I’m in love with you.
 
Caro Ed, come potrei spiegarti cosa sei per me?
Mi hai salvata.
La tua voce, la tua musica, la tua meravigliosa persona mi ha salvata dal lacerante dolore che ogni giorno mi logorava dentro.
Le giornate erano uguali, tutte.
La sveglia suonava, e fuori era ancora buio.
L’acqua della doccia era sempre calda, rilassante.
Le braccia, le gambe, le caviglie.. Doloranti.
Qualche goccia di sangue che scorre, l’acqua che la lava via.
Labbra morse per trattenere un piccolo grido di dolore e poi tutto passa.
Capelli asciutti, un po’ di trucco, maglioni lunghi e stretti e un sorriso.
Qualche ciao, qualche chiacchiera sul bus.
La scuola, le lezioni, gli amici. I sorrisi.
Finti, tutti finti.
E poi c’è quel maledetto maglione che a ogni movimento sfrega le ferite.
Che sono lì, a ricordarti che è l’unica cosa che puoi fare per sfuggire a quel dolore che ti lacera l’anima.
Poi sei arrivato tu, per caso.
Sei arrivato tu e con qualche parola e qualche nota hai tirato fuori tutto ciò che tenevo dentro da due anni.
Hai fatto uscire le lacrime.
Hai fatto uscire tutto il peggio di me, in quattro minuti e ventisei secondi.
Ti ho odiato.
Ti ho odiato perché mi hai fatto piangere.
Ti ho odiato perché mi hai fatto rendere conto che ciò che facevo non mi aiutava.
Ma più di tutto, ti ho odiato perché in quei quattro minuti e ventisei secondi ho detto tutto ciò che dove dire.
Ma mentre ti odiavo, mi stavo innamorando di te.
Da quel giorno tutto è andato meglio.
Io funzionavo meglio.
Nessun dolore quando il maglione sfregava contro la pelle.
Nessun dolore, solo la tua musica, solo la tua voce.
E ora in questa stanza, non ci sei tu.
C’è solo la tua essenza.
Ma ti ringrazierò sempre, per avermi salvata da tutto questo.