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Autore: Winry977    04/12/2012    1 recensioni
"I love you more than I can ever scream..."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti prego, aprimi, voglio solo vederti, parlarti” le aveva scritto lui. Era visibilmente disperato e aveva una grande paura di perdere l'unica ragazza che amava per davvero. Sheska era intimorita da lui, soprattutto perché le voleva parlare. Lo osservava di soppiatto dalla tendina della finestra, scostandola di qualche centimetro, per osservare la figura di quel ragazzo dalla chioma nera, ma dalla pelle chiara e candida. Teneva il capo rivolto verso il basso, e solo dopo averle mandato quel messaggio sul cellulare si decise ad alzarlo verso la finestra, trovandola cupa e senza uno straccio di luce. Eppure sapeva, sapeva che lei era lì, ad osservarlo. Se lo sentiva.

Appena lei incrociò i suoi occhi, si allontanò bruscamente dalla finestra e la fissò quasi con orrore.

Respirò a fondo, sentendo una piccola fitta al cuore. Gli mancava, lui. E lo sapeva bene, nonostante lo rinnegasse. Percorse lo stretto corridoio che portava al portone di casa, che a sua volta si affacciava sul pianerottolo della sua palazzina. Staccò la cornetta del citofono e prima di parlare emise un lungo sospiro.

-Jeremy? Sali.- e richiuse velocemente la cornetta, quasi pentendosi del suo gesto. Socchiuse la porta e corse di nuovo alla finestra alla quale era appostata prima. La figura del ragazzo non c'era più, e lei spalancò le ante della finestra facendosi cogliere il viso da un fresco venticello di mezza estate. Osservò la mezza luna splendere nel bel mezzo del cielo, accanto alle stelle, e la trovò quasi malinconica.

La porta dall'altra parte del corridoio si richiuse e Sheska strinse gli occhi, nell'attesa dell'inevitabile. Quando udì il suono di un sospiro maschile alle sue spalle rabbrividì, ma non si girò.

-Che cosa vuoi, Jeremy? Ti ho fatto salire solo perché non ce la facevo più a vederti là sotto.

-Ti prego girati...- la intimò lui, ignorando le sue parole, già tremolanti.

-N...No! Dimmi che cosa vuoi!- esclamò lei con voce soffocata, ed affondando la testa tra le mani, dapprima pendenti all'esterno della finestra e ora sollevate verso il viso, coi gomiti appoggiati al davanzale.

-I...Io voglio solo spiegarti.- mormorò lui.

-Non c'è nulla da spiegare. I fatti a cui ho assistito hanno già spiegato abbastanza!- una lacrima le rigò il viso. Era successo tutto qualche giorno prima: la ragazza che odiava più di ogni altra al mondo si era avvinghiata al suo ragazzo proprio sotto i suoi occhi, e aveva preso a slinguazzarci come se niente fosse. A quella visione Sheska era scappata a casa e ci si era chiusa per tre giorni, mentre il suo “lui” era rimasto a testa bassa sotto la sua finestra per tutto il tempo, ad aspettare che lei desse qualche segno di vita, o per meglio dire, di interesse nei suoi confronti. Solo quel quarto giorno si era decisa a sbucare fuori dalla sua tana.

-Non è vero!- esclamò lui con più convinzione. -Sai anche tu quanto io odi quella persona meschina! Sai anche tu quanto io la disprezzi! E sai...- le poggiò una mano sulla spalla. -Sai quanto tengo a te, e quanto ti amo.

Lei non disse nulla. Le sue lacrime parlavano già da sé. Provava disprezzo anche lei per quella “baldracca”, ma in qualche modo, il suo essere costantemente perfetta e rosa, le faceva venire dei complessi di inferiorità, perché, effettivamente, lei era DAVVERO perfetta. Capelli biondi, occhi azzurri, labbra a forma di cuore sottolineate da un rossetto acceso, trucco -per quanto esagerato- perfetto, e un fisico invidiabile, con tanto di quinta coppa di seno.

In tutto questo, lei, Sheska, era tutto una tacca, se non di più sotto quella “sgualdrina”. Capelli neri e corti fino al collo, poco trucco e sempre nero, piercing al labbro inferiore ed occhi marroni come il cioccolato. Non aveva un brutto fisico, ma a lei non piaceva e tendeva sempre a trovarvi la minima pecca, in quanto era di bassa statura. Odiava il rosa della “baldracca” (anche se le donava), e infatti usava sempre abiti di tonalità scura, borchie e, dettaglio fondamentale, scarpe basse.

Il calore che la mano di Jeremy le trasmetteva brividi continui, e ad un certo punto, sembrò che lui la volesse fare girare lentamente su sé stessa, per trovarselo davanti. Lei oppose resistenza solo inizialmente, ma poi smise, e giratasi, sotto la luce lunare, osservò gli occhi lucidi del ragazzo del quale era per davvero innamorata.

Non si mosse. Lo scrutò sotto quella fievole luce di quella luna malinconica, ma le sue lacrime non potevano fare a meno di scendere dalle sue ciglia, ormai imperlate da esse. Lui aggrottò la fronte, assumendo, involontariamente, un'espressione tra l'impaurito ed il preoccupato. Lei abbassò gli occhi, e le lacrime caddero dalle guance sulla moquette senza emettere alcun suono.

-Tu... tu pensi che io possa provare alcun sentimento per lei? Per una come lei?- chiese lui stringendo i pugni. -Dopo tutto quello che c'è stato tra noi, pensi che io potrei stare con una baldracca come quella? Pensi che io non sia rimasto schifato dal suo gesto?- le poggiò le mani sulle spalle abbassando di poco la testa per scorgere gli occhi di lei. -Sai perché lo ha fatto? Perché ci vuole separare, Sheska. Ma io non ho alcuna intenzione di perderti. Chiaro?

I suoi occhi era puntati su quelli di lei, la quale emise un singhiozzo, e che finalmente alzò lo sguardo. -Preferisci pensare che lei sia migliore di te sotto il mio punto di vista? Perché ti assicuro che quella procrea ogni cinque minuti, e tu... tu sei una persona meravigliosa, Sheska. E io... io ti amo.- il labbro inferiore di lei tremò, non resse più a quella breve distanza che c'era tra loro. Lui la scrutò aprendo di poco le braccia e lei gli si gettò contro, lasciando che le braccia forti del ragazzo la circondassero, chiudendola in un caloroso abbraccio.

Si strinsero. L'uno con l'altra e dopo un po', lei alzò lo sguardo, fissando gli occhi di quell'azzurrino chiaro che la osservavano a loro volta. -T...Ti amo anch'io, Jinxx- sussurrò Sheska, le cui lacrime ormai si erano prosciugate.

Il viso del ragazzo si illuminò, e senza esitare troppo la baciò con una tale passione che persino lei si lasciò trascinare. Le labbra di lui entrarono a contatto con quelle di lei insieme al suo piercing metallico, ormai pressato di poco contro la superficie tiepida e di poco umida del labbro inferiore. Quando si staccarono lui le sorrise. -Grazie.

-Di cosa?

-Di avermi chiamato Jinxx. E di non avermi cancellato dalla tua vita.

  
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