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Autore: Giova85    22/06/2007    5 recensioni
Ecco la mia idea di come potrebbe continuare la saga dopo il terzo film. Spero vi piaccia, lasciatemi una recensione così so che ne pensate!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 1

Questo è il mio tentativo di sequel dopo At World’s End. Spero vi piaccia, e vi prego, lasciatemi un commento, così so che ne pensate!

 

Pirati dei Caraibi – La Maledizione dell’Olandese Volante

 

Capitolo 1: Figlio Di Un Pirata

 

Appena la luce verde scomparve, l’Olandese sparì con essa. Elizabeth sospirò, sapendo che non avrebbe rivisto l’uomo che amava, e suo marito, per dieci anni.

 

Era quello o la sua morte, quindi lei era ben felice che Jack gli avesse fatto pugnalare il cuore. Almeno ora un giorno ogni dieci anni avrebbe potuto vederlo. Ma comunque, si erano appena sposati, nel mezzo della battaglia, grazie a Capitan Barbossa, e ora lo perdeva subito per un tempo così lungo.

 

Sospirando ancora una volta, la giovane donna si allontanò, prendendo con sé il forziere col cuore di Will.

 

Ora aveva un doppio ruolo da sostenere, Governatore di Port Royal, a seguito della morte del padre, dopotutto anche Beckett e Norrington erano morti, e Re della Fratellanza, sebbene questo titolo non richiedesse da lei altro che la presenza in caso di un ulteriore consiglio, al momento.

 

La Perla Nera la riportò alla cittadina in cui era cresciuta, e lì lei affrontò le sue responsabilità.

 

Ogni notte, prima di andare a dormire, prendeva il forziere, e poteva sentire il cuore al suo interno battere, regolarmente, e si chiedeva dove fosse il suo Will al momento. Lui aveva il suo compito da portare a termine, accompagnare le anime dei morti in mare al mondo oltre questo.

 

Poi, il sonno la sopraffaceva, e la portava in un mondo dove lei e Will non sarebbero mai stati l’uno lontano dall’altra. Sognava di loro due che si prendevano cura dei loro bambini, su una bella isola, e ogni tanto andavano con Jack per mare, alla ricerca di qualche avventura. La vita piratesca aveva portato loro molti problemi, ma lei se ne era innamorata, e sapeva che per Will era lo stesso, dopotutto ce lo aveva nel sangue, e poi aveva finalmente potuto ritrovare suo padre, Sputafuoco.

 

Almeno, loro due ora erano uniti, a bordo dell’Olandese Volante, quindi Will non era solo nella sua avventura.  

 

Comunque, Elizabeth non aveva idea di quanto i suoi sogni fossero vicini alla realtà, almeno in parte. Una mattina, svegliandosi, si sentì male, e corse a vomitare in bagno.

 

E per giorni, fu sempre così.

 

“Perfetto, avevo giusto bisogno di questo mal di stomaco continuo” pensò, chiedendo alla sua cameriera di portarle una tazza di tè caldo. Ma siccome durava da giorni, alla sua cameriera venne un sospetto.

 

“Miss…non è…che…per caso…siete incinta?” le chiese, cercando di non far arrabbiare la sua padrona.

 

Per lunghi minuti quelle parole si piantarono nella mente di Elizabeth, prima che lei reagisse.

 

Pensò a come poteva essere successo. Poi se lo ricordò. Come poteva dimenticarlo. Il giorno che si erano separati, lei e Will erano stati sulla spiaggia, la stessa dove lo avrebbe rincontrato dopo dieci anni. E su quella spiaggia, prima che lui partisse, avevano consumato il loro matrimonio.

 

La sua cameriera sapeva che Elizabeth stava sognando ad occhi aperti, e così se ne andò silenziosamente.

 

E lei continuò a ricordare, con un sorriso sulle labbra. Era stata così felice di vederlo riapparire dall’acqua, come capitano dell’Olandese Volante. Ma sapeva bene ormai cosa voleva dire. Era condannato a poter andare a terra solo un giorno ogni dieci anni. Così, organizzarono il loro addio su quella spiaggia, e lì lui la baciò appassionatamente, come non avrebbe potuto fare per lungo tempo, e lei rispose alle sue attenzioni con entusiasmo, tanto che ben presto quel bacio divenne molto di più, divenne quello che entrambi aspettavano da tanto tempo.

 

Nove mesi dopo, un bel bambino fu la prova che in effetti Elizabeth era davvero incinta.

 

Lei gli diede il nome del padre, William, e del loro comune amico Jack Sparrow. E così, William Jack Turner fece il suo ingresso nel mondo.

