con i muscoli che implorano riposo, per cercare
di
superarti, la sua figura piccola ma così importante da
desiderarla sempre
presente, ovunque tu ti trovi. E l’hai voluto,
l’hai desiderato, per tutto
questo tempo.
Un
passo, mancava solo un passo per afferrarlo senza troppi riguardi dopo
tanto
dolore, tanti sacrifici, troppe aspettative. Ma sei stato brutalmente
colpito,
Riku, nella parte più recognita di te stesso; ti hanno
sottratto l’unica cosa
di cui ti importava veramente, l’unica che ti era rimasta.
E adesso
quando si sveglierà? Quando lo rivedrai spalancare le
braccia in un’aperta
richiesta di affetto? Il suo sorriso in grado di scioglierti?
Cali il
cappuccio sopra la testa, le mani dentro le tasche alla ricerca di un
po’ di
tepore. Volgi lo sguardo verso il cielo, sospirando rassegnato.
Aspetterai
ancora, aspetterai quelle stelle, dovessi anche farlo per sempre.
Senza
quelle non riusciresti più a risalire.