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Autore: Rowena    04/12/2012    7 recensioni
Ancora incredulo, Tremotino apre il cancello che dà sul giardino, quindi si scosta un poco dalla giovane donna che lo accompagna per recuperare le chiavi e aprire la grande porta sotto il portico con le colonne bianche. È questione di un attimo, però, perché subito lui torna a cercare il contatto con Belle, come se temesse di perderla non appena la lascerà andare.
- Ecco, io vivo qui – dice semplicemente Tremotino cercando alla cieca l’interruttore che illumina la sala d’ingresso.

La prima sera di Belle a casa di Tremotino dopo che la maledizione è stata spezzata. [Spoiler seconda stagione]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Angoletto dell'Autrice: Buongiorno a tutti, eccomi qua con una nuova storia e i dovuti avvertimenti. Questa storia non è semplicemente fluff, è zucchero schietto, o melassa, e mi fa anche parecchio strano averla scritta. Dò la colpa ai due protagonisti, che sono così teneri e carini che riescono a far diventare un simbolo d'amore un hambuger, e diciamolo, non è certo una cosa molto romantica, specie per come siamo abituati a vederli al fast food, anche se di certo quelli di Granny sono migliori... Whatever!
#1 Se state cercando una storia erotica, passate oltre, per me questi due personaggi sono la tenerezza fatta umana e non sarei in grado di descriverli in situazioni compromettenti o piccanti... Poi magari il primo episodio di gennaio mi smentirà (anzi, sicuramente sarà così =.=), ma questo telefilm per me serve da bilanciamento a Game of Thrones, per cui qui almeno per me i personaggi sono romantici, teneri, fluffosi e al massimo si sbaciucchiano.
#2 Spoiler, spoiler grandi come la casa che si schiantò sulla strega cattiva dell'Est nel Mago di Oz (a proposito, secondo voi ci infileranno anche Oz, come storia in più? Sono curiosissima), per cui se a differenza della sottoscritta non vi siete ancora sparati tutta la seconda stagione in streaming chiudete e passate oltre. E non dite che non vi avevo avvertito. ù.ù
#3 Questa storia è nata dall'episodio 2x04, più che altro, il fluff allo stato puro, quando ho visto il letto sfatto e il segno che i due piccioncini avessero dormito insieme. Ci sono riferimenti probabilmente un po' a tutta la seconda stagione, però più che altro ho romanzato vedendo quella scena lì. Mi ha molto colpito quando Belle poi chiede degli hamburger e mi sono resa conto che, a differenza degli altri personaggi, lei non ha alcuna nozione del nostro mondo, per cui mi piaceva l'idea di lui che le spiega come usare gli elettrodomestici o i fornelli... E poi a me piace torturare i personaggi, specie se maschili, per cui la situazione si presta davvero un sacco. Rumpel è tanto adorabile ma si merita un po' di graticola, suvvia...
Se non vi ho ancora spaventato e la melassa non vi spaventa, buona lettura. E se aveste voglia di lasciarmi un parere, mi piacerebbe molto sapere che ne pensate. ^^
Rowi








Camminano abbracciati, così stretti che è quasi un miracolo che nessuno dei due abbia ancora perso l’equilibrio nonostante la strada sia buia e non nelle migliori condizioni. Lei porta con sé una grossa borsa di capi di vestiario, quanto ha trovato nel negozio dei pegni che fosse di suo gusto, lui come al solito si appoggia al suo bastone.
Tremotino fa strada verso casa, un’immensa residenza nel più classico stile coloniale americano, che sovrasta dalla collina tutta la cittadina di Storybrooke.
Non ha avuto dubbi, al momento di scegliere la propria dimora: ha optato per la villa più suntuosa e più isolata per ricordare a Regina e a tutti gli altri che, anche se non è mai stato sindaco o sceriffo, se non ha mai detenuto l’autorità ufficiale della città, ogni mattone di questo paese di provincia gli appartiene. La sua allieva può recitare la parte dell’amministratrice, ma non è un caso se tutti hanno continuato a temere più lui, che ogni mese riscuote gli affitti e a cui ognuno si rivolge quando ha problemi di denaro. Anche senza magia, ha saputo mantenere il suo potere, e le cose non faranno altro che migliorare da qui in poi.
