Al solo pensiero che James la dovesse chiamare Joy dava di matto, se ne stava con impazienza a fissare il telefono in attesa che squillasse, impaziente di sentire la sua voce così profonda e suadente che Joy adorava tanto sentire, dire che si era invaghita di lui era poco. Le aveva detto che l’avrebbe chiamata per confermarle che passava da lei e questo scatenava la sua fantasia i suoi desideri più romantici : quando lei gli avesse aperto la porta lui l’avrebbe abbracciata teneramente regalandole dei fiori e l’avrebbe invitata a cenare solo loro due in un ristorante bellissimo da dove si poteva ammirare attraverso grandi vetrate un panorama bellissimo e suggestivo e le avrebbe chiesto di essere la sua ragazza. Mentre fantasticava il telefono prese a squillare e lei felice più che mai si precipitò a rispondere “pronto?” “hei ciao... sei Joy??” disse una voce femminile “si sono io” rispose delusa “chi sei??” “uh bene, io sono Rose, la sorella di James” appena Joy sentì pronunciare il nome JAMES il suo cuore cominciò a galoppare “uao ciao” disse Joy cercando di non agitarsi troppo “James mi ha detto di dirti che è sicuro che passa da te, se per te non ci sono problemi o se non sei impegnata” “no, no tranquilla, non ho niente da fare” “ah benissimo allora, stasera ceniamo tutti insieme...” “uuh che bello” “...sai mio fratello mi ha parlato molto di te e non vedo l’ora di conoscerti” “mi lusinghi” disse Joy imbarazzata “ma che dici?!?” disse Rose ridacchiando, poi aggiunse “allora ...ti passiamo a prendere alle 21.00 ti va bene??” “si, si certo a più tardi” “ciao”. Una volta chiuso il telefono Joy cominciò a saltellare come una matta e si affrettò ad andare a prepararsi. Decise dopo svariate prove di indossare un semplice paio di Jeans chiari ed una maglietta verde smeraldo molto attillata a mezze maniche con merletti di pizzo neri ai bordi e una giacca leggera di pelle nera. Il campanello suonò e Joy scese al piano inferiore e prima di aprire si guardò un’ultima volta allo specchio per controllare trucco e pettinatura ed infine aprì la porta “...accidenti che schianto!!” esclamò Rose “g-grazie” rispose rossa in viso “dai se sei pronta vieni” “si sono pronta” disse Joy chiudendo la porta a chiave e dirigendosi con Rose verso una pckup nera; anche se i vetri erano ombrati Joy riuscì ad intravedere il viso di James che le sorrideva così lei aprì lo sportello e lui si spostò per farle posto. In macchina stavano anche i genitori di James “accidenti sei davvero una bella ragazza” disse la madre che la guardava dallo specchietto retrovisore perché non poteva distrarsi mentre guidava, il padre annuiva soddisfatto. La famiglia di James era molto simpatica e amichevole, per tutto il tragitto chiacchierarono del più e del meno, della scuola e di passatempi e hobby. Arrivarono ad un parcheggio pieno di macchine lussuose e sportive di grossa cilindrata e Joy le guardava ammagliata una ad una mentre ci passava di fianco. Entrarono in un grattacielo dalle grandi vetrate, l’ingresso era lussuoso come quelli degli alberghi lussuosi e carissimi. Presero l’ascensore dove Rose guardava Joy e James con un sorriso malizioso e divertito. Uscirono dall’ascensore e i genitori di James parlarono con il cameriere poi fecero segno di seguirli ed arrivarono al tavolo prenotato quando d’un tratto Rose esclamò “voi due seguitemi” li condusse in una saletta tutta rossa dal profumo di rose e dalla calda atmosfera, dove si poteva ammirare un bellissimo panorama: la città dall’alto. Joy si sentiva entusiasta. Rose con una banale scusa si dileguò e finalmente Joy e James si ritrovarono soli e per Joy si presentò la tanta attesa occasione di realizzare i suoi sogni.