 

Ora più che mai non poteva lasciare Port Royal. Aveva un figlio da crescere, e ingaggiò per lui i migliori insegnanti privati che trovò. Ma sapeva bene che quel tipo di vita poteva essere noioso. Per lei lo era stato. Spesso aveva odiato il fatto di essere dell’alta classe sociale nella sua giovinezza, non che ora fosse vecchia, e ancora lo odiava, quindi fece il possibile perché suo figlio conoscesse la libertà del solcare i mari.

 

Si impegnò a leggergli storie ogni sera, stimolando la sua curiosità per il mondo lontano da Port Royal. E affrontò le domande riguardo il padre che non conosceva.

 

“E’ morto?” il bimbo chiese, un giorno, quando aveva cinque anni.

 

“Chi, tesoro? Chi è morto?” lei chiese.

 

“Il mio papà. Non è mai a casa, quindi penso che sia morto” lui disse, semplicemente.

 

Il cuore di Elizabeth si spezzò a sentirgli dire quelle parole. Scosse la testa. “No, piccolo mio. Il tuo papà non è morto. Un giorno lo vedrai. Ma lui vive in mare, e può tornare a terra solo una volta ogni molto tempo”

 

Il bimbo annuì, un po’ rassicurato, però una figura paterna gli mancava. Aveva trovato dei libri in biblioteca, e aveva provato a leggerli, visto che stava imparando. Da quel poco che aveva capito, non era argomento di cui potesse parlare con sua madre. Una donna non parla di pirati.

 

Non sapeva però che sua madre ne era grande ammiratrice, oltre che aver vissuto con loro avventure che pochi avrebbero immaginato, e soprattutto non sapeva che sua madre era Re della Fratellanza!

 

Col tempo, Elizabeth notò i nuovi interessi del figlio. Trovò un libro, uno che aveva letto lei stessa più o meno alla sua età, nella sua stanza, e sorrise. Sebbene non fosse proprio quello che sognava per il figlio, fare il pirata, non lo avrebbe fermato se fosse stato quello che lui voleva.

 

“E’ veramente figlio di un pirata” pensò sorridendo, mentre si preparava per andare a letto.

 

Come al solito, i sogni la portarono dal suo Will, mentre per il piccolo William i sogni riservarono avventure di pirati.

 

I compiti a Port Royal tenevano Elizabeth occupata, e il tempo passava in fretta. William cresceva bene, il suo interesse per i pirati sempre più evidente, forse troppo per il figlio di quella che era la governatrice di Port Royal e quindi doveva far rispettare le leggi, ma dopotutto dal suo ritorno molte cose erano cambiate in città, quindi nessuno se ne preoccupò.

 

Passava sempre più tempo a leggere storie di pirati e a imparare a veleggiare, dato che sua madre aveva chiesto ad alcuni ufficiali di marina di insegnargli le basi. Elizabeth era orgogliosa di suo figlio, e desiderava che Will lo potesse vedere. Il tempo stava arrivando, e lei lo sapeva.

 

Qualche settimana prima dell’incontro, era tesa ed eccitata allo stesso tempo. Non aveva mai potuto comunicare con Will in quegli anni, e così lui nemmeno sapeva di avere un figlio. Aveva un po’ paura della sua reazione, sebbene sperasse che sarebbe stato felice.

 

Partirono da Port Royal con grande anticipo. Elizabeth non voleva correre il rischio di arrivare tardi e perdere la possibilità di vederlo.

 

La decisione si dimostrò azzeccata, perché il vento non li aiutò, e ci misero molto più del previsto a raggiungere l’isola dell’appuntamento, giungendo solo il giorno prima dell’incontro.

 

William era curioso di poter finalmente incontrare suo padre, e non vedeva l’ora. Elizabeth anche era eccitata all’idea di riabbracciare l’uomo che amava.

 

Ma il più eccitato di tutti era il capitano dell’Olandese Volante. Aveva fatto il suo dovere per dieci anni, ora era tempo di rivedere sua moglie. Non riusciva a stare fermo nella sua cabina. Sputafuoco sapeva come si sentisse suo figlio. Era stato lo stesso per lui, ogni volta che era tornato a casa da sua moglie. Ma lui lo aveva potuto fare molto più spesso di Will, che quindi era almeno dieci volte di più in agitazione.

 

Alla fine Will uscì dalla cabina e si mise sulla prua della nave, scrutando l’orizzonte verso l’isola che stavano per raggiungere. Sputafuoco lo guardò, e si chiese se fosse giusto che dopo tutti gli sforzi per stare con Elizabeth, Will dovesse essere condannato a un tale destino, solo per aver voluto salvare lui. Ovviamente era ingiusto, ma non c’era nulla da fare, e così scuotendo la testa se ne andò a fare i suoi doveri di membro della ciurma. Prese il timone e diresse la nave verso terra il più velocemente possibile, per dare a suo figlio qualche attimo in più con la sua amata.