Ancora incredulo, Tremotino apre il cancello che dà sul giardino, un piccolo angolo ordinato che gli gestisce Moe, di solito, quindi si scosta un poco dalla giovane donna che lo accompagna per recuperare le chiavi e aprire la grande porta sotto il portico con le colonne bianche. È questione di un attimo, però, perché subito lui torna a cercare il contatto con Belle, come se temesse di perderla non appena la lascerà andare.
- Ecco, io vivo qui – dice semplicemente Tremotino cercando alla cieca l’interruttore che illumina la sala d’ingresso.
Non è poi molto diversa dal castello in cui è stata imprigionata tanto tempo fa, pensa Belle stringendo gli occhi per la luce improvvisa. Sembra un posto lussuoso, in cui Gold ha ammassato i pezzi migliori del suo negozio: quadri, tappeti, soprammobili… Non è esageratamente opulenta, eppure è chiaro che è pensata in modo che i pochi visitatori – perché Belle è sicura che potrebbe contare su due mani quanti sono entrati lì prima di lei – rimangano a disagio per l’agiatezza del padrone di casa.
Rapidamente Tremotino la porta a fare il giro delle stanze più importanti, i bagni, la cucina, il salotto in cui campeggia un’enorme scatola nera…
- Cos’è quella? – domanda Belle indicando il televisore.
Lui rimane per un attimo interdetto, ma poi comprende: lui ha avuto vent’otto anni per prendere confidenza con quella strana forma di magia di quel mondo, la tecnologia, ma Belle è passata da una cella nel maniero di Regina a una camera di sicurezza nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Storybrooke. Se fosse apparsa magicamente quella mattina sulla Terra dalla loro terra d’origine, probabilmente avrebbe già imparato di più di quanto sa sul mondo in cui si trova.
- È un televisore, una sorta di specchio magico… Domani ti farò vedere come funziona, promesso, però adesso è tardi: vuoi cenare?
Belle annuisce e lui le fa cenno di accomodarsi su uno sgabello vicino all’isola al centro della cucina. Non è un gran cuoco, ma la ragazza rimane rapita nel vederlo tirare fuori dal frigo, quella scatola che produce refrigerio, del pane di segale e del formaggio a fette, poi del prosciutto e, infine, il burro di arachidi. Con pochi gesti, Tremotino improvvisa diversi sandwich e li tagli a metà con maestria, eliminando anche la crosta. Non gli è mai piaciuta la crosta.
Mentre Belle dà il primo morso e si complimenta con entusiasmo per il sapore, l’uomo cerca di mantenersi quieto, pur sentendo dentro di sé la rabbia divampare una volta di più: Regina pagherà per quanto ha fatto, pensa il signore oscuro, anche se ha promesso che non cercherà di ucciderla. La ragazza è talmente ingenua da credere che questo basterà a fermarlo; da un lato lui è toccato dalla forza della sua speranza che possa cambiare, eppure non può permettere a quella donna di passarla liscia.
Ci sono cose ben peggiori della morte, e lui lo sa. E molto presto rinfrescherà la memoria anche a Regina.
I due mangiano in silenzio, senza sapere esattamente cosa dire dopo tanto tempo. Tremotino osserva la donna di fronte a lei, ancora incredulo: i capelli un po’ arruffati che hanno bisogno di una doccia, i suoi occhi chiari, la linea della bocca che si muove mentre lei finisce il sandwich. Gli sembra ancora impossibile che lei sia lì, è sbucata all’improvviso, e l’idea che sia stata a pochi metri da lui per tutto quel tempo senza che se ne rendesse conto lo fa star male.
Una volta che ha terminato di mangiare, Belle si scioglie un po’ e comincia a fare domande: come funziona il negozio di pegni, cos’è successo a persone che conosceva nel loro mondo, qual era la chiave per spezzare la maledizione e chi c’è riuscito…
Arrossisce chinando lo sguardo quando Tremotino le spiega che, come in ogni storia che si rispetti, la chiave era il bacio di vero amore. Lui la fissa con una tenerezza di cui non si credeva capace, aggiungendo poi che, come aveva predetto, è stata la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro, quella donna bionda e un po’ cafona che ha intravisto al negozio poche ore prima, ma che il suo sentimento non era rivolto a un innamorato, bensì al figlio ritrovato, Henry, che è stato adottato da Regina quand’era ancora in fasce.
