Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: __aris__    05/12/2012    6 recensioni
Una sera Masumi Hayami, al termine di una lunga giornata di lavoro, decide di fare una passeggiata per la città. Mentre si trova nel paro vede Maya che medita sotto un albero. Dopo pochi istanti la ragazza sviene e Masumi decide di portarla a casa sua... -- questa è la mia prima fanfiction, spero che possa interessare a qualcuno e che venga recensita. buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tre ore. Tre lunghe, noiose ed infinite ore gettate letteralmente dalla finestra!!” fu il pensiero del Presidente della Daito alla fine della riunione con i rappresentanti di una nota casa di produzione occidentale. Salutò i suoi interlocutori con una stretta di mano ed un sorriso cortese mentre li accompagnava alla porta affinché la segretaria li facesse uscire. Erano quasi le nove di sera ed alla Daito erano rimasto solo lui, Mizuki e gli addetti alla sicurezza.
Si appoggiò alla scrivania rivolto alla finestra; prese una sigarette da quelle che teneva nella giaccia e l’accese. “Dannati inglesi! Sono mesi che trattiamo ed ora che siamo quasi giunti ad un accordo voi tornate al punto di partenza!? Ma imparerete quanto sa essere persuasivo Masumi Hayami!” ed il suo pensiero si affollò immediatamente di tattiche mefistofeliche per riuscire a concludere il contratto che avrebbe permesso alla sua azienda di uscire dai confini del Giappone. Queste riflessioni furono interrotte dall’elegante bussare di Mizuki:
“Io avrei finito di sbrigare tutti gli incartamenti della giornata. Se per lei non è un problema tornerei a casa.”
“grazie, vai pure!” fu la risposta del principale. La segretaria sorrise, gli augurò una buona serata ed uscì. Hayami spense il mozzicone di sigaretta. “Ho bisogno d’aria fresca!” pensò ad alta voce. Prese il cappotto ed uscì. Lasciò l’edificio in auto, ma dopo appena pochi minuti la parcheggiò ed iniziò a passeggiare.
Camminò lentamente per le strade del centro illuminate da insegne luminose per un bel po’, consumando diverse sigarette. La verità era che il giovane presidente, alla guida della società fondata dal padre da molti anni, uno degli uomini più influenti del Paese, era divorato dall’ansia e si sentiva mancare l’aria ogni giorno di più. Il matrimonio combinato con la sua fidanzata diventava sempre più inevitabile. In un primo momento aveva pensato di opporsi, e ne avrebbe anche, forse, avuto la possibilità, ma non lo fece. Tutti pensavano che il suo interesse fosse passato dalle imprese di famiglia alla bella Shiori, ma lui sapeva che nulla era più lontano dalla verità. Shiori era bella, raffinata e profondamente innamorata di lui, ma in fondo non c’era da stupirsi: Hayami era di bell’aspetto, sempre elegante, raffinato nei modi e sapeva come mettere a suo agio qualsiasi donna.
“Davvero qualsiasi donna Hayami?” si disse ironico. “Idiota ti sei messo in trappola con le tue stesse mani!” gli sembrava di stare nelle sabbie mobili: più sprofondava (volontariamente) in quella situazione e più desiderava uscirne per tornare a respirare. Rimpianse profondamente in momento in cui aveva accettato di sposarsi; ma allora pensava di essere senza speranze, poi in questa certezza si era insinuato furtivo il dubbio e l’aria aveva iniziato a mancargli. Un'altra sigaretta.
L’aria era diventata pungente, erano ormai le undici, Masumi si alzò il bavero del cappotto e vide l’insegna del suo bar preferito. Si avvicinò e posa le mano sul maniglione della porta per entrare ma realizzò che quella sera, stranamente,  non aveva voglia di ubriacarsi. “Ti stai rammollendo Hayami!!” si rimproverò mentre lasciava il maniglione.
Si diresse verso la macchina ma passando per il parco senza tornare per le luminose strade del centro, preferendo il parco: voleva respirare l’odore dell’erba ed un posto dove le luci della città fossero più attenuate per poter vedere le stelle. Arrivato al parco si saturò i polmoni dell’odore di erba umida e muschio; oltrepassò una fontana per giungere in quella zona dove era stata creata una piccola radura circondata da alberi e poco illuminata. Era il posto perfetto per alzare gli occhi ed ammirare la volta celeste. Mentre pensava a quali stelle erano visibili in quel periodo dell’anno, la sua attenzione fu attirata da qualcosa che lo lasciò letteralmente a bocca aperta: Maya Kitajima in posa meditativa su un piede solo con i palmi giunti sotto un albero! “Cosa ci fai in questo posto isolato in piena notte?! Non ti rendi conto che è pericoloso… ragazzina?!” pensò in un tono che racchiudeva preoccupazione, rabbia (quella particolare forma benevola dettata dall’amore verso un'altra persona) e tanto stupore. La concentrazione della ragazza era tale da on accorgersi dell’uomo che la fissava allibito da soli due alberi di distanza.
Dopo pochi istanti la visione si dissolse mentre Maya perdeva i sensi cadendo da un lato. Masumi le afferro saldamente un polso giusto un momento prima che la faccia dell’attrice si scontrasse con una radice. La tirò a sé e la strinse al petto, le accarezzò la testa come ad una bambina per poi passare ma mano sulla sua fronte; in quel momento si accorse che Maya aveva la febbre molto alta. Cercò rapidamente con lo sguardo gli effetti della ragazza, riconobbe nel buio la sagoma di un soprabito, che le aveva regalato ai tempi de Le Due Principesse, ed una borsetta poco distante. Infilò il cappottino alla ragazza (ancora svenuta) e, dopo aver recuperato anche la borsetta, la portò tra le sue braccia nell’auto.
   
 
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