 

La avrebbe trovata, di questo Sputafuoco era sicuro.

 

Appena il bagliore verde si manifestò, e l’Olandese apparve, Elizabeth divenne ancora più nervosa, se possibile. Strinse a sé il piccolo William, e sorrise, così come suo figlio. Era felice, e lei sperava che lo sarebbe stato anche suo padre.

 

Improvvisamente, lui fu di fronte a lei. Non poteva più aspettare, e dopo averla vista da lontano, si era subito portato a terra. Il respiro si bloccò in gola ad Elizabeth, mentre lui le accarezzava il viso dolcemente.

 

“Elizabeth” lui disse, poi la baciò appassionatamente. “Mi sei mancata da morire” disse poi.

 

Anche tu” lei disse, appoggiando la fronte a quella del marito.

 

“Ehi!” William protestò.

 

E chi è questo piccolo?” William chiese, divertito.

 

“Will, ti presento tuo figlio William Jack Turner” lei disse, sorridendo, e incrociando le dita.

 

Inizialmente, nei suoi occhi trovò shock, ed era ovvio. Poi lui si girò verso di lei.

 

“Figlio?”

 

“Si, tuo figlio” lei disse, sorridendogli nervosamente.

 

“Elizabeth, è fantastico!” lui esclamò, abbracciandola e sollevandola da terra. “Non sapevo nemmeno di avere un figlio” E ora lo trovo che ha dieci anni!”

 

Lacrime di gioia caddero dagli occhi di entrambi, poi Will posò sua moglie a terra e arruffò i capelli di suo figlio.

 

“Ti amo” lei gli sussurrò.

 

“Ti amo anche io” lui ripeté, baciandole la fronte. Camminarono sulla spiaggia mano nella mano, mentre parlavano e lei cercava di renderlo partecipe dei primi dieci anni di suo figlio, raccontandogli tutto.

 

“Mostra già un grande interesse per i pirati e il mare” gli disse, ridendo dolcemente, quella risata che era sempre stata riservata solo a lui. “E ti somiglia tantissimo” aggiunse poi, con un sorriso.

 

Lui la guardò, come ipnotizzato. Era ancora più bella di come la ricordasse.

 

Che c’è?” lei chiese, sentendo il suo sguardo su di lei.

 

“Niente” lui rispose. “Stavo solo notando quanto sei bella” aggiunse, portandola vicino a sé.

 

“Scemo” lei rise, chiudendo gli occhi e godendosi il contatto. Dio, quanto le era mancato!

 

Poi Will passò del tempo con suo figlio, raccontandogli storie su quello che faceva e sulle avventure che aveva passato con Elizabeth e Jack, e il bambino lo guardava ammirato.

 

“Possiamo andare sulla tua nave?” chiese.

 

Will guardò Elizabeth, poi scosse la testa. “Mi spiace, figliolo. Sei molto giovane per capire, ma vedi, la mia nave è un pò, come dire…particolare…”

 

“Oh” il bimbo disse, deluso.

 

Ma posso dirti tutto sulla Perla Nera” Will propose. Suo figlio sorrise di nuovo.

 

“Si, ti prego! Ne ho sentito parlare, ma si sa poco di quella nave…” William disse. E così iniziò il racconto, con Elizabeth che, rilassata tra le braccia del marito, si inseriva ogni tanto per aggiungere dettagli. Doveva ammettere che le mancavano le avventure con Jack e la ciurma sulla Perla. Si chiese dove fossero, al momento.

 

“Un soldo per i tuoi pensieri” Will le sussurrò all’orecchio, mentre loro figlio giocava sulla spiaggia, davanti a loro.

 

“Mi chiedevo dove potesse essere la Perla adesso” lei ammise, con una voce un po’ eccitata dal fatto che lui ora la stava baciando sul collo, e la cosa aveva i suoi effetti su di lei.

 

“Conosci Jack. Sarà di sicuro in viaggio alla ricerca di qualche tesoro, o cose del genere” le mormorò a pochi millimetri dalle labbra, e poi la baciò. Lei emise un gemito di piacere, e gli mise le braccia intorno al collo, baciandolo come non aveva potuto per dieci lunghi anni.

 

Ma tutte le cose belle finiscono, e così il tramonto arrivò, lento ma inesorabile. Mentre si allontanava sulla sua nave, Elizabeth e William lo guardavano dalla riva, e quando il verde baleno giunse, portando via con sé l’Olandese, Elizabeth sospirò.

 

Altri dieci anni senza di lui sarebbero stati lunghi. Molto lunghi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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