Meglio non dire a Belle che è stato proprio lui a prodigarsi per procurare il bambino alla donna, dieci anni prima, così da iniziare a lasciare una scia di briciole di pane per far tornare Emma a Storybrooke, è un genere di piano malvagio che lei probabilmente non troverebbe corretto, anche se come aveva previsto ha funzionato per il meglio.
Soprattutto, la ragazza dimostra una curiosità infinita per quel mondo che ancora le è sconosciuto: ha visto le automobili e ha capito che per illuminare una stanza piuttosto che accendere le candele deve premere quegli strani bottoni sulle pareti… Eppure ne sa ancora così poco!
- A me sembra che ci fosse già la magia in questo luogo, con tutti questi oggetti incredibili – commenta con aria sognante all’ennesima spiegazione di Tremotino.
Lui sorride appena percettibilmente, notando una volta di più quanto sia grande e commovente la sensibilità di Belle: non gli ha ancora chiesto del proprio padre, forse per timore che si sarebbe alterato credendo che volesse andarsene – e, accidenti, ha perfettamente ragione – così come di suo figlio.
Belle sa di Bae eppure deve aver capito che, se il ragazzo si trovasse a Storybrooke, lui non avrebbe perso un attimo a presentarli. Sa quanto l’argomento lo ferisca e allora attende che sia lui a parlarne, pronta ad ascoltare. Una volta di più, Tremotino apprezza questa gentilezza nei suoi confronti in un modo che non saprebbe neanche spiegare… Anche se è consapevole che dovrà dirle del padre prima che questo si presenti a potare le siepi del giardino, ammette controvoglia.
- Allora domani, se vuoi, ti accompagno al negozio di abbigliamento in città, dove potrai scegliere tutto quello che ti piacerà. So che i vestiti al banco dei pegni sono abbastanza brutti, è tutta roba di seconda mano.
- Vanno benissimo – si affretta a rispondere lei, anche se è ancora un po’ confusa perché in quel mondo non si porta il corsetto né gli abiti coprenti a cui è abituata. Non è male, però, riflette fermandosi un attimo a verificare le sensazioni del suo corpo, il vestito che ha indosso le permette una libertà di movimento a cui non è abituata. – Sono già molto meglio di quel camice che ho portato tanto a lungo… Camice, si chiama così?
Tremotino annuisce, impegnandosi a mascherare la propria rabbia per il riferimento a ciò che la ragazza ha dovuto subire: - Non devi preoccuparti, il negozio appartiene a me e l’affittuario è indietro con i pagamenti. Stornerò dal suo debito tutto ciò che vorrai acquistare, per cui vedrai che sarà un affare vantaggioso per tutti. Per il resto…
È difficile fare piani per il signore oscuro: il suo unico desiderio è ritrovare Bae, ma ora deve occuparsi anche di Belle, soprattutto se volesse lasciare Storybrooke con lui.
- Potrei cominciare a esplorare la città, no? Ho idea di essermi persa un sacco di cose.
- Ma certo, sei libera di andare dove preferisci, ovviamente – annuisce Tremotino chiedendosi quanto sia sicuro in realtà che giri da sola.
Regina potrebbe provare qualche altro tiro mancino per non perdere il controllo su di lui e impedirgli di tentare qualche scherzetto simile allo Spirito che ha liberato nel pomeriggio…
Belle lo osserva con aria ignara: ha scelto di stare con il mostro, eppure lui sa che non è consapevole di cosa questa decisione comporti, né dei rischi che corra a rimanere al suo fianco.
Vorrebbe essere davvero capace di godersi quel momento di pace, eppure non può… Non sa come. La sua mente scatta e rimugina incessantemente, corre al futuro, a ciò che li aspetta l’indomani, alla partenza imminente alla ricerca di Bae. Non è in grado di assaporare un attimo di felicità, forse non ricorda nemmeno come sono fatti, per riconoscerne uno.
- Che volete fare adesso? – domanda Belle riscuotendolo da quelle riflessioni. – Forse dovrei lavare i piatti?
