È, come dire, da un po’ che non scrivo, eh? Già già già...
PERDONOOOOOOOO! SONO PENTITA, LO GIURO!
Scusate, ma ero/sono in piena crisi creativa! Per tirare fuori qualcosa devo rimanere almeno un giorno davanti al pc, e con un esame il 21 dicembre (peraltro, bello tosto, e non ho nessuna intenzione di accettare un voto sotto il 28!) non posso davvero permettermelo! Senza contare che ho una valanga di primi capitoli (metà dei quali da cestinare), e qualche sporadico scritto fra il terzo e il quinto, senza nulla in mezzo! Comunque, per l’Immacolata dovrei mettere su una storia, che però non appartiene alla serie Red Carnations, ma all’altra, ambientata in un AU metropolitano, ancora priva di nome perché c’è solo una storia (al titolo della serie ci sto ancora pensando, ma lo vedrete presto, se v’interessa)
DEDICATO A TUTTE QUELLE POVERETTE CUI HO RISPOSTO/SCRITTO IN MANIERA ASSOLUTAMENTE INADEGUATA! VI PREGO UMILMENTE DI PERDONARMI, ANCORA ADESSO DIMENTICO CHE A)SONO MAIL, QUIDI NON C’ È UN TONO IRONICO CHE POSSA FARNE CAPIRE IL SENSO E B)VI SCRIVO PARLANDOVI COME SE FOSTE PERSONE CHE CONOSCO DA UNA VITA MA – DAL MOMENTO CHE NON È COSì – FINISCE CHE BUONA PARTE DELE BATTUTE NON SI CAPISCONO E – ANZI – VENGONO PRESE MALE – E NE AVETE TUTTO IL DIRITTO! VI PREGO, VI IMPLORO, VI SUPPLICO PUBBLICAMENTE: PERDONATEMIIIII! SE LA RISPOSTA È POSITIVA – O VOLETE INSULTARMI – MANDATEMI UN MESSAGGIO, PER FAVORE! MI STO TORMENTANDO DA PIÙ DI UN MESE, ORMAI!
 
Solite avvertenze
Appartiene alla serie Red Carnations: chi ha letto Castel Sant’Angelo dovrebbe sapere dove si colloca; chi no, può anche goderselo così com’è: è uno One-shot, dopotutto!
Mano a mano che vedete i nomi propri, perché non provate a collegarli a una città? La soluzione è alla fine!
 
 
 