Tremotino sorride e scuote il capo: - Non sei più la mia governante – glissa scegliendo un termine elegante per richiamare la condizione della ragazza nella sua precedente dimora – e in tutto questo tempo ho imparato a occuparmi della casa da solo. Perché invece non ti concedi un bel bagno, o una doccia? Ti faccio vedere come funziona il meccanismo dell’acqua calda.
Stanca di avere addosso l’odore del manicomio e qualunque altro segno che le ricordi quel posto, Belle annuisce deliziata da quella proposta e si fa condurre di nuovo fino al bagno padronale, tutto pavimentato a mattonelle bianche e nere, elegante e severo. Proprio identico al suo proprietario, pensa lei con un sorriso. Lui le spiega come utilizzare il dosatore per regolare la quantità e la temperatura del getto d’acqua, quindi passa alle varie boccette scure sul piccolo ripiano del vano della doccia. Sono tutti prodotti da uomo e si scusa promettendo di rimediare nei prossimi giorni. Belle ancora non conosce abbastanza quel mondo per preoccuparsi delle doppie punte o del balsamo giusto, ma non vuole deluderla in nulla.
- Qui c’è un accappatoio pulito – termina indicando il capo di spugna bianca – ti recupero i vestiti dalla borsa che abbiamo portato dal negozio… E per il resto, se hai bisogno chiama pure, sarò in cucina a rigovernare.
- Grazie – dice semplicemente lei prima di lasciarlo uscire dal bagno, quindi richiude la porta alle sue spalle.
Non fa scattare la chiave, nota Tremotino: si fida a tal punto di lui? Perché? Chiunque le darebbe della pazza a comportarsi così, lui in fondo è un mostro… Ma lei non lo vede così.
Forse è convinta che, se non le ha mai messo le mani addosso quando erano al castello, non ha nulla da temere neanche in quest’altro mondo. È troppo ingenua, pensa una volta di più mentre scende lentamente le scale e recupera dalla borsa un cambio di biancheria e una camicia da notte. Dovrà impegnarsi a farle capire che non può agire così, né con lui né con gli altri, o si metterà di nuovo nei guai. Lui ora può usare la magia, ma non sarà sempre presente a proteggerla, purtroppo.
Tuttavia, sa che è inutile rimuginare da solo su queste questioni e rifà la strada da cui è venuto: quando si trova di nuovo davanti alla porta del bagno, sente il rumore dell’acqua battente e deglutisce a vuoto.
Bussa forte: - Belle, ho i tuoi vestiti, li appendo alla maniglia…
Lei probabilmente neanche lo sente, sta canticchiando serenamente una canzone popolare, e Tremotino apre appena la porta lasciando i vestiti come ha detto e impegnandosi a non guardare neanche per un momento in direzione della doccia.
- Grazie, siete stato gentile – grida la ragazza di rimando quando l’uomo ormai è già fuori e sta bofonchiando qualcosa d’incomprensibile.
Ha la sensazione che Belle stia ridacchiando di lui, nell’altra stanza, ma per questa volta non si farà domande.
Torna invece in cucina, dove con pochi gesti lava i piatti che hanno usato e raccoglie anche la più piccola briciola dal piano della penisola, quindi mette su il bollitore per preparare il tè.
Tutto, per tenersi con la mente occupata: non si è mai trovato in una situazione tanto intima con Belle, e forse con una donna in generale, perché ricorda poco di Milah… Anche se forse si è impegnato a cancellare ogni traccia di lei nella sua memoria, più che per qualche manchevolezza della sua sposa: ricorda i loro abbracci come frettolosi e furtivi nel buio, resi ancora più clandestini dopo la nascita di Bae, perché dovevano far piano per non svegliarlo. Preferisce proprio evitare di pensarci e di fare confronti, perché dopo che ha scoperto che sua moglie aveva abbandonato la sua famiglia per seguire quel maledetto pirata ha deciso che è meglio perfino evitare la sua memoria, per non infangare quel poco di bello che c’è stato tra lui e Milah. È pur sempre la madre di suo figlio, in fin dei conti…
No, ad ogni modo le sensazioni che avverte in questo momento sono completamente diverse da qualunque cosa abbia mai provato in passato. L’idea di essersi trovato a pochi passi dalla ragazza mentre questa non aveva nulla addosso lo ha scosso ben più di quanto si aspettava. Il suo cuore desidera cose davvero degne del signore oscuro, si dice pensando a quanto sarebbe semplice tornare di là e averla, eppure non è così che vuole che avvenga. Non vuole essere un mostro. Dovrà andarci piano e contenere le proprie pulsioni: Belle non dovrà più avere paura di lui, mai più. Qualunque cosa potrebbe succedere tra loro, lui non farà nulla per accorciare i tempi o forzarla in alcun modo.
Proprio in quel momento riappare Belle, con i capelli bagnati ancora raccolti da un asciugamano immacolato e la camicia da notte indosso. Tremotino deglutisce di nuovo e si appunta di trovarle anche una vestaglia, perché è decisamente troppo nuda, eppure la ragazza sembra a suo agio. Nel loro mondo non si sarebbe mai fatta vedere a meno di non essere ben coperta come il pudore vuole… E tuttavia, ora lei sorride senza vergogna, come se già si fosse adattata a quella diversità. E pensare che il suo compagno ha cercato di selezionare per lei gli abiti più simili a quelli a cui era abituata, tutto sbagliato. Ma non dovrebbe sorprendersene, Belle è sempre stata capace di stupirlo con una semplicità disarmante.
- Avevi ragione, quella cascatella domestica è davvero rigenerante! – esclama lei continuando a sfregarsi la testa con l’asciugamano.
Si vede che la ragazza ha gradito la doccia – è la definizione più deliziosa che Tremotino abbia mai sentito per chiamare quello che in quel mondo è un oggetto di comune uso – perché ha un’espressione molto più serena e beata, molto più rilassata di qualche ora prima, quando è entrata timorosa e diffidente nel suo negozio questa stessa mattina. Sembra davvero trascorsa una vita intera…
- Ti prometto che domani ti mostro come usare il phon, mia cara, è uno strumento altrettanto strabiliante – propone lui alzando le mani davanti al viso – ma è tardi e abbiamo entrambi bisogno di riposare, per cui… Mi permetti di usare la magia per asciugarti i capelli? Se li lasci bagnati con l’umidità di questo posto ti verrà un malanno.
Belle lo fissa per un attimo con quel suo sguardo sospettoso, poi acconsente e si siede al bancone dandogli le spalle.
In silenzio, Tremotino prima si alza e versa il tè ormai pronto in due tazze, allungandone una alla ragazza, quindi comincia a passarle una mano sui capelli lentamente, senza nemmeno sfiorarla, mentre la sua energia un poco alla volta fa evaporare l’acqua che vi è imprigionata. Nel farlo, mentre lei sorseggia la bevanda in silenzio, può ammirare la curva del suo collo, le spalle scoperte, le sue orecchie così piccole e graziose… Non ha dimenticato neanche un dettaglio da quando l’ha perduta, eppure ogni particolare è come una riscoperta quasi miracolosa. In pochi minuti, il signore oscuro ha terminato, si scrocchia le dita riprendendo fiato. Potrebbe anche farle una pettinatura all’ultima moda, pensa ridendo tra sé e sé, ma gli eventi del giorno sono stati troppo anche per lui. Non confiderebbe a nessuno che ha bisogno di riposo… A nessuno, se non a Belle.
- Siete molto gentile – lo ringrazia con un mormorio soddisfatto, quasi miagolando.
Si era dimenticato che quell’incantesimo, proprio come il caldo getto del phon, rilassa piacevolmente chi lo subisce, ma non dice altro se non restituire la gentilezza. Bevono il tè insieme, in silenzio, perché non sempre c’è bisogno di parole. Anche Tremotino avrebbe un sacco di domande da porre alla ragazza, su cosa le è capitato, perché finora gli ha ripetuto quasi meccanicamente che è stata rinchiusa prima al castello e poi nel manicomio di Storybrooke da Regina, senza aggiungere altri dettagli, e lui ha capito che è meglio non insistere troppo.
Con un’estrema lentezza, infine, i due sciacquano insieme le tazze e le posano rovesciate sul lavello, per avviarsi alle camere da letto.