Lettera a F
 
1871, Washington
 
Seduto sul suo letto, legge e rilegge le lettere, come se il loro contenuto potesse cambiare.
Lui e Firenze si scrivono spesso, nonostante il tempo della collaborazione sia passato da anni. La loro corrispondenza si è fatta più frequente, ultimamente, per poi interrompersi all’improvviso, a causa delle battaglie in nord - Italia prima e della guerra in America poi. Le buste gli sono arrivate poche ore fa, tutte insieme: l’eccitazione dei preparativi, il commosso saluto  al “babbo”, la corsa al fronte austriaco con i suoi, le conquiste...
Poi, le perdite.
...  a causa dell’unità territoriale. Al principio, furono limitati a città di più piccola dimensione, ma adesso anche Salvatore e Fiorello paiono esserne affetti. I sintomi sono sempre i medesimi: scarsità di concentrazione, temporanei vuoti di memoria... la mente loro è distante, i pensieri altrove; questo può durare da un paio di giorni a una settimana; poi, subentra una stanchezza cronica, in cui le ora passate a dormire sono intervallate da veglie apatiche. Il sonno si fa sempre più lungo, i risvegli sempre più rari, e il loro discernimento è corrotto dall’infermità, tanto che faticano a parlare delle materie più semplice, o addirittura – anche se uno scarsissimo numero di volte – borbottano frasi senza senso. Ah, se solo ce ne fossimo resi conto prima! Noi, poveri stolti, che dalla nostra arroganza, rintuzzata dalle vittorie, ci eravamo lasciati convincere che fosse solo spossatezza, o melanconia per i compagni caduti nell’impresa!
Il bollettino si aggrava in poco meno di due settimane
...Ferrara è scomparso, e senza né Giacomo né Giorgio, nemmeno Pietro resterà con noi a lungo. E discorrendo con lui, a volte, nei rari momenti in cui i sensi tornano in lui ed è in grado di parlare, mi trovo con grande scoramento a vedere nei suoi occhi il desiderio di raggiungerli, ovunque essi siano; invano cerco di riportarlo indietro: a nulla valgono i miei sforzi! D’altronde, come posso io dargli torto? Io, che tiro avanti per mera caparbietà? Ah, se solo avessi le parole per dirti quanto mi mancano Mattia e Matteo! Cosa non darei per vedere un ultima volta i miei balzani, pazzi, pazzi fratelli! V’è un solo modo perché io possa tentare di soddisfare questa mia ambizione, e che lo voglia o meno, vi sto provando.
Rimanere sveglio è oramai una sfida, e non di rado perdo la cognizione del tempo. Molte volte mi smarrisco nei miei stessi discorsi, e seguire quegli altrui è un’eccezione, mentre il mio interesse per le cosa di questo mondo scema sempre più. Sono estraneo alla sete, la fame è una voglia che non mi tocca più, e il cibo mi viene a nausea, l’odore più delizioso si trasforma in fetore, il sapore più prelibato diventa un intruglio disgustoso, e la carne più tenera e grassa mi pare melma insipida.
Ciò che non riesce a uscire dalla mia testa in questo momento, è la miseria della nostra condizione, in cui siamo quasi costretti a festeggiare la raggiunta Unità, mentre i cari per cui brindiamo ci abbandonano l’uno dopo l’altro. Presto balleranno sulla mia tomba.
Ma se Dio vuole, la piccola Maria riprenderà le forze, e Milano sarà graziata da questa peste che tutti ci ha colpito e che tutti continua a mieterci
Scusa, caro amico, se questo messaggio è poco più che un ritaglio, ma anche volessi allungare questo tristo bollettino, non vi riuscirei.
Affannato, gira e rigira l’ultima lettera, cercando qualcosa che gli sia sfuggito. Buttando le buste rotte a destra e a manca, spera di trovarne un’altra, un messaggio che gli dica che Roma sta bene, e che anche l’estremo saluto di Lorenzo non è davvero l’ultimo...
Ah! Una busta ancora chiusa!
Straccia la carta, rischiando di rompere anche il messaggio al suo interno.
...non riesco a pensare, amico mio: sono ormai prossimo alla fine. Ti scrivo in questo mio probabilmente ultimo attimo di lucidità, poi andrò a dormire, sperando che questa notte ponga fine all’agonia di queste ultime settimane.
Sono l’ultimo, Francis. Il Signore deve aver ascoltato le nostre preghiere, perché Serena e Maria sono vive, ma ciò non basta a rallegrarci. L’ultima perdita a scosso tutti i nostri animi, e le lacrime sono ancora fresche nei miei occhi, mentre ti scrivo. Cosa ho fatto per rimanere!?! Perché non mi è stato risparmiato quest’ultimo lutto? Nemmeno abbiamo avuto la possibilità di dirle addio...
Lavinia ci ha lasciati, Francis.
Come suo padre prima di lei, è svanita nel nulla. Il passato si ripete, Francis, e ancora una volta non abbiamo un sepolcro su cui piangere, e siamo tormentati dall’incertezza.
Ti saluto ora, amico mio, prima che la ragione mi abbandoni del tutto.
Addio
Con affetto, Lorenzo
 
 
 
Abbastanza triste, spero. Con questo, ho voluto ricostruire il momento in cui Francis scopre che Roma (Lavinia, la versione femminile di Lovino, per chi non avesse letto Castel Sant’Angelo) è scomparsa. La sua reazione all’ultimo messaggio ve la lascio immaginare! In un primo momento l’avevo scritta, in effetti, poi ho deciso diversamente...
Soluzione!
Lorenzo: Firenze
Giacomo: Modena
Giorgio: Ferrara.
Pietro: Bologna.
Matteo: Pisa. Storia lunga. Vi basti sapere che avevo già tre Evangelisti, e mi serviva il quarto!
Mattia: Siena.
Fiorello: Palermo. Perché Fiorello è troppo forte!
Salvatore: Napoli. Per come me lo immagino, Salvatore gli sta da dio.
Inoltre...
Serena: Milano (versione femminile di Feli)
Maria: Vaticano (presa da un profilo fatto da un fan su un sito)
 
byebye