Tremotino non fa strada verso la sua, in fondo al corridoio, ma apre una porta a metà strada. Una cameretta per un bambino, nota lei con una certa sorpresa: carta da parati e tende azzurre e giocattoli di ogni foggia e fantasia. La stanza dei sogni per qualunque ragazzino, pensa prima di voltarsi verso il suo ospite.
- Forse non è adatta, però le lenzuola sono pulite… Starai comoda qui – spiega lui con un certo imbarazzo, augurandosi che lei non gli domandi perché ha una specie di negozio di giochi nascosto in casa. Doverle raccontare che sperava che Bae lo trovasse, in qualche modo, e che tornasse a stare con lui ben prima che la maledizione si spezzasse… Sarebbe troppo imbarazzante, per un signore oscuro quale lui è.
Belle entra con un sospiro, per qualche strana ragione sembra… delusa. – No, va bene – risponde tuttavia prima di augurargli la buonanotte con un bacio sulla guancia.
Quando si chiude la porta e lei scompare, accade una stranezza. C’è qualcosa di terribilmente storto in quello che stanno facendo, Tremotino se ne rende conto, è come se stessero allargando la sbeccatura della loro tazza… Eppure non azzarda nulla: raggiunge la propria stanza, si cambia in fretta e s’infila a letto prima di avere ripensamenti.
Malgrado i suoi sforzi, però, l’uomo non riesce davvero a prendere sonno: si gira e rigira più volte, nonostante il dolore della sua gamba che poco gradisce tutti quegli spostamenti inutili, ma proprio non c’è verso di trovare la posizione giusta.
È la prima volta in ventotto anni che ha un’ospite a dormire in questa casa, comprende nel buio, eppure mai come questa notte si è sentito tanto solo, proprio ora che con pochi passi potrebbe raggiungere Belle.
Sta per alzarsi, quando la porta si apre e la ragazza fa capolino sulla soglia.
- Vi spiacerebbe se dormissi qui? Non voglio più stare sola dopo tutto questo tempo.
Certo che no, è la prima risposta che sale alle labbra di Tremotino, che però è recalcitrante ad acconsentire a una situazione così compromettente. Se non riuscisse a controllarsi, combinerebbe di certo un guaio, e sa di non poterselo permettere.
- Capisco, però il letto è piccolo, vedi…
Non è pensato per starci in due, anche se sempre tenuto una coppia di cuscini per illudersi di non essere tanto solo. È a una piazza e mezza, troppo piccolo decisamente.
- Per me non è un problema – continua lei arrossendo un poco, finalmente. – È che ho paura di avere gli incubi, e se mi svegliassi da sola avrei paura di essermi immaginata tutto o, peggio, di essere impazzita davvero alla fine.
I fantasmi del lungo periodo di prigionia sembrano affacciarsi sulla soglia, si allungano nella stanza come a ghermire la giovane… Tremotino li intravede per un istante nei suoi occhi, ma li scaccia via con un gesto della mano.
- Ma certo, mia cara, tutto quello che desideri – acconsente alla fine sperando che durante la notte Belle non si accorga di certe sue reazioni così umane. – Mi spiace solo metterti a disagio, se fossi meno stanco allargherei il letto con la magia, ma stasera non oso farlo.
È una bugia bella e buona e lei potrebbe smascherarlo in un attimo, eppure non lo fa, anzi: scalcia via le pantofole e si sistema sotto le coperte con lui. A entrambi sembra portentoso come in un attimo i loro corpi trovino l’incastro giusto, come se per tutto quel tempo non avessero atteso altro.
- Buonanotte, allora… – ripete lei borbottando, e dopo qualche minuto si sente il respiro profondo e tranquillo di chi sta dormendo beatamente.
Tremotino non sa che dire. Respira a fondo il profumo di quei capelli, mentre sente un piede freddo che s’infila tra i suoi. Si sente stranamente sereno e si concede di cingere la ragazza con un braccio, già pronto l’indomani a scusarsi e a sostenere di aver compiuto quel gesto involontariamente nel sonno. Così come inventerà altre scuse per non ingrandire il letto di sera in sera, che all’improvviso sembra della misura perfetta per dormirci in due.




   